Questa prima settimana del mese torniamo ad occuparci nuovamente del portafoglio Italia. Per chi ancora non conosce il Portafoglio Italia è una selezione di titoli negoziati nel mercato italiano caratterizzati da un alto dividendo e bassa volatilità. Lo strumento ideale per coloro che pur non volendo rinunciare ai profitti del mercato azionario al contempo vogliono grantirsi flussi cedolari importanti e tenere a bada le oscillazioni del proprio capitale. Tale selezione è effettuata su basi puramente quantitative da un algoritmo da me sviluppato, l’attuale composizione è riportata qua sotto:
La settimana scorsa molti titoli hanno staccato il dividendo tra cui anche alcuni presenti nel portafoglio Italia stesso: Intesa San Paolo, ENI, assicurazioni Generali, Ascopiave, portando così l’ammontare del liceo incassate sopra il 3% del capitale. A fine anno il rendimento cedolare dovrebbe essere superiore al 6%. Le poche notazioni che sono state effettuate durante l’anno è che sono riportate nella tabella sopra in colore rosso hanno sicuramente contribuito ad una maggiore performance del portafoglio stesso. I dati confermano infatti a fronte di un -10.69% dell’indice MIB il portafoglio Italia dimezzato le perdite attestandosi poco sopra al -5%. In una situazione così complessa come quella causata dalla guerra in Ucraina è comunque un risultato da non sottovalutare soprattutto alla luce della immutata capacità del portafoglio Italia di generare rendimenti cash.
Lo spread l’andamento dell’indice MIB contro il portafoglio Italia è riportato nel grafico sottostante ed evidenzia come da inizio anno il portafoglio Italia si sia mediamente comportato meglio dell’indice di riferimento:
Tali risultati risultano ancora più evidenti se si considera la serie storica che parte dal 2018, ossia dall’inizio del portafoglio Italia: In questo caso a fronte di un +3.14% dell’indice MIB il portafoglio Italia ha messo a segno un + 24,18% come venne rappresentato dal grafico sottostante che più di qualsiasi altra parola evidenzia come le due performance distanzino col passare del tempo.
Tenete infine in considerazione che in questi dati è compreso anche il grande ribasso avvenuto durante la pandemia.
Riuscire a realizzare una media di un 6% l’anno significa sostanzialmente battere la gran parte dei fondi oggi in vendita che investono su azioni italiane e tutto senza pagare un euro di commissioni, non male direi.
Tengo infine a precisare che, come tutti i post di questo blog, questo non vuole essere assolutamente un invito all’acquisto, bensì un analisi indipendente fatta in questi giorni dal sottoscritto.
Spero di aver fatto cosa gradita lasciando link diretti a tutti i dati senza passare per servizi di pubblicità. Per questo mi auguro che siate così gentili, vista la completa gratuità del sito, di fare almeno un click su un banner presente nella pagina e mettere un like se l’articolo è di vostro gradimento.
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