La prima domanda che mi viene da fare è: ma l’avete seguita la strategia del mese scorso “Guadagnare fino allo 85% sull’indice della paura!” e sulla percentuale diciamo che mi ero tenuto basso… se ho pensato ad un prodotto che andava fuori dello “standard” di questo sito un motivo c’era! Ma andiamo con ordine.
Mercati finanziari: tensione e volatilità in USA ed Europa
Panoramica settimanale
La settimana terminata l’11 ottobre 2025 ha visto un netto ritorno dell’incertezza sui mercati azionari globali. Le tensioni commerciali tra USA e Cina hanno dominato il sentiment: è stata registrata anche una corsa all’oro sui massimi storici, segnale di forte avversione al rischio. Anche Wall Street ha chiuso in forte ribasso, con l’S&P 500 che ha registrato il maggior calo giornaliero dal 10 aprile. Nel complesso, sui mercati ha pesato un mix di dati macro incerti (dal lavoro USA alle decisioni delle banche centrali) e di rinnovata avversione al rischio.
Venerdì 10 ottobre: picco di volatilità
La seduta di venerdì 10 ottobre è stata
particolarmente negativa e volatile. La variazione giornaliera degli
indici principali è stata la seguente:
– S&P 500:
–2,71 %.
– Nasdaq Composite: –3,56 %.
– Euro
Stoxx 50: –1,75 %.
– Indice VIX (volatilità):
+31,83 % (quotazione a 21,66).
In pratica, venerdì gli indici americani hanno subito cadute consistenti: l’S&P 500 ha registrato la sua peggior seduta dal 10 aprile, mentre il Nasdaq ha perso oltre il 3,5 %. Contestualmente, il CBOE Volatility Index (VIX) ha chiuso ai massimi da giugno 2025, riflettendo un’ondata di panico sui mercati. Anche le borse europee hanno risentito di queste tensioni, in linea con il calo segnalato per Piazza Affari e gli altri listini continentali.
Eccola qui la candela che ha segnalato l’esplosione della volatilità:

Conferma profetica dell’articolo su VIX
Questi movimenti confermano appieno le previsioni pubblicate su questo sito. Nell’articolo del 7 settembre 2025 intitolato “Guadagnare fino all’85% sull’indice della paura” si sottolineava come fattori quali un rallentamento del mercato del lavoro USA, attese di tagli dei tassi Fed e contenziosi sui dazi potessero creare “terreno fertile per un aumento della volatilità” L’analisi proponeva anche una strategia basata su un certificato Turbo Long sul future del VIX con leva ~4×, calcolando che un rialzo del VIX intorno al 20% avrebbe potuto generare un potenziale +85% sul capitale investito. Alla luce della brusca impennata del VIX e del contemporaneo sell-off azionario, quelle indicazioni si sono rivelate profetiche: chi avesse seguito il suggerimento avrebbe potuto conseguire rendimenti straordinari sfruttando l’impennata del cosiddetto “indice della paura”, considerando un +31% siamo ben oltre il 100%. Raddoppiare il capitale investito in un mese è sempre una piccola soddisfazione.
Ora bisogna specificare un altro aspetto, in finanza non c’è nulla di certo, fatta eccezione di una cosa: quando il VIX supera i 20 punti prima o poi torna sotto. Quindi qui si comincia a prospettare un mezzo rigore a porta vuota, ossia andare short sul VIX, ma sarà fondamentale trovare un prodotto che abbia una barriera alta, sopra i 35 almeno, in modo tale da non vedersi buttati fuori dal mercato prima che la volatilità si riassorba.
L’aumento della volatilità ha anche l’effetto di far abbassare i prezzi dei certificati creando così delle buone occasioni se ben valutate. Questo perché, a parità di prezzo del sottostante, quando la volatilità si riassorbe, il prezzo del certificato si apprezza comunque, creando così quella asimmetria che a me piace tanto.
Il meccanismo diventa ancora più accentuato nel tempo se nel certificato è presente l’opzione step-down.
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