Un’interessante storia di money management

Altra settimana sfavillante per indici azionari con l’indice italiano FTSE MIB che è andato a stirare i 34000 punti. Attenzione però Perché come potete notare dal grafico sottostante sembra che si stia configurando un pattern di inversione sia perché abbiamo tre candele consecutive che sono state respinte a quota 34.000 sia perché l’indice stocastico ha cominciato ad incrociare dall’alto verso il basso dopo aver segnalato per molto tempo un’area di ipercomprato a quota 100.

Visto che in questa settimana è scaduto il certificato che avevo presentato in questo post: Atlantia e Nexi per un 8.6% e tanta protezione mi piace cogliere l’occasione per ricostruire brevemente la storia di questa strategia per poi presentarne gli sviluppi.

Tutto era partito da un investimento concluso sotto la Pari, in particolare di questo certificato: Recuperare il 25% ed anche oltre

Avendo però scelto l’airbag come meccanismo di salvaguardia in caso di perdita, la perdita che sono andato a consolidare è stata comunque di gran lunga minore di quella che avrei subito senza questa opzione. Ridurre le perdite significa poi avere ancora a disposizione il capitale necessario per poter recuperarle e magari chiudere l’operazione complessiva in profitto. Naturalmente naturalmente ciò che si paga è il tempo maggiore, ma nessun pasto è gratis. Così ho scelto quest’altro certificato Recuperare il 25% ed anche oltre per poter recuperare in toto le perdite (25 euro a certificato) ed avere comunque un rendimento spalmato nei successivi due anni di 49 euro, con un guadagno complessivo quindi di 24 euro in due anni per certificato, se ci pensate un bel ribaltamento della situazione.

Ho voluto ricostruire questa strategia per una serie di ragioni.

La prima è l’importanza della conservazione del capitale, o detta in maniera più prosaica: ” la prima regola per fare soldi e non perderli”, infatti se avessi subito una perdita lineare con il titolo Nexi difficilmente avrei potuto mettere in atto una contromisura che in due anni non sono recuperarsi le perdite ma mi garantisce un buon ritorno.

La seconda mi è venuta in mente navigando un po’ su YouTube su vari tipi di pseudo esperti che riescono a guadagnare sempre e comunque. Mi verrebbe da dire che se cercate questi “fuffa guru”, penso che questo blog possa darvi solo dei dispiaceri, infatti qui si abbina una divisione macro economica complessiva ad approcci meramente statistici sui prezzi di titoli o indici. Trattandosi di statistica è naturale che alcune posizioni non si chiudano come sperato, ma penso che ormai abbiate capito benissimo che l’importante è che le probabilità complessive del nostro portafoglio giochino a nostro favore.

Come si prosegue quindi ora? Una volta portato a casa il nostro guadagno, visti i livelli estremamente tirati di tutti gli indici azionari, mi sto orientando verso un prodotto estremamente conservativo che riporto di seguito:

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Un rendimento del 15.25% sul settore dell’Intelligenza Artificiale ma proteggendosi dai ribassi

Il primo semestre dell’anno si è chiuso Indiscutibilmente con delle performance che personalmente avrei fatto veramente fatica a pronosticare: L’indice italiano è stato il migliore d’Europa con più di 19%, per non parlare poi del NASDAQ che ha messo a Segno una performance del più 30%. Fai da te di coda tra gli indici principali è sicuramente quello di Londra che ha fatto registrare solo un modesto più 1,1%.

Come tutto ciò sia possibile in un ciclo così restrittivo da parte delle banche centrali e con una situazione Geopolitica a dir poco instabile continua ad essere per me un mistero. Se facciamo un confronto tra il P/E medio sulle attuali valutazioni e Quanto prende un titolo di Stato ci accogliamo che il mercato è molto ma molto caro. Ad ogni modo il mercato ha sempre ragione e quindi la mia prudenza in questi mesi sarebbe potuta sicuramente essere messa da parte, d’altro canto però ricordatevi che è meglio perdere qualche occasione piuttosto che subire perdite importanti.

Come hai scritto poco sopra il NASDAQ ha effettuato una performance strabiliante, per avere un figlio incremento in sei mesi dobbiamo infatti di tornare al 1983 ossia 40 anni fa. Parte di questa performance è sicuramente dovuta all’hype sull’intelligenza artificiale.

Chi vi scrive ha una specializzazione della laurea magistrale proprio in Intelligenza Artificiale, presa ormai 18 anni fa, quando occuparsi di reti neurali era visto come un gioco da fricchettoni piuttosto che come una branca dell’ingegneria. Visto che invece ora va così di moda non mi potevo esimere bello presentare un prodotto in questo campo e poiché Come già ripetuto il settore ha corso molto meglio entrare con un certificato con una barriera lontana e coperto anche dal rischio cambio. Vediamone le caratteristiche:

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Rischio bassissimo e profitto più che dignitoso: 8.4% annuo

Settimana di ritracciamento per tutti gli indici azionari compreso quello italiano, conseguenza del fatto che il rally avvenuto nelle scorse sedute non era sostenibile perlomeno a quei ritmi. Io continuo ad avere forti dubbi sulla sostenibilità del rialzo per due fattori principali:

1) non è detto che le politiche monetarie delle banche centrali diventino meno restrittive nelle prossime riunioni. Tutti lo speriamo naturalmente ma se il driver della politica monetaria è esclusivamente affidato a livello di inflazione questo sicuramente non si abbasserà nei prossimi mesi, da ciò deriva il punto successivo.

2) lo smantellamento fatto a pezzi della globalizzazione, ossia per essere più precisi il fenomeno di reshoring o nearshoring unite alle prolungate tensioni in Ucraina che non faranno altro che aumentare i prezzi dell’energia, non potranno certo stabilizzare l’andamento dei prezzi. Di fronte a ciò le banche centrali, come in un riflesso pavloviano, continueranno nel loro ritiro della liquidità e dell’innalzamento dei tassi di interesse.

Come già detto in diversi poste è anche vero che con il tasso attuale d’inflazione rimanere eccessivamente liquidi significa andare incontro ad una perdita reale sicura.

Benché il mercato obbligazionario sia sicuramente diventato più interessante di quanto non lo fosse fino a qualche mese fa, va anche detto che, complice appunto il repentino rialzo dell’inflazione, in molti casi per sempre comunque di tassi reali (che non sono quelli nominali) ancora molto bassi. Inoltre sono molto soggetti nei loro prezzi alle politiche monetarie: Chi avesse comprato un paio di anni fa dei titoli di Stato a 10 anni oggi sicuramente piange lacrime amare.

Detto ciò faccio una piccola premessa prima di presentare il prodotto della settimana: Lungi da me a firmare che il certificato di cui sotto sia la stessa cosa che un’obbligazione o addirittura un’obbligazione statale, consideratelo piuttosto un’alternativa da mettere in portafoglio magari da affiancare a un portafoglio obbligazionario.

Vediamo subito di cosa si tratta:

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Un investimento alternativo ai BTP

Non so voi ma ora con i ministeri della sovranità alimentare e della natalità sono veramente più tranquillo, probabilmente riusciremo ad invertire la curva demografica poi scendo nascere i bambini sotto un cavolo. Perdonatemi l’ironia ma quando apprendo di certe scelte ed ad esempio vedo scomparire il ministero della digitalizzazione è lampante l’inadeguatezza dell’attuale classe dirigente.

Da tempo ormai sono praticamente quasi del tutto scarico per quanto riguarda i titoli di Stato, posizioni dei miei che avevo accumulato negli anni 2012 2013. Mi è rimasto un BTP a scadenza 2026, per essere più precisi, novembre 2026 ossia praticamente 5 anni. Attualmente il rendimento dei BTP a 5 anni è poco sopra il 3%, viste le attuali politiche monetarie delle banche centrali su cui mi sono soffermato ampiamente negli scorsi post e viste, a mio del tutto opinabile avviso, le non rosee prospettive per questo paese non ha proprio più senso tenersi in pancia due femmine prodotto per vederlo sicuramente deprezzato nei prossimi due anni. Scavalcati i 2 anni le cose potrebbero essere diverse poiché sotto i 3 anni la curva dei rendimenti è ancora ripida va da qui a 2 anni è difficile fare questo tipo di previsioni sia per disabilità politica italiana sia per le nuove politiche monetarie. A questo punto tanto vale alzare un pochino l’asticella del rischio ma andare in cerca di un rendimento doppio rispetto a quello che un BTP può rendere.

A costo di sembrare monotono, ma la monotonia è positiva nel campo degli investimenti, vi presento un altro certificato molto interessante con un profilo di rischio a mio avviso molto basso e che ha come sottostanti tre indici: FTSE-MIB, NASDAQ e Nikkei.

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