Chi mi segue da un po’ sa che i rialzi dei mesi precedenti mi
lasciavano alquanto perplesso, soprattutto alla luce non tanto e non
solo per le politiche monetarie delle banche centrali, ma più che
altro per i “driver” che le stanno spingendo.
Sapete che la mia visione personale parte dal fatto che il vero obbiettivo è quello di sedare le rivendicazioni salariali che stanno emergendo soprattutto in America, ad esempio si legga questo articolo. D’altro canto il sistema monetario non potrà mai essere così restrittivo da massacrare l’industria manufatturiera come fu fatto all’inizio degli anni 90, questo perché nei prossimi anni, soprattutto gli Stati Uniti, dovranno riportare a casa od a casa di qualche Fedele alleato fa parte della produzione industriale fino ad oggi concessa alla Cina.
Sarà interessante
nei prossimi mesi, o meglio ancora anni, vedere quale sarà il punto
d’equilibrio tra queste due esigenze contrapposte.
Di fronte a scenari
così incerti ho trovato un certificato che presenta un grado di
protezione veramente raro ma che al contempo offre anche un
rendimento di tutto rispetto poco sotto il 9% l’anno, analizziamone
le caratteristiche:
Per motivi di tempo
il post di oggi sarà estremamente breve e andremo direttamente al
punto. Continua il ribasso degli indici azionari dovuto
essenzialmente al fatto che nei mesi precedenti, come più volte
sottolineato in questo blog, gli operatori finanziari scontavano una
politica monetaria che sarebbe diventata meno restrittiva in poco
tempo. L’atteggiamento invece delle banche centrali sta dando
tutt’altra prospettiva ed è per questo che sia gli indici
obbligazionari che quelli azionari stanno a riguardo le proprie
quotazioni.
In più c’è da
aggiungere che statisticamente il mese di settembre è sempre tra i
peggiori dell’anno e soprattutto per quanto riguarda l’ultima
settimana. Sempre rimanendo nel campo della statistica possiamo
affermare che il mese appena iniziato è più favorevole così come
lo è in generale l’ultimo trimestre dell’anno.
Uno dei settori che
nell’ultima settimana è stato preso di mira è quello delle public
utility niente perché è un settore che più di altri fa ricorso
alla leva finanziaria ma se lo può anche permettere dati i suoi
derivati livelli di cash flow. Nel medio termine questo settore è
sempre rivelato più stabile della media di mercato ed è per questo
che uno Spike dei prezzi è un occasione per entrare con un
certificato:
Il titolo peggiore è
Enel e potete notare dal grafico settimanale quanto sia lontana la
barriera e soprattutto dov’è posizionata nello storico dei prezzi:
Una cosa
interessante di questo certificate è che le cedole sono fisse, cioè
non dipendono dall’andamento dei sottostanti e questo rappresenta
un ottimo cuscinetto anche in caso di violazione delle barriere.
Ho acquistato il
certificate a 944€, a questi prezzi il certificate produce un
rendimento cedolare pari a circa 8,4% a cui va aggiunto un circa 2,3%
annuo di capitale che porta il rendimento totale quindi a circa il
10,7%.
Considerando la
protezione delle barriere e il fatto di avere cedole garantite penso
che il rapporto rischio / rendimento sia veramente vantaggioso.
Tengo infine a
precisare che, come tutti i post di questo blog, questo non vuole
essere assolutamente un invito all’acquisto, bensì un analisi
indipendente fatta in questi giorni dal sottoscritto.
Per questo mi auguro
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L’indice italiano prosegue nel suo andamento laterale compreso tra
i 26900 e i 27500 punti. Discorso un po’ diverso per il Nasdaq che
nelle ultime sedute a trovato uno slancio sicuramente maggiore
rispetto agli altri indici. Non c’è bisogno che vi ribadisca il mio
che scetticismo il livello dei prezzi del mercato azionario
rapportati alla politica monetaria delle banche centrali. Ho però
anche ribadito più volte che dato il prolungarsi di questa fase di
congestione non è neanche possibile rimanere completamente liquidi e
quindi bisogna andare a trovare dei prodotti che diano un rendimento
accettabile e al contempo subiscono in maniera meno pronunciata
eventuali ribassi del mercato azionario.
Questo
sostanzialmente nel mondo dei certificati significa cercare le
seguenti caratteristiche:
1 – sottostanti
correlati e possibilmente poco volatili
2 – barriere il più
profonde possibili
3 – opzioni di
airbag che permette in caso di perdita di calcolare il prezzo di
rimborso a partire dalla barriera invece che dal prezzo di emissione
4 – cedole fisse a
prescindere dall’andamento dei sottostanti.
Solitamente mi
accontento anche solo di un paio delle caratteristiche sopra citate,
mentre questa volta ho trovato un certificato che le comprende tutte
e quattro!
Continua il trend rialzista del nostro indice. Io mi posso limitare a
constatare che trovare un mercato così a rialzo negli ultimi 40 anni
è veramente qualcosa più unico che raro, soprattutto con queste
condizioni macroeconomiche:
1) tassi a rialzo
per le banche centrali europea e americana
2) l’inversione
della curva di tassi dei rendimenti, dove un bond a cinque anni rende
più del 10 anni
3) una guerra che
sembra ancora lontana dall’essere risolta
4) l’ultimo
scherzetto fatto dal governo sullo stop della cessione dei crediti
edilizi che vedrete che problemi d’insolvenza creerano.
Potrei andare
avanti, ma ormai spero conosciate la mia onestà intellettuale, per
cui chi ha seguito il trend sicuramente ad oggi ha avuto ragione.
Sapete anche che da
tempo sto accumulando liquidità, ma d’altro canto con questi
rialzi molti prodotti in portafoglio o stanno andando in autocall o
semplicemente scadono e naturalmente non si può rimanere totalmente
liquidi. Proprio questa settimana mi è scaduto questo certificate:
DE000VX60R79 (che non ho recensito sul sito) con sottostante tre
utility.
Mi sono quindi messo
alla ricerca di un prodotto che comunque potesse sostituirlo
reinvestendo il capitale liberato e quello generato dalle cedole in
modo tale da tenere invariata la quota di liquidità ma allo stesso
tempo continuare a generare cash flow. Il prodotto che ho trovato è
quello che segue e rimaniamo nello stesso settore ma pongo una
barriera molto significativa che permette di rimanere in utile anche
a fronte di un dimezzamento delle attuali quotazioni.
Dopo una settimana di pausa rieccoci qui. Come ogni inizio mese
facciamo il punto sul portafoglio Italia. L’ultimo mese è stato
sicuramente positivo per tutti gli indici azionari e soprattutto per
quello italiano, vecchietti versi anche troppo positivo Infatti tassi
di crescita così alti in così breve tempo sono difficilmente
sostenibili sul lungo termine. La regione principale di tale
ottimismo risiede nella aspettative del mercato in una politica più
accomodante da parte delle banche centrali in primis della Fed, o
meglio più che puliti che accomodanti si aspettano quantomeno
politiche meno restrittive. Le due settimane a venire saranno di chi
vive nel comprendere se cari aspettative saranno poi oggettivamente
confermate o se le politiche monetarie continueranno il loro
carattere estremamente “hawkish”. Nel frattempo non chiesta
che goderci il momento ed approfittarne.
Per quanto riguarda
il portafoglio Italia ci sono diverse buone notizie e una forse
leggermente sotto le aspettative, per lo meno le mie.
Nell’ultimo mese il portafoglio Italia ha messo a Segno un rialzo delle 10% contro uno scarso 9% del FTSE Mib andando così a recuperare ulteriormente il gatto che si era creato a metà anno come si evince dalla figura qui sotto:
Da inizio anno il
portafoglio Italia ha perso quindi il 9,17% contro il 9.01% del Ftse
Mib, certo quest’anno non è finora riuscito a battere l’indice ma le
due prestazioni sono veramente similari e non escludo che da qui al
31 dicembre le cose si ribaltino. Il maggior contributo dell’ultimo
recupero sono stati qui titoli che durante l’anno invece sono stati
maggiormente penalizzati e mi riferisco In particolare ad Unieuro ed
Enel. Come si evince dalla tabella sotto riportata il titolo migliore
è stato Eni e ricordo che esso è entrato a seguito di una rotazione
che tra l’altro ci ha impedito di perdere un sacco di soldi su
Telecom Italia, segue a stretto giro Bayer e poi Terna:
Va poi anche
sottolineato che, è inutile girarci intorno, i due eventi principali
di quest’anno, ossia, la guerra in Ucraina ed il repentino rialzo dei
tassi, hanno costituito due elementi statistici veramente particolari
che avrebbero potuto mettere in seria difficoltà un algoritmo che si
basa sulla storia pregressa e sulle correlazioni tra titoli. A metà
anno questo è avvenuto sicuramente in maniera preponderante e poi
pian piano le anomalie statistiche si sono inevitabilmente assorbite
ed hanno riportato le performance delle portafoglio Italia in linea
con quelle dell’indice principale. Diciamo anche che per chi fosse
entrato a metà anno nel portafoglio Italia avrebbe fatto un sacco di
soldi.
Rimane poi
l’evidente sovra performance se si guarda al lungo periodo come
riportato dalla grafico qui sotto:
Dall’inizio del 2018
il portafoglio Italia è in positivo del 19% mentre il FTSE Mib lo è
del 5,09%.
Veniamo ora
all’aspetto leggermente sotto le aspettative ossia il dividendo
complessivo: Quest’anno il dividendo si attesterà al 5.84% mentre il
nostro target era quantomeno sopra il 6%. Certo non è che sia una
grandissima differenza, più psicologica che non reale, però parte
gli questa sottoperformance in termini di dividendi è anche dovuta a
un calcolo non perfettamente colletto: Enel stacca il primo dividendo
la terza settimana di gennaio, poiché il nostro portafoglio Italia
inizia circa in quella data l’algoritmo ha considerato tre dividermi
invece che due e dal punto di vista contabile questo non è molto
corretto. Ti ho non toglie che vuoi possiate tranquillamente tenervi
Enel fino al 23 gennaio e raggiungerete così un rendimento da
dividendo del circa 6,3%, per quanto mi riguarda Naturalmente la
rendita dovuta ai dividermi per quest’anno sarà comunque pari al
5,84%.
Per essere ancora
più precisi quest’anno il primo dividendo da parte di Enel è stato
staccato il 24 gennaio mentre nel 2023 lo stacco avverrà il 23
gennaio, poiché l’algoritmo considera un range temporale di un anno
il dividendo del 24 gennaio 2022 ed il dividendo del 23 gennaio 2023
sono stati considerati all’interno dei 12 mesi di vita del
portafoglio Italia.
Spero abbiate notato
come faccio sempre tutto nella massima trasparenza anche quando le
cose non vanno come prospettato, per quanto lo scarto sia tutto
sommato minimo.
A questo punto non
mi resta che darvi appuntamento alla prossima settimana per altre
opportunità di mercato.
Tengo infine a
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Spero di aver fatto
cosa gradita lasciando link diretti a tutti i dati senza passare per
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Torniamo alle consuetudini e quindi, essendo all’inizio del mese,
analizziamo il portafoglio Italia. Abbiamo avuto indubbiamente tre
settimane di recupero che però analizzate giorno per giorno non
hanno sicuramente dato quel trend lineare tipico dei mercati toro.
Benché la natività non sia sicuramente tra le più alte in questo
periodo, va anche tenuto a mente qualche episodio che la dicono lunga
sulla fase attuale di mercato. Ad esempio prendiamo la conferenza
stampa di Powell, prima è stato rilasciato un comunicato stampa in
cui si faceva intravedere un rallentamento della politica
restrittiva, dopodiché le risposte dello stesso Powell alla
conferenza stampa hanno, se possibile, ancora più inasprito le
prospettive monetarie. In poche decine di minuti i mercati americani
sono passati da territorio positivo a un meno 3 % del NASDAQ. Analoga
si è verificata anche sul mercato dei cambi: Ad esempio sul cambio
AUDUSD avevo aperto da un paio di giorni una posizione short che ho
dovuto chiudere con uno stop loss anche se pochi minuti dopo il
cambio ha addirittura accelerato verso la direzione ribassista.
Questo giusto per
puntualizzare che in casi di alta volatilità addirittura intraday
c’è poco da fare se non proteggersi con stop loss.
Ma torniamo ora più
nello specifico del portafoglio Italia e quindi anche dell’andamento
del Ftse Mib. Per chi ancora non lo conoscesse riporto brevemente
cosa sia il portafoglio Italia e quali scopi si prefigge:
Come promesso la settimana scorsa ecco L’aggiornamento del portafoglio Italia. Senza girarci tanto attorno diciamo che prestazioni quest’anno non sono state sicuramente delle migliori. Il motivo principale di ciò è sicuramente il contesto non favorevole di tutti i mercati azionari, ivi incluso quello italiano, dovuto principalmente sia al contesto geopolitico che politiche monetarie restrittive delle banche centrali e di cui abbiamo diffusamente parlato molti altri post. Naturalmente ciò non deve essere una scusa, infatti si può sempre migliorare a prescindere dalle condizioni esterne.
Per chi ancora non
lo conoscesse ripetiamo brevemente cosa sia il Portafoglio Italia:
Ulteriore settimana di forti ribassi sugli indici azionari, sia le
politiche monetarie sia la retorica nelle banche centrali sta
disprezzando tutti i listini sia in America sia nel resto del mondo.
Non fa certo eccezione l’indice italiano anche se nell’ultima
settimana è andato meglio dei suoi omologhi europei. Il portafoglio
Italia si è mosso sostanzialmente in linea con l’indice benché
nell’ultima settimana sia stato più penalizzato a causa nel suo
sovrappeso nel comparto delle utility.
Colgo l’occasione
per rispondere anche ad un lettore che mi chiedeva qualche
aggiornamento sullo stesso Portafoglio Italia dicendo che con tutta
probabilità la prossima settimana farò un approfondimento
specifico, ma già questo post in qualche modo riguarda il
Portafoglio Italia.
Infatti come ho già
accennato poco sopra i titoli più penalizzati all’interno nel
portafoglio sono stati ultimamente proprio quelli delle utility ed in
particolare il titolo Enel. Al di là del Portafoglio Italia,
immagino che in un modo o nell’altro molti di voi saranno in qualche
modo investiti su questo titolo, sia perché è stato sempre
considerato un titolo difensivo sia perché è il titolo a maggior
capitalizzazione del MIB. Oggi lo troviamo a dei livelli immaginabili
fino a poco tempo fa. Io rimango comunque dell’idea che a questi
livelli un titolo come Enel sia largamente sottovalutato e che, anche
se con estrema prudenza, possa valer la pena cominciare ad accumulare
il titolo. Per chi invece volesse una strategia un po’ più
sofisticata che permettesse di guadagnare di più a fronte di un
rialzo anche contenuto di Enel propongo la seguente strategia:
Siamo entrati nell’ultimo mese dell’anno ed i tempi mi sono
sembrati maturi per svelare quali siano stati i titoli che hanno
composto il Portafoglio Italia 2021.
Per chi non lo
conoscesse, il Portafoglio Italia è in primis un tentativo (per ora
riuscito) di raggiungere l’indipendenza finanziaria. Essere
indipendenti per me è stato sempre sinonimo di libertà. La libertà
però doveva essere anche dal mercato stesso: sarebbe stato
altrettanto coercitivo passare ore al giorno davanti ad un terminale,
così ho inizia ad elaborare un algoritmo di selezione automatica di
titoli che potesse garantire sostanzialmente due caratteristiche:
1. Un
significativo flusso cedolare costante nel tempo (che costituisce la
forma di introito da impiegare nella vita quotidiana)
2. Rivalutazione nel
medio-lungo termine del capitale, visto che grazie ad esso è
possibile garantire il punto 1.
Per chi fosse
interessato ad una descrizione dell’algoritmo in questione può
tranquillamente fare una semplice ricerca su questo sito e troverà
quanto cerca, penso però che la maggior parte di voi sia curioso di
sapere come è andato il portafoglio e quali fossero i titoli
selezionati. Partiamo da una tabella che riassume tutto:
Ultima seduta complicata che dite ragazzi/e? Benché ben sapete che
predico prudenza da tempo ormai, è evidente che il colpo di ieri era
imparabile.
Detto ciò, l’ultima
cosa da fare è farsi prendere dal panico. Prima di tutto perché “Il
mercato azionario è l’unico mercato in cui quando le cose vanno in
svendita tutti i clienti scappano via dal negozio”, poi, male che
vadano le cose, la storia l’abbiamo già vissuta sia a livello
sanitario che economico/finanziario.
Sappiamo già che,
in caso di ritorno al lockdown, le banche centrali continueranno a
supportare la liquidità del mercato con buona pace degli
inflaziofobici (neologismo appena coniato) e dei seguaci della teoria
quantitativa della moneta. Certo, alcuni titoli subiranno ribassi
maggiori di altri, ma ormai conosciamo quegli strumenti che ci
permetteranno di ridurre i rischi senza dover forzatamente rimanere
alla finestra, anzi sono sicuro che nei prossimi giorni gli
emittenti, in virtù della elevata volatilità, usciranno con dei
certificate interessanti.
Nel frattempo si può
già iniziare ad approfittare del ribasso di alcuni prodotti già
emessi.
Quello che ho messo
sotto osservazione oggi è il seguente: