Iniziare l’anno con un +12% sui colossi tecnologici

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È da un po’ che non ci sentiamo e le cose da dire sono molte, cercherò di metterle in fila una per una.

Partiamo da come si sono comportati i mercati azionari nelle ultime due settimane: gli indici europei, in particolare quello italiano, hanno “sovraperformato” quelli americani e neanche di poco, fatto statisticamente molto raro soprattutto negli ultimi anni. Tale evento va comunque ponderato tenendo in considerazione i volumi ridotti tipici delle sessioni a cavallo tra le vacanze di Natale ed Epifania. Fatto sta che il FTSE MIB ha guadagnato un 5,45% dalla prima seduta post natalizia fino a scorso. Su questo aspetto mi sento di assumere una posizione abbastanza chiara: tale rialzo non è sostenibile per le prossime settimane. Per rendersi conto della velocità del rialzo si può affermare che se tale velocità rimanesse costante per tutto l’anno incontro ad un rialzo del 400%. Visto che i 25.000 sono una forte resistenza sul nostro indice (che è stata rotta ma di poco) ho liquidato diversi posizioni in titoli ed ho aperto una posizione short proprio sul FTSE MIB utilizzando questo brutto prodotto: DE000HC1MXL0.

Naturalmente Fate attenzione poiché si tratta di un prodotto a leva variabile (attualmente circa 12) con una barriera di knock out a 27.000 punti, se il FTSE MIB superasse tale livello il valore del certificato si annullerebbe, quindi Scusate tali strumenti solo se siete ben consci del loro funzionamento e dei loro rischi.

Al conferma della mia visione ribassista di breve termine c’è anche, come accennato in precedenza, la differenza di performance tra l’indice italiano e quelli americani, soprattutto il Nasdaq che è stato quello più bastonato. In particolare questi ultimi hanno avuto uno slancio solamente nella seduta di venerdì a seguito di dati positivi per quanto riguarda i non farm payrolls.

Già nei post precedenti vi ho espresso la mia opinione riguardo l’obiettivo delle banche centrali specialmente la FED: Riportare il tasso di disoccupazione a livelli maggiori degli attuali quindi un dato di questo genere avrebbe dovuto far scendere i mercati invece che farli salire, se non altro perché darà l’ulteriore alibi per il proseguimento delle politiche monetarie restrittive.

In questo contesto, al di là della personale posizione short, ho deciso di congelare il portafoglio Italia quindi vendendo tutte le azioni e tenendo ferma la liquidità in attesa di prezzi più favorevoli. Tornerò più dettagliatamente sull’argomento quando dedicherò un post solo al portafoglio Italia, diciamo solo che per adesso quindi il suo valore sarà quello del 6 gennaio. Mi posso comunque anticipare con grande trasparenza che le performance fin qui ottenute sono stati leggermente sotto quelle dell’indice italiano e che sicuramente avere sovrapesato le utility ah sicuramente contribuito alla mancata sovra performance dell’indice.

A prescindere dal portafoglio Italia, mi sbilancio anche su quali saranno i settori su cui secondo me varrà la pena puntare per il 2023. Nella prima parte dell’anno i tecnologici e soprattutto i bancari e più In generale i finanziari dovrebbero essere quei settori che faranno meglio, dopodiché sarà necessario attendere come si configureranno le politiche monetarie delle banche centrali: Se li politiche restrittive andranno diminuendo il settore delle Utility potrebbe rivelarsi la sorpresa, ma per queste considerazioni ci sarà tempo.

Dopo essermi dilungato in questa introduzione riguardo la mia visione di inizio anno passiamo alla parte un po’ più operativa presentando un prodotto che ho acquistato proprio la settimana scorsa e che ha come sottostanti proprio tre titoli tecnologici, settore che, ribadisco nuovamente, inizia ad avere livelli interessanti ma che va maneggiato con estrema cautela vista l’alta volatilità e comunque la debolezza ancora persistente:

  • Tipo: Cash Collect Memory
  • ISIN: DE000HC1C509
  • Sottostante: Alphabet Inc. Class C / Meta Platform / Microsoft
  • Cedole: 1€ Mensile (12€ Annuo)
  • Scadenza: 16/10/2025
  • Barriera: 57,948$ / 59,52$ / 141,522$

Come potete notare stiamo trattando di tre colossi del tech: Alphabet (ex Google), Meta (ex Facebook) e Microsoft.

In particolare Alphabet è presente nel mio portafoglio di azioni americane da moltissimo tempo (sì chiamava ancora Google) con mia grandissima soddisfazione. Per quanto riguarda Micrsoft invece penso che stia arrivando a dei livelli chi cominciano ad essere interessanti anche in un’ottica di acquisto diretto dell’azione. Tra i tre quello che meno mi convince dal punto di vista del business è Meta, ma va anche notato che tra i tra è quello con una maggiore distanza dalla barriera: 54.22%.

Il titolo peggiore invece è Alphabet che dista il 34.27% e questa è la situazione tecnica:

Come potete notare il livello di barriera è posto leggermente sopra dei minimi di lungo periodo, sarebbe stato bello averla leggermente ancora più bassa ma stiamo comunque parlando di livelli veramente importanti che semmai fossero raggiunti rappresenterebbero molto probabilmente un punto di rimbalzo.

In sé il prodotto è molto semplice: paga una cedola mensile dell’1% (quindi 12% annuo) fin tanto che tutti e tre i titoli rimangono sopra la barriera. Se anche dovessero andare sotto, le cedole non sarebbero comunque perse ma verranno pagata laddove i titoli tornassero sopra le rispettive barriere.

Considerando che ho acquistato il certificate praticamente sulla pari (99,70 €), un 12% con questo tipo di rischio mi è sembrato un buon investimento per iniziare l’anno.

Tengo infine a precisare che, come tutti i post di questo blog, questo non vuole essere assolutamente un invito all’acquisto, bensì un analisi indipendente fatta in questi giorni dal sottoscritto.

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