Ottimo recupero del Portafoglio Italia

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Torniamo alle consuetudini e quindi, essendo all’inizio del mese, analizziamo il portafoglio Italia. Abbiamo avuto indubbiamente tre settimane di recupero che però analizzate giorno per giorno non hanno sicuramente dato quel trend lineare tipico dei mercati toro. Benché la natività non sia sicuramente tra le più alte in questo periodo, va anche tenuto a mente qualche episodio che la dicono lunga sulla fase attuale di mercato. Ad esempio prendiamo la conferenza stampa di Powell, prima è stato rilasciato un comunicato stampa in cui si faceva intravedere un rallentamento della politica restrittiva, dopodiché le risposte dello stesso Powell alla conferenza stampa hanno, se possibile, ancora più inasprito le prospettive monetarie. In poche decine di minuti i mercati americani sono passati da territorio positivo a un meno 3 % del NASDAQ. Analoga si è verificata anche sul mercato dei cambi: Ad esempio sul cambio AUDUSD avevo aperto da un paio di giorni una posizione short che ho dovuto chiudere con uno stop loss anche se pochi minuti dopo il cambio ha addirittura accelerato verso la direzione ribassista.

Questo giusto per puntualizzare che in casi di alta volatilità addirittura intraday c’è poco da fare se non proteggersi con stop loss.

Ma torniamo ora più nello specifico del portafoglio Italia e quindi anche dell’andamento del Ftse Mib. Per chi ancora non lo conoscesse riporto brevemente cosa sia il portafoglio Italia e quali scopi si prefigge:

Il portafoglio è composto sempre da 10 società tutte aventi il medesimo peso, ossia fatto 100 il valore complessivo, al momento dell’acquisto ogni società ha un controvalore di 10.

Per comporre un portafoglio valido per l’anno Y si procede come segue:

  1. Si prendono in considerazione solo le società quotate nel FTSE MIB e nel FTSE Italia MID Cap, escludendo così tutti i titoli a minor capitalizzazione.
  2. Per ogni società si calcola l’ammontare del dividendo dell’anno Y-1 (cioè l’anno appena trascorso)
  3. Sia Di il rapporto tra il dividendo ed il prezzo del primo giorno di quotazione dell’anno corrente Y (o il primo giorno utile in cui si desidera entrare) della i-esima società.
  4. Si escludono quelle società che presentano un Di < 0,03.
  5. Sia Vi la misura della volatilità, secondo una nostra formula, della i-esima società nell’anno Y-1.
  6. Sia Si un punteggio compreso tra 0 ed 1 secondo la formula Si = f(Di, Vi) dove f è una formula di mia proprietà.
  7. Si ordinano in senso decrescente le società secondo Si.
  8. Le prime 10 società risultanti dal punto 7 sono quelle che comporranno il portafoglio per l’anno Y.

Se si vuole sintetizzare la filosofia di questo algoritmo, per quelli che non hanno molta confidenza con questa modalità di descrivere le procedure, possiamo dire che si selezionano le società che presentano una buona prospettiva di dividendi ma, allo stesso tempo, hanno dimostrato una certa stabilità dei prezzi nell’anno appena trascorso.

La ricerca di elevati dividendi e di bassa volatilità ne fanno uno strumento utile per coloro che vogliono ricevere entrate periodiche e veder rivalutato il proprio capitale nel medio termine.

Attualmente il Portafoglio Italia è così composto:

Chi eravamo lasciati con un portafoglio che era andato sotto la parità storica e che addirittura, nell’anno 2022, aveva fatto peggio del Ftse Mib con uno spread di circa il 2%. Le ultime settimane stanno iniziando a riportare le cose alla normalità: In termini assoluti il portafoglio Italia ha recuperato più 12 punti vedrò anche il divario Fuzzi Mib si è praticamente dimezzato come si evince dalle due figure qui sotto:

Nell’andamento positivo generale spiccano Sicuramente i tuoi titoli Eni e Bayer che hanno messo a segno le performance migliori. Ad ogni modo anche nel settore delle utility e in quello bancario fisiologo registrate performance significative. Titolo che invece è rimasto abbastanza al palo è Unieuro ma sinceramente a questi prezzi mi sento di potermi bilanciare dicendo che il titolo è fortemente sottovalutato e che non sconta neanche la forte inflazione che ci porteremo per almeno tutto l’anno prossimo.

Per quanto riguarda la situazione dei dividendi abbiamo consolidato un 5% e calcolando che titoli come Intesa Sanpaolo, Eni ed Enel debbono ancora staccare la seconda trance, mi sento abbastanza confidente nell’affermare che l’obiettivo del 6,5% sarà raggiunto.

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