De-dollarizzazione ed oro, una strategia da 13%

Mentre questa settimana gli indici europei si sono mossi sostanzialmente in maniera laterale, maggiore forza si è vista su gli indici americani che si sono nuovamente avvicinati ai massimi storici. I due grafici sottostanti rendono bene l’idea:

S&P 500

FTSE-MIB

In questo clima di incertezze sto gestendo il portafoglio in maniera tale da aumentare il più possibile la decolorazione con la volatilità dei corsi azionari, senza però rinunciare ad un buon rendimento. Ad esempio l’articolo della settimana scorsa ne è un esempio.

Un altro strumento utile per la decorazione con i mercati azionari è sicuramente loro. Circa un anno e mezzo fa ho pubblicato un articolo dal titolo “Investire in oro senza dover mettere i lingotti in cassaforte” in cui consigliamo l’acquisto di un determinato etf che potete trovare al link riportato. Lascio a voi constatare quale sia stata l’andamento di questi ETF fino ad oggi.

Un altro articolo ancora più datato che risale a quasi quattro anni fa, “Come comprare Oro, proteggersi ed incassare anche una cedola”, proponeva un certificato, che scadrà il mese prossimo agganciato direttamente all’oro, all’argento e al platino. In più se cercate nel sito troverete diversi articoli dedicati all’oro.

Questo che state leggendo ne è un altro, ma prima di arrivare direttamente al prodotto, vorrei presentare le motivazioni che hanno visto le quotazioni del metallo prezioso apprezzarsi sotto un’altra ottica: ossia quella della de-dollarizzazione.

La de-dollarizzazione è un processo in cui diversi paesi cercano di ridurre la loro dipendenza dal dollaro USA negli scambi commerciali, nelle riserve e nelle transazioni finanziarie globali. Sebbene questa tendenza sia emersa con maggiore forza negli ultimi anni, è un fenomeno di lungo termine, dato che il dollaro rimane profondamente radicato nel sistema finanziario globale.

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