
La scorsa settimana ha segnato un importante punto di svolta per i mercati azionari statunitensi. Dopo il violento drawdown di aprile, l’indice S&P 500 e il Nasdaq hanno chiuso in territorio positivo da inizio anno, con una distanza di poco superiore al 3% dai massimi storici. Si è trattato di un recupero tanto rapido quanto sorprendente, favorito da due catalizzatori principali: l’allentamento delle tensioni commerciali e il ritorno degli acquisti sui titoli tecnologici.
L’amministrazione americana ha infatti sospeso per 90 giorni gran parte delle tariffe doganali introdotte ad aprile (esclusa la tariffa base del 10%) e, a sorpresa, ha annunciato una drastica riduzione delle tariffe verso la Cina, passate dal 145% al 30%. In parallelo, numerose aziende USA hanno siglato importanti accordi commerciali in Arabia Saudita, Qatar ed Emirati Arabi Uniti, con una forte componente legata alla tecnologia avanzata. Queste intese, sebbene sollevino interrogativi sul piano della sicurezza nazionale, hanno riacceso l’interesse del mercato per il comparto AI.
Proprio in questo contesto si inserisce la revoca della “AI Diffusion Rule”, una norma introdotta da Biden a gennaio che limitava l’export di chip AI verso numerosi Paesi. La sua eliminazione favorisce attori come Nvidia, AMD e Intel, che hanno già iniziato a recuperare parte delle perdite, riducendo il drawdown dal 30% di aprile a circa il 9%.
Tenete a mente questo aspetto perché la competizione sulla tecnologia tra USA e Cina sarà uno degli aspetti dirimenti nei prossimi anni.
Crescita solida, inflazione sotto controllo
L’economia reale mostra segnali di tenuta. Le attese di recessione, che a fine aprile raggiungevano il 65% su piattaforme di prediction market come Polimarket, sono ora scese al 38%. Il modello GDP Now della Fed di Atlanta prevede una crescita del PIL USA del 2,4% per il trimestre in corso. Nel frattempo, i dati sull’inflazione sorprendono in positivo: il CPI è uscito al 2,3% (vs 2,4% atteso), il PPI al 2,4% (vs 2,5% previsto), smentendo i timori di una nuova fiammata inflattiva.
Eppure, il sentiment dei consumatori rimane fragile. Il sondaggio dell’Università del Michigan indica aspettative di inflazione a un anno al 7,3%, un valore distorto da fattori psicologici e polarizzazione politica. A questo si aggiungono le prime avvisaglie di rincari nei beni soggetti a dazi, come segnalato dal CEO di Walmart.
Moody’s declassa gli Stati Uniti: impatto psicologico, ma non sistemico
A mercati chiusi, Moody’s ha annunciato il downgrade del debito USA da Aaa ad Aa1, citando l’incapacità del governo di contenere deficit e spesa per interessi. La decisione, pur attesa da alcuni analisti, è un campanello d’allarme sulla traiettoria del debito: si stima che nel 2025 il 30% delle entrate federali sarà destinato al pagamento degli interessi. Il downgrade non implica un rischio di default, ma rende evidente l’erosione della fiducia nel debito sovrano statunitense, definito da tempo “risk free” solo nominalmente.
Treasuries sotto pressione, attesa per l’autunno
A mio avviso, il vero freno al rialzo dei mercati non è il rischio di recessione, bensì la fragilità dei Treasury. L’elevato disavanzo, la fine del QE, il Quantitative Tightening in atto e l’assenza di nuovi acquirenti istituzionali esteri mettono pressione sulle aste. Se i rendimenti dei decennali si avvicinassero al 5%, l’azionario ne risentirebbe.
Proprio per affrontare questi problemi, esiste la proposta di modifica dei ratio patrimoniali bancari, attesa per l’autunno, potrebbe sbloccare nuova domanda da parte delle banche USA. Inoltre, nel 2026, la Fed potrebbe vedere un cambio alla guida, con un profilo più accomodante.
Il quadro attuale resta di temporaneo equilibrio: l’azionario cavalca un rimbalzo tecnico e macroeconomico, ma le fondamenta fiscali e obbligazionarie restano fragili. Estate e autunno si prospettano come banchi di prova. Fino ad allora, momentum e speranza restano le forze trainanti.
Benché, lo sapete, io non abbia approfittato di questo ultimo movimento a V, rimango ancora in posizione attendista rispetto all’azionario e continuo con i miei due principi base: protezione e diversificazione.
In questa direzione va il prodotto descritto di seguito che ha due caratteristiche principali: barriera distante e sottostanti che non si hanno in portafoglio.
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Il certificate che presento questa settimana è incentrato sulla futura ricostruzione dell’Ucraina. Per completezza riporto i motivi per cui è stato proposto, fermo restando che i motivi principali che mi hanno spinto a sceglierlo sono quelli detti sopra.
La fine delle ostilità in Ucraina richiederà «un importante sforzo finanziario a livello mondiale» per ricostruire infrastrutture e abitazioni danneggiate. L’Unione Europea ha già stanziato strumenti dedicati (es. un pacchetto fino a 50 miliardi di euro per il 2024-2027) per la ripresa del Paese. Questo contesto di enorme «fabbisogno» sui settori edilizio e industriale – energia, trasporti, costruzioni – crea una potenziale opportunità per i produttori di materiali di base (acciaio, cemento, vetro, isolamento, ecc.). Il certificato con ISIN DE000UG641F9 è stato selezionato come idea di investimento proprio sulla ricostruzione ucraina, puntando su tre colossi europei che forniscono tali materiali.
Caratteristiche tecniche del certificato
Il prodotto è un Cash Collect Worst-of con effetto memoria in euro, emesso da con regolamento il 13/05/2025 e scadenza finale il 30/05/2030 (5 anni). L’investitore parte da un valore nominale di 100 € (prezzo di emissione) fissato alla chiusura del 23/05/2025 (livello di strike = 100%). Il certificate su basket worst-of prevede:
Caratteristica | Valore |
---|---|
Emittente | UniCredit Bank GmbH (Gruppo UniCredit) |
Tipo di prodotto | Phoenix (Cash Collect Autocallable) Worst-of con memoria |
Sottostanti | Panieri di azioni: ArcelorMittal S.A., Compagnie de Saint-Gobain S.A., Heidelberg Materials AG |
Prezzo iniziale (strike) | 100% del prezzo di riferimento al 23/05/2025 |
Barriera (worst-of europea) | 50% del valore iniziale |
Cedola condizionale | 2,20 € per trimestre (8,8% lordo annuo sul nominale) |
Frequenza cedole (effetto memoria) | Trimestrale – i premi non erogati restano accumulati (“effetto memoria”) |
Rimborso anticipato | Possibile a partire da 21/08/2025: se in una data d’osservazione tutti e 3 i titoli ≥ 100%, il certificato rimborsa 100 € + premi maturati (fine anticipato) |
Scadenza Finale | 30/05/2030 – se non richiamato, al termine si applicano le condizioni di rimborso finale |
In sintesi: il certificato paga una cedola trimestrale (2,20 €) soltanto se il titolo in posizione peggiore nel paniere è ≥ 50% rispetto al valore iniziale. Se in un’osservazione trimestrale (ogni 3 mesi) il peggior sottostante resta ≥ 50%, si riceve il premio e la cedola passa al trimestre successivo; in caso contrario la cedola viene accumulata a memoria e pagata solo quando in un’osservazione futura tutte le condizioni sono soddisfatte. Alla scadenza finale o in caso di rimborso anticipato si ottengono 100 € più eventuali cedole accumulate. Tuttavia, se alla scadenza uno dei titoli è sceso sotto il 50%, il capitale è protetto solo condizionatamente: l’investitore ottiene un importo commisurato alla performance del sottostante peggiore, con perdita di capitale proporzionale.
I sottostanti: materiali per l’edilizia e ricostruzione
Il paniere sottostante è composto da tre leader internazionali nei materiali di costruzione e industria pesante, selezionati per la loro esposizione al tema «ricostruzione»:
- Heidelberg Materials AG (ex-HeidelbergCement). È uno dei principali produttori globali di cemento, calcestruzzo e aggregati. Secondo gli analisti, potrebbe beneficiare dalla ricostruzione ucraina per l’accresciuta domanda di cemento e calcestruzzo. Kepler Cheuvreux nota che l’azienda potrebbe addirittura «esportare cemento dai suoi impianti in Turchia se i prezzi diventassero vantaggiosi» per l’Ucraina. Heidelberg Materials è leader nella produzione di cemento preconfezionato in Turchia ed è presente in molti mercati, il che la rende ben posizionata per servire mercati emergenti. Anche se l’azienda non ha attualmente impianti in Ucraina, i suoi prodotti sono strategici per la ricostruzione di infrastrutture civili ed industriali.
- Saint-Gobain S.A.. Il gruppo francese produce vetro, materiali isolanti, gessi e componenti da costruzione. Ha già iniziato a investire direttamente in Ucraina: nel novembre 2024 ha inaugurato il primo stabilimento del Gruppo in Ucraina (a Ivano-Frankivsk) per la produzione locale di miscele di gesso. Questa iniziativa amplia l’offerta di materiali edili e di intonaci sul mercato ucraino. Inoltre, Saint-Gobain figura fra le aziende coinvolte nelle discussioni con il governo ucraino per la ricostruzione delle infrastrutture energetiche e civili, a conferma del ruolo strategico nel settore edilizio del paese.
- ArcelorMittal S.A.. È il colosso mondiale dell’acciaio (secondo produttore globale), con 58 milioni di tonnellate di acciaio grezzo prodotte nel 2023. ArcelorMittal mantiene ancora operazioni in Ucraina e una presenza di oltre 100.000 dipendenti in tutto il mondo. Secondo fonti di settore, «la società opera ancora in Ucraina» e ha dichiarato che, se la pace si stabilizzasse, «potrebbe duplicare la sua produzione annuale nel paese». Anche senza espansioni immediate, la domanda di acciaio per infrastrutture (ponti, ferrovie, edifici) e materiali prefabbricati dovrebbe crescere nella fase post-conflitto, favorendo vendite e ricavi per ArcelorMittal.
Ogni sottostante è dunque coinvolto – direttamente o indirettamente – nella filiera dei materiali per l’edilizia, con prospettive potenzialmente favorevoli legate ai piani di ricostruzione dell’Ucraina.
Analisi strategica: premi, barriera, durata e rischi
Cedole (“premi”) – Il certificato offre 2,20 € per trimestre a condizione che il titolo con performance peggiore nel paniere sia ≥ 50% del valore iniziale (di fatto, ciascun sottostante non sia sceso oltre il 50%). Questo equivale a un tasso cedolare lordo dell’8,8% annuo sul nominale (2,20€ ogni trimestre). Grazie all’effetto memoria, i premi non pagati restano accumulati e verranno corrisposti in un’osservazione futura quando il peggior sottostante torni almeno al 50%. Se nelle successive date di osservazione (ogni 3 mesi) tutte le condizioni di barriera vengono soddisfatte, l’investitore riceve il cumulato delle cedole tardate. In pratica, si tratta di un meccanismo che premia la resilienza del paniere: anche se un trimestre non si incassa la cedola, resta il diritto a recuperarla successivamente.
Barriera protezione worst-of – Il livello di barriera è fissato al 50% del valore iniziale, europeo (si valuta solo alla data di osservazione finale o ai fix trimestrali). Se al termine uno qualsiasi dei tre titoli scende sotto il 50%, il certificato non restituisce il 100% del capitale: il rimborso finale è calcolato in base alla performance effettiva del titolo peggiore, comportando quindi perdita di capitale proporzionale. Invece, se alla scadenza tutti i sottostanti sono ≥50% (superiore alla barriera), l’investitore riceve il 100€ di base + la cedola finale di 2,2€ (più tutte le cedole accumulate).
Riscatto anticipato – Ogni trimestre vi è la possibilità di richiamo automatico (autocall): se tutti e tre i sottostanti sono ≥100% (livello strike) in una data di osservazione, il prodotto si chiude anticipatamente. In tal caso si rimborsano immediatamente 100 € + tutte le cedole maturate non pagate fino a quel momento. Questo implica che, in uno scenario di rapida ripresa dei titoli (p.es. piena stabilizzazione in Ucraina che faccia salire le aziende sopra la soglia iniziale), si può cogliere il guadagno prima della scadenza. Al contrario, se l’autocall non scatta, il prodotto continua fino alla scadenza finale (30/05/2030). È importante notare che lo strike iniziale è fissato dal valore di chiusura del 23 maggio 2025, data a partire dalla quale si calcolano tutte le performance relative.
Opportunità – Il certificato fornisce un’opportunità di rendimento elevato (fino a ~8,8% lordo annuo) a fronte di una visione rialzista/di stabilizzazione su questo paniere di titoli. Poiché i tre sottostanti operano in settori chiave per la ricostruzione (cemento, vetro, acciaio), una ripresa economica ucraina e degli scambi commerciali potrebbe favorire i loro risultati. Inoltre, la barriera al 50% offre una protezioni condizionata: i sottostanti possono diminuire fino a metà del loro valore iniziale senza azzerare automaticamente il premio, dando margine in caso di volatilità. L’effetto memoria è un ulteriore vantaggio qualitativo: anche in periodi difficili si conserva il diritto alle cedole future.
Conclusione – Il certificato DE000UG641F9 si rivolge a investitori evoluti con aspettativa di scenario positivo per la ricostruzione in Ucraina. Offrendo cedole frequenti e un meccanismo di memoria, mira a combinare un potenziale rendimento elevato (legato alle infrastrutture di ricostruzione) con una protezione limitata (barriera al 50%). La data di osservazione iniziale – e di determinazione del livello strike – è il 23 maggio 2025, da cui partiranno i calcoli per cedole e rimborso. Quindi per tutta la settimana il certificate si aggirerà attorno ai 100€.
Tengo infine a precisare che, come tutti i post di questo blog, questo non vuole essere assolutamente un invito all’acquisto, bensì un analisi indipendente fatta in questi giorni dal sottoscritto.