Dopo aver per lungo tempo aumentato la liquidità in portafoglio,
come sapete anche voi, dal mese di ottobre ho iniziato a diminuirla
ed ad entrare con vari strumenti sul mercato: certificate,
obbligazioni ed azioni. I risultati sono stati complessivamente
buoni.
Per questa settimana
ho deciso di essere già sufficientemente esposto e di conseguenza
non ho alcuna strategia da consigliarvi.
Vi anticipo però
che sto elaborando una strategia per gestire la mia posizione su
Bayer visto che lo detengo sia come azione che come wrost of di un
certificate.
Come saprete tutti, la notizia che ha portato giù il titolo è stata la condanna per l’uso del glisolfato. Un drawdown del genere è sempre difficile da gestire anche con i classici stop-loss. Quindi, con il dovuto sangue freddo, sto valutando come gestire questa posizione. Per chi fosse interessato ci diamo appuntamento alla prossima settimana.
Questa settimana purtroppo non sono riuscito a ricavarmi il tempo necessario per la preparazione di un articolo. Ho comunque già individuato il prodotto poiché sono entrato proprio due giorni fa e vi posso già anticipare che l’articolo della settimana prossima verterà su una strategia “recovery”, ossia un’idea su come sostituire quei certificati o in generale in quei prodotti che hanno perso tra 30% e il 50%.
Quindi stay tuned!
Nel post di oggi riporto un’operazione che ho aperto nella giornata
di Giovedì direttamente sul titolo Moncler per il mio portafoglio di
medio-lungo termine, quindi un titolo che è destinato a rimanere lì
per un po’ di tempo. Prendendo poi spunto da ciò presenterò anche
un certificate che ha come unico sottostante la stessa Moncler con un
rendimento potenziale del 9,3% annuo.
Per motivi di tempo
il post di oggi sarà estremamente breve e andremo direttamente al
punto. Continua il ribasso degli indici azionari dovuto
essenzialmente al fatto che nei mesi precedenti, come più volte
sottolineato in questo blog, gli operatori finanziari scontavano una
politica monetaria che sarebbe diventata meno restrittiva in poco
tempo. L’atteggiamento invece delle banche centrali sta dando
tutt’altra prospettiva ed è per questo che sia gli indici
obbligazionari che quelli azionari stanno a riguardo le proprie
quotazioni.
In più c’è da
aggiungere che statisticamente il mese di settembre è sempre tra i
peggiori dell’anno e soprattutto per quanto riguarda l’ultima
settimana. Sempre rimanendo nel campo della statistica possiamo
affermare che il mese appena iniziato è più favorevole così come
lo è in generale l’ultimo trimestre dell’anno.
Uno dei settori che
nell’ultima settimana è stato preso di mira è quello delle public
utility niente perché è un settore che più di altri fa ricorso
alla leva finanziaria ma se lo può anche permettere dati i suoi
derivati livelli di cash flow. Nel medio termine questo settore è
sempre rivelato più stabile della media di mercato ed è per questo
che uno Spike dei prezzi è un occasione per entrare con un
certificato:
Il titolo peggiore è
Enel e potete notare dal grafico settimanale quanto sia lontana la
barriera e soprattutto dov’è posizionata nello storico dei prezzi:
Una cosa
interessante di questo certificate è che le cedole sono fisse, cioè
non dipendono dall’andamento dei sottostanti e questo rappresenta
un ottimo cuscinetto anche in caso di violazione delle barriere.
Ho acquistato il
certificate a 944€, a questi prezzi il certificate produce un
rendimento cedolare pari a circa 8,4% a cui va aggiunto un circa 2,3%
annuo di capitale che porta il rendimento totale quindi a circa il
10,7%.
Considerando la
protezione delle barriere e il fatto di avere cedole garantite penso
che il rapporto rischio / rendimento sia veramente vantaggioso.
Tengo infine a
precisare che, come tutti i post di questo blog, questo non vuole
essere assolutamente un invito all’acquisto, bensì un analisi
indipendente fatta in questi giorni dal sottoscritto.
Per questo mi auguro
che siate così gentili, vista la completa gratuità del sito, di
fare almeno un click su un banner presente nella pagina e mettere un
like se l’articolo è di vostro gradimento.
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chiunque voglia essere tempestivamente informato sulle novità
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Rieccoci qui dopo due settimane di interruzione per le vacanze
estive. Un po’ di cose sono accadute in questo periodo, secondo me
l’avvenimento più importante anche se non strettamente economico è
stata la riunione dei BRICS in Sud Africa. L’evento è stato un po’
snobbato dai media occidentale invece in futuro lo ripenseremo come
uno dei momenti in cui gli effetti politici ed economici globali
hanno preso una certa direzione. Magari ne parleremo più
approfonditamente in qualche altro post futuro, due aspetti però ci
tengo a sottolineare:
1) se tale Club dove
si estendersi anche alla Arabia Saudita e all’Iran (da vedere assieme
queste due nazioni è una novità epocale), sommando il Brasile e
Russia avremmo i maglioni produttori di petrolio tutti assieme, una
specie di opec ristretto.
2) se nel lungo
termine dovesse realizzarsi l’adozione di una moneta di scambio
alternativa al dollaro (cosa che non avverrà sicuramente dall’oggi
al domani) saremo sicuramente costretti a rivalutare quali saranno le
direzioni future dei flussi di capitali.
Ora torniamo agli
aspetti più operativi.
A metà giugno avevo proposto la strategia sul petrolio con il titolo “Guadagnare anche se i prezzi scendono? Si può: 15% sul petrolio“. Tale strategia sia rilevata anche più proficua di quanto pensato visto che il certificato è stato rimborsato anticipatamente proprio questa settimana realizzando quindi il guadagno della conto capitale prima della scadenza naturale.
Sfortunatamente la scorsa settimana non ho potuto scrivere il consueto post, mi sarebbe piaciuto perché avrei voluto fornire un’alternativa al tanto declamato BTP valore. Sono perfettamente consapevole di essere fuori tempo massimo e per questo accennerò solo brevemente a quali siano, secondo me, le criticità del BTP in questione; poi presenterò comunque il prodotto che avevo selezionato perché comunque rimane un’ottima scelta per coloro che vogliono costruire un portafoglio con un profilo di rischio estremamente basso.
Il BTP valore ha una durata di 4 anni con una struttura cedolare di tipo step-up: 3.5% per i primi due anni e il 4% per gli ultimi due. Inoltre c’è anche un premio di fedeltà per chi lo detenga per tutta la durata dello 0,5%.
Attualmente abbiamo un tasso di inflazione che è abbondantemente più del doppio della cedola, ma, cosa ancora più importante, sia proprio nel mezzo di un ciclo di rialzo dei tassi di interesse da parte della Banca Centrale Europea: Per chi non avesse chiaro ancora il meccanismo diciamo che quando i tassi si alzano, a parità di altre condizioni, il valore dei titoli obbligazionari tende a scendere. La durata dei quattro anni, a mio avviso, è la peggiore su cui andare a investire: Infatti all’inizio il BTP subirà il deprezzamento dovuto all’aumento dei tassi, poi quando quest’ultimo si stabilirà (e penso ci vorrà almeno un anno e mezzo o due, magari intramezzato da qualche pausa, la sua vita residua sarà talmente corta da non poterne verificare a livello di aumento del valore.
Detto ciò, questa emissione ha avuto un successo talmente ampio da poter farmi affermare che le considerazioni fin qui scritte Non sono sicuramente condivise da un grande numero di investitori. Il tempo deciderà chi avrà avuto ragione.
Ricordo inoltre che Moody’s ha fatto slittare l’aggiornamento del rating dell’Italia che potrebbe riservare qualche spiacevole sorpresa.
Precisato ciò, veniamo al prodotto della settimana:
Non so voi ma
periodicamente mi trovo a dover affrontare il problema di come
reinvestire la liquidità generata dai certificati che vanno in
autocall oppure a scadenza. La situazione del mercato non è
sicuramente facile, ad esempio se si prende l’ultima settimana del
dell’indice italiano si può affermare che fino al pomeriggio di
venerdì le cose si stavano mettendo abbastanza male: La rottura di
una resistenza su base settimanale avrebbe sicuramente scaturito una
figura tecnica che avrebbe, con molta probabilità, riportato
l’indice a circa 25.500 punti per poi poter anche arrivare a 24.600.
Fortunatamente nella seconda parte del pomeriggio che è stata
un’inversione di tendenza che ha fatto sì che quella resistenza
fosse confermata.
Per ora possiamo
dire quindi che il pericolo è stato scampato, ma non bisogna
adagiarsi sugli allori, almeno secondo me, mai come ora è importante
valutare tutti gli scenari di possibile rischio.
Il certificato che
vi propongo questa settimana un po’ va proprio in questa direzione,
visto che contiene delle caratteristiche di cui abbiamo parlato
spesso durante gli ultimi post: Barriere lontane, premi
incondizionati ed un unico sottostante. Non solo il sottostante è
unico ma si tratta di un indice e non di un singolo titolo! Vediamone
le caratteristiche:
Settimana di ritracciamento per tutti gli indici azionari compreso
quello italiano, conseguenza del fatto che il rally avvenuto nelle
scorse sedute non era sostenibile perlomeno a quei ritmi. Io continuo
ad avere forti dubbi sulla sostenibilità del rialzo per due fattori
principali:
1) non è detto che
le politiche monetarie delle banche centrali diventino meno
restrittive nelle prossime riunioni. Tutti lo speriamo naturalmente
ma se il driver della politica monetaria è esclusivamente affidato a
livello di inflazione questo sicuramente non si abbasserà nei
prossimi mesi, da ciò deriva il punto successivo.
2) lo smantellamento fatto a pezzi della globalizzazione, ossia per essere più precisi il fenomeno di reshoring o nearshoring unite alle prolungate tensioni in Ucraina che non faranno altro che aumentare i prezzi dell’energia, non potranno certo stabilizzare l’andamento dei prezzi. Di fronte a ciò le banche centrali, come in un riflesso pavloviano, continueranno nel loro ritiro della liquidità e dell’innalzamento dei tassi di interesse.
Come già detto in
diversi poste è anche vero che con il tasso attuale d’inflazione
rimanere eccessivamente liquidi significa andare incontro ad una
perdita reale sicura.
Benché il mercato
obbligazionario sia sicuramente diventato più interessante di quanto
non lo fosse fino a qualche mese fa, va anche detto che, complice
appunto il repentino rialzo dell’inflazione, in molti casi per sempre
comunque di tassi reali (che non sono quelli nominali) ancora molto
bassi. Inoltre sono molto soggetti nei loro prezzi alle politiche
monetarie: Chi avesse comprato un paio di anni fa dei titoli di Stato
a 10 anni oggi sicuramente piange lacrime amare.
Detto ciò faccio
una piccola premessa prima di presentare il prodotto della settimana:
Lungi da me a firmare che il certificato di cui sotto sia la stessa
cosa che un’obbligazione o addirittura un’obbligazione statale,
consideratelo piuttosto un’alternativa da mettere in portafoglio
magari da affiancare a un portafoglio obbligazionario.