Altra posizione su Airbnb

La settimana appena trascorsa ha fatto registrare ancora nuovi massimi storici sugli indici americani. In realtà la giornata di giovedì aveva fatto pensare all’inizio di un ritracciamento fisiologico dovuto sia all’incessante crescita degli ultimi mesi sia ad un puro fattore di stagionalità. L’ultima seduta della settimana invece a sostanzialmente rimangiato quasi tutto il ribasso della giornata precedente come è bene illustrato nel grafico del Nasdaq sotto riportato:

Sicuramente i dati di NVIDA l’hanno fatta da padrona. Per quanto io possa essere sempre prudente, bisogna ammettere che sono numeri mostruosi di crescita neanche raggiungibili da una start-up, invece stiamo parlando della terza società per capitalizzazione! Per sintetizzare, il colosso dei chip ha annunciato di aver concluso il suo primo trimestre fiscale con un utile netto di 14,81 miliardi di dollari, ovvero 5,98 dollari per azione: una cifra straordinaria, considerando che nello stesso periodo del 2023 l’utile era stato di 2,04 miliardi di dollari, pari a 82 centesimi per azione.

L’utile per azione (diluito) GAAP è così aumentato del 629% su base annua, registrando anche un incremento del 21% rispetto al trimestre precedente.

Notevole anche la crescita dell’utile per azione adjusted non diluito, che è salito del 461% su base annua raggiungendo i 6,12 dollari, superando ampiamente i 5,59 dollari previsti dagli analisti interpellati da LSEG.

Anche i ricavi hanno registrato cifre da capogiro, con un incremento del 262% su base annua a 26 miliardi di dollari, superando le stime del consensus che prevedevano 24,65 miliardi di dollari e aumentando del 18% rispetto al trimestre precedente.

In un contesto in cui sempre meno società fanno gran parte della capitalizzazione degli indici e quindi diversificare diventa abbastanza più complicato se si vuole aderire al benchmark degli indici azionari (perché implicitamente si deve rinunciare sempre di più alla diversificazione), il Money Management diventa sempre più importante e quello che vi voglio far vedere questa settimana è proprio un esempio di un aspetto fondamentale: reinvestire il capitale e diminuire il rischio.

Prima di iniziare vi ricordo che per coloro che apprezzano questo blog e trovano interessanti e profittevoli gli articoli presentati, possono se vogliono effetturare una donazione a questo link.

Oltre che esprimere un apprezzamento concreto, ciò permetterà di mantenere gli stessi standard d’indipendenza e qualità tenuti finora.

Ora torniamo a noi, per presentare il prossimo certificato è necessario prima riprenderne un paio vecchi di prossima scadenza. Il primo è stato presentato anche in questo blog nel 2021 con il titolo:

Guadagnare dagli affitti brevi senza avere casa” Mentre il secondo non è stato recensito però è presente nel mio portafoglio da diverso tempo ed il suo ISIN è DE000HV8BMA1.

Non mi dilungo ulteriormente sul primo certificato visto che potete leggere quanto scritto circa tre anni fa cliccando sul link (visto che l’analisi di scenario è stata poi rispettata negli anni seguenti).

Il secondo invece merita un’analisi leggermente più approfondita: È stato un certificato che nel tempo è arrivato anche a perdere il 30% e malgrado il titolo peggiore, ossia Expedia, ad oggi abbia perso il 35%, il certificato si può vendere a 100€, in altre parole sulla parità.

Investire sul certificati significa essenzialmente questo, sfruttare le asimmetrie di questo tipo di derivato: A fronte di una perdita del 35% il certificato che ha reso il 13% annuo per tre anni! Ora la situazione è un po’ più critica: manca una sola cedola alla scadenza e la barriera è comunque vicina seppure il tempo rimanente sia poco (per questo il significato quota 100 euro).

La cosa più saggia secondo me da fare, ed è quello che farò, e vedere il secondo certificato (rinunciando quindi all’ultima cedola) e portare a scadenza il primo reinvestendo tutto il capitale più la somma delle cedole incassate da entrambi sul seguente certificato:

Continua a leggere…

Nuova opportunità d’investimento sul settore della difesa per un +12% annuo

Ciao a tutti questa settimana il post sarà leggermente più breve e sintetico del solito sia per ragioni di tempo a disposizione del sottoscritto sia perché i mercati hanno fatto registrare nuovi massimi storici e secondo me in queste situazioni è meglio restare estremamente cauti.

Il grafico sotto riportato dello S&P 500 penso che parli più chiaro di mille frasi scritte:

In queste situazioni io personalmente esco gradualmente dalle posizioni in essere o lascio scrivere alcuni certificati visto che molti vanno in autcall. Parte della liquidità così ottenuta (ribadisco solo una parte) la reinvesto su posizioni che reputo meno rischiose di quelle chiuse.

In particolare ho liquidato la mia posizione sulle azioni Rheinmetall, con un’ottima plusvalenza, a favore del seguente certificato:

Continua a leggere…

Guadagnare il 22.85% in 7 mesi sulle debolezze di Tesla

Sono ben felice anche questa settimana di ringraziare Simone e Luca per aver dato il loro contributo alla community. È raro trovare qualcuno che faccia donazioni per qualcosa che è comunque gratuito ed è per questo che gesti di questo genere per me valgono doppio. Ricordo che chiunque voglia contribuire al mantenimento dell’Indipendenza della qualità di analisi di questa community può farlo tramite una donazione cliccando qui.

Per quanto riguarda i mercati azionari il mood positivo sembra non volersi arrestare e, sembra paradossale dirlo, i dati macroeconomici negativi della settimana scorsa hanno dato nuovo abbrivio alle quotazioni nella speranza di un taglio dei tassi nel parte della Fed a settembre. Non per fare il guastafeste, ma ricordo che il mercato si aspettava per quest’anno 7 tagli dei tassi mentre oggi andiamo a festeggiare se ce ne sarà uno nell’ultimo trimestre! Soprattutto poi gli scenari geopolitici attuali sembrano non influenzare minimamente i corsi azionari.

A mio modo di vedere c’è una mancata presa d’atto di un mondo che sta fortemente mutando e prendo spunto proprio da questa ultima riflessione per presentare le motivazioni della strategia di questa settimana.

Il mondo che sta cambiando prevede un competitore all’egemonia americana che è rappresentato dalla Cina. Da quando è entrata nel WTO ad oggi la struttura industriale e le capacità produttive di questo paese sono profondamente cambiate. Da produttore a basso costo di beni a scarso valore aggiunto, la Cina ormai riesce a competere in vari settori ad alta tecnologia ed uno di questi è sicuramente quello delle auto elettriche. Già si sente un grande parlare di sopra capacità produttiva della Cina e di concorrenza sleale e vedrete che nei prossimi anni queste argomentazioni saranno sempre più presente nei media occidentali.

La verità è che nei processi produttivi di auto elettriche il costo della manodopera non è poi così rilevante, o meglio, sufficiente a giustificare il vantaggio competitivo di industrie tipo BYD. La verità è che mentre le case automobilistiche europee ed americane erano più impegnate a distribuire dividendi ed ha effettuare buyback delle proprie azioni, le aziende cinesi, anche con l’aiuto del governo (ma questa non è una peculiarità della regina visto che quasi tutte le compagnie automobilistiche hanno ricevuto in qualche modo sussidi), si sono concentrate sulla ricerca e sviluppo di questi nuovi tipi di veicoli, che, piaccia o no, rappresenteranno il futuro del Automotive.

Ricordate sempre che se ad una civiltà le uniche armi che rimangono a disposizione sui settori tecnologici sono i dazi o addirittura il rifiuto della tecnologia in questione, tipo riedizione di fenomeni luddistici, significa che quest’ultima comincia a dare segni di arretramento.

Veniamo quindi alla fase più operativa ed iniziamo con il presentare il certificato:

Continua a leggere…

Titoli petroliferi per un 11.5% all’anno anche se facessero -50%

Prima di iniziare permettetemi di ringraziare in ordine strettamente cronologico: Andrea, Marco e Vitaliano che hanno effettuato una donazione la settimana scorsa. Grazie ancora, non solo per la donazione in sé, ma anche per il gesto di stima nei confronti di questo blog. È grazie a queste donazioni che il nostro progetto può proseguire con serenità. Quindi, per chi volesse contribuire a sua volta, ricordo che potete farlo a questo link.

La settimana appena trascorsa è stata intramezzata dalla festività del primo di maggio ma è stata comunque una settimana interlocutoria, con i mercati, soprattutto in Europa, che hanno cercato maggiormente i supporti più che andare a cercare le parti alte del range. Qualcosa di analogo è accaduto negli Stati Uniti fino a giovedì, mentre sorprendente è stata la seduta di ieri dove i principali indici azionari americani hanno tutti aperto in gap up realizzando una seduta piuttosto positiva. Qual è la spiegazione di questo movimento? Io (ma non m’invento nulla) la faccio risalire ai dati macroeconomici USA, in particolare gli occupati non agricoli erano attesi a 238k mentre sono stati 175k con un dato precedente di 315k . Lo stesso tasso di disoccupazione è uscito al 3,9% contro un’attesa del 3,8%.

La conseguenza di tutto questo è che il rallentamento della crescita dei posti di lavoro, la crescita della disoccupazione ed i livelli salariali sotto le attese rafforzano l’ipotesi che la FED possa cominciare a tagliare i tassi a settembre ed è per questo che il mercato degli Stati Uniti ha avuto un andamento piuttosto positivo soprattutto nel settore tecnologico.

Insomma, sei i dati dell’economia reale va male (o non bene come ci si aspettava), gli indici azionari aumentano: se volete la mia opinione, prima o poi, non so quando, questa divergenza esploderà.

Per gli stessi motivi di cui sopra abbiamo assistito ad un’ondata di vendite sui titoli bancari infatti il peggior indice di ieri è stato proprio l’Eurostoxx Banks. Se il trend negativo dovesse continuare nel settore bancario, con un inevitabile aumento della volatilità, considerando anche che sono titoli mediamente ad alto dividendo, riusciremo a vedere dei certificati molto interessanti…

Avrete anche notato come ultimamente non ho scelto mai certificati su questo settore (al massimo c’era qualche titolo bancario nel paniere ma non come wrost of) proprio per attendere questo tipo di eventi.

In questa fase di transizione ho deciso di entrare in un settore, quello petrolifero, che è un po’ meno coinvolto in queste dinamiche.

Il certificato è il seguente:

Continua a leggere…