Rendimento dell’8,4% annuo con il Cash Collect su Mediaset

Come promesso nel precedente post oggi ci occuperemo di una particolare tipologia di strumenti finanziari chiamati Certificates. Benché i Certificates stiano gradualmente aumentando il loro peso nei portafogli degli investitori istituzionali ed in quelli dei trader privati, non sono ancora conosciuti al grande pubblico. Per questo inizieremo con una parte prettamente “didattica” che spiega cosa sia un Certificate e come funzioni.

In realtà esistono vari tipi di Certificates ed ognuno ha le proprie specificità che impareremo a conoscere nei prossimi post. In questo post ci concentreremo su un tipo ben specifico detto Cash Collect.

In generale si può affermare che un Certificate è un derivato che ha un certo comportamento a seconda dell’andamento di un sottostante (come tutti i derivati d’altronde). La parola derivato non vi spaventi facendovi pensare a chissà quale prodotto rischioso o speculativo, anzi, come vedremo a breve ci aiuteranno a diminuire la volatilità rispetto ad un investimento diretto sul sottostante.

Cosa è quindi un Cash Collect? Riportiamo la definizione riportata sul sito di Unicredit che è l’emittente di questi certificati:

I Cash Collect permettono di usufruire del pagamento di cedole periodiche (annuali/semestrali/trimestrali), e a scadenza danno la possibilità di ricevere un prezzo di rimborso superiore o pari al capitale sottoscritto anche in caso di performance negativa del sottostante.

Ogni periodo il certificate paga delle cedole a condizione che alla Data di Valutazione Cedola il valore del sottostante sia superiore o uguale ad un determinato livello fissato all’emissione (Livello di Barriera).

A scadenza, sia in caso di performance positiva del sottostante sia in caso di performance negativa, a condizione che la variazione al ribasso sia inferiore al Livello di Barriera, il certificate rimborserà il capitale investito più un premio finale. Se il sottostante fa registrare un valore inferiore al Livello di Barriera si riceve il rimborso del capitale investito diminuito della performance negativa realizzata dal sottostante rispetto allo Strike del Certificate.

In sintesi a scadenza si possono verificare i due seguenti scenari:
se il sottostante è superiore o pari al Livello di Barriera, l’importo di rimborso sarà pari al capitale sottoscritto, maggiorato di un importo aggiuntivo.
se il sottostante è inferiore al Livello di Barriera l’importo di rimborso − rispetto al prezzo di emissione − registra la stessa performance negativa.
I Cash Collect possono prevedere alcune varianti, come avere una protezione incondizionata del capitale (Cash Collect Protected) o avere alcune cedole incondizionate, cioè non condizionate al libello di Barriera.

Vediamo come quanto riportato sopra si applichi ad un certificato Cash Collect di recente emissione che fornisce un rendimento di tutto rispetto a fronte di un rischio contenuto.

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Inflazione, fine delle politiche espansive ed altre trappole

Questo è il mio primo  post in un caldo giorno d’Agosto, ce ne saranno altri? Speriamo di sì, per adesso diciamo che l’avventura comincia.

Se vorrete continuare a seguirmi, io spero di sì, con il tempo impareremo a conoscerci. Quindi non vi annoierò con lunghe presentazioni perché il nostro modo di procedere sarà estremamente semplice: analizzare i dati e la realtà per poi investire di conseguenza, evitando così di essere in mezzo al parco buoi e venire macellati alla prima occasione. Quello che mi accingo a raccontarvi è il primo esempio.

Tutto è partito dall’ascoltare all’infinito, in maniera quasi ossessiva, questa cantilena: “La ripresa è ormai consolidata in EU” “I tassi d’interesse sono troppo bassi, la politica espansiva della BCE deve terminare”, “A breve Draghi inizierà il tapering” “Ormai stiamo entrando in un periodo di reflazione” ed altre amenità del genere. A questo punto mi sono chiesto: ma la BCE non ha come unico obiettivo il controllo dell’inflazione sotto il 2%? Beh, mi sono detto, se è così ci terremo i tassi d’interesse bassi ancora a lungo (salvo shock esterni molto poco probabili che vedremo poi…). Partiamo dal grafico qui sotto che riporta il tasso di disoccupazione (linea blu) e quello di crescita dei salari (linea nera tratteggiata). Continua a leggere…