
I principali indici azionari USA sono cresciuti, con il Nasdaq in rialzo del 2,01%, l’S&P 500 dell’1,88% e il Dow Jones dell’1,60%. La settimana è stata dominata dalle notizie sui dazi (tanto per cambiare): Trump ha rinviato al 9 luglio l’introduzione di un nuovo dazio del 50% sull’UE. Tuttavia, un tribunale ha stabilito che Trump non aveva l’autorità per la maggior parte dei dazi globali, provocando forti rialzi di borsa giovedì, ma poi un tribunale d’appello ha sospeso temporaneamente questa decisione, limitando i guadagni. Inoltre, l’ottimismo si è smorzato a causa di dichiarazioni di stallo nei negoziati USA-Cina.
L’inflazione core PCE di aprile è scesa al 2,5% (minimo da 4
anni), ma resta oltre il target del 2% della Fed. I verbali della Fed
di inizio maggio hanno confermato rischi inflazionistici legati alle
incertezze commerciali. La fiducia dei consumatori è migliorata
bruscamente, con l’indice del Conference Board in forte rialzo
grazie all’allentamento delle tensioni commerciali. I Treasury
hanno beneficiato del temporaneo stop ai dazi, mentre i bond ad alto
rendimento hanno sovraperformato, sostenuti dalla fiducia dei
consumatori e da emissioni limitate.
Lo STOXX Europe 600 è
salito dello 0,65% dopo il rinvio dei dazi USA-UE. L’inflazione si
è moderata in Spagna e Italia (1,9%), in Francia (0,6%) e
leggermente in Germania (2,1%). Tuttavia, le aspettative d’inflazione
delle famiglie restano al 3,1%. In Germania, la disoccupazione è
salita più del previsto a 2,96 milioni. Nel Regno Unito, la fiducia
nel settore servizi è calata a minimi da 2,5 anni.
Gli indici
Nikkei 225 (+2,17%) e TOPIX (+2,41%) sono saliti, sostenuti da
progressi nei colloqui commerciali con gli USA. L’inflazione a
Tokyo ha accelerato (3,6% annuo), mentre la produzione industriale è
scesa dello 0,9%. La BoJ mantiene la linea accomodante nonostante le
pressioni inflazionistiche. Su quanto sia cruciale la posizione del
Giappone nell’attuale assetto finanziario internazionale sarà
(probabilmente) argomento di un prossimo post, soprattutto vedremo
come stia cambiando il carry trade.
Per rimanere in Asia, gli
indici CSI 300 e Shanghai Composite hanno chiuso in calo, con
investitori prudenti per la pausa nei negoziati USA-Cina. Il governo
cinese investirà 500 miliardi di RMB in infrastrutture e prevede di
mantenere forte il settore manifatturiero.
In sintesi, la settimana è stata caratterizzata dalle oscillazioni dei mercati legate alle incertezze commerciali globali, alla frenata dell’inflazione in Europa e Giappone, e a segnali contrastanti sulla crescita economica.
In questo contesto mi sono orientato verso un certificato con quattro sottostanti che, assieme a quello delle utility, considero tra i settori più stabili, quello assicurativo.
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