Altra strategia da 15% sui titoli di stato USA

Questo articolo sarà molto breve, diciamo un articolo estivo, e presenterà una strategia di rimpiazzo di un certificato scaduto questa settimana appena trascorsa. Il certificato scaduto era stato presentato nell’articolo “Fare il 15% sui titoli di stato USA senza rischio cambio!” Che vi invito a rileggere. Ad ogni modo il certificato aveva come unico sottostante il fondo ProShares Ultra 20+ Year Treasury (UBT). Esso è un fondo negoziato in borsa (ETF) che mira a fornire un rendimento giornaliero che è il doppio (2x) del rendimento giornaliero dell’indice ICE U.S. Treasury 20+ Year Bond Index. L’indice include obbligazioni del Tesoro statunitense con scadenze superiori o uguali a 20 anni e un valore nominale in circolazione di almeno 300 milioni di dollari, esclusi i titoli detenuti dalla Federal Reserve.

Avendo aperto la posizione a dicembre 2023, le cedole incassate sono state 9, dopodiché essendo un softcall il certificato è stato richiamato anticipatamente.

Il certificato che segue è il rimpiazzo migliore che ho trovato:

Continua a leggere…

Un’ottima opportunità su Nike

Rieccoci dopo una settimana di pausa per una nuova strategia di investimento. Le novità rilevanti sono essenzialmente due da quando ci siamo lasciati: La prima è proprio attualità ossia l’attentato a Donald Trump che ho appreso proprio mentre stavo cominciando a scrivere questo articolo.

Molto cinicamente, a botta calda, vi posso solo dire che il risultato delle prossime elezioni USA sono ormai difficilmente contendibili.

Le altre elezioni invece che si sono già tenute sono quelle francesi e a questo punto permettetemi di citare quanto avevo scritto due articoli fa in “Perché puntare oggi sui titoli di stato francesi”:

Alcuni, forse molti, pensano che le imminenti elezioni e la probabile vittoria della destra francese possa rendere gli OAT più rischiosi. Io, tanto per cambiare, la penso diversamente per due ragioni: la prima è che non darei così scontata questa vittoria, sia perché un conto sono le elezioni europee un conto sono quelle nazionali e ricordo che anche per il parlamento in Francia vige un sistema a doppio turno, per cui molte dinamiche potrebbero cambiare.”

Ognuno di voi può trarre le ovvie conclusioni, non penso ci sia da aggiungere altro. Invito chi voglia aiutare a mantenere viva questa voce indipendente può farlo con una donazione a questo link.

Ora invece in questo articolo ci occuperemo di un’altra occasione che si sta presentando questi giorni anche se di tutt’altro tipo e stiamo parlando del titolo Nike.

Dopo la riduzione delle attese di vendita il titolo ha subito un fortissimo calo come riportato da grafico:

Il grafico che vi ho riportato è di lunghissimo periodo su un timeframe mensile. Poiché ritengo che la reazione del mercato sia stata eccessiva rispetto alla notizia ho valutato che il titolo nike sia sottovalutato rispetto al suo valore intrinseco. La media mobile mensile a 200 giorni individuava un livello che poi è stato effettivamente toccato dal titolo stesso sono così entrato direttamente sul titolo proprio al prezzo di 72,5 dollari. Ad oggi quella media mobile si è subito dimostrata un’ottima resistenza che ha arrestato la discesa ed ha già provocato un piccolo rimbalzo.

Questo sicuramente sarà uno di quei titoli che terrò per il lungo termine.

Per chi invece volesse evitare di entrare direttamente nel titolo ed accollarsi anche il rischio cambio, c’è questo certificato che può sicuramente essere un’ottima alternativa all’investimento diretto:

Continua a leggere…

Strategia per un 17% su NVIDA ed altri

Possiamo definire la settimana appena conclusa come una settimana interlocutoria. Per essere più analitici possiamo dire che abbiamo assistito ad un movimento laterale su tutti gli gli indici con la differenza che il FTSE MIB italiano sta la lateralizzando all’interno di un movimento di ritracciamento, mentre quelli americani sono in una fase laterale ma con un limite superiore coincidente con i massimi storici.

Se poi sommiamo a ciò il fatto che stiamo entrando in una periodo stagionale statisticamente non favorevole ai corsi azionari possiamo concludere che è meglio muoversi con estrema prudenza in questo periodo.

Quindi dopo avervi annoiato la settimana scorsa con un’analisi approfondita delle dinamiche dei prezzi sul mercato obbligazionario (che ripeto attualmente presenta delle occasioni veramente irripetibili paragonabili a quello che è successo durante il periodo della crisi del debito sovrano), torniamo ad occuparci di un bel prodotto con airbag che può addirittura servire come strategia di recovery.

Prima di iniziare vi ricordo che potete contribuire a fare rimanere attivo questo blog con una donazione al seguente link. Questo mi seguirà anche come feedback per capire se vale la pena continuare a scrivere questi articoli o se tutto sommato gli interessi non è poi così alto.

Il certificato di questa settimana presenta l’opzione airbag ma allo stesso tempo una cedola veramente alta pari al 1,42% mensile. Prima di addentrarci nella struttura, vi riporto qual è la mia strategia attuale: mi sto liberando dei certificati senza opzioni aggiuntive per andare ad acquistare certificati che abbiano od un airbag o delle cedole incondizionate. Il certificato di oggi rientra nella prima categoria:

Continua a leggere…

Perché puntare oggi sui titoli di stato francesi

Finalmente ecco il nuovo articolo che la settimana scorsa non sono riuscito a pubblicare. Vi anticipo già che questo post potrà risultare un po’ pesante e troppo tecnico, però ci tenevo a fornirvi tutti gli strumenti di cui dispongo per valutare le variazioni dei prezzi delle obbligazioni visto che quella attuale è un’occasione storica che non vedremo più nei prossimi anni.

Chi apprezza i contenuti che periodicamente fornisco su questo blog e volesse contribuire tramite una donazione a far rimanere indipendente la nostra communty, può farlo tramite una donazione a questo link.

Iniziamo quindi.

Continua a leggere…

Prossimo articolo

Ciao a tutti, pensavo di riuscire a terminare un articolo sui titoli di stato europei, in particolare sull’OAT francese, perché ritengo si inizino a configurare ottime occasioni con il diffondersi del panico. Purtroppo però vedo che gli argomenti mi prendono più tempo del previsto, quindi mi trovo costretto a darvi appuntamento ai prossimi giorni in mezzo la settimana od addirittura direttamente la prossima. Ad ogni modo quindi stay tuned!

Strategia con protezione su petroliferi europei per un 13%

Questa è stata la settimana in cui la BCE ha avviato un’inversione dei tassi di interesse, infatti, come previsto, la Banca centrale europea (BCE) ha ridotto i tassi di riferimento di 25 punti base, nonostante il recente aumento dell’inflazione nella zona euro. Tuttavia, i mercati finanziari avevano già ampiamente anticipato questa decisione. Nei giorni precedenti, l’euro si era già indebolito significativamente rispetto al franco svizzero. Considerando la solidità del mercato del lavoro nell’Eurozona e la conseguente pressione salariale, è probabile che le autorità monetarie mantengano i tassi di interesse stabili durante l’estate. Ulteriore dimostrazione che tutti quei tagli prospettati ad inizio anno, che mi trovavano molto scettico, non ci saranno.

Nel frattempo, con poco meno di 77$, abbiamo visto scendere il barile sui minimi da inizio febbraio. Oltre alla volontà del cartello petrolifero OPEC+ di eliminare gradualmente alcuni dei suoi tagli alla produzione a ottobre, c’è anche gli Stati del G7 stanno facendo pressioni per la fine del conflitto in Medio Oriente, che comporterebbe una riduzione dei rischi geopolitici.

Io, purtroppo, penso che questa ultima motivazione non sia assolutamente valida e che anzi siamo solo all’inizio di fratture più profonde.

Proprio da questa considerazione nasce la strategia della settimana.

Prima di entrare nel merito del certificato ricordo anche che chi volesse contribuire tramite una donazione a far rimanere indipendente la nostra communty, può farlo tramite una donazione a questo link.

Il certificato di questa settimana è il seguente:

Continua a leggere…

4 Banche per un 14.4% annuo ma con tanta protezione

Questa settimana si è concluso anche il mese di maggio. È possibile affermare che questo ultimo mese ha confermato comunque lo spunto rialzista dei mercati azionari anche se ho visto una più marcata lateralizzazione.

Il grafico indice italiano rende evidente tale situazione:

Va poi ricordato che questo andamento laterale è ancora più accentuato da un fatto puramente tecnico e cioè che il mese di luglio è stato anche il mese dello stacco dei dividendi di molte azioni italiane che quindi ha depresso ulteriormente il valore nominale dell’indice (se lo rettificassimo con gli indici staccati saremmo ad un livello più alto).

In questo contesto in cui molti si aspettano comunque un ritracciamento da dei livelli estremamente elevati (anche io sono uno tra questi), ho trovato un certificato estremamente interessante che coniuga un ottimo grado di protezione con un rendimento veramente ragguardevole.

Prima di entrare nel merito del certificato ricordo anche che chi volesse contribuire tramite una donazione a far rimanere indipendente la nostra communty, può farlo tramite una donazione a questo link.

Il certificato di questa settimana è il seguente:

Continua a leggere…

Altra posizione su Airbnb

La settimana appena trascorsa ha fatto registrare ancora nuovi massimi storici sugli indici americani. In realtà la giornata di giovedì aveva fatto pensare all’inizio di un ritracciamento fisiologico dovuto sia all’incessante crescita degli ultimi mesi sia ad un puro fattore di stagionalità. L’ultima seduta della settimana invece a sostanzialmente rimangiato quasi tutto il ribasso della giornata precedente come è bene illustrato nel grafico del Nasdaq sotto riportato:

Sicuramente i dati di NVIDA l’hanno fatta da padrona. Per quanto io possa essere sempre prudente, bisogna ammettere che sono numeri mostruosi di crescita neanche raggiungibili da una start-up, invece stiamo parlando della terza società per capitalizzazione! Per sintetizzare, il colosso dei chip ha annunciato di aver concluso il suo primo trimestre fiscale con un utile netto di 14,81 miliardi di dollari, ovvero 5,98 dollari per azione: una cifra straordinaria, considerando che nello stesso periodo del 2023 l’utile era stato di 2,04 miliardi di dollari, pari a 82 centesimi per azione.

L’utile per azione (diluito) GAAP è così aumentato del 629% su base annua, registrando anche un incremento del 21% rispetto al trimestre precedente.

Notevole anche la crescita dell’utile per azione adjusted non diluito, che è salito del 461% su base annua raggiungendo i 6,12 dollari, superando ampiamente i 5,59 dollari previsti dagli analisti interpellati da LSEG.

Anche i ricavi hanno registrato cifre da capogiro, con un incremento del 262% su base annua a 26 miliardi di dollari, superando le stime del consensus che prevedevano 24,65 miliardi di dollari e aumentando del 18% rispetto al trimestre precedente.

In un contesto in cui sempre meno società fanno gran parte della capitalizzazione degli indici e quindi diversificare diventa abbastanza più complicato se si vuole aderire al benchmark degli indici azionari (perché implicitamente si deve rinunciare sempre di più alla diversificazione), il Money Management diventa sempre più importante e quello che vi voglio far vedere questa settimana è proprio un esempio di un aspetto fondamentale: reinvestire il capitale e diminuire il rischio.

Prima di iniziare vi ricordo che per coloro che apprezzano questo blog e trovano interessanti e profittevoli gli articoli presentati, possono se vogliono effetturare una donazione a questo link.

Oltre che esprimere un apprezzamento concreto, ciò permetterà di mantenere gli stessi standard d’indipendenza e qualità tenuti finora.

Ora torniamo a noi, per presentare il prossimo certificato è necessario prima riprenderne un paio vecchi di prossima scadenza. Il primo è stato presentato anche in questo blog nel 2021 con il titolo:

Guadagnare dagli affitti brevi senza avere casa” Mentre il secondo non è stato recensito però è presente nel mio portafoglio da diverso tempo ed il suo ISIN è DE000HV8BMA1.

Non mi dilungo ulteriormente sul primo certificato visto che potete leggere quanto scritto circa tre anni fa cliccando sul link (visto che l’analisi di scenario è stata poi rispettata negli anni seguenti).

Il secondo invece merita un’analisi leggermente più approfondita: È stato un certificato che nel tempo è arrivato anche a perdere il 30% e malgrado il titolo peggiore, ossia Expedia, ad oggi abbia perso il 35%, il certificato si può vendere a 100€, in altre parole sulla parità.

Investire sul certificati significa essenzialmente questo, sfruttare le asimmetrie di questo tipo di derivato: A fronte di una perdita del 35% il certificato che ha reso il 13% annuo per tre anni! Ora la situazione è un po’ più critica: manca una sola cedola alla scadenza e la barriera è comunque vicina seppure il tempo rimanente sia poco (per questo il significato quota 100 euro).

La cosa più saggia secondo me da fare, ed è quello che farò, e vedere il secondo certificato (rinunciando quindi all’ultima cedola) e portare a scadenza il primo reinvestendo tutto il capitale più la somma delle cedole incassate da entrambi sul seguente certificato:

Continua a leggere…

Nuova opportunità d’investimento sul settore della difesa per un +12% annuo

Ciao a tutti questa settimana il post sarà leggermente più breve e sintetico del solito sia per ragioni di tempo a disposizione del sottoscritto sia perché i mercati hanno fatto registrare nuovi massimi storici e secondo me in queste situazioni è meglio restare estremamente cauti.

Il grafico sotto riportato dello S&P 500 penso che parli più chiaro di mille frasi scritte:

In queste situazioni io personalmente esco gradualmente dalle posizioni in essere o lascio scrivere alcuni certificati visto che molti vanno in autcall. Parte della liquidità così ottenuta (ribadisco solo una parte) la reinvesto su posizioni che reputo meno rischiose di quelle chiuse.

In particolare ho liquidato la mia posizione sulle azioni Rheinmetall, con un’ottima plusvalenza, a favore del seguente certificato:

Continua a leggere…

Guadagnare il 22.85% in 7 mesi sulle debolezze di Tesla

Sono ben felice anche questa settimana di ringraziare Simone e Luca per aver dato il loro contributo alla community. È raro trovare qualcuno che faccia donazioni per qualcosa che è comunque gratuito ed è per questo che gesti di questo genere per me valgono doppio. Ricordo che chiunque voglia contribuire al mantenimento dell’Indipendenza della qualità di analisi di questa community può farlo tramite una donazione cliccando qui.

Per quanto riguarda i mercati azionari il mood positivo sembra non volersi arrestare e, sembra paradossale dirlo, i dati macroeconomici negativi della settimana scorsa hanno dato nuovo abbrivio alle quotazioni nella speranza di un taglio dei tassi nel parte della Fed a settembre. Non per fare il guastafeste, ma ricordo che il mercato si aspettava per quest’anno 7 tagli dei tassi mentre oggi andiamo a festeggiare se ce ne sarà uno nell’ultimo trimestre! Soprattutto poi gli scenari geopolitici attuali sembrano non influenzare minimamente i corsi azionari.

A mio modo di vedere c’è una mancata presa d’atto di un mondo che sta fortemente mutando e prendo spunto proprio da questa ultima riflessione per presentare le motivazioni della strategia di questa settimana.

Il mondo che sta cambiando prevede un competitore all’egemonia americana che è rappresentato dalla Cina. Da quando è entrata nel WTO ad oggi la struttura industriale e le capacità produttive di questo paese sono profondamente cambiate. Da produttore a basso costo di beni a scarso valore aggiunto, la Cina ormai riesce a competere in vari settori ad alta tecnologia ed uno di questi è sicuramente quello delle auto elettriche. Già si sente un grande parlare di sopra capacità produttiva della Cina e di concorrenza sleale e vedrete che nei prossimi anni queste argomentazioni saranno sempre più presente nei media occidentali.

La verità è che nei processi produttivi di auto elettriche il costo della manodopera non è poi così rilevante, o meglio, sufficiente a giustificare il vantaggio competitivo di industrie tipo BYD. La verità è che mentre le case automobilistiche europee ed americane erano più impegnate a distribuire dividendi ed ha effettuare buyback delle proprie azioni, le aziende cinesi, anche con l’aiuto del governo (ma questa non è una peculiarità della regina visto che quasi tutte le compagnie automobilistiche hanno ricevuto in qualche modo sussidi), si sono concentrate sulla ricerca e sviluppo di questi nuovi tipi di veicoli, che, piaccia o no, rappresenteranno il futuro del Automotive.

Ricordate sempre che se ad una civiltà le uniche armi che rimangono a disposizione sui settori tecnologici sono i dazi o addirittura il rifiuto della tecnologia in questione, tipo riedizione di fenomeni luddistici, significa che quest’ultima comincia a dare segni di arretramento.

Veniamo quindi alla fase più operativa ed iniziamo con il presentare il certificato:

Continua a leggere…