Sfruttare l’incertezza sulle banche americane per un +9%

Cerchiamo di di prendere velocemente il filo partendo dall’ultimo post: avevo segnalato un importante supporto a quota 24900 del FTSE MIB, l’indice ha toccato dei livelli leggermente superiori per poi rimbalzare proprio da lì. Forse qualcuno potrà avere pensato che il ritracciamento si fosse esaurito con questo movimento ma la seduta di venerdì sembra avere incrinato tali certezze. Vi avevo Inoltre anche anticipato sia che l’aumento della volatilità avrebbe aperto nuove occasioni sia che un certificato già emesso ma che non aveva ancora fissato il suo strike sarebbe potuta essere un’occasione interessante poiché ha come sottostanti tre delle principali banche americane che nel medio periodo potrebbero addirittura avvantaggiarsi della situazione di incertezza attuale. Il tutto impacchettato con una barriera estremamente distante e l’opzione airbag che, come ormai è stato spiegato più volte, in caso di chiusura sotto la barriera consente di ridurre le perdite cominciando a calcolare i ribassi non dal livello di Strike bensì da quello della barriera.

Vediamone le caratteristiche:

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Un’opportunità dal 18% ed un focus sulla banche americane

Per chi mi segue da un po’ sa benissimo quali sia il grado di trasparenza che riporto qui nel blog in merito alle mie scelte di investimento. Da diverso tempo sostengo che il ritmo di rialzo dei mercati azionari fosse insostenibile soprattutto alla luce delle politiche monetarie restrittive messe in atto da tutte le principali banche centrali mondiali. In base a questa mia visione ho preso scelte abbastanza radicali come liquidare completamente il portafoglio Italia e non rinnovare diversi giustificati che sono giunti a scadenza o che sono incorsi nell’autocall. Con altrettanta trasparenza e onestà intellettuale nelle settimane precedenti ho sempre candidamente ammesso che il mercato stava andando nella direzione opposta a quella da me pronosticata. Con altrettanta trasparenza permettetemi ora di constatare come nel giro di pochissime sedute la situazione si sia ribaltata completamente e la strategia di prudenza e di attesa comincia a dare i propri frutti. Ennesima dimostrazione che ragionare con la propria testa prima o poi da i suoi frutti!

Vediamo ad esempio al portafoglio Italia: Ho liquidato tutto la terza settimana di gennaio quando l’indice FTSE MIB era 25776 punti. Oggi che lo ritroviamo a 25495 posso già affermare che non facendo nulla ho fatto meglio dell’indice stesso. Aprrofondendo maggiormente l’analisi tecnica dell’indice italiano, sarà molto importante verificare la tenuta del livello 24900 (o se volete una cifra tonda va bene anche 25000). Una tenuta di tale livello farebbe rientrare gli attuali ribassi in un ritracciamento all’interno di un movimento comunque rialzista, in caso contrario gli scenari cambierebbero.

Passando alla parte più operativa, come al filmato nel precedente post, un aumento della volatilità avrebbe sicuramente aperto alcune opportunità ed è quello che si comincia a verificare. In particolare il certificato che andiamo ad analizzare questa settimana rappresenta un buon rapporto rischio rendimento se si considerano sia la distanza dalle barriere sia la tipologia di sottostanti. Vediamo quindi di cosa si tratta:

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Per gli amanti del rischio: +29% su Spotify al ribasso

Si sale con le scale e si scende con l’ascensore: Questa settimana ed in particolare le ultime due sedute sono state la prova concreta della veridicità di questo detto. Torneremo sicuramente a parlare nei prossimi post del fallimento della Silicon Valley Bank. Sicuramente sapete tutti ciò che è successo: Alla luce del rialzo dei tassi di interesse molte delle Startup che avevano un conto presso la banca hanno deciso di ritirare la liquidità perché la SVB non assicurava rendimenti soddisfacenti nei propri depositi. A fronte di un ritiro di massa la banca ha prima privato a (s)vendere delle partecipazioni che aveva in portafoglio poi ha provato a effettuare un aumento di capitale che però non ha trovato sottoscrittori. Nella serata di venerdì la banca è stata dichiarata fallita.

Nei prossimi giorni sarà interessante capire come mai proprio questa banca che si occupa, o meglio occupava, di Startup sia andata in crisi di liquidità (una mia teoria ce l’ho ma per adesso rimane tale) e soprattutto se tale modello è replicabile anche per altri istituti o se le banche dovranno iniziare a farci concorrenza con remunerazioni sulla liquidità sicuramente più alte delle attuali.

Per ora diciamo che non mi pento del mio atteggiamento estremamente prudente rispetto agli sviluppi azionari dell’ultimo mese, mese e mezzo. A conferma di ciò vi presento un certificato molto simile a quello della scorsa settimana ma con un profilo di rischio e quindi anche di rendimento sicuramente maggiore del precedente:

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Snap chat: fare +11% in soli sei mesi

Ormai conoscete benissimo quale sia la mia attuale visione sul rialzo dei listini azionari che stiamo osservando, per cui non penso vi sia bisogno di ribadirla nuovamente.

Finora mi sono limitato sostanzialmente ad aumentare la quota di liquidità, ora penso che, con la dovuta calma e prudenza, possa iniziare a dare seguito alla mia posizione “contrarian” anche in maniera più esplicita visto che di occasioni in tal senso se ne iniziano a vedere. Il certificate che segue secondo me è un buon esempio e penso che già nella giornata di lunedì sarò un acquirente.

Vediamone le caratteristiche:

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