Un certificato quasi perfetto

Non so voi ma l’ultimo spike rialzista a seguito del dato sull’inflazione americana sotto le attese mi ha colto decisamente di sorpresa. Se si analizzano un po’ meglio io dati si nota come il dato più basso sia in particolare imputabile ai costi dei servizi sanitari. Ammetto anche di non aver capito quali siano i motivi che hanno portato a questa dinamica e quindi non mi esprimo oltre, per ora prendo atto del dato e vedremo se nell’altro dato, quello del PCE Core (metrica delle Fed per regolare la stretta monetaria stimando il tasso di equilibrio) questa contrazione dell’inflazione sarà confermata.

Fatto sta che proprio la mattina stessa avevo immesso un ordine a qualche tick sotto il prezzo di ask (esattamente a quota 100€) che ahimè non è poi stato eseguito proprio in virtù del forte rialzo avvenuto nel pomeriggio.

Ci tengo comunque a presentare questo certificate perché è uno dei migliori che siano mai stati emessi negli ultimi anni e dopo averlo letto penso converrete con me e capirete anche il mio rammarico:

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La tecnologia come rimedio alla follia della BCE: +14%

Le sedute di giovedì e venerdì sono state due giornate di ordinaria follia. L’aspetto più grave è che tale follia si è stata scaturita dalla istituzione che dovrebbe invece stabilizzare il sistema economico e finanziario vale a dire la Banca Centrale Europea. I giornali hanno imputato tali brusche discese degli indici azionari all’annuncio della Lagarde di un doppio innalzamento dei tassi di interesse nei prossimi mesi. Ciò è vero solo in parte, infatti il mercato scontava già un rialzo dei tassi di interesse, la vera mazzata è arrivata con l’annuncio della fine della degli acquisti netti dei titoli di Stato, o meglio la dismissione del programma App dal 1 luglio 2022.

Solidalmente all’annuncio del rialzo dei tassi gli unici titoli che ne beneficiano Sono proprio quelli bancari, questa volta è successo l’esatto contrario: I titoli bancari sono stati i peggiori ed hanno trascinato con loro tutto l’indice MIB.

Questa è l’ulteriore conferma di quanto la politica monetaria della Banca Centrale Europea sia sfasata rispetto agli obiettivi che si deve porre: Sono passati 10 anni dal famoso Whatever it takes di Mario Draghi in cui è stato inaugurato il periodo di politica monetaria espansiva nell’area euro, malgrado ciò fino a pochi mesi fa non si è vista traccia di inflazione. Guarda caso l’inflazione si è alzata alla fine (presunta) di una pandemia ed alla crisi geopolitica più importante del secolo.

Conclusione: le politiche monetarie nulla hanno potuto quando si doveva alzare l’inflazione e poco potrà per il suo ribasso, questo per il semplice motivo che questa non è un’inflazione generata da eccessiva liquidità, bensì di scarsità di offerta rispetto alla domanda (e le ultime sanzioni hanno aggravato la situazione).

Quindi laddove servirebbe un maggiore impiego di investimenti per superare ad esempio l’aumento dei costi dell’energia o della scarsità di semiconduttori si costringerà gli stati ad attuare le ben note politiche restrittive che tanto bene hanno fatto negli anni passati.

Qui mi fermo perché il discorso ci porterebbe lontano, faccio solo notare che in questa situazione il vero cruccio del governo dei Migliori è la legge sulle concessioni balneari.

Non è un caso che ho parlato di semiconduttori, infatti ho deciso che per un po’ di tempo concentrerò la mia attenzione su quei settori indispensabili per l’economia e preferibilmente oltre oceano, il prodotto di seguito ne è un esempio:

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Il settore dei semiconduttori per quasi un 13% all’anno

Rieccoci qua, dopo le varie festività natalizie. Com’è evoluta la situazione dei mercati in queste due settimane? Quello che posso darvi è una mia visione degli scenari, molto breve.

Molte delle giornate di questo periodo sono state caratterizzate da volumi veramente bassi tipici dei momenti prefestivi. L’inizio anno invece si è aperto con un rialzo veramente spumeggiante che mi ha colto decisamente di sorpresa.

Infatti ritengo che attualmente il mercato stia largamente sottovalutando in primis l’impatto che la variante Omicron ha ed avrà nei prossimi mesi su tutti i sistemi produttivi occidentali.

Il ragionamento è abbastanza semplice: ammesso e non concesso che tale variante abbia una virulenza ridotta rispetto alla Delta di un fattore 3 è chiaro ed evidente a tutti che se i contagi vanno sopra il triplo della precedente ondata (e già ci siamo o ci stiamo arrivando a gran velocità) ci troveremo nuovamente nella situazione già vissuta. Questo confuta inoltre l’argomento usato da vari soggetti (poco acuti) che sostengono la non efficacia dei vaccini dato l’alta percentuale di vaccinati. Infatti, benché in termini percentuali i ridotti, in valore assoluto la popolazione suscettibile è comunque estremamente numerosa e con un tasso di contagiosità maggiore (basta fare una moltiplicazione) si arriverà nuovamente alla stessa pressione sugli ospedali. È notizia recente che a Londra è stato chiamato l’esercito per rafforzare il sistema sanitario messo in difficoltà dai nuovi ricoveri.

Altro aspetto critico sarà la politica monetarie che seguirà la FED (visto che la BCE, anche se nessuno lo ammette, ha le mani legate per almeno tutto il 2022, poiché se facesse solamente paventare un rialzo dei tassi, si romperebbe il giocattolo europeo e recovery funds vari).

Anche in questo caso è recente notizia che la FED ha intenzione di accelerare il tapering e di prevedere ben tre rialzi dei tassi nel 2022. Proprio questa notizia ha decisamente stemperato gli entusiasmi innescando in prima battuta un ribasso generalizzato degli indici e nelle sedute successive abbiamo invece assistito ad uno spostamento dei flussi dal Nasdaq al Dow Jones.

Ormai lo dovreste sapere che quando aumenta la volatilità, si creano buone opportunità nel mondo dei certificati. Il seguente ne è un esempio:

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Apple ed AMD per un quasi 12% annuo

Settimana di leggero ritracciamento un po’ per tutti gli indici azionari. Nulla di sconvolgente per ora.

Ben diversa è invece la situazione dell’economia reale. Tempo fa, ad inizio marzo, all’inizio della pandemia, scrissi un articolo dal titolo “La caduta degli dei. Come comportarsi quando tutto cambia”, sottolineavo come, banalmente, le banche centrali ben poco avrebbero potuto nell’incidere sulla situazione sanitaria e così è stato. Il concentrarsi esclusivamente sugli stimoli monetari lasciando al mercato la produzione e la distribuzione dei vaccini ci ha portato in tutta Europa ad avere ritardi in entrambi i fronti. Tutto ciò per perseverare nell’ideologia odierna per cui lo stato non deve mai occuparsi direttamente di produzione. Gli effetti li abbiamo sotto gli occhi di tutti.

Conclusione, dovremmo tenerci la pandemia ancora per molto tempo, con buona pace di tutte quelle anime candide che ancora credono nell’efficienza della mano invisibile.

A questo punto, non resta da far altro che prendere atto della situazione ed agire di conseguenza.

Per questo ho rivolto la mia attenzione oltre oceano, Continua a leggere…