Questo blog è iniziato con una presa di posizione non facile in quel periodo, potete leggerla qui: Inflazione, fine delle politiche espansive ed altre trappole Abbiamo sempre pensato che l’informazione (chiamiamolo main-stream) stesse veicolando un messaggio distorto e senza alcun fondamento economico e che questa fosse la ragione di tanti sbagli negli investimenti, nella mancata analisi delle ragioni di una crisi bancaria non ancora terminata.
Questo blog, oltre che fornire segnali e strategie operative, si è posto proprio questo obbiettivo: essere una voce fuori dal coro, per il semplice piacere di far trasparire la realtà dei fatti. La verità dei fatti ha sempre la testa dura:
Basterebbe questo grafico a far capire come son andate le cose no? Io ve lo sintetizzo in una frase molto semplice: “Se la baracca europa (con la e minuscola) vuol restare in piedi bisogna pompare artificialmente liquidità ad libitum” e le quotazione dell’euro (finalmente) ne ha preso atto.
Se qualcuno si fosse fermato alla semplice dichiarazione:
Da gennaio 2018 il ritmo degli acquisti mensili si ridurrà a 30 miliardi (dai 60 del 2017) fino al 30 settembre 2018 …
leggendo solo la parte della riduzione avrebbe preso una di quelle cantonate da fargli azzerare il suo conto forex. Infatti, il QE verrà si ridotto in termini quantitavi (anche perché inizia a scarseggiare i titoli da comprare secondo i sacri criteri BCE) ma udite udite:
La BCE è pronta a incrementare il programma se necessario, per durata o entità. “. Quindi oltre che estenderlo per un altro anno ha detto che probabilmente ciò non basterà.
Infatti guardate cosa è successo al nostro BTP a 10 anni (per chi avesse comprato un ETF sul governativo):
Inoltre riportiamo queste dichiarazioni che sembrano ricalcare passo per passo quanto scrivemmo quest’estate:
I tassi dell’inflazione dovrebbero rallentare nella fine dell’anno.
Ma soprattutto:
Non l’abbiamo mai chiamato tapering, ma ricalibrazione.
Allora ormai l’avrete capito… il tapering non ci sarà, l’inflazione non ci sarà e per noi che siamo sul mercato ne dobbiamo prendere atto: puntare su High Yield scadenza massima 3 o 4 anni, puntare sul debito emergente sia in dollari che in valuta locale, lontano dai titoli inflation linked, lontano dalle cassandre che “Prima o poi crolla tutto”, “Prima o poi Draghi finirà il QE”, “Prima o poi l’inflazione esploderà”. Magari certo prima o poi qualcosa succederà… ma nel lungo termine, citando Keynes, lo sapete che fine faremo tutti?… Allora pensiamo a cavalcare il presente.
Per chi soffrisse d’insonnia ecco la conferenza stampa di Mario Draghi: