Questa
settimana non riuscirò a pubblicare il consueto post benché abbia
due prodotti nel “mirino”.
Pubblico però un’analisi terza che ho fatto fare sul certificato presentato nell’articolo “Mattone 2.0: Raddoppiare il classico rendimento d’affitto” e mi sembra che il rapporto sia positivo e conforme a quanto previsto nell’articolo citato.
Colgo prima l’occasione per ricordarvi che chi volesse contribuire al proseguimento di questo blog, lo può fare in vari modi. Il primo è più efficace è quello di effettuare una donazione tramite Go Fund Me o Buy Me Coffee. Poi potete iscrivervi alla mailing list qui a destra, potete cliccaresulle inserzioni pubblicitarie che vi vengono presentate ed infine potete diffondere gli articoli tramite i social network a cui siete iscritti. Queste ultime due possibilità non vi costano nulla!Inoltre ora potete farlo anche tramite un trasferimento di bitcoin a questo indirizzo: bc1qy0kr074kdpnlrzszgwfnrdrlv2srnmkdzltl8s od utilizzando il seguente QR Code:
Buona
lettura!
I. Inquadramento e Rilievi
Strategici
I.A. Sintesi della Performance
(Ultime Due Settimane)
Il certificato ISIN XS3159916926, una struttura Phoenix Memory Issuer Callable Worst-of, ha manifestato una notevole resilienza di prezzo nelle ultime due settimane, un periodo caratterizzato da moderata pressione direzionale sui mercati azionari. Nonostante l’indice S&P 500 (SPX) abbia registrato una flessione settimanale del 2.12% e il Worst-of (WOS) Saint-Gobain abbia sottoperformato, il certificato ha mantenuto la sua quotazione sostanzialmente sulla parità (valore nominale).
Questa
stabilità è una conseguenza diretta del profilo di payoff
asimmetrico della struttura, che beneficia di un robusto buffer
anticiclico. La protezione offerta dalla Barriera Discreta al 60% è
lontana dall’essere compromessa, mitigando efficacemente l’impatto
delle fluttuazioni di mercato a breve termine sul fair value
del prodotto.
Prima
di partire con l’articolo della settimana, facciamo un recap della
scorsa.
Avevo
presentato il primo certificato “bollinato” da questo blog su un
investimento immobiliare difficilmente reperibile sul mercato.
Ad oggi sembra non abbia riscosso un gran riscontro, quindi, se volete, vi invito a rileggere l’articolo e fare le vostre valutazioni naturalmente.
Aggiungo
anche che, a seconda dei volumi che avrà questo certificato,
dipenderanno ulteriori sviluppi di questo blog o, eventualmente,
l’abbandono per potermi concentrare su altre attività.
Veniamo
ora all’articolo della settimana.
La
settimana di mercato tra il 25 e il 31 ottobre 2025 è stata
caratterizzata da un tono misto a livello globale, con una notevole
divergenza tra la resilienza azionaria americana e la pressione sui
mercati europei, il tutto mentre i tassi obbligazionari di
riferimento mostravano una pausa strategica. L’indice Euro Stoxx 50
ha registrato una chiusura settimanale positiva, terminando a 5674.50
con un incremento dell’1.20%.1
Al contrario, Piazza Affari (FTSEMib) ha chiuso in territorio
negativo, subendo un ribasso nell’ultima sessione, perdendo l’1.03% a
42.210 punti. Contemporaneamente, il rendimento del titolo di Stato
decennale USA ha mostrato una stabilizzazione, attestandosi al 4.08%,
riflettendo l’incertezza sulla prossima mossa della Federal Reserve,
nonostante le precedenti dichiarazioni considerate “falco”.
In
questo contesto di elevata, selettiva, volatilità e continua ricerca
di yield
enhancement, l’attenzione si sposta verso gli strumenti
strutturati che permettono di monetizzare le oscillazioni dei prezzi.
I metalli preziosi, in particolare Oro e Argento, hanno continuato a
mantenere posizioni storicamente elevate (con performance annuali
superiori al 45%), consolidando il loro ruolo di copertura monetaria.
II.
Analisi Macroeconomica: Sintesi della Settimana (25-31 Ottobre 2025)
II.1. I
Mercati Azionari: Divergenze e Fattore Tecnologico
L’andamento
dei mercati azionari ha evidenziato una crescente disomogeneità tra
le principali aree geografiche. Le piazze europee hanno offerto
segnali contrastanti. Se da un lato, l’indice Euro Stoxx 50 ha chiuso
la settimana con un apprezzamento dell’1.20%, dimostrando una
resilienza complessiva, dall’altro, la Borsa Italiana ha subito
pressioni significative. L’indice FTSEMib ha terminato l’ultima
seduta in ribasso, perdendo l’1.03% e chiudendo a 42.210 punti.
Questa contrazione del listino italiano, che ha toccato anche -1.5%
intraday, può essere direttamente correlata ai recenti dati
macroeconomici domestici, che hanno mostrato un rallentamento
inaspettato dell’economia italiana nel terzo trimestre e un
contemporaneo aumento del tasso di disoccupazione. Tali fattori hanno
logicamente appesantito il sentiment degli investitori locali e
internazionali sull’esposizione italiana.
In
netto contrasto, i mercati statunitensi (S&P 500 e Nasdaq) hanno
continuato la loro corsa verso nuovi massimi storici nel corso della
settimana. Questa performance
eccezionale è stata ampiamente alimentata dall’entusiasmo e dalla
liquidità canalizzata nel settore tecnologico e dei semiconduttori
(con forti guadagni in titoli come Nvidia, AMD e Dell). La resilienza
americana, nonostante le incertezze politiche (rischio di shutdown
governativo) e le aspettative sui tassi della Federal Reserve,
suggerisce che il flusso di capitale globale sta premiando in modo
predominante le narrazioni strutturali legate all’Intelligenza
Artificiale e alla big
tech. Questa divergenza tra la forza guidata dalla
tecnologia negli USA e la pressione sui mercati europei, in
particolare l’Italia, indica che gli investitori stanno scommettendo
sulla continuazione di un trend
di crescita strutturale e su una potenziale disinflazione a lungo
termine, piuttosto che sulla crescita ciclica tradizionale.
II.2.
Mercati Obbligazionari: La Pausa dei Tassi
Nel
panorama obbligazionario, la settimana si è contraddistinta per una
stabilizzazione dei rendimenti a lungo termine. Il benchmark
globale, il rendimento del titolo di Stato decennale USA, si è
attestato al 4.08% il 31 ottobre, registrando un calo marginale di
0.02 punti percentuali rispetto alla sessione precedente. Questa
pausa ha interrotto un rally
di tre sessioni che aveva spinto il rendimento di riferimento a un
massimo di tre settimane, sostenuto dal tono più restrittivo (falco)
del FOMC. La stabilizzazione dei rendimenti intorno a quota 4%
riflette l’incertezza del mercato riguardo alla prossima mossa della
Fed.
In
Europa, il rendimento del BTP decennale italiano è salito lievemente
al 3.40% al 30 ottobre. Nonostante i segnali di rallentamento
dell’economia italiana, il differenziale tra il BTP e il Bund tedesco
(Spread BTP-Bund) si è mantenuto su valori storicamente contenuti,
chiudendo la settimana a 75.57 punti base. Questa contrazione del
rischio percepito sul debito periferico italiano è bilanciata
dall’impatto complessivo delle politiche restrittive della Banca
Centrale Europea. La stabilizzazione dei rendimenti USA sopra il 4%
continua a rappresentare un fattore di drenaggio di liquidità da
altre asset
class, specialmente quelle considerate più rischiose,
influenzando le decisioni di allocazione di capitale.
II.3.
Materie Prime: Il Contrasto tra Energia e Metalli Preziosi
Il
settore delle materie prime ha mostrato un marcato disaccoppiamento
tra il comparto energetico e quello dei metalli preziosi. Il petrolio
greggio WTI ha chiuso a $60.88 il 31 ottobre.
Nonostante un leggero rialzo giornaliero,
il greggio è apparso strutturalmente debole, proiettato verso il
terzo calo mensile consecutivo. Questa pressione ribassista è
guidata principalmente dalle preoccupazioni per l’eccesso di offerta
globale e l’aumento della produzione, che stanno superando i timori
geopolitici (ad esempio, le tensioni in Venezuela).
Al
contrario, i metalli preziosi mantengono una forza strutturale
impressionante. Nonostante una lieve correzione di fine settimana,
l’Oro si è attestato a $3,997.10/oncia 4
e l’Argento a $48.66/oncia.5
Entrambi i metalli hanno registrato guadagni eccezionali su base
annuale (Oro +46.08%, Argento +50.02% rispetto all’anno precedente).
Questo forte disaccoppiamento tra la debolezza del petrolio
(indicativa di un ciclo economico forse meno robusto) e la forza dei
metalli preziosi dimostra che il prezzo di Oro e Argento è
prevalentemente guidato dalla domanda di beni rifugio (inclusi gli
acquisti aggressivi delle banche centrali) e dalle aspettative di
svalutazione monetaria a lungo termine.
Cosa
faccio io in queste situazioni di profonda incertezza? Ormai lo
dovreste sapere, cerco due cose: diversificazione e decorellazione.
Proprio in quest’ottica è stato scelto il certificato di questa
settimana.
Un
certificato che come sottostante ha un unico indice che raggruppa i
maggiori estrattori di argento, che potrebbe anche essere
un’alternativa, od un’ulteriore diversificazione,
all’investimento diretta nella materia prima, visto anche il
recente forte rally dell’ultimo periodo.
Ma,
prima di iniziare l’analisi, ricordo i soliti metodi per sostenere
il blog: Il primo è più efficace è quello di effettuare una
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III. Il
Contesto dei Metalli Preziosi: Oro e Argento
III.1. La
Forza Strutturale e i Fattori di Supporto