Non so voi ma l’ultimo spike rialzista a seguito del dato
sull’inflazione americana sotto le attese mi ha colto decisamente
di sorpresa. Se si analizzano un po’ meglio io dati si nota come il
dato più basso sia in particolare imputabile ai costi dei servizi
sanitari. Ammetto anche di non aver capito quali siano i motivi che
hanno portato a questa dinamica e quindi non mi esprimo oltre, per
ora prendo atto del dato e vedremo se nell’altro dato, quello del
PCE Core (metrica delle Fed per regolare la stretta monetaria
stimando il tasso di equilibrio) questa contrazione dell’inflazione
sarà confermata.
Fatto sta che
proprio la mattina stessa avevo immesso un ordine a qualche tick
sotto il prezzo di ask (esattamente a quota 100€) che ahimè non è
poi stato eseguito proprio in virtù del forte rialzo avvenuto nel
pomeriggio.
Ci tengo comunque a
presentare questo certificate perché è uno dei migliori che siano
mai stati emessi negli ultimi anni e dopo averlo letto penso
converrete con me e capirete anche il mio rammarico:
Questa settimana il post sarà estremamente sintetico per un prodotto
estremamente semplice e lineare. Si tratta di un Cash Collect che
come unico sottostante ha il titolo Lufthansa. Anche se ultimamente
non sia un grande fan dei titoli aerei ed in generale del settore
turistico questo certificato mostra delle peculiarità che in ottica
tattica lo rendono sicuramente interessante benché non sia ancora
entrato.
A differenza di quanto ipotizzato la scorsa settimana alla fine della fine del governo si è concretizzata. Poco male, sapete che le mie strategie sono pensate per uno scenario positivo che per quello negativo ed il certificato equipesato presentato un paio di settimane fa è ancora un prodotto estremamente valido. Aggiungo di più, proprio in questo clima di elevata volatilità nel mercato italiano è possibile trovare delle occasioni che normalmente nel campo dei derivati non pagherebbero i premi che pagano in questi giorni.
Il post di questa settimana sarà molto breve perché il prodotto che andiamo a presentare è molto semplice ma presenta un profilo rischio rendimento estremamente basso.
Anticipo un po’ di
caratteristiche: Si tratta di un Fixed Cash collect, per cui le
cedole sono sempre garantite ogni mese a prescindere da livelli dei
sottostanti. Questo già è un elemento di protezione in sé ma ciò
che lo rende ancora più protettivo il livello di barriera
estremamente basso al 40% dello Strike iniziale, in altre parole il
certificato rimborserà a prezzo pieno fino ad un ribasso del 60% del
peggiori dei sottostanti, ossia le valutazioni possono anche più che
dimezzarsi.
Le sedute di giovedì e venerdì sono state due giornate di ordinaria
follia. L’aspetto più grave è che tale follia si è stata scaturita
dalla istituzione che dovrebbe invece stabilizzare il sistema
economico e finanziario vale a dire la Banca Centrale Europea. I
giornali hanno imputato tali brusche discese degli indici azionari
all’annuncio della Lagarde di un doppio innalzamento dei tassi di
interesse nei prossimi mesi. Ciò è vero solo in parte, infatti il
mercato scontava già un rialzo dei tassi di interesse, la vera
mazzata è arrivata con l’annuncio della fine della degli acquisti
netti dei titoli di Stato, o meglio la dismissione del programma App
dal 1 luglio 2022.
Solidalmente
all’annuncio del rialzo dei tassi gli unici titoli che ne beneficiano
Sono proprio quelli bancari, questa volta è successo l’esatto
contrario: I titoli bancari sono stati i peggiori ed hanno trascinato
con loro tutto l’indice MIB.
Questa è
l’ulteriore conferma di quanto la politica monetaria della Banca
Centrale Europea sia sfasata rispetto agli obiettivi che si deve
porre: Sono passati 10 anni dal famoso Whatever it takes di Mario
Draghi in cui è stato inaugurato il periodo di politica monetaria
espansiva nell’area euro, malgrado ciò fino a pochi mesi fa non si è
vista traccia di inflazione. Guarda caso l’inflazione si è alzata
alla fine (presunta) di una pandemia ed alla crisi geopolitica più
importante del secolo.
Conclusione: le
politiche monetarie nulla hanno potuto quando si doveva alzare
l’inflazione e poco potrà per il suo ribasso, questo per il
semplice motivo che questa non è un’inflazione generata da
eccessiva liquidità, bensì di scarsità di offerta rispetto alla
domanda (e le ultime sanzioni hanno aggravato la situazione).
Quindi laddove
servirebbe un maggiore impiego di investimenti per superare ad
esempio l’aumento dei costi dell’energia o della scarsità di
semiconduttori si costringerà gli stati ad attuare le ben note
politiche restrittive che tanto bene hanno fatto negli anni passati.
Qui mi fermo perché
il discorso ci porterebbe lontano, faccio solo notare che in questa
situazione il vero cruccio del governo dei Migliori è la legge sulle
concessioni balneari.
Non è un caso che
ho parlato di semiconduttori, infatti ho deciso che per un po’ di
tempo concentrerò la mia attenzione su quei settori indispensabili
per l’economia e preferibilmente oltre oceano, il prodotto di
seguito ne è un esempio:
Oggi volevo condividere una strategia che si innesta su una mia
visione di medio periodo: ossia che se negli anni precedenti il
settore tecnologico viaggiava su multipli oggettivamente troppo
elevati, questi forti ribassi degli ultimi tempi rappresentano
un’opportunità per iniziare ad entrare in maniera estremamente
graduale in varie forme.
Una è quella di
iniziare un PAC su ETF o fondi ed è quello che ho personalmente
iniziato a fare, ma magari ne parlerò in un altro post.
L’altra è quella
di approfittare dell’elevata volatilità per cercare qualche
certificate che presenti prezzi a sconto o quantomeno interessanti.
Mi verrebbe da dire che sui mercati meglio di così non potrebbe
andare: bassa volatilità e trend rialzista senza grandi strappi. In
questo contesto tutte le strategie analizzate ultimamente si stanno
dimostrando profittevoli ed ancor di più si sta dimostrando
performante il Portafoglio Italia che ad esempio questa settimana ha
messo a segno un +1,49% contro lo 0,57% del FTSE-MIB.
Finché la barca va
lasciala andare? Sicuramente sì, ma, non me ne voglia Orietta Berti,
è anche vero che, per dirla come gli Afterhours, non c’è niente
che sia per sempre.
Ok, tranquilli, le
citazioni musicali sono finiti e mi spiego meglio: questo è per me
il momento di selezionare prodotti che oltre a fornire un buon
livello di protezione presentino anche la possibilità di essere
liquidato a breve termine in modo tale da poter riadattarsi
velocemente alle future condizioni di mercato.
Il settore che ho preso in considerazione è quello delle aviolinee, settore già consigliato nel post “Decollare per un 40% all’anno!” che ci ha dato ottime soddisfazioni.
Naturalmente non aspettatevi margini così cospicui come quelli di quel post: in quel caso eravamo nell’estate di post lockdown con volatilità e prospettive ben diverse da quelle attuali.
Prima di approfondire la nuova strategia riprendiamo le fila su
alcuni temi che ritengo molto importanti.
Il primo riguarda il
Portafoglio Italia, visto che nel precedente post ho pubblicato la
lettera inviata a tutti i sottoscrittori, ho pensato sia giusto anche
rendere noto quali siano le performance, che quest’anno debbo
ammettere mi stanno (positivamente) sorprendendo. Infatti da inizio
anno ha messo a segno un +18,45% contro il 12,18% dell’indice
italiano. La differenza o, se volete dirlo con parole più alla moda,
lo spread tra i due è ben evidenziato dell’immagine qui sotto:
Una visione di più
ampio respiro è dato invece dal grafico seguente:
Notato come la linea blu stia “prendendo il largo”? Per chi mi avesse seguito fin dall’inizio a fronte di un investimento di 10000€ ne avreste 12477 (+24,77%) pur avendo attraversato la peggior pandemia degli ultimi secoli! Per chi invece non l’avesse ancora fatto non è mai troppo tardi per entrare, potete trovare tutto qui.
Il secondo tema invece è una vecchia strategia conclusasi bene proprio venerdì. Il post a cui mi riferisco è “Un torta nuziale molto speciale” e ritengo sia importante tornarci perché ciò che è successo esemplifica meglio di mille parole il punto di forza dei certificate: l’asimmetria dei prezzi.
La storia è tutto
sommato semplice: dei tre sottostanti uno, quello che all’inizio
sembrava meglio, ha subito un forte ribasso tanto che per molti mesi
non è stata percepita alcuna cedola. Erano presenti però una serie
di barriere tra cui la più protettiva era al 65%. Fortunatamente
proprio negli ultimi mesi il titolo SGL Carbon si è in parte ripreso
recuperando fino a circa il 75% dai valori iniziali. Bene, se fossi
stato esposto direttamente sul titolo, avrei perso il 25%, mentre
grazie alle opzioni del certificate ho incassato tutte le cedole
accumulate (anche se quella dal valore inferiore) ed ho anche
realizzato una plus valenza sul capitale visto che ero entrato a 915€
ed il certificate sarà rimborsato a 1000€. Certo, l’altro lato
della medaglia è che con i certificate c’è sempre un limite anche
a quanto possiamo guadagnare, però limitare le possibili perdite e
programmare a priori i possibili guadagni secondo me è un modo di
gestire i propri investimenti.
Proprio in
quest’ottica propongo il seguente certificate:
Questa settimana è successo un po’ di tutto ed anche il suo
contrario. Abbiamo assistito ad un violento ribasso che è durato un
paio di sedute per poi venire sostanzialmente riassorbito interamente
nelle sedute successive. Lo spauracchio, che io definirei più una
scusa per realizzare i profitti, è la solita inflazione. Il dato
uscito negli USA (+4,2% contro il 3,6% previsto) ha fatto pensare ad
un possibile cambiamento della politica monetaria da parte della FED
che però non ha trovato conferma.
Io penso che uno dei
(tanti) limiti degli economisti sia quello di fissarsi sulle
percentuali e non sui valori assoluti (quando essi sono più
significativi naturalmente), ma qui si aprirebbe un discorso che
porterebbe troppo lontano. Ad ogni modo il concetto è che da un lato
veniamo da un lunghissimo periodo di inflazione bassissima,
dall’altro è naturale che l’offerta di materie prime non sia
riuscita a seguire istantaneamente la domanda ma che a breve tornerà
ad adeguarsi (l’anomalia era avere il prezzo del petrolio sotto i
40$, non il prezzo attuale per intenderci). In entrambi i casi le
politiche monetarie espansive poco hanno a che fare con l’attuale
incremento.
Come (forse) avrete notato da un po’ non mi esprimo sulla situazione Covid. Questo solo perché ormai sono mesi che le cose stanno andando come avevo pronosticato:
Il virus non sparisce da solo, anzi, come ci ha insegnato il buon vecchio Darwin, muta con varianti sempre più efficaci rispetto all’ambiente.
Pensare che il sistema di chiusure a zone potesse essere efficace significava o essere completamente privo di qualsiasi capacità di analisi od in malafede. Dissi che il tutto si sarebbe risolto con l’espandersi di un’unica zona rossa e così sta avvenendo.
Le politiche espansive delle banche centrali avrebbero tenuto su i corsi azionari ed obbligazionari ma poco avrebbero fatto per la risoluzione della pandemia. Sarebbe invece meglio che tale liquidità fosse stata DIRETTAMENTE impiegata sui sistemi sanitari. In Europa ne stiamo avendo la lampante dimostrazione visto che, oltre che non essere in grado neanche di stipulare contratti di fornitura, abbiamo anche constatato di non avere sufficiente capacità produttiva. Cosa sarebbe successo se la BCE avesse finanziato la costruzione di impianti di produzione di vaccini a tempo debito e magari comprato un po’ meno “carta”? Riflettetici.
Detto ciò, ritengo che nel breve i mercati abbiano corso abbastanza e personalmente per il momento rimarrò alla finestra. Rimanere alla finestra per me non significa disinteressarmi degli andamenti del mercato bensì prendere nota attentamente delle novità ed essere pronto quando condizioni più favorevoli.
Questa volta vi presento un certificate su un settore che sembra andare molto di moda: quello dell’idrogeno. In particolare Continua a leggere…