Riprendiamo da dove
avevamo lasciato la scorsa settimana. Partiamo dall’indice FTSE MIB,
il corridoio individuato precedentemente ha confermato la propria
validità al centesimo come potete osservare anche voi dal grafico
sottostante:
Appena è stata toccata la resistenza individuata dall’estremo superiore del canale l’indice ha ritracciato con la candela rossa dell’ultima seduta. Naturalmente non vi faccio le analisi a fatti già avvenuti, ma potete verificare voi stessi quanto detto nello scorso post.
Per quanto riguarda
l’indice NASDAQ avevo detto che la situazione era un po’ più
complessa e che fosse necessario attendere la conferma del minimo
decrescente sull’oscillatore stocastico. In effetti nella giornata
successiva abbiamo assistito ad un ribasso nell’indice stesso ma tra
la seduta di giovedì e quella di venerdì l’indice ha nuovamente
riacquistato forza come si evince dal grafico sottostante:
Con questo movimento
il massimo dell’oscillatore stocastico è sostanzialmente in linea
con quello precedente quindi si può affermare che il pattern
ipotizzato non si è verificato. Con altrettanta sicurezza però va
notato che la salita dell’indice NASDAQ si è interrotta proprio sui
massimi precedenti, sarà quindi estremamente importante verificare
nelle prossime sedute tali massimi verranno rotti oppure assisteremo
ad un ripiegamento.
Forza questa
analisi, presentiamo quindi il terzo dei quattro certificati che ho
individuato da mettere nel mio portafoglio per tutto il 2024:
Chi mi segue da un po’ sa che i rialzi dei mesi precedenti mi
lasciavano alquanto perplesso, soprattutto alla luce non tanto e non
solo per le politiche monetarie delle banche centrali, ma più che
altro per i “driver” che le stanno spingendo.
Sapete che la mia visione personale parte dal fatto che il vero obbiettivo è quello di sedare le rivendicazioni salariali che stanno emergendo soprattutto in America, ad esempio si legga questo articolo. D’altro canto il sistema monetario non potrà mai essere così restrittivo da massacrare l’industria manufatturiera come fu fatto all’inizio degli anni 90, questo perché nei prossimi anni, soprattutto gli Stati Uniti, dovranno riportare a casa od a casa di qualche Fedele alleato fa parte della produzione industriale fino ad oggi concessa alla Cina.
Sarà interessante
nei prossimi mesi, o meglio ancora anni, vedere quale sarà il punto
d’equilibrio tra queste due esigenze contrapposte.
Di fronte a scenari
così incerti ho trovato un certificato che presenta un grado di
protezione veramente raro ma che al contempo offre anche un
rendimento di tutto rispetto poco sotto il 9% l’anno, analizziamone
le caratteristiche:
Sfortunatamente la scorsa settimana non ho potuto scrivere il consueto post, mi sarebbe piaciuto perché avrei voluto fornire un’alternativa al tanto declamato BTP valore. Sono perfettamente consapevole di essere fuori tempo massimo e per questo accennerò solo brevemente a quali siano, secondo me, le criticità del BTP in questione; poi presenterò comunque il prodotto che avevo selezionato perché comunque rimane un’ottima scelta per coloro che vogliono costruire un portafoglio con un profilo di rischio estremamente basso.
Il BTP valore ha una durata di 4 anni con una struttura cedolare di tipo step-up: 3.5% per i primi due anni e il 4% per gli ultimi due. Inoltre c’è anche un premio di fedeltà per chi lo detenga per tutta la durata dello 0,5%.
Attualmente abbiamo un tasso di inflazione che è abbondantemente più del doppio della cedola, ma, cosa ancora più importante, sia proprio nel mezzo di un ciclo di rialzo dei tassi di interesse da parte della Banca Centrale Europea: Per chi non avesse chiaro ancora il meccanismo diciamo che quando i tassi si alzano, a parità di altre condizioni, il valore dei titoli obbligazionari tende a scendere. La durata dei quattro anni, a mio avviso, è la peggiore su cui andare a investire: Infatti all’inizio il BTP subirà il deprezzamento dovuto all’aumento dei tassi, poi quando quest’ultimo si stabilirà (e penso ci vorrà almeno un anno e mezzo o due, magari intramezzato da qualche pausa, la sua vita residua sarà talmente corta da non poterne verificare a livello di aumento del valore.
Detto ciò, questa emissione ha avuto un successo talmente ampio da poter farmi affermare che le considerazioni fin qui scritte Non sono sicuramente condivise da un grande numero di investitori. Il tempo deciderà chi avrà avuto ragione.
Ricordo inoltre che Moody’s ha fatto slittare l’aggiornamento del rating dell’Italia che potrebbe riservare qualche spiacevole sorpresa.
Precisato ciò, veniamo al prodotto della settimana:
Per chi mi segue da un po’ sa benissimo quali sia il grado di
trasparenza che riporto qui nel blog in merito alle mie scelte di
investimento. Da diverso tempo sostengo che il ritmo di rialzo dei
mercati azionari fosse insostenibile soprattutto alla luce delle
politiche monetarie restrittive messe in atto da tutte le principali
banche centrali mondiali. In base a questa mia visione ho preso
scelte abbastanza radicali come liquidare completamente il
portafoglio Italia e non rinnovare diversi giustificati che sono
giunti a scadenza o che sono incorsi nell’autocall. Con altrettanta
trasparenza e onestà intellettuale nelle settimane precedenti ho
sempre candidamente ammesso che il mercato stava andando nella
direzione opposta a quella da me pronosticata. Con altrettanta
trasparenza permettetemi ora di constatare come nel giro di
pochissime sedute la situazione si sia ribaltata completamente e la
strategia di prudenza e di attesa comincia a dare i propri frutti.
Ennesima dimostrazione che ragionare con la propria testa prima o poi
da i suoi frutti!
Vediamo ad esempio
al portafoglio Italia: Ho liquidato tutto la terza settimana di
gennaio quando l’indice FTSE MIB era 25776 punti. Oggi che lo
ritroviamo a 25495 posso già affermare che non facendo nulla ho
fatto meglio dell’indice stesso. Aprrofondendo maggiormente l’analisi
tecnica dell’indice italiano, sarà molto importante verificare la
tenuta del livello 24900 (o se volete una cifra tonda va bene anche
25000). Una tenuta di tale livello farebbe rientrare gli attuali
ribassi in un ritracciamento all’interno di un movimento comunque
rialzista, in caso contrario gli scenari cambierebbero.
Passando alla parte più operativa, come al filmato nel precedente post, un aumento della volatilità avrebbe sicuramente aperto alcune opportunità ed è quello che si comincia a verificare. In particolare il certificato che andiamo ad analizzare questa settimana rappresenta un buon rapporto rischio rendimento se si considerano sia la distanza dalle barriere sia la tipologia di sottostanti. Vediamo quindi di cosa si tratta:
Continua il trend rialzista del nostro indice. Io mi posso limitare a
constatare che trovare un mercato così a rialzo negli ultimi 40 anni
è veramente qualcosa più unico che raro, soprattutto con queste
condizioni macroeconomiche:
1) tassi a rialzo
per le banche centrali europea e americana
2) l’inversione
della curva di tassi dei rendimenti, dove un bond a cinque anni rende
più del 10 anni
3) una guerra che
sembra ancora lontana dall’essere risolta
4) l’ultimo
scherzetto fatto dal governo sullo stop della cessione dei crediti
edilizi che vedrete che problemi d’insolvenza creerano.
Potrei andare
avanti, ma ormai spero conosciate la mia onestà intellettuale, per
cui chi ha seguito il trend sicuramente ad oggi ha avuto ragione.
Sapete anche che da
tempo sto accumulando liquidità, ma d’altro canto con questi
rialzi molti prodotti in portafoglio o stanno andando in autocall o
semplicemente scadono e naturalmente non si può rimanere totalmente
liquidi. Proprio questa settimana mi è scaduto questo certificate:
DE000VX60R79 (che non ho recensito sul sito) con sottostante tre
utility.
Mi sono quindi messo
alla ricerca di un prodotto che comunque potesse sostituirlo
reinvestendo il capitale liberato e quello generato dalle cedole in
modo tale da tenere invariata la quota di liquidità ma allo stesso
tempo continuare a generare cash flow. Il prodotto che ho trovato è
quello che segue e rimaniamo nello stesso settore ma pongo una
barriera molto significativa che permette di rimanere in utile anche
a fronte di un dimezzamento delle attuali quotazioni.
Dopo una settimana di pausa rieccoci qui. Come ogni inizio mese
facciamo il punto sul portafoglio Italia. L’ultimo mese è stato
sicuramente positivo per tutti gli indici azionari e soprattutto per
quello italiano, vecchietti versi anche troppo positivo Infatti tassi
di crescita così alti in così breve tempo sono difficilmente
sostenibili sul lungo termine. La regione principale di tale
ottimismo risiede nella aspettative del mercato in una politica più
accomodante da parte delle banche centrali in primis della Fed, o
meglio più che puliti che accomodanti si aspettano quantomeno
politiche meno restrittive. Le due settimane a venire saranno di chi
vive nel comprendere se cari aspettative saranno poi oggettivamente
confermate o se le politiche monetarie continueranno il loro
carattere estremamente “hawkish”. Nel frattempo non chiesta
che goderci il momento ed approfittarne.
Per quanto riguarda
il portafoglio Italia ci sono diverse buone notizie e una forse
leggermente sotto le aspettative, per lo meno le mie.
Nell’ultimo mese il portafoglio Italia ha messo a Segno un rialzo delle 10% contro uno scarso 9% del FTSE Mib andando così a recuperare ulteriormente il gatto che si era creato a metà anno come si evince dalla figura qui sotto:
Da inizio anno il
portafoglio Italia ha perso quindi il 9,17% contro il 9.01% del Ftse
Mib, certo quest’anno non è finora riuscito a battere l’indice ma le
due prestazioni sono veramente similari e non escludo che da qui al
31 dicembre le cose si ribaltino. Il maggior contributo dell’ultimo
recupero sono stati qui titoli che durante l’anno invece sono stati
maggiormente penalizzati e mi riferisco In particolare ad Unieuro ed
Enel. Come si evince dalla tabella sotto riportata il titolo migliore
è stato Eni e ricordo che esso è entrato a seguito di una rotazione
che tra l’altro ci ha impedito di perdere un sacco di soldi su
Telecom Italia, segue a stretto giro Bayer e poi Terna:
Va poi anche
sottolineato che, è inutile girarci intorno, i due eventi principali
di quest’anno, ossia, la guerra in Ucraina ed il repentino rialzo dei
tassi, hanno costituito due elementi statistici veramente particolari
che avrebbero potuto mettere in seria difficoltà un algoritmo che si
basa sulla storia pregressa e sulle correlazioni tra titoli. A metà
anno questo è avvenuto sicuramente in maniera preponderante e poi
pian piano le anomalie statistiche si sono inevitabilmente assorbite
ed hanno riportato le performance delle portafoglio Italia in linea
con quelle dell’indice principale. Diciamo anche che per chi fosse
entrato a metà anno nel portafoglio Italia avrebbe fatto un sacco di
soldi.
Rimane poi
l’evidente sovra performance se si guarda al lungo periodo come
riportato dalla grafico qui sotto:
Dall’inizio del 2018
il portafoglio Italia è in positivo del 19% mentre il FTSE Mib lo è
del 5,09%.
Veniamo ora
all’aspetto leggermente sotto le aspettative ossia il dividendo
complessivo: Quest’anno il dividendo si attesterà al 5.84% mentre il
nostro target era quantomeno sopra il 6%. Certo non è che sia una
grandissima differenza, più psicologica che non reale, però parte
gli questa sottoperformance in termini di dividendi è anche dovuta a
un calcolo non perfettamente colletto: Enel stacca il primo dividendo
la terza settimana di gennaio, poiché il nostro portafoglio Italia
inizia circa in quella data l’algoritmo ha considerato tre dividermi
invece che due e dal punto di vista contabile questo non è molto
corretto. Ti ho non toglie che vuoi possiate tranquillamente tenervi
Enel fino al 23 gennaio e raggiungerete così un rendimento da
dividendo del circa 6,3%, per quanto mi riguarda Naturalmente la
rendita dovuta ai dividermi per quest’anno sarà comunque pari al
5,84%.
Per essere ancora
più precisi quest’anno il primo dividendo da parte di Enel è stato
staccato il 24 gennaio mentre nel 2023 lo stacco avverrà il 23
gennaio, poiché l’algoritmo considera un range temporale di un anno
il dividendo del 24 gennaio 2022 ed il dividendo del 23 gennaio 2023
sono stati considerati all’interno dei 12 mesi di vita del
portafoglio Italia.
Spero abbiate notato
come faccio sempre tutto nella massima trasparenza anche quando le
cose non vanno come prospettato, per quanto lo scarto sia tutto
sommato minimo.
A questo punto non
mi resta che darvi appuntamento alla prossima settimana per altre
opportunità di mercato.
Tengo infine a
precisare che, come tutti i post di questo blog, questo non vuole
essere assolutamente un invito all’acquisto, bensì un analisi
indipendente fatta in questi giorni dal sottoscritto.
Spero di aver fatto
cosa gradita lasciando link diretti a tutti i dati senza passare per
servizi di pubblicità. Per questo mi auguro che siate così gentili,
vista la completa gratuità del sito, di fare almeno un click su un
banner presente nella pagina e mettere un like se l’articolo è di
vostro gradimento.
Vi ricordo che
chiunque voglia essere tempestivamente informato sulle novità
pubblicate dal blog può iscriversi alla mailing list qui a destra.
Inoltre tenete presente che l’iscrizione è portata a termine solo se
viene confermata dopo aver cliccato sul link che vi verrà spedito a
seguito dell’immissione della vostra email alla mailing list.
Torniamo alle consuetudini e quindi, essendo all’inizio del mese,
analizziamo il portafoglio Italia. Abbiamo avuto indubbiamente tre
settimane di recupero che però analizzate giorno per giorno non
hanno sicuramente dato quel trend lineare tipico dei mercati toro.
Benché la natività non sia sicuramente tra le più alte in questo
periodo, va anche tenuto a mente qualche episodio che la dicono lunga
sulla fase attuale di mercato. Ad esempio prendiamo la conferenza
stampa di Powell, prima è stato rilasciato un comunicato stampa in
cui si faceva intravedere un rallentamento della politica
restrittiva, dopodiché le risposte dello stesso Powell alla
conferenza stampa hanno, se possibile, ancora più inasprito le
prospettive monetarie. In poche decine di minuti i mercati americani
sono passati da territorio positivo a un meno 3 % del NASDAQ. Analoga
si è verificata anche sul mercato dei cambi: Ad esempio sul cambio
AUDUSD avevo aperto da un paio di giorni una posizione short che ho
dovuto chiudere con uno stop loss anche se pochi minuti dopo il
cambio ha addirittura accelerato verso la direzione ribassista.
Questo giusto per
puntualizzare che in casi di alta volatilità addirittura intraday
c’è poco da fare se non proteggersi con stop loss.
Ma torniamo ora più
nello specifico del portafoglio Italia e quindi anche dell’andamento
del Ftse Mib. Per chi ancora non lo conoscesse riporto brevemente
cosa sia il portafoglio Italia e quali scopi si prefigge:
Non c’era da fidarsi del rimbalzo di due venerdì fa e la settimana
appena trascorsa ne ha dato la conferma.
Rimango dell’opzione
che ormai le banche centrali sono entrate nella mentalità
fondamentalista del rialzo dei tassi costi quel costi (un whatever it
takes al contrario) anche massacrando completamente la domanda benché
è evidente che i problemi siano tutti nell’offerta in un mondo che
sta rapidamente cambiando. Quindi in un momento in cui sarebbero
necessari forti investimenti nei paesi occidentali (energie
rinnovabili e semiconduttori in primis), si riduce la massa
monetaria. Auguri e si salvi chi può mi verrebbe da dire.
Fortunatamente
l’aumento inevitabile della volatilità sta permettendo agli
emittenti di costruire prodotti sempre più interessanti, impensabili
fino a poco tempo fa.
Il certificate che
riporto di seguito è, a mio avviso, un’ottima opportunità ed
anche un’alternativa alla liquidità che inevitabilmente è
soggetta a svalutazione causata dall’inflazione.
Naturalmente ogni
prodotto ha il suo rischio e nessuno ne è privo, ma quello che segue
ha barriere poste al 40% del prezzo iniziale, ossia una distanza del
60%.
Oggi partiamo da un vecchio post del settembre del 2018 intitolato “Un certificato che è una fenice“. A distanza di poco meno di 4 anni possiamo apprezzare come questo certificato abbia svolto egregiamente la propria funzione di protezione e contemporaneamente di generatore di profitti: Infatti a fronte di una caduta di Eni di poco meno delle 30% il certificato ha guadagnato il 10% ogni anno più un altro 2% di sconto capitale visto che eravamo entrati a 980€. L’ultima rilevazione della barriera è stata effettuata il 4 luglio mentre il certificato verrà rimborsato questa settimana. Benché non esiste un prodotto che vada bene per ogni occasione è per ogni condizione di mercato voglio sottolineare ancora una volta come in un arco temporale di 4 anni si sia verificata una notevolissima asimmetria di rendimento tra sottostante e certificato stesso, ripeto: Un minuto del titolo a fronte di un più 40% del certificato, non male che dite?
Ora teoricamente si
pone la questione di Come rivestire la liquidità così generata.
Premetto in questa fase di mercato, come ripeto da tempo, tenersi più
liquidi del solito non è sicuramente una cattiva idea. Invece hanno
già una cospicua liquidità e quindi vogliono investire quanto
incassato alla scadenza del certificato ho trovato un nuovo prodotto
che mi ha conquistato per una caratteristica decisamente innovativa.
Iniziamo con il presentare i suoi dati:
Questa prima settimana del mese torniamo ad occuparci nuovamente del
portafoglio Italia. Per chi ancora non conosce il Portafoglio Italia
è una selezione di titoli negoziati nel mercato italiano
caratterizzati da un alto dividendo e bassa volatilità. Lo strumento
ideale per coloro che pur non volendo rinunciare ai profitti del
mercato azionario al contempo vogliono grantirsi flussi cedolari
importanti e tenere a bada le oscillazioni del proprio capitale. Tale
selezione è effettuata su basi puramente quantitative da un
algoritmo da me sviluppato, l’attuale composizione è riportata qua
sotto: