Intesa San Paolo: il 7.5% in un anno

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La settimana appena trascorsa ha registrato un ulteriore aumento nei mercati azionario e obbligazionario. L’indice S&P 500 ha già segnato un incremento del 10% rispetto ai minimi toccati il 27 ottobre, mentre i rendimenti del Treasury a 10 anni si sono ridotti di circa 60 basis points rispetto al picco del 5.02% registrato il 23 ottobre. Il dollar index mostra una diminuzione del 3.3% rispetto ai massimi del 3 ottobre.

Questo entusiasmo è stato scatenato dai dati sull’inflazione statunitense, che sono risultati inferiori alle aspettative. L’inflazione “headline” è stata del 3.2% su base annua (invariata rispetto al mese precedente), al di sotto delle aspettative del 3.3%. Inoltre, l’inflazione “core” è stata del 4%, rispetto all’attesa del 4.1%.

Sarà molto interessante nei prossimi mesi verificare due cose:

1) se il trend ribassista dell’inflazione continuerà oppure avremo un nuovo rialzo

2) nella prima ipotesi vedremo se le banche centrali aggiusteranno la propria politica monetaria di conseguenza o se invece perseguiranno ancora politiche restrittive. In quest’ultimo caso dovrebbe essere a quel punto palese a chiunque che il vero obiettivo è l’aumento della disoccupazione e come effetto conseguente la riduzione della quota salariale.

Vi porto ad esempio una citazione di Larry Summer nel luglio 2022: “Bisogna ridurre i posti disponibili ed aumentare la disoccupazione. Non ci sono soluzioni magiche.”

Con queste prospettive si potrebbe pensare di prendere il profitto dei guadagni delle ultime settimane ed assumere una posizione un po’ più prudente Ma che non penalizzi la redditività. È in quest’ottica che presento il seguente certificato:

Tipo: Top Bonus

ISIN: DE000HC25RV3

Sottostante: Intesa San Paolo

Barriera: 1,08025€

Scadenza: 12/12/2024

Questo è un top bonus, non un cash collect, quindi non ci sono cedole ma un rimborso unico a scadenza se in tale data Intesa Sanpaolo si trovasse sopra la barriera. Attualmente il certificato e acquistabile a circa 92,9€ prospettando così un guadagno potenziale del 7.6% in poco più di un anno (13 mesi scarsi).

Ora una possibile idea potrebbe essere, per chi ce l’ha ed ha già fatto fatto qualche plusvalenza sul titolo, liquidare l’azione stessa intesa San Paolo per effettuare uno switch nicchia sul certificato. Questo Questo potrebbe essere ancora più valido per coloro che pensano che i tasti di interesse delle banche centrali si abbasseranno riducendo così i margini del settore bancario.

Un’altra ottica potrebbe essere quella di utilizzare parte della liquidità in portafoglio visto che la distanza della bandiera è veramente considerevole:

Come potete notare bisogna tornare indietro di ben 11 anni per rivedere quei minimi storici fatti in corrispondenza della crisi del debito sovrano europeo! Tutto può succedere ma nel giro di un solo anno ritengo veramente poco probabile uno scenario del genere e vedere intesa San Paolo attorno a quota €1.

Per concludere: Quando un prodotto è così buono ed allettante le “scuse” per compleanno si trovano sempre.

Tengo infine a precisare che, come tutti i post di questo blog, questo non vuole essere assolutamente un invito all’acquisto, bensì un analisi indipendente fatta in questi giorni dal sottoscritto.

Spero di aver fatto cosa gradita lasciando link diretti a tutti i dati senza passare per servizi di pubblicità. Per questo mi auguro che siate così gentili, vista la completa gratuità del sito, di fare almeno un click su un banner presente nella pagina e mettere un like se l’articolo è di vostro gradimento.

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