Puntare su Tesla ma ridurre il rischio

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La compagnia che analizziamo oggi non ha sicuramente bisogno di presentazioni, parliamo di Tesla. Sicuramente la società di Elon Musk è un “game changer” nel mondo dell’industria dell’automotive. Con le sue auto elettriche ha costretto tutto il mondo dei produttori storici d’auto a rivedere il proprio business.

Come tutte le aziende innovative è estremamente difficile fare una valutazione di carattere fondamentale e compararla con le aziende del suo stesso segmento. Ad esempio negli ultimi 5 anni le vendite di Tesla sono aumentate mediamente del 102,8%! Ossia ogni anno Tesla riesce a vendere più del doppio dell’anno precedente, numeri impressionanti per un settore come quello dell’auto. D’altro canto, malgrado i volumi di vendita crescenti, l’EPS rimane negativo, pari a -13,10%.

Con l’arrivo del model 3 presentato quest’estate, Tesla sta cominciando ad entrare nel mass market con un modello alla portata, se non di tutti, di una grossa fetta di mercato. Anche in questo caso luci ed ombre s’alternano: da una parte per tale modello, solo come pre-ordini, si è raggiunta la cifra record di più di 300,000 ordini. Allo stesso tempo, per ammissione dello stesso Musk, Tesla avrà non poche difficoltà ad affrontare una produzione di queste dimensioni.

Non ultimo rischio da considerare, per noi europei, è il cambio EUR/USD. Infatti negli ultimi mesi abbiamo assistito ad un notevole apprezzamento dell’euro nei confronti del dollaro, riducendo o addirittura rendendo negative le performance per che avesse avuto un’esposizione diretta sull’azione anche se questa ha un trend positivo.

Abbiamo già visto che i certificates, se ben usati, ci permettono di guadagnare su un sottostante riducendo però il rischio rispetto ad un investimento diretto. Prima di presentare i due certificates, come al solito facciamo un po’ di analisi tecnica sul titolo Tesla.

Come primo elemento notiamo subito una resistenza testata due volte a quota 389$. L’ultima volta tale livello è stato toccato in data 18/9 per poi subire un brusco arretramento fino a quota 339$, effettuando così un ritracciamento del 12,38% in meno di due settimane. Tale ritracciamento non ha comunque invalidato la configurazione rialzista del titolo. Benché il 12,38% possa sembrare molto, tale volatilità è comunque accettabile per un titolo che ha corso così tanto. Come vediamo dal grafico quest’ultima discesa si è arrestata proprio in corrispondenza della media a 100 giorni (linea rossa) che, finora, ha rappresentato un supporto dinamico mai violato.

Possiamo inoltre notare che sussistono due supporti statici rilevanti: una attorno a 320$ e l’altro a 300$ che rappresenta anche un livello psicologico.

Detto ciò, passiamo alla strategia sui certificates. Questa volta ne analizzeremo due, di due emittenti diversi. Gli ISIN e relativi emittenti sono:

Il primo è un cash collect classico, analogo a quello analizzato per Mediaset. Il certificato paga cedole trimestrali pari a 2,50€ a patto che alla data di osservazione il prezzo di Tesla sia maggiore del livello di barriera posto a 281,96$; ben sotto i livelli di supporto sopra citati e proprio in corrispondenza del gap up fatto a fine Marzo (linea blu orizzontale). Il certificato scade il 13/12/2018 (circa 14 mesi) ed attualmente si può acquistare a 95€. Calcolando che il certificato verrà rimborsato a 100, ipotizzando che paghi tutte le cedole, si avrebbe un guadagno pari al 18,42%, che a livelli annuo è pari a 15,79%. Se invece alla scadenza il prezzo del titolo dovesse risultare sotto il livello di barriera si subirà una perdita come se si fosse entrati direttamente sul titolo a quota 375,9$.

Il secondo è sempre un cash collect ma del tipo autocallable. Vediamo prima di vedere i livelli. In questo caso dobbiamo tener conto di due livelli: barriera pari a 226,46$ e trigger pari a 339,74$. Il certificato scade al massimo il 18/12/2020 ma può essere rimborsato anche in anticipo. Infatti ogni 6 mesi viene verificato il prezzo: se esso è sopra la barriera viene pagata una cedola pari a 1€ per certificato. Inoltre se il prezzo è sopra il livello di trigger il certificato viene rimborsato a 100+5€. Come vedete, ai prezzi attuali, la barriera è ben lontana mentre siamo proprio a limite del livello del trigger. Attualmente il certificato è acquistabile a 94,38€.

Facciamo quindi un paio di scenari: la prossima data di rilevazione è il 18/12/2017, se Tesla dovesse essere sopra il trigger (ma attenzione a questi livelli stiamo valutando una specie di opzione binaria) incasseremo 106€ (100+5+1) pari a 12,32% nel giro di poco più di 2 mesi (circa 73% annuo) .

Se invece dovesse essere sotto il trigger incasseremo 1€ e dovremo aspettare il 18/06/2018 per rivalutare il certificato. Se a questa data Tesla fosse sopra il trigger incasseremo 107€ (100+1+1+5) pari a 13,37% in 8 mesi (circa 20% annuo). Naturalmente potete facilmente continuare l’esempio con le scadenze successive.

Infine notiamo due cose importanti che valgono per entrambi i certificati:

  1. Grazie ai livelli di barriera possiamo sopportare discese anche significative del titolo senza veder intaccato il capitale a scadenza.
  2. Abbiamo completamente eliminato il rischio cambio, visto che il sottostante è significativo solo per i livelli che assume, ma il certificato è quotato in euro.

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