Fare il 15% sui titoli di stato USA senza rischio cambio!

In questo post di un paio di mesi fa, preannunciavo come i tempi fossero maturi per cominciare a diminuire gradualmente la parte di liquidità nel portafoglio a favore di un rientro nel mercato. Così ho fatto in maniera graduale fino a portarmi sotto il 10% del controvalore. Naturalmente non ho eseguito tutte le operazioni in un solo giorno ma le ho distribuite più o meno in questo arco temporale. Per coloro che hanno seguito i post in questi ultimi due mesi aveva visto che mi sono mosso su tutti e tre i fronti: azionario, obbligazionario e certificati (naturalmente su questo blog riporto solo parte della mia operatività).

Con la strategia che segue penso che terminerò momentaneamente, probabilmente fino alla fine dell’anno, i miei ingressi sul mercato. Ciò avverrà per una duplice regione: Il mercato negli ultimi due mesi si è mosso vigorosamente verso l’alto (ad esempio il FTSE MIB è tornato a toccare i 30.000 punti) punti e non è mai consigliabile, per quanto mi riguarda, scendere sotto la soglia del 5% di liquidità se non in momenti di mercato estremamente ribassisti e questo non è sicuramente uno di quelli.

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Investire in oro senza dover mettere i lingotti in cassaforte

Due articoli fa avevo indicato come l’oro fosse uno dei tre settori maggiormente interessanti in questo periodo. In questo articolo tenterò di presentare un investimento in ETF sull’oro come strumento di diversificazione e protezione del portafoglio.

Introduzione: L’oro è stato tradizionalmente considerato un bene rifugio per gli investitori durante periodi di incertezza economica e inflazione. Con l’aumento delle preoccupazioni per l’inflazione, la de-dollarizzazione e le tensioni geopolitiche, è importante considerare l’opzione di investire in un ETF sull’oro come strumento di diversificazione e protezione del portafoglio. In questo post, analizzeremo le ragioni per cui l’oro rimane un’opzione interessante per gli investitori, la sua correlazione con il dollaro americano e la copertura del rischio cambio. L’ETF su cui sono personalmente investito da tempo è il seguente:

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Certificate ed ETF: un matrimonio possibile!

Questa settimana presenterò un prodotto che è leggermente diverso da quelli analizzati finora, non tanto per struttura, quanto per sottostanti. A mio avviso questo certificate può essere estremamente interessante anche e soprattutto per chi ha necessità di diversificare la propria asset allocation o quella dei propri clienti.

Prima di iniziare un breve accenno al Portafoglio Italia che in questo ultimo periodo si è veramente comportato molto bene battendo il FTSE-MIB consecutivamente nelle ultime tre settimane e otto sulle ultime dieci! Ecco, per chi stesse cercando uno strumento per raggiungere l’indipendenza finanziaria dato anche i ricchi dividendi che ha staccato. Per chi volesse accedere a tale portafoglio l’indirizzo è questo.

Veniamo a questo punto al certificate della settimana e vediamone subito le caratteristiche:

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Datemi una leva e vi solleverò il mondo (prima puntata)

Visto che delle problematiche legate al Covid-19 ne ho parlato diffusamente nei mesi scorsi fino alla noia, quando la cosa a molti sembrava chiusa, oggi che il mondo riscopre il virus, io vi annoierò con un altro argomento: la matematica!

Quindi metto subito le carte in tavola: questo post ha più fini didattici che non considerazioni operative dirette su uno specifico prodotto. Ci sarà un po’ di matematica, nulla di sconvolgente, ma soprattutto cercheremo di come utilizzare, se e quando, la leva finanziaria.

Fin dall’inizio vi dico che io la uso pochissimo, sostanzialmente perché non è il mio stile, ma è sicuramente una delle tante soluzioni che un trader può utilizzare.

Partiamo dalla versione più semplice: Continua a leggere…

Un Hedge Fund alla portata di tutti

Più volte abbiamo trattato l’argomento degli ETF su vari settori. Ci piacciono sopratutto perché sono strumenti trasparenti, diversificati e che permettono di esporsi a vari asset a costi contenuti. Infatti noi li abbiamo utilizzate per le obbligazioni, per gli immobili sia globali che inglesi, fino a creare un portafoglio di obbligazioni convertibili, cosa che sarebbe stata difficilmente realizzabile da un investitore medio.

L’unico limite di questi strumenti Continua a leggere…

Costruire un portafoglio bilanciato senza ricorre ai fondi (ed ai loro costi!)

È molto comune tra i risparmiatori rivolgersi al proprio consulente finanziario o direttamente alla propria banca per investire parte della propria liquidità. Alla fine, gran parte delle volte si finisce con il sottoscrivere un qualche fondo detto “bilanciato”. Dietro questo aggettivo c’è un’idea molto semplice: un prodotto che abbia una componente azionaria ed una obbligazionaria. In questo modo si ha una componente più stabile che garantisce un flusso cedolare (obbligazioni) ma allo stesso tempo non si rinuncia al potenziale aumento del mercato azionario.
Ragionamento corretto, soprattutto per coloro che anno un profilo di rischio “medio”. Unica nota stonata di questa soluzione è il costo: non è affatto raro che si arrivi a pagare il 5% per la sottoscrizione più un 2% o 3% annuo per la gestione.
In questo post verrà fornita un prodotto paragonabile ad un fondo bilanciato ma a costi decisamente più contenuti.
Per prima cosa dobbiamo capire cosa sia un’obbligazione convertibile. Continua a leggere…

L’importanza dei dividendi nella storia ed ai tempi di Trump

Un aspetto di solito sottovalutato e/o frainteso è l’importanza del dividendo nella scelta degli investimenti. Partiamo dalle basi: possiamo vedere il dividendo come la redistribuzione degli utili che l’azienda gira ai suoi azionisti. La quota degli utili girati si chiama Payout Ratio, minore è il Payout Ratio maggiore è la sostenibilità del dividendo. Cosa significa?

Facciamo un esempio chiarificatore: supponiamo che la azienda A abbia registrato un utile di 100 e decida di redistribuire 60 ad i suoi azionisti, il Payout Ratio è pari al 60%. Significa che il restante 40 sarà impiegato in altro modo (cassa, reinvestimenti, riduzione del debito etc…). Mettiamo poi che l’anno successivo ci sia una contrazione degli utili ad 80. L’azienda può comunque decidere di remunerare i propri azionisti dello stesso importo portando il Continua a leggere…

Il punto sulle nostre strategie. 8/9 in profitto!

Oggi facciamo un check delle nostre strategie d’investimento. Anche se sono passati poco più di due mesi dal nostro primo post, si possono già tirare le prime somme.

Partendo dal primo appunto, siamo tornati più volte sulla nostra visione di bassa inflazione e l’obbligo da parte della BCE di continuare nelle politiche espansive. Un’ulteriore conferma la trovate qui bella fresca!

1 – ETF Obbligazionari

Non ci eravamo però limitati a fare considerazioni macroeconomiche astratte, ma dato consigli operativi coerenti con la nostra view indicando due ETF obbligazionari europei. Vediamo com’è andata:

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Investire nel settore farmaceutico: sicurezza e reddito sono conciliabili! 280% in 10 anni!

Analizziamo un settore molte volte sotto valutato e trascurato in molte analisi ma che trova ampio spazio nei portafogli degli investitori istituzionali: quello farmaceutico e della salute in generale. Parliamo quindi del settore sanitario e cerchiamo al solito di fare un’analisi il più possibile razionale dal punto di vista del business.

Partiamo da una costatazione demografica: l’allungamento delle aspettative di vita, per lo meno nei paesi sviluppati, implica indubbiamente una maggiore spesa per la salute. Di seguito riportiamo l’andamento della spesa in salute pro capite nel mondo dal 2000 al 2014:

Un trend ben definito che dite? In 14 anni è più che raddoppiata senza significative battute d’arresto. Ora osserviamo l’andamento del centro dell’impero (USA)

A livello di trend i due grafici sono più o meno simili (ma l’andamento non vi inganni: i valori assoluti sono ben diversi!). Giusto per curiosità vediamo cosa è successo in Italia:

Quest’ultimo grafico è semplicemente dedicato a chi ancora ritiene che l’austerità sia “salutare”, altri commenti penso siano pleonastici.

Benché i trend dei due primi grafici siano simili (sulla situazione italiana stendiamo appunto un velo pietoso), come già anticipato, i valori assoluti son ben diversi:

Questo ultimo grafico, ci piaccia o no, ci da una misura su quale sia il maggiore mercato. Per questo motivo ci focalizzeremo maggiormente sugli USA, anche se siamo perfettamente consapevoli che il settore è fortemente internazionalizzato, ciò non toglie che farmaci e nuove tecnologie sanitarie trovano il loro primo sbocco proprio negli USA.

Altre considerazioni di tipo qualitativo che caratterizzano il settore Health Care sono:

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L’inflazione rallenterà sempre più… ma è possibile avere il 6% di rendimenti

Ormai sapete che fin dal primo post abbiamo messo in evidenza l’importanza della dinamica dell’inflazione perché essa è un driver per molti temi d’investimento, in primis per coloro che investono in bond, ossia in obbligazioni.

La posizione presa è stata netta: attualmente non ci sono motivi per cui l’inflazione debba salire, posizione contrarian al battage mediatico ancora in voga! Quindi abbiamo detto di stare alla larga da tutto ciò che è “inflation linked” e abbiamo consigliato due prodotti a basso costo che trovate qui. Faccio notare inoltre notare che la scorsa settimana l’ETF con ISIN 

ha pagato la cedola semestrale portando il rendimento da dividendi sopra il 3.8% annuo, a cui si somma una rivalutazione del capitale di 2.15%, con un guadagno complessivo di quasi il 6% ai prezzi attuali (da inizio anno).

Nel corso delle settimane abbiamo avuto diverse conferme:

Oggi, dopo aver letto il bollettino della BCE, diciamo che per tutta la prima metà del 2018 possiamo star tranquilli:

nel primo trimestre del prossimo anno la crescita del prezzi al consumo dell’Area Euro dovrebbe attestarsi attorno allo 0,9%.

…quindi sotto l’1%! Maggiori informazioni potete trovale qui.

In conclusione per chi volesse fare un investimento a basso rischio ma non volesse rinunciare in toto ai rendimenti continuiamo a sostenere la strategia riportato sul primp post.