La resilienza del mattone

Questa settimana non riuscirò a pubblicare il consueto post benché abbia due prodotti nel “mirino”.

Pubblico però un’analisi terza che ho fatto fare sul certificato presentato nell’articolo “Mattone 2.0: Raddoppiare il classico rendimento d’affitto” e mi sembra che il rapporto sia positivo e conforme a quanto previsto nell’articolo citato.

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Buona lettura!

I. Inquadramento e Rilievi Strategici

I.A. Sintesi della Performance (Ultime Due Settimane)

Il certificato ISIN XS3159916926, una struttura Phoenix Memory Issuer Callable Worst-of, ha manifestato una notevole resilienza di prezzo nelle ultime due settimane, un periodo caratterizzato da moderata pressione direzionale sui mercati azionari. Nonostante l’indice S&P 500 (SPX) abbia registrato una flessione settimanale del 2.12% e il Worst-of (WOS) Saint-Gobain abbia sottoperformato, il certificato ha mantenuto la sua quotazione sostanzialmente sulla parità (valore nominale).

Questa stabilità è una conseguenza diretta del profilo di payoff asimmetrico della struttura, che beneficia di un robusto buffer anticiclico. La protezione offerta dalla Barriera Discreta al 60% è lontana dall’essere compromessa, mitigando efficacemente l’impatto delle fluttuazioni di mercato a breve termine sul fair value del prodotto.

I.B. Contesto di Volatilità Implicita (VIX)

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Mattone 2.0: Raddoppiare il classico rendimento d’affitto

Il Mattone 2.0: Analisi del Certificato Cash Collect e il Vantaggio sui Tassi

Eccoci di nuovo come ogni settimana per un nuovo certificato.

Però questa volta è un po’ diverso: come anticipato nel precedente post, è il primo certificato “bollinato” Investment Engineering. Sarebbe bello in futuro riuscire ad avere un basket di certificati (4 o 5) per poter fare un portafoglio che ognuno può seguire in forma del tutto gratuita. Naturalmente tutto dipenderà dal riscontro che questo prodotto otterrà, ossia quanti volumi scambierà. Se ci saranno volumi interessanti, cioè se il certificato verrà acquistato, allora vorrà dire che ci sono più persone interessate a questa proposta, altrimenti pazienza, significherà che è giunto il momento di rivalutare l’utilità di questo blog.

Rimangono poi sempre validi i soliti metodi per sostenere il blog: Il primo è più efficace è quello di effettuare una donazione tramite Go Fund Me o Buy Me Coffee. Poi potete iscrivervi alla mailing list qui a destra, potete cliccare sulle inserzioni pubblicitarie che vi vengono presentate ed infine potete diffondere gli articoli tramite i social network a cui siete iscritti. Queste ultime due possibilità non vi costano nulla! Inoltre ora potete farlo anche tramite un trasferimento di bitcoin a questo indirizzo: bc1qy0kr074kdpnlrzszgwfnrdrlv2srnmkdzltl8s od utilizzando il seguente QR Code:

Veniamo al certificato: l’idea di fondo è proprio quella di fornire uno strumento finanziario che potesse rappresentare un’alternativa all’investimento immobiliare, il classico appartamento messo a reddito tramite affitto. Ma andiamo per gradi.

Questo articolo analizza la struttura del certificato, ne evidenzia il vantaggio difensivo e spiega perché, in un’ottica di imminente discesa dei tassi, possa rappresentare un’alternativa superiore al tradizionale reddito da locazione.

Nel panorama finanziario odierno, dominato dall’incertezza sui tassi e dalla costante ricerca di rendimenti robusti, l’investimento nel settore immobiliare e delle costruzioni sta vivendo una fase di profonda rivalutazione. Lo strumento proposto emerge come soluzione di ingegneria finanziaria che permette di cogliere i benefici del settore con un meccanismo di protezione incorporato.

L’Architettura Finanziaria: Worst Of e l’Esposizione Tematica

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Altra posizione su Airbnb

La settimana appena trascorsa ha fatto registrare ancora nuovi massimi storici sugli indici americani. In realtà la giornata di giovedì aveva fatto pensare all’inizio di un ritracciamento fisiologico dovuto sia all’incessante crescita degli ultimi mesi sia ad un puro fattore di stagionalità. L’ultima seduta della settimana invece a sostanzialmente rimangiato quasi tutto il ribasso della giornata precedente come è bene illustrato nel grafico del Nasdaq sotto riportato:

Sicuramente i dati di NVIDA l’hanno fatta da padrona. Per quanto io possa essere sempre prudente, bisogna ammettere che sono numeri mostruosi di crescita neanche raggiungibili da una start-up, invece stiamo parlando della terza società per capitalizzazione! Per sintetizzare, il colosso dei chip ha annunciato di aver concluso il suo primo trimestre fiscale con un utile netto di 14,81 miliardi di dollari, ovvero 5,98 dollari per azione: una cifra straordinaria, considerando che nello stesso periodo del 2023 l’utile era stato di 2,04 miliardi di dollari, pari a 82 centesimi per azione.

L’utile per azione (diluito) GAAP è così aumentato del 629% su base annua, registrando anche un incremento del 21% rispetto al trimestre precedente.

Notevole anche la crescita dell’utile per azione adjusted non diluito, che è salito del 461% su base annua raggiungendo i 6,12 dollari, superando ampiamente i 5,59 dollari previsti dagli analisti interpellati da LSEG.

Anche i ricavi hanno registrato cifre da capogiro, con un incremento del 262% su base annua a 26 miliardi di dollari, superando le stime del consensus che prevedevano 24,65 miliardi di dollari e aumentando del 18% rispetto al trimestre precedente.

In un contesto in cui sempre meno società fanno gran parte della capitalizzazione degli indici e quindi diversificare diventa abbastanza più complicato se si vuole aderire al benchmark degli indici azionari (perché implicitamente si deve rinunciare sempre di più alla diversificazione), il Money Management diventa sempre più importante e quello che vi voglio far vedere questa settimana è proprio un esempio di un aspetto fondamentale: reinvestire il capitale e diminuire il rischio.

Prima di iniziare vi ricordo che per coloro che apprezzano questo blog e trovano interessanti e profittevoli gli articoli presentati, possono se vogliono effetturare una donazione a questo link.

Oltre che esprimere un apprezzamento concreto, ciò permetterà di mantenere gli stessi standard d’indipendenza e qualità tenuti finora.

Ora torniamo a noi, per presentare il prossimo certificato è necessario prima riprenderne un paio vecchi di prossima scadenza. Il primo è stato presentato anche in questo blog nel 2021 con il titolo:

Guadagnare dagli affitti brevi senza avere casa” Mentre il secondo non è stato recensito però è presente nel mio portafoglio da diverso tempo ed il suo ISIN è DE000HV8BMA1.

Non mi dilungo ulteriormente sul primo certificato visto che potete leggere quanto scritto circa tre anni fa cliccando sul link (visto che l’analisi di scenario è stata poi rispettata negli anni seguenti).

Il secondo invece merita un’analisi leggermente più approfondita: È stato un certificato che nel tempo è arrivato anche a perdere il 30% e malgrado il titolo peggiore, ossia Expedia, ad oggi abbia perso il 35%, il certificato si può vendere a 100€, in altre parole sulla parità.

Investire sul certificati significa essenzialmente questo, sfruttare le asimmetrie di questo tipo di derivato: A fronte di una perdita del 35% il certificato che ha reso il 13% annuo per tre anni! Ora la situazione è un po’ più critica: manca una sola cedola alla scadenza e la barriera è comunque vicina seppure il tempo rimanente sia poco (per questo il significato quota 100 euro).

La cosa più saggia secondo me da fare, ed è quello che farò, e vedere il secondo certificato (rinunciando quindi all’ultima cedola) e portare a scadenza il primo reinvestendo tutto il capitale più la somma delle cedole incassate da entrambi sul seguente certificato:

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Recuperare le posizioni in perdita: una strategia da oltre 31% annuo

Eccoci al rientro delle vacanze estive proprio sulla chiusura dell’ultima giornata che ho fatto registrare dei fortissimi ribassi su tutti gli indici azionari, specialmente quelli americani. Tutti i giorni è successo sulla scia nelle dichiarazioni del governatore Powell: “Ridurre l’inflazione richiederà un periodo prolungato di crescita al di sotto del trend. Faremo di tutto per riportare in equilibrio domanda e offerta“.

Il 31 luglio in maniera paradossale e provocatoria scrissi: “…ora se l’idea folle delle banche centrali è quella di andare a comprimere la domanda perché è l’unica cosa che può fare, magari alla fine riusciranno anche a far abbassare l’inflazione ma con la bella soddisfazione di averci mandato in recessione. Insomma della serie: l’operazione è riuscita ma il paziente è morto.

Se queste sono le premesse non c’è sicuramente da essere ottimisti per quanto riguarda le politiche monetarie. L’ideologia secondo la quale banca centrale non possa coordinarsi con il governo per fare politiche industriali attive volte ad aumentare l’offerta piuttosto che comprimere la domanda sarà un problema che graverà sulle spalle di tutti, specialmente quelle categorie sociali che apparentemente si vogliono tutelare dal rialzo generalizzato dell’inflazione. A ciò si somma la situazione critica di guerra non dichiarata da parte dell’Europa occidentale contro la Russia chi porterà danni all’economia europea di cui ancora non si è preso pienamente coscienza.

Ricordo che, a dispetto della retorica imperante (aggettivo non scelto a caso), le sanzioni non servono mai per mettere in crisi il sanzionato, né tanto meno per far cadere un regime, bensì per demarcare una linea ben precisa tra i due schieramenti annullando gli spazi di ambiguità tra gli alleati. In particolare la politica USA nella regione europea dell’impero è sempre stata “Russia out, Germany down” e se ci pensate con le sanzioni si ottengono esattamente entrambi gli scopi: staccare il vecchio continente dai rapporti con la Russia e mettere in difficoltà l’economia tedesca che più di tutti dipende dalla sua energia.

La stessa spinta a voler costruire un rigassificatore in Italia è proprio inquadrabile in quest’ottica: creare una struttura che fornisce energia ad un prezzo maggiore dei gasdotti attualmente già funzionanti è una scelta anti-economica ma che ha una perfetta sua logica dal punto di vista geopolitico. In altre parole quando sentirete che verranno costruiti altri rigaassificatori, vi stanno sotto sotto dicendo che pagherete bollette più care non solo per la durata del conflitto Russo Ucraino bensì strutturalmente per i prossimi decenni.

Per cui, da un lato spingiamo l’inflazione con politiche energetiche tesi ad aumentare i prezzi, dall’altro facciamo politiche monetarie volte a comprimere la domanda.

Può piacere o meno, ma questo è lo scenario a cui andremo incontro nel prossimo futuro e su questo dovremmo trattare i nostri investimenti.

Vediamo invece un paio di notizie positive che riguardano certificate presentati precedentemente:

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Guadagnare dagli affitti brevi senza avere casa

Prima di approfondire la nuova strategia riprendiamo le fila su alcuni temi che ritengo molto importanti.

Il primo riguarda il Portafoglio Italia, visto che nel precedente post ho pubblicato la lettera inviata a tutti i sottoscrittori, ho pensato sia giusto anche rendere noto quali siano le performance, che quest’anno debbo ammettere mi stanno (positivamente) sorprendendo. Infatti da inizio anno ha messo a segno un +18,45% contro il 12,18% dell’indice italiano. La differenza o, se volete dirlo con parole più alla moda, lo spread tra i due è ben evidenziato dell’immagine qui sotto:

Una visione di più ampio respiro è dato invece dal grafico seguente:

Notato come la linea blu stia “prendendo il largo”? Per chi mi avesse seguito fin dall’inizio a fronte di un investimento di 10000€ ne avreste 12477 (+24,77%) pur avendo attraversato la peggior pandemia degli ultimi secoli! Per chi invece non l’avesse ancora fatto non è mai troppo tardi per entrare, potete trovare tutto qui.

Il secondo tema invece è una vecchia strategia conclusasi bene proprio venerdì. Il post a cui mi riferisco è “Un torta nuziale molto speciale” e ritengo sia importante tornarci perché ciò che è successo esemplifica meglio di mille parole il punto di forza dei certificate: l’asimmetria dei prezzi.

La storia è tutto sommato semplice: dei tre sottostanti uno, quello che all’inizio sembrava meglio, ha subito un forte ribasso tanto che per molti mesi non è stata percepita alcuna cedola. Erano presenti però una serie di barriere tra cui la più protettiva era al 65%. Fortunatamente proprio negli ultimi mesi il titolo SGL Carbon si è in parte ripreso recuperando fino a circa il 75% dai valori iniziali. Bene, se fossi stato esposto direttamente sul titolo, avrei perso il 25%, mentre grazie alle opzioni del certificate ho incassato tutte le cedole accumulate (anche se quella dal valore inferiore) ed ho anche realizzato una plus valenza sul capitale visto che ero entrato a 915€ ed il certificate sarà rimborsato a 1000€. Certo, l’altro lato della medaglia è che con i certificate c’è sempre un limite anche a quanto possiamo guadagnare, però limitare le possibili perdite e programmare a priori i possibili guadagni secondo me è un modo di gestire i propri investimenti.

Proprio in quest’ottica propongo il seguente certificate:

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