Rischio bassissimo e profitto più che dignitoso: 8.4% annuo

Settimana di ritracciamento per tutti gli indici azionari compreso quello italiano, conseguenza del fatto che il rally avvenuto nelle scorse sedute non era sostenibile perlomeno a quei ritmi. Io continuo ad avere forti dubbi sulla sostenibilità del rialzo per due fattori principali:

1) non è detto che le politiche monetarie delle banche centrali diventino meno restrittive nelle prossime riunioni. Tutti lo speriamo naturalmente ma se il driver della politica monetaria è esclusivamente affidato a livello di inflazione questo sicuramente non si abbasserà nei prossimi mesi, da ciò deriva il punto successivo.

2) lo smantellamento fatto a pezzi della globalizzazione, ossia per essere più precisi il fenomeno di reshoring o nearshoring unite alle prolungate tensioni in Ucraina che non faranno altro che aumentare i prezzi dell’energia, non potranno certo stabilizzare l’andamento dei prezzi. Di fronte a ciò le banche centrali, come in un riflesso pavloviano, continueranno nel loro ritiro della liquidità e dell’innalzamento dei tassi di interesse.

Come già detto in diversi poste è anche vero che con il tasso attuale d’inflazione rimanere eccessivamente liquidi significa andare incontro ad una perdita reale sicura.

Benché il mercato obbligazionario sia sicuramente diventato più interessante di quanto non lo fosse fino a qualche mese fa, va anche detto che, complice appunto il repentino rialzo dell’inflazione, in molti casi per sempre comunque di tassi reali (che non sono quelli nominali) ancora molto bassi. Inoltre sono molto soggetti nei loro prezzi alle politiche monetarie: Chi avesse comprato un paio di anni fa dei titoli di Stato a 10 anni oggi sicuramente piange lacrime amare.

Detto ciò faccio una piccola premessa prima di presentare il prodotto della settimana: Lungi da me a firmare che il certificato di cui sotto sia la stessa cosa che un’obbligazione o addirittura un’obbligazione statale, consideratelo piuttosto un’alternativa da mettere in portafoglio magari da affiancare a un portafoglio obbligazionario.

Vediamo subito di cosa si tratta:

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Un investimento alternativo ai BTP

Non so voi ma ora con i ministeri della sovranità alimentare e della natalità sono veramente più tranquillo, probabilmente riusciremo ad invertire la curva demografica poi scendo nascere i bambini sotto un cavolo. Perdonatemi l’ironia ma quando apprendo di certe scelte ed ad esempio vedo scomparire il ministero della digitalizzazione è lampante l’inadeguatezza dell’attuale classe dirigente.

Da tempo ormai sono praticamente quasi del tutto scarico per quanto riguarda i titoli di Stato, posizioni dei miei che avevo accumulato negli anni 2012 2013. Mi è rimasto un BTP a scadenza 2026, per essere più precisi, novembre 2026 ossia praticamente 5 anni. Attualmente il rendimento dei BTP a 5 anni è poco sopra il 3%, viste le attuali politiche monetarie delle banche centrali su cui mi sono soffermato ampiamente negli scorsi post e viste, a mio del tutto opinabile avviso, le non rosee prospettive per questo paese non ha proprio più senso tenersi in pancia due femmine prodotto per vederlo sicuramente deprezzato nei prossimi due anni. Scavalcati i 2 anni le cose potrebbero essere diverse poiché sotto i 3 anni la curva dei rendimenti è ancora ripida va da qui a 2 anni è difficile fare questo tipo di previsioni sia per disabilità politica italiana sia per le nuove politiche monetarie. A questo punto tanto vale alzare un pochino l’asticella del rischio ma andare in cerca di un rendimento doppio rispetto a quello che un BTP può rendere.

A costo di sembrare monotono, ma la monotonia è positiva nel campo degli investimenti, vi presento un altro certificato molto interessante con un profilo di rischio a mio avviso molto basso e che ha come sottostanti tre indici: FTSE-MIB, NASDAQ e Nikkei.

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