Operazione Ritorno al Futuro (Parte 1)

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Come prima cosa ci scusiamo se la scorsa settimana non abbiamo pubblicato alcun post. Non preoccupatevi nulla di serio, siamo solamente stati impegnati nel riorganizzare il nostro lavoro come gran parte dell’Italia. Quello che segue è il post che avevamo iniziato la settimana scorsa e non abbiamo avuto il tempo di terminare.

Dato il rimbalzo (in parte rimangiato nella seduta di venerdì), i prezzi sono leggermente aumentati ma la strategia messa in atto rimane sempre e comunque valida.

Da oggi iniziamo l’operazione “Ritorno al futuro” che consisterà semplicemente nello sfruttamento dell’enorme esplosione della volatilità che ha mandato in “tilt” la maggior parte dei certificate. Tra poco con un esempio ciò vi sarà più chiaro.

Un breve aggiornamenti sul Portafoglio Italia prima di iniziare: esso prova a difendersi anche in un contesto disastroso come quello che stiamo vivendo. Questo non scordatevelo: il sistema economico globale ci metterà un po’ a prendere le misure, ma alla fine ci si arriverà e volete scommettere che alla fine arriveremo alle soluzioni elencate qui?

Ma tornando a noi, il Portafoglio è riuscito a chiudere la settimana positivamente con un +0,92% contro un -1,32% del FTSE-MIB. (Il rimbalzo della settima successiva ha invece fatto segnare un +5,55% contro un +6,93% del FTSE-MIB). In condizioni normali sarebbe un’ottima notizia, ma il contesto non ci permette di festeggiare, soprattutto se diamo un’occhiata al grafico che tiene traccia dell’andamento del Portafoglio Italia e del FTSE-MIB.

Come vedete la caduta delle ultime settimane ha cancellato le performance degli ultimi tre anni scarsi. Il Portafoglio Italia è sempre e largamente sopra il proprio benchmark, ma naturalmente non è stato immune dal crollo.

Per chi ci segue da un po’ sa già come da tempo chiamavamo posizioni ribassiste su vari titoli tramite certificate reverse od ETF short, anche se, ripetiamolo nuovamente, un ribasso di tale entità non ce l’aspettavamo.

Da ora però riteniamo che sia il momento opportuno di allargare il nostro orizzonte temporale e partire da una semplice costatazione: prima o poi, come ogni altra pandemia nella storia dell’umanità, anche questa finirà e ciò che stiamo scontando in questo periodo è un’esplosione enorme della volatilità. Proprio questi due semplici constatazioni ci hanno fatto notare che oggi i certificate a più lunga scadenza si comprano ad un valore inferiore al loro valore intrinseco!

Ci spieghiamo meglio: considerate un certificate con barriera europea (quindi rilevabile solo alla scadenza) posta ad una distanza del 30% dallo strike ed il relativo sottostante che ha momentaneamente infranto la barriera e si è portato al 60% dei suoi livelli iniziali, quindi il 10% sotto la barriera. Ora, se il certificate scadesse quel giorno esso sarebbe rimborsato a 60€. Naturalmente visto che esiste ancora la possibilità che il sottostante torni al di sopra della barriera e quindi venga rimborsato a 100+premio, il certificate normalmente si acquisterà a un po’ più di 60€.

Quello che invece sta accadendo è proprio il contrario: nella situazione appena descritta il certificate sta quotando addirittura sotto i 60€!

Com’è possibile ciò? L’argomento ci porterebbe via molto tempo, perciò lo sintetizziamo così: i certificate sono in gran parte fatte di opzioni e queste, soprattutto quando sono lontane dalla scadenza, perdono fortemente valore all’aumentare della volatilità ed in condizione di volatilità come quella che stiamo vivendo i prezzi sono completamente sballati!

Vediamo in concreto un’operazione che abbiamo effettuato proprio ultimamente e vi accorgerete delle potenzialità che questo momento offre:

  • ISIN: CH0470804656

  • Sottostanti: Azimut / ENI / FCA / Intesa San Paolo

  • Fixing iniziali: EUR 17.00 / EUR 15.43 / EUR 13.23 / EUR 2.33

  • Barriera: EUR 8.50 / EUR 7.72 / EUR 6.62 / EUR 1.17

  • Cedola: 6€ mensili

  • Scadenza: 18/04/2024

Questo è un certificate che paga 6€ mensili se TUTTI i sottostanti sono al di sopra della barriera il giorno della rilevazione, ma anche se così non fosse la cedola non viene definitivamente persa, bensì accumulata per il mese successivo e così via. Tale funzionamento è detto “effetto memoria”.

Il certificate in questione è interessante anche per un altro funzionamento detto Airbag. Sappiamo che solitamente, al momento del rimborso, se uno dei sottostanti si trova sotto la barriera il certificate verrà rimborsato subendo una perdita pari a quella del sottostante, ossia se il certificate è stato emesso a 100€ quando il sottostante valeva 10€, con una barriera al 40% ed alla scadenza il titoli vale 5,5€, il certificate verrà rimborsato a 55€ realizzando quindi una perdita del 45%.

L’effetto airbag agisce invece proprio sul prezzo di rimborso, infatti la perdita è calcolata a partire dal livello di barriera e non dal livello iniziale! Questo fa una bella differenza: infatti nell’esempio precedente con una perdita del sottostante pari al 45% ed una barriera al 40% si subirebbe una perdita del solo 5% ed il certificate verrebbe rimborsato a 95€. Più chiaro ora?

Vediamo ora come stanno i prezzi sul certificate sopra citato e cerchiamo di comprendere quale occasione storica ci si pone davanti.

Il titolo peggiore attualmente è FCA che praticamente è proprio sulla barriera (pochi centesimi sopra). Sapete quanto quota il certificate a fronte di un nominale di 1000€?… Tenetevi forte… 536€!

Vogliamo fare i conti?

Mettiamoci nelle condizioni peggiori per questo certificate: da qui a 4 anni (ossia alla scadenza) il titolo peggiore rimane sempre sotto la barriera e quindi non percepiamo nessuna cedola (proprio mai) per avere un rimborso pari al prezzo a cui attualmente lo acquistiamo, FCA (titolo peggiore) dovrà trovarsi a circa 3,5€, cioè perdere quasi un altro 50% dopo tutto quello che ha già perso finora! Ed anche se scendesse addirittura sotto tale livello (già poco probabile) cominceremo a perdere in maniera lineare a partire dai 3,5€.

Ora facciamo un altro scenario, sempre abbastanza pessimistico: da qui a 4 anni FCA rimane sempre sotto la barriera e perde un altro 15%. Il certificate verrà rimborsato a 850€ che significa un +58,6% in quattro anni, ossi circa il 14% annuo a fronte di una perdita del sottostante del 15%.

Ma teniamoci ancora conservativi e diciamo che il mercato in 4 anni non si riprenda e rimanga alla fine sui livelli attuali; se così fosse noi vedremmo rimborsato il certificate a 1000€ ed in più incasseremmo tutte le cedole per un totale di 1240€ con un profitto del 131%, ossia circa il 33% annuo! Cifre ed occasioni veramente particolari!

Esisto vari certificate che si trovano in situazioni analoghe, la nostra politica per i prossimi mesi sarà proprio quella di vendere titoli o altri prodotti ormai in perdita per impiegare il capitale su prodotti di queste genere senza “sperare” che il mercato rimbalzi a V come spesso in questi mesi sentite dire.

Il consiglio che sentiamo di darvi, al di là di quella che sia la vostra strategia, è quello di non affidarsi alla speranza ma solo alla razionalità: se avete subito perdite (lo abbiamo fatto tutti) non tenete lì i vostri prodotti nella speranza che recuperino, anche perché a fronte di perdite del 50% e necessario un rimbalzo del 100% per rivedere quei prezzi, ma, per quanto doloroso possa essere realizzate le perdite e riallocate il capitale dove pensate di avere maggiori margini.

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