Oggi facciamo un check delle nostre strategie d’investimento. Anche se sono passati poco più di due mesi dal nostro primo post, si possono già tirare le prime somme.
Partendo dal primo appunto, siamo tornati più volte sulla nostra visione di bassa inflazione e l’obbligo da parte della BCE di continuare nelle politiche espansive. Un’ulteriore conferma la trovate qui bella fresca!
Non ci eravamo però limitati a fare considerazioni macroeconomiche astratte, ma dato consigli operativi coerenti con la nostra view indicando due ETF obbligazionari europei. Vediamo com’è andata:
Strangolare una banca, sarebbe il sogno di molti farlo vero? Magari dopo esserlo stati, sarebbe bello restituire il favore strangolandola noi una banca. Mi dispiace deludere i più ma la strangolatura di cui andremo a parlare è una tecnica di trading… e comunque può servirci a toglierci qualche soddisfazione anche questa.
Questo post può essere considerato il naturale seguito di “Le banche continueranno ad essere in difficoltà… basta che non crollino in un colpo”. Sintetizzando avevamo affermato che la situazione nel comparto bancario italiano fosse caratterizzata da aspetti contrastanti che avrebbe mantenuto i prezzi in un trading range. Il nostro focus era stato poi indirizzato su due titoli specifici: Banco BPM e Banca Popolare dell’Emilia Romagna. Vediamo quindi a distanza di circa due settimane come sono andate le cose. Partiamo con Banco BPM:
Ormai lo sapete: a noi non piace né seguire il mainstream né fare i profeti contrarian a tutti i costi. Siamo degli agnostici, non ci innamoriamo mai di nessuna idea, non abbiamo nessun interesse a deformare la realtà: la guardiamo in faccia e cerchiamo di capire come far profitti.
Questa premessa è d’obbligo visto l’argomento che affronteremo in questo post. Abbiamo messo nel mirino due banche: Banca Popolare dell’Emilia Romagna e Banco BPM.
Per parlare di banche però è necessario capire un po’ il contesto in cui ci muoviamo. Non andiamo troppo indietro nel tempo, ci basta quest’estate: dopo aver fatto fallire 6 banche nel giro di qualche mese (Banca delle Marche, Banca Etruria, Carichieti, Cassa Ferrara, Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza ) ed aver sostanzialmente azzerato l’azionariato di Monte dei Paschi, con sommo giubilo, ci avevano spiegato che la crisi bancaria fosse finita e si potesse tornare a fare redditto. Dite che sono troppo generico? Allora riportiamo un paio di dichiarazioni di due personaggi a caso.
Il primo è Visco, governatore di Bankitalia (che non si è accorta di come sia iniziata ma sa benissimo che ora è finita):
La soluzione delle situazioni aziendali (ndr banche) dissestate e la ripresa economica stanno dissipando i rischi sulla tenuta del sistema
Ed anche il ministro dell’economia Padoan non era da meno:
Il peggio è alle spalle. Siamo a un punto di svolta che trae origine dalla ripresa economica, senza dimenticare il ruolo cruciale delle riforme
Tutto questo veniva dichiarato all’assembla dell’ABI. Riportiamo la fonte che noi consideriamo “mainstream” qui.
Di fronte a queste personaggi così prestigiosi, che occupano ruoli altrettanto prestigiosi, non avremmo dovuto far altro che tirare un sospiro di sollievo… però…
Però è più forte di noi, per valutare un rischio bisogna che prima cerchiamo di capire come mai le cose fossero andate male e quali ripari siano stati attuati. Così ci siam posti qualche domanda: