In questa settimana ho approfondito ciò che è successo tra Brunello Cucinelli e Morpheus Research, quindi ho pensato di riportare quanto appreso anche in questo articolo, concludendo infine con due spunti di strategie operative.
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L’analisi del recente attacco speculativo condotto da Morpheus Research nei confronti di Brunello Cucinelli S.p.A. rivela una netta disconnessione tra le preoccupazioni sollevate sulla governance e la comprovata solidità dei fondamentali aziendali. Il report pubblicato da Morpheus, intitolato “From Moscow to TJ Maxx,” ha accusato il gruppo umbro di aggirare le sanzioni imposte dall’Unione Europea alla Russia e di utilizzare il mercato russo per un presunto smaltimento di scorte in eccesso (inventory dumping).
La pubblicazione del report ha innescato vendite rapide e aggressive, portando il titolo in Borsa a subire uno shock immediato, con un calo che ha toccato il 18% in una singola giornata e ha registrato una pressione ribassista cumulativa di circa il 40% rispetto ai massimi storici precedenti. Il mercato ha prezzato immediatamente un significativo rischio reputazionale e regolatorio.
La risposta della Casa di Moda è stata duplice e strategica: in primo luogo, una ferma replica ufficiale che ha respinto le accuse di non-compliance; in secondo luogo, la mossa tattica di accelerare la pubblicazione dei dati preliminari dei nove mesi (9M 2025). Questi dati hanno confermato una crescita operativa eccellente, con ricavi che per la prima volta nella storia della società hanno superato 1 miliardo di euro nei primi nove mesi dell’anno, segnando un incremento del 10,8%.
La rapida e decisa confutazione delle accuse di governance, supportata da dati operativi che dimostrano la salute del core business, rafforza il mio convincimento che la correzione di prezzo sia stata guidata prevalentemente da un panico speculativo e non da un deterioramento dei fondamentali. La significativa debolezza del titolo post-attacco ha creato una chiara dislocazione di valore. La mia tesi d’investimento predominante è che l’attuale livello di prezzo rappresenta un’opportunità strategica di acquisto (Buy the Dip), poiché i rischi di compliance si sono rivelati non materiali, mentre il pricing power e l’esclusività del marchio rimangono pienamente intatti.
Ma cerchiamo di approfondire tutti i vari aspetti della questione.
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