Quelli che Mario Draghi prima o poi terminerà il QE

Questo blog è iniziato con una presa di posizione non facile in quel periodo, potete leggerla qui: Inflazione, fine delle politiche espansive ed altre trappole Abbiamo sempre pensato che l’informazione (chiamiamolo main-stream) stesse veicolando un messaggio distorto e senza alcun fondamento economico e che questa fosse la ragione di tanti sbagli negli investimenti, nella mancata analisi delle ragioni di una crisi bancaria non ancora terminata.

Questo blog, oltre che fornire segnali e strategie operative, si è posto proprio questo obbiettivo: essere una voce fuori dal coro, per il semplice piacere di far trasparire la realtà dei fatti. La verità dei fatti ha sempre la testa dura:

Basterebbe questo grafico a far capire come son andate le cose no? Io ve lo sintetizzo in una frase molto semplice: “Se la baracca europa (con la e minuscola) vuol restare in piedi bisogna pompare artificialmente liquidità ad libitum” e le quotazione dell’euro (finalmente) ne ha preso atto.

Se qualcuno si fosse fermato alla semplice dichiarazione:

Da gennaio 2018 il ritmo degli acquisti mensili si ridurrà a 30 miliardi (dai 60 del 2017) fino al 30 settembre 2018 …

leggendo solo la parte della riduzione avrebbe preso una di quelle cantonate da fargli azzerare il suo conto forex. Infatti, il QE verrà si ridotto in termini quantitavi (anche perché inizia a scarseggiare i titoli da comprare secondo i sacri criteri BCE) ma udite udite:

La BCE è pronta a incrementare il programma se necessario, per durata o entità. “. Quindi oltre che estenderlo per un altro anno ha detto che probabilmente ciò non basterà.

Infatti guardate cosa è successo al nostro BTP a 10 anni (per chi avesse comprato un ETF sul governativo):

Inoltre riportiamo queste dichiarazioni che sembrano ricalcare passo per passo quanto scrivemmo quest’estate:

I tassi dell’inflazione dovrebbero rallentare nella fine dell’anno.

Ma soprattutto:

Non l’abbiamo mai chiamato tapering, ma ricalibrazione.

Allora ormai l’avrete capito… il tapering non ci sarà, l’inflazione non ci sarà e per noi che siamo sul mercato ne dobbiamo prendere atto: puntare su High Yield scadenza massima 3 o 4 anni, puntare sul debito emergente sia in dollari che in valuta locale, lontano dai titoli inflation linked, lontano dalle cassandre che “Prima o poi crolla tutto”, “Prima o poi Draghi finirà il QE”, “Prima o poi l’inflazione esploderà”. Magari certo prima o poi qualcosa succederà… ma nel lungo termine, citando Keynes, lo sapete che fine faremo tutti?… Allora pensiamo a cavalcare il presente.

Per chi soffrisse d’insonnia ecco la conferenza stampa di Mario Draghi:

Come volevasi dimostrare, anche Draghi lo ammette

Poco meno di un mese fa abbiamo iniziato questo blog prendendo posizione contro quello che allora sembrava un dato scontato per la gran parte degli operatori e dei mass media. Il primo articolo rifletteva su alcuni aspetti, magari evidenti, ma, chissà perché, poco messi in evidenza dal “main stream”. Nelle settimane successive abbiamo avuto delle conferme a quanto detto che potete trovare qui e qui.

Però lo ammetto, le parole pronunciate ieri dal governatore della BCE Mario Draghi, sono quelle che mi hanno dato maggior soddisfazione. Di seguito ne riporto alcuni stralci:

Un problema che frena l’inflazione, ha aggiunto Draghi, è che i salari nominali restano in ritardo rispetto alla crescita dell’economia, per una serie di ragioni, fra cui bassa produttività, ma anche le strategie sindacali che in questi anni hanno puntato più a garantire la sicurezza del lavoro anziché l’aumento delle retribuzioni

Per quel che conta, il sottoscritto si dissocia completamente dai motivi addotti riguardo il mancato aumento dei salari (rimane comunque il dato oggettivo della deflazione salariale). E ancora:

L’inflazione crescerà al ritmo dell’1,5% nel 2017, dell’1,2% nel 2018 e dell’1,5% nel 2019.

A giugno, a Tallinn, l’Eurotower aveva previsto un +1,5% dei prezzi quest’anno, seguito poi da +1,3% nel 2018 e +1,6% nel 2019.

Dulcis in fundo:

Il quantitative easing non si ferma, restiamo impegnati a preservare il grado molto sostanziale di accomodamento monetario necessario ad assicurare una convergenza sostenuta dell’inflazione verso livelli sotto ma vicino al 2% nel medio termine

Per concludere analizzare i fatti, invece che seguire bovinamente opinioni di persone per lo più poco informati od in malafede, alla fine paga sempre e sarà sempre la metodologia che questo blog applicherà.

Alla luce di ciò, nel prossimo post analizzeremo come quanto detto fin qui influirà sul mercato immobiliare e come investire su esso senza dover necessariamente comprare direttamente una casa.