Strategia FCA: un +2% in tre giorni od il 10% annuo

Prima di tutto brevi e buone notizie dal Portafoglio Italia: questa settimana abbiamo raddoppiato la performance del FTSE-MIB con un +2,34% contro un +1,07%. Aggiorniamo così anche la performance da inizio anno, che ora si attesta ad un ottimo +23,52%. Il buon risulta di questa settimana lo si deve anche ai due nuovi titoli fatti entrare proprio la settimana scorsa, ci auguriamo quindi che ci abbiate seguito tempestivamente.

Chiudiamo questo breve aggiornamento sul Portafoglio Italia, per poi analizzare il certificate di questa settimana, con una riflessione tra il serio ed il faceto che ci è stata buttata lì da un nostro amico dicendoci: “Ma non trovi paradossale che il Portafoglio Italia sia schizzato verso l’alto proprio quando se ne sono andati via quelli che sbraitavano << prima gli italiani! >> ?”.

In effetti questa frase detta un po’ scherzosamente dovrebbe farci riflettere…

Non ci soffermeremo sull’annuncio di un nuovo QE da parte di Draghi, non per sminuirne l’importanza, ma solo perché chi ci segue da un po’ sa benissimo che da circa due anni andiamo ripetendo l’impossibilità da parte della BCE di allentare le politiche monetarie.

La strategia che vi proponiamo oggi può rivelarsi sia una tattica “mordi e fuggi”, sia di medio termine. Vediamo come.

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Portafoglio Italia: un ottimo rimbalzo

Dopo l’affondo della scorsa settimana, il FTSE-MIB rimbalza soprattutto grazie alla conferma che la BCE continuerà, o meglio riprenderà, politiche monetarie espansive. La cosa non ci sorprende, fin dagli inizi di questo blog abbiamo affermato come la struttura economica europea per rimanere coesa non possa far altro che immettere liquidità nel sistema e come l’inflazione sia l’ultimo dei problemi. Un problema sarà invece Continua a leggere…

Quelli che Mario Draghi prima o poi terminerà il QE

Questo blog è iniziato con una presa di posizione non facile in quel periodo, potete leggerla qui: Inflazione, fine delle politiche espansive ed altre trappole Abbiamo sempre pensato che l’informazione (chiamiamolo main-stream) stesse veicolando un messaggio distorto e senza alcun fondamento economico e che questa fosse la ragione di tanti sbagli negli investimenti, nella mancata analisi delle ragioni di una crisi bancaria non ancora terminata.

Questo blog, oltre che fornire segnali e strategie operative, si è posto proprio questo obbiettivo: essere una voce fuori dal coro, per il semplice piacere di far trasparire la realtà dei fatti. La verità dei fatti ha sempre la testa dura:

Basterebbe questo grafico a far capire come son andate le cose no? Io ve lo sintetizzo in una frase molto semplice: “Se la baracca europa (con la e minuscola) vuol restare in piedi bisogna pompare artificialmente liquidità ad libitum” e le quotazione dell’euro (finalmente) ne ha preso atto.

Se qualcuno si fosse fermato alla semplice dichiarazione:

Da gennaio 2018 il ritmo degli acquisti mensili si ridurrà a 30 miliardi (dai 60 del 2017) fino al 30 settembre 2018 …

leggendo solo la parte della riduzione avrebbe preso una di quelle cantonate da fargli azzerare il suo conto forex. Infatti, il QE verrà si ridotto in termini quantitavi (anche perché inizia a scarseggiare i titoli da comprare secondo i sacri criteri BCE) ma udite udite:

La BCE è pronta a incrementare il programma se necessario, per durata o entità. “. Quindi oltre che estenderlo per un altro anno ha detto che probabilmente ciò non basterà.

Infatti guardate cosa è successo al nostro BTP a 10 anni (per chi avesse comprato un ETF sul governativo):

Inoltre riportiamo queste dichiarazioni che sembrano ricalcare passo per passo quanto scrivemmo quest’estate:

I tassi dell’inflazione dovrebbero rallentare nella fine dell’anno.

Ma soprattutto:

Non l’abbiamo mai chiamato tapering, ma ricalibrazione.

Allora ormai l’avrete capito… il tapering non ci sarà, l’inflazione non ci sarà e per noi che siamo sul mercato ne dobbiamo prendere atto: puntare su High Yield scadenza massima 3 o 4 anni, puntare sul debito emergente sia in dollari che in valuta locale, lontano dai titoli inflation linked, lontano dalle cassandre che “Prima o poi crolla tutto”, “Prima o poi Draghi finirà il QE”, “Prima o poi l’inflazione esploderà”. Magari certo prima o poi qualcosa succederà… ma nel lungo termine, citando Keynes, lo sapete che fine faremo tutti?… Allora pensiamo a cavalcare il presente.

Per chi soffrisse d’insonnia ecco la conferenza stampa di Mario Draghi:

L’inflazione rallenterà sempre più… ma è possibile avere il 6% di rendimenti

Ormai sapete che fin dal primo post abbiamo messo in evidenza l’importanza della dinamica dell’inflazione perché essa è un driver per molti temi d’investimento, in primis per coloro che investono in bond, ossia in obbligazioni.

La posizione presa è stata netta: attualmente non ci sono motivi per cui l’inflazione debba salire, posizione contrarian al battage mediatico ancora in voga! Quindi abbiamo detto di stare alla larga da tutto ciò che è “inflation linked” e abbiamo consigliato due prodotti a basso costo che trovate qui. Faccio notare inoltre notare che la scorsa settimana l’ETF con ISIN 

ha pagato la cedola semestrale portando il rendimento da dividendi sopra il 3.8% annuo, a cui si somma una rivalutazione del capitale di 2.15%, con un guadagno complessivo di quasi il 6% ai prezzi attuali (da inizio anno).

Nel corso delle settimane abbiamo avuto diverse conferme:

Oggi, dopo aver letto il bollettino della BCE, diciamo che per tutta la prima metà del 2018 possiamo star tranquilli:

nel primo trimestre del prossimo anno la crescita del prezzi al consumo dell’Area Euro dovrebbe attestarsi attorno allo 0,9%.

…quindi sotto l’1%! Maggiori informazioni potete trovale qui.

In conclusione per chi volesse fare un investimento a basso rischio ma non volesse rinunciare in toto ai rendimenti continuiamo a sostenere la strategia riportato sul primp post.

Inflazione, fine delle politiche espansive ed altre trappole

Questo è il mio primo  post in un caldo giorno d’Agosto, ce ne saranno altri? Speriamo di sì, per adesso diciamo che l’avventura comincia.

Se vorrete continuare a seguirmi, io spero di sì, con il tempo impareremo a conoscerci. Quindi non vi annoierò con lunghe presentazioni perché il nostro modo di procedere sarà estremamente semplice: analizzare i dati e la realtà per poi investire di conseguenza, evitando così di essere in mezzo al parco buoi e venire macellati alla prima occasione. Quello che mi accingo a raccontarvi è il primo esempio.

Tutto è partito dall’ascoltare all’infinito, in maniera quasi ossessiva, questa cantilena: “La ripresa è ormai consolidata in EU” “I tassi d’interesse sono troppo bassi, la politica espansiva della BCE deve terminare”, “A breve Draghi inizierà il tapering” “Ormai stiamo entrando in un periodo di reflazione” ed altre amenità del genere. A questo punto mi sono chiesto: ma la BCE non ha come unico obiettivo il controllo dell’inflazione sotto il 2%? Beh, mi sono detto, se è così ci terremo i tassi d’interesse bassi ancora a lungo (salvo shock esterni molto poco probabili che vedremo poi…). Partiamo dal grafico qui sotto che riporta il tasso di disoccupazione (linea blu) e quello di crescita dei salari (linea nera tratteggiata). Continua a leggere…