Strategia per un 17% su NVIDA ed altri

Possiamo definire la settimana appena conclusa come una settimana interlocutoria. Per essere più analitici possiamo dire che abbiamo assistito ad un movimento laterale su tutti gli gli indici con la differenza che il FTSE MIB italiano sta la lateralizzando all’interno di un movimento di ritracciamento, mentre quelli americani sono in una fase laterale ma con un limite superiore coincidente con i massimi storici.

Se poi sommiamo a ciò il fatto che stiamo entrando in una periodo stagionale statisticamente non favorevole ai corsi azionari possiamo concludere che è meglio muoversi con estrema prudenza in questo periodo.

Quindi dopo avervi annoiato la settimana scorsa con un’analisi approfondita delle dinamiche dei prezzi sul mercato obbligazionario (che ripeto attualmente presenta delle occasioni veramente irripetibili paragonabili a quello che è successo durante il periodo della crisi del debito sovrano), torniamo ad occuparci di un bel prodotto con airbag che può addirittura servire come strategia di recovery.

Prima di iniziare vi ricordo che potete contribuire a fare rimanere attivo questo blog con una donazione al seguente link. Questo mi seguirà anche come feedback per capire se vale la pena continuare a scrivere questi articoli o se tutto sommato gli interessi non è poi così alto.

Il certificato di questa settimana presenta l’opzione airbag ma allo stesso tempo una cedola veramente alta pari al 1,42% mensile. Prima di addentrarci nella struttura, vi riporto qual è la mia strategia attuale: mi sto liberando dei certificati senza opzioni aggiuntive per andare ad acquistare certificati che abbiano od un airbag o delle cedole incondizionate. Il certificato di oggi rientra nella prima categoria:

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Investire nei semiconduttori per oltre il 12.5% e tanta protezione

Settimana contestata sui mercati azionari in cui possiamo individuare la prima metà come accelerazione della collezione già in atto la settimana scorsa, per poi nelle ultime due sedute ritentare un rimbalzo verso l’alto. Un esempio di questo andamento è sicuramente l’indice Nasdaq Come riportato nei grafico sottostante:

La frase collettiva potrà dirsi conclusa se andremo a superare i massimi recenti, altrimenti è destinata a proseguire. Anche in quest’ultimo caso staremo comunque parlando di un ritracciamento all’interno di una configurazione rialzista.

Prima di venire alla strategia di questa settimana voglio ricordarvi che chiunque voglia contribuire all’indipendenza e alla continuazione di questo blog, può farlo con una donazione volontaria cliccando qui.

Oggi ci andremo ad occupare di un settore che negli ultimi anni è stato sempre sulla cresta dell’onda e che con tutta probabilità rimarrà tale anche nei prossimi anni, ossia quello dei semi conduttori.

Il certificato proposto è il seguente:

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Guadagnare anche a fronte di un -70%, si può!

La settimana appena trascorsa ha confermato la fase di ritracciamento già avviata nelle scorse settimane. Siamo ancora lontanissimi dal potere definire questo movimento come un’inversione di tendenza, bensì siamo ancora di fronte ad un riassorbimento dell’ipercomprato generato nei mesi passati.

Prendendo come esempio il FTSE MIB possiamo notare che finché non si vada a rompere la quota 30000 punti, evidenziata dalla Linea Blu più in alto, non si potrà certo parlare di inversione di tendenza.

Per quanto riguarda il Nasdaq il ribasso è anche più marcato e vi faccio notare che il formaggio di nuovi massimi crescenti in corrispondenza di massimi decrescenti sull’indice stocastico, ha, alla fine, spostato il ribasso che stiamo osservando nelle ultime sedute.

Avevo già individuato questo tipo di divergenza a fine gennaio / inizio febbraio, ma ci sono voluti ancora circa 3 mesi prima che questo Pattern si realizzasse.

Fatta questa prima analisi generale dei mercati permettetemi di illustrarmi la novità di questa settimana che avevo anticipato nello scorso post.

Come hai scritto la volta scorsa chi tengo affinché questo blog rimanga sia gratuito sia indipendente, ossia che i prodotti qui presentati non vengano sponsorizzati da alcun emittente.

Fortunatamente mi trovo nelle condizioni di poter scegliere e quindi di non dovere a tutti i costi rincorrere le varie proposte di monetizzazione di questo sito. Ad ogni modo, fa sempre piacere avere dei feedback di apprezzamento da parte di voi lettori che immagino siate anche investitori.

Ho deciso così di avviare una raccolta fondi del tutto volontaria, ossia nessun contenuto di questo sito sarà sottoposto a un pagamento di qualsiasi tipo. Quindi se apprezzate qualche articolo o se seguendo alcune analisi riportate in questo sito avete guadagnato una certa cifra potete pensare di lasciare una donazione (se volete anche simbolica) cliccando sul link in alto a destra. Potete pagare sia con carta di credito che con PayPal da quello che ho visto.

Affinché la trasparenza sia massima ho voluto riportare in questo sito la cifra che mano a mano si andrà a raccogliere.

Detto ciò veniamo al certificato della settimana.

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Guadagnare anche con un -60% sui semiconduttori

Come analizzato la settimana precedente in questo post, il livello dei 28.000 punti si è rivelato nuovamente cruciale per il proseguimento del rialzo dell’indice italiano. Ad oggi possiamo solo constatare che tale Resistenza non è stata ancora infranta ma, al contrario i prezzi sono stati respinti su questo livello. Dico andiamo inoltre che domani sarà la giornata di stacco di dividendi per diversi titoli delle listino per cui seppure solo dal punto di vista tecnico, l’indice subirà un ulteriore arretramento.

Sempre nell’articolo precedente ho fatto menzione di tre settori che secondo me possono avere buone prospettive nel medio termine. Abbiamo già visto la strategia che riguarda il petrolio, oggi ci occuperemo dei semiconduttori.

La carenza di chip sta piano piano rientrando, ma soprattutto il tragico percorso di guerra che l’ordine mondiale sembra avere intrapreso spingerà questo settore adesso sempre più strategico e finanziato direttamente dai al di là dei suoi valori di mercato in ambito civile. Mi spiegava un esperto che oggi qualsiasi missile lanciato ha una dotazione elettronica paragonabile alunno modello smartphone per lo meno in termini di capacità di calcolo.

Ricordate quando i tempi non sospetti segnalavo come il settore della Difesa fosse a quel momento uno dei più interessanti su cui investire? Potete farvi un’idea leggendo il post in questione e calcolando quale sia stato il profitto di coloro che fossero entrati su Lockheed Martin al momento della recinzione riportata in Nuova opportunità sul settore della difesa.

D’altra parte però va anche considerato il forte rialzo che i mercati azionari hanno finora realizzato, per questo invece che direttamente sul settore preferisco agire su un certificato con una barriera estremamente bassa ossia del 40% dal prezzo iniziale (o se volete un buffer di protezione del 60%).

Vediamone le caratteristiche:

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La tecnologia come rimedio alla follia della BCE: +14%

Le sedute di giovedì e venerdì sono state due giornate di ordinaria follia. L’aspetto più grave è che tale follia si è stata scaturita dalla istituzione che dovrebbe invece stabilizzare il sistema economico e finanziario vale a dire la Banca Centrale Europea. I giornali hanno imputato tali brusche discese degli indici azionari all’annuncio della Lagarde di un doppio innalzamento dei tassi di interesse nei prossimi mesi. Ciò è vero solo in parte, infatti il mercato scontava già un rialzo dei tassi di interesse, la vera mazzata è arrivata con l’annuncio della fine della degli acquisti netti dei titoli di Stato, o meglio la dismissione del programma App dal 1 luglio 2022.

Solidalmente all’annuncio del rialzo dei tassi gli unici titoli che ne beneficiano Sono proprio quelli bancari, questa volta è successo l’esatto contrario: I titoli bancari sono stati i peggiori ed hanno trascinato con loro tutto l’indice MIB.

Questa è l’ulteriore conferma di quanto la politica monetaria della Banca Centrale Europea sia sfasata rispetto agli obiettivi che si deve porre: Sono passati 10 anni dal famoso Whatever it takes di Mario Draghi in cui è stato inaugurato il periodo di politica monetaria espansiva nell’area euro, malgrado ciò fino a pochi mesi fa non si è vista traccia di inflazione. Guarda caso l’inflazione si è alzata alla fine (presunta) di una pandemia ed alla crisi geopolitica più importante del secolo.

Conclusione: le politiche monetarie nulla hanno potuto quando si doveva alzare l’inflazione e poco potrà per il suo ribasso, questo per il semplice motivo che questa non è un’inflazione generata da eccessiva liquidità, bensì di scarsità di offerta rispetto alla domanda (e le ultime sanzioni hanno aggravato la situazione).

Quindi laddove servirebbe un maggiore impiego di investimenti per superare ad esempio l’aumento dei costi dell’energia o della scarsità di semiconduttori si costringerà gli stati ad attuare le ben note politiche restrittive che tanto bene hanno fatto negli anni passati.

Qui mi fermo perché il discorso ci porterebbe lontano, faccio solo notare che in questa situazione il vero cruccio del governo dei Migliori è la legge sulle concessioni balneari.

Non è un caso che ho parlato di semiconduttori, infatti ho deciso che per un po’ di tempo concentrerò la mia attenzione su quei settori indispensabili per l’economia e preferibilmente oltre oceano, il prodotto di seguito ne è un esempio:

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Il settore dei semiconduttori per un 14% annuo

Era il 9/8/2020 e scrivevo : “[l’età media dei contagi] tornerà ad alzarsi non appena l’esercito dei millennials dopo essersi dimenticati a casa i nonni per l’estate, finiti i soldi delle vacanze torneranno a batter cassa per la paghetta ed i pranzi della domenica.”. Seguiva poi il famoso grafico che riportava l’andamento dei contagi dell’epidemia di SARS di circa 15 anni fa in Canada prima e dopo il lockdown:

Come è andata ad oggi? Continua a leggere…

STM: Nuova strategia da 11.53%

In questo post andremo diritti al punto: ogni tanto, guarda un po’, il mercato ci ricorda che può anche scendere. Nell’arco di soli due giorni, il Nasdaq è arrivato a perdere l’11% dai massimi, prima di recuperare in parte nel pomeriggio di venerdì. I tempi per la nostra strategia illustrata la settimana scorsa ci vengono incontro, visto che, non volendo impiegare nuova liquidità, stiamo attendendo la scadenza del certificate su Netflix. Dopo questo storno stiamo pensando di liquidare Continua a leggere…

Strategia con un potenziale 8,8% in soli 5 mesi

Altra settimana di moderato rialzo sia per l’indice FTSE-MIB che per il Portafoglio Italia con un +0,45% e +0,21% rispettivamente.

Questa settima vogliamo però “concludere la nostra serie di copertura del Portafoglio” con un altro Reversed Bonus Cap che ci permette di guadagnare non solo in fasi di ribasso ma anche di lateralità o moderato rialzo. Per essere più precisi, per moderato rialzo, si intende che il titolo sottostante al certificate non deve mai superare al rialzo una certa barriera.

Il certificate che abbiamo scelto ha Continua a leggere…

Tesla e gli altri investimenti come sono andati a finire?

Poiché la scorsa settimana diversi certificati sono stati rimborsati ci sembra doveroso fare un check su come si siano conclusi gli investimenti:

1 – Tesla. Abbiamo dedicato due post all’argomento (qui e qui) e già ad ottobre dello scorso anno avevamo sottolineato come la natura del titolo ci facesse propendere per i certificates piuttosto che l’azione. Infatti ci siamo visti rimborsare il certificato a 105€ dopo che a dicembre ha staccato 1€. Considerando l’acquisto a 94,38€ abbiamo messo a segno un bel 12,3%. L’azione era invece Continua a leggere…

Altro tris di titoli da 16% annuo

La nostra continua ricerca di opportunità e bassa volatilità ci porta a trattare tre titoli di cui ci siamo già occupati in precedenza. In particolare due di questi sono già presenti nel nostro Portafoglio Italia 2018: Assicurazioni
Generali e Intesa Sanpaolo (anche se quest’ultima presente nella versione risparmio). L’altro titolo in questione è STM di cui ad esempio ci siamo già occupati in  Continua a leggere…