Possiamo definire la settimana appena conclusa come una settimana
interlocutoria. Per essere più analitici possiamo dire che abbiamo
assistito ad un movimento laterale su tutti gli gli indici con la
differenza che il FTSE MIB italiano sta la lateralizzando all’interno
di un movimento di ritracciamento, mentre quelli americani sono in
una fase laterale ma con un limite superiore coincidente con i
massimi storici.
Se poi sommiamo a
ciò il fatto che stiamo entrando in una periodo stagionale
statisticamente non favorevole ai corsi azionari possiamo concludere
che è meglio muoversi con estrema prudenza in questo periodo.
Quindi dopo avervi
annoiato la settimana scorsa con un’analisi approfondita delle
dinamiche dei prezzi sul mercato obbligazionario (che ripeto
attualmente presenta delle occasioni veramente irripetibili
paragonabili a quello che è successo durante il periodo della crisi
del debito sovrano), torniamo ad occuparci di un bel prodotto con
airbag che può addirittura servire come strategia di recovery.
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Il certificato di
questa settimana presenta l’opzione airbag ma allo stesso tempo una
cedola veramente alta pari al 1,42% mensile. Prima di addentrarci
nella struttura, vi riporto qual è la mia strategia attuale: mi sto
liberando dei certificati senza opzioni aggiuntive per andare ad
acquistare certificati che abbiano od un airbag o delle cedole
incondizionate. Il certificato di oggi rientra nella prima categoria:
La settimana appena trascorsa ha fatto registrare ancora nuovi
massimi storici sugli indici americani. In realtà la giornata di
giovedì aveva fatto pensare all’inizio di un ritracciamento
fisiologico dovuto sia all’incessante crescita degli ultimi mesi sia
ad un puro fattore di stagionalità. L’ultima seduta della settimana
invece a sostanzialmente rimangiato quasi tutto il ribasso della
giornata precedente come è bene illustrato nel grafico del Nasdaq
sotto riportato:
Sicuramente i dati
di NVIDA l’hanno fatta da padrona. Per quanto io possa essere
sempre prudente, bisogna ammettere che sono numeri mostruosi di
crescita neanche raggiungibili da una start-up, invece stiamo
parlando della terza società per capitalizzazione! Per sintetizzare,
il colosso dei chip ha annunciato di aver concluso il suo primo
trimestre fiscale con un utile netto di 14,81 miliardi di dollari,
ovvero 5,98 dollari per azione: una cifra straordinaria, considerando
che nello stesso periodo del 2023 l’utile era stato di 2,04
miliardi di dollari, pari a 82 centesimi per azione.
L’utile per azione
(diluito) GAAP è così aumentato del 629% su base annua, registrando
anche un incremento del 21% rispetto al trimestre precedente.
Notevole anche la
crescita dell’utile per azione adjusted non diluito, che è salito
del 461% su base annua raggiungendo i 6,12 dollari, superando
ampiamente i 5,59 dollari previsti dagli analisti interpellati da
LSEG.
Anche i ricavi hanno
registrato cifre da capogiro, con un incremento del 262% su base
annua a 26 miliardi di dollari, superando le stime del consensus che
prevedevano 24,65 miliardi di dollari e aumentando del 18% rispetto
al trimestre precedente.
In un contesto in
cui sempre meno società fanno gran parte della capitalizzazione
degli indici e quindi diversificare diventa abbastanza più
complicato se si vuole aderire al benchmark degli indici azionari
(perché implicitamente si deve rinunciare sempre di più alla
diversificazione), il Money Management diventa sempre più importante
e quello che vi voglio far vedere questa settimana è proprio un
esempio di un aspetto fondamentale: reinvestire il capitale e
diminuire il rischio.
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un apprezzamento concreto, ciò permetterà di mantenere gli stessi
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Ora torniamo a noi,
per presentare il prossimo certificato è necessario prima
riprenderne un paio vecchi di prossima scadenza. Il primo è stato
presentato anche in questo blog nel 2021 con il titolo:
Non mi dilungo ulteriormente sul primo certificato visto che potete leggere quanto scritto circa tre anni fa cliccando sul link (visto che l’analisi di scenario è stata poi rispettata negli anni seguenti).
Il secondo invece
merita un’analisi leggermente più approfondita: È stato un
certificato che nel tempo è arrivato anche a perdere il 30% e
malgrado il titolo peggiore, ossia Expedia, ad oggi abbia perso il
35%, il certificato si può vendere a 100€, in altre parole sulla
parità.
Investire sul
certificati significa essenzialmente questo, sfruttare le asimmetrie
di questo tipo di derivato: A fronte di una perdita del 35% il
certificato che ha reso il 13% annuo per tre anni! Ora la situazione
è un po’ più critica: manca una sola cedola alla scadenza e la
barriera è comunque vicina seppure il tempo rimanente sia poco (per
questo il significato quota 100 euro).
La cosa più saggia
secondo me da fare, ed è quello che farò, e vedere il secondo
certificato (rinunciando quindi all’ultima cedola) e portare a
scadenza il primo reinvestendo tutto il capitale più la somma
delle cedole incassate da entrambi sul seguente certificato:
Settimana laterale per l’indice FTSE MIB che è riuscito a toccare i
30.550 punti senza però superarli.
Ritengo che nelle
prossime settimane assisteremo ancora ad una prolungata fase di
accumulo, o più probabilmente di distribuzione, che farà sì che
l’indice oscilli tra il livello appena menzionato e i 29250. Sotto
totale livello si aprirebbe uno scenario più marcatamente
ribassista. Risulta però inutile in questo momento fare previsioni
in tal senso, anche perché le variabili macroeconomiche e
geopolitiche intervallo in questo periodo sono di tale portata che
qualsiasi previsione è altamente aleatoria.
Un discorso analogo,
al netto dei livelli più o meno ampi, può essere fatto per i
maglioni indici azionari mondiali.
Io ritengo che in
questa fase di profonda incertezza si possono però sfruttare delle
occasioni che raramente vedremo poi in futuro, soprattutto se andremo
incontro ad un taglio dei tassi. Io sono dei pochi che continua a
ritenere che il mercato abbia sovrastimato il numero e l’entità del
taglio dei tassi e, per chi mi segue da un po’ già lo sa, lo
sostegno da molto tempo.
D’altro canto è
anche vero che uno scenario di un rialzo di tassi è oggettivamente
inverosimile, quindi diciamo che ci muoviamo in uno scenario in cui
vale che male i tassi di interesse rimarranno costanti o
diminuiranno.
I tassi di interesse
influenzano anche i rendimenti dei certificati, infatti fino a un
anno fa con questa volatilità era impensabile ottenere dei
rendimenti cedolari come invece se ne vedono ora.
L’idea per questa
prima parte dell’anno è quella di andarsi a costruire una parte del
portafoglio con certificati che abbiano un rendimento a doppia cifra
e che presentino delle distanze dalla barriera importante in modo da
rendere molto probabile il flusso cedolare per tutto l’anno. D’altro
canto se veramente i tassi di interesse scendessero questi rendimenti
a doppia cifra ce li dovremo scordare.
Non so voi ma un
rendimento annualizzato sopra il 10% con un grado di protezione come
quello che offre un certificato io ci metterei la firma.
Il certificato che
vi presento oggi è uno dei primi che ho individuato e il suo punto
principale di forza e la grande distanza dalla barriera.
Come analizzato la settimana precedente in questo post, il livello
dei 28.000 punti si è rivelato nuovamente cruciale per il
proseguimento del rialzo dell’indice italiano. Ad oggi possiamo solo
constatare che tale Resistenza non è stata ancora infranta ma, al
contrario i prezzi sono stati respinti su questo livello. Dico
andiamo inoltre che domani sarà la giornata di stacco di dividendi
per diversi titoli delle listino per cui seppure solo dal punto di
vista tecnico, l’indice subirà un ulteriore arretramento.
Sempre nell’articolo
precedente ho fatto menzione di tre settori che secondo me possono
avere buone prospettive nel medio termine. Abbiamo già visto la
strategia che riguarda il petrolio, oggi ci occuperemo dei
semiconduttori.
La carenza di chip
sta piano piano rientrando, ma soprattutto il tragico percorso di
guerra che l’ordine mondiale sembra avere intrapreso spingerà questo
settore adesso sempre più strategico e finanziato direttamente dai
al di là dei suoi valori di mercato in ambito civile. Mi spiegava un
esperto che oggi qualsiasi missile lanciato ha una dotazione
elettronica paragonabile alunno modello smartphone per lo meno in
termini di capacità di calcolo.
Ricordate quando i tempi non sospetti segnalavo come il settore della Difesa fosse a quel momento uno dei più interessanti su cui investire? Potete farvi un’idea leggendo il post in questione e calcolando quale sia stato il profitto di coloro che fossero entrati su Lockheed Martin al momento della recinzione riportata in Nuova opportunità sul settore della difesa.
D’altra parte però
va anche considerato il forte rialzo che i mercati azionari hanno
finora realizzato, per questo invece che direttamente sul settore
preferisco agire su un certificato con una barriera estremamente
bassa ossia del 40% dal prezzo iniziale (o se volete un buffer di
protezione del 60%).
Non so voi ma l’ultimo spike rialzista a seguito del dato
sull’inflazione americana sotto le attese mi ha colto decisamente
di sorpresa. Se si analizzano un po’ meglio io dati si nota come il
dato più basso sia in particolare imputabile ai costi dei servizi
sanitari. Ammetto anche di non aver capito quali siano i motivi che
hanno portato a questa dinamica e quindi non mi esprimo oltre, per
ora prendo atto del dato e vedremo se nell’altro dato, quello del
PCE Core (metrica delle Fed per regolare la stretta monetaria
stimando il tasso di equilibrio) questa contrazione dell’inflazione
sarà confermata.
Fatto sta che
proprio la mattina stessa avevo immesso un ordine a qualche tick
sotto il prezzo di ask (esattamente a quota 100€) che ahimè non è
poi stato eseguito proprio in virtù del forte rialzo avvenuto nel
pomeriggio.
Ci tengo comunque a
presentare questo certificate perché è uno dei migliori che siano
mai stati emessi negli ultimi anni e dopo averlo letto penso
converrete con me e capirete anche il mio rammarico:
Le sedute di giovedì e venerdì sono state due giornate di ordinaria
follia. L’aspetto più grave è che tale follia si è stata scaturita
dalla istituzione che dovrebbe invece stabilizzare il sistema
economico e finanziario vale a dire la Banca Centrale Europea. I
giornali hanno imputato tali brusche discese degli indici azionari
all’annuncio della Lagarde di un doppio innalzamento dei tassi di
interesse nei prossimi mesi. Ciò è vero solo in parte, infatti il
mercato scontava già un rialzo dei tassi di interesse, la vera
mazzata è arrivata con l’annuncio della fine della degli acquisti
netti dei titoli di Stato, o meglio la dismissione del programma App
dal 1 luglio 2022.
Solidalmente
all’annuncio del rialzo dei tassi gli unici titoli che ne beneficiano
Sono proprio quelli bancari, questa volta è successo l’esatto
contrario: I titoli bancari sono stati i peggiori ed hanno trascinato
con loro tutto l’indice MIB.
Questa è
l’ulteriore conferma di quanto la politica monetaria della Banca
Centrale Europea sia sfasata rispetto agli obiettivi che si deve
porre: Sono passati 10 anni dal famoso Whatever it takes di Mario
Draghi in cui è stato inaugurato il periodo di politica monetaria
espansiva nell’area euro, malgrado ciò fino a pochi mesi fa non si è
vista traccia di inflazione. Guarda caso l’inflazione si è alzata
alla fine (presunta) di una pandemia ed alla crisi geopolitica più
importante del secolo.
Conclusione: le
politiche monetarie nulla hanno potuto quando si doveva alzare
l’inflazione e poco potrà per il suo ribasso, questo per il
semplice motivo che questa non è un’inflazione generata da
eccessiva liquidità, bensì di scarsità di offerta rispetto alla
domanda (e le ultime sanzioni hanno aggravato la situazione).
Quindi laddove
servirebbe un maggiore impiego di investimenti per superare ad
esempio l’aumento dei costi dell’energia o della scarsità di
semiconduttori si costringerà gli stati ad attuare le ben note
politiche restrittive che tanto bene hanno fatto negli anni passati.
Qui mi fermo perché
il discorso ci porterebbe lontano, faccio solo notare che in questa
situazione il vero cruccio del governo dei Migliori è la legge sulle
concessioni balneari.
Non è un caso che
ho parlato di semiconduttori, infatti ho deciso che per un po’ di
tempo concentrerò la mia attenzione su quei settori indispensabili
per l’economia e preferibilmente oltre oceano, il prodotto di
seguito ne è un esempio:
Oggi volevo condividere una strategia che si innesta su una mia
visione di medio periodo: ossia che se negli anni precedenti il
settore tecnologico viaggiava su multipli oggettivamente troppo
elevati, questi forti ribassi degli ultimi tempi rappresentano
un’opportunità per iniziare ad entrare in maniera estremamente
graduale in varie forme.
Una è quella di
iniziare un PAC su ETF o fondi ed è quello che ho personalmente
iniziato a fare, ma magari ne parlerò in un altro post.
L’altra è quella
di approfittare dell’elevata volatilità per cercare qualche
certificate che presenti prezzi a sconto o quantomeno interessanti.
Rieccoci qua, dopo le varie festività natalizie. Com’è evoluta la
situazione dei mercati in queste due settimane? Quello che posso
darvi è una mia visione degli scenari, molto breve.
Molte delle giornate
di questo periodo sono state caratterizzate da volumi veramente bassi
tipici dei momenti prefestivi. L’inizio anno invece si è aperto
con un rialzo veramente spumeggiante che mi ha colto decisamente di
sorpresa.
Infatti ritengo che
attualmente il mercato stia largamente sottovalutando in primis
l’impatto che la variante Omicron ha ed avrà nei prossimi mesi su
tutti i sistemi produttivi occidentali.
Il ragionamento è
abbastanza semplice: ammesso e non concesso che tale variante abbia
una virulenza ridotta rispetto alla Delta di un fattore 3 è chiaro
ed evidente a tutti che se i contagi vanno sopra il triplo della
precedente ondata (e già ci siamo o ci stiamo arrivando a gran
velocità) ci troveremo nuovamente nella situazione già vissuta.
Questo confuta inoltre l’argomento usato da vari soggetti (poco
acuti) che sostengono la non efficacia dei vaccini dato l’alta
percentuale di vaccinati. Infatti, benché in termini percentuali i
ridotti, in valore assoluto la popolazione suscettibile è comunque
estremamente numerosa e con un tasso di contagiosità maggiore (basta
fare una moltiplicazione) si arriverà nuovamente alla stessa
pressione sugli ospedali. È notizia recente che a Londra è stato
chiamato l’esercito per rafforzare il sistema sanitario messo in
difficoltà dai nuovi ricoveri.
Altro aspetto
critico sarà la politica monetarie che seguirà la FED (visto che la
BCE, anche se nessuno lo ammette, ha le mani legate per almeno tutto
il 2022, poiché se facesse solamente paventare un rialzo dei tassi,
si romperebbe il giocattolo europeo e recovery funds vari).
Anche in questo caso
è recente notizia che la FED ha intenzione di accelerare il tapering
e di prevedere ben tre rialzi dei tassi nel 2022. Proprio questa
notizia ha decisamente stemperato gli entusiasmi innescando in prima
battuta un ribasso generalizzato degli indici e nelle sedute
successive abbiamo invece assistito ad uno spostamento dei flussi dal
Nasdaq al Dow Jones.
Ormai lo dovreste
sapere che quando aumenta la volatilità, si creano buone opportunità
nel mondo dei certificati. Il seguente ne è un esempio:
Era il 9/8/2020 e scrivevo : “[l’età media dei contagi] tornerà ad alzarsi non appena l’esercito dei millennials dopo essersi dimenticati a casa i nonni per l’estate, finiti i soldi delle vacanze torneranno a batter cassa per la paghetta ed i pranzi della domenica.”. Seguiva poi il famoso grafico che riportava l’andamento dei contagi dell’epidemia di SARS di circa 15 anni fa in Canada prima e dopo il lockdown:
Brutta settimana per l’indice FTSE-MIB, un bruttissimo -4,24% lo ha riportato sotto quota 19000 punti. Magra consolazione può considerazione il fatto che il Portafoglio Italia abbia contenuto le perdite a -3,72%. Ormai non dovrebbe più sorprendere nessuno che in condizioni di forte aumento della volatilità e discese delle quotazioni la risposta del Portafoglio Italia è migliore dell’indice stesso. Da segnalare è lo stacco dell’acconto del dividendo di ENI di 0,12€ che si sommano agli 0,43€ già incassati.
La cosa positiva per quanto mi riguarda, ma spero ormai lo sia per quelli di voi che mi seguono, è che questo ribasso l’ho visto arrivare da lontano, soprattutto le sue cause. Due sono i punti su cui ho insistito ripetutamente: