
Mercati in bilico tra incertezze politiche ed economiche
La settimana finanziaria si è chiusa con una nuova ondata di incertezze per i mercati, dominata dalle politiche dell’amministrazione Trump e dalle ripercussioni sulle principali variabili economiche globali. Da un lato, le tensioni sui dazi e le strategie monetarie statunitensi hanno condizionato Wall Street; dall’altro, il rallentamento della crescita e il timore di una possibile stagflazione pongono interrogativi sul futuro dell’economia.
Il peso dell’incertezza tariffaria
Secondo le analisi sui mercati, Wall Street ha registrato la quarta settimana consecutiva di ribassi, con il Nasdaq 100 che ha subito un drawdown del 15% prima di recuperare parzialmente. L’incertezza legata alle politiche tariffarie di Trump, caratterizzate da continui annunci e rettifiche, sta penalizzando gli investitori. L’amministrazione, piuttosto che concentrarsi sui mercati azionari, sembra dare priorità all’andamento dei rendimenti obbligazionari, del dollaro e del petrolio.
Nonostante i dati sull’inflazione negli Stati Uniti siano risultati inferiori alle attese, i mercati non hanno reagito positivamente. Il motivo è che, mentre i numeri attuali sono contenuti, le tariffe imposte potrebbero portare a un aumento generalizzato dei prezzi nei prossimi mesi. Questo effetto potrebbe essere amplificato dal deprezzamento del dollaro, che renderebbe le importazioni più costose e aumenterebbe l’inflazione interna.
Parallelamente, l’amministrazione sta valutando l’introduzione di “military bonds”, obbligazioni a lungo termine o perpetue da vendere agli alleati per finanziare la difesa statunitense. Questo strumento potrebbe avere implicazioni rilevanti sui mercati obbligazionari e sulla strategia fiscale del governo.
Inizialmente, le aspettative sui mercati erano ottimistiche, con la prospettiva di una crescita sostenuta grazie a tagli fiscali e politiche di deregolamentazione. Tuttavia, negli ultimi mesi, l’attenzione si è spostata sugli aspetti negativi, come le restrizioni all’immigrazione e l’imposizione di dazi su larga scala.
Di seguito riporto un simpatico grafico che mi ha inviato un consulente finanziario che ci fa riprendere contatto con la realtà, con buona pace dei turbo-trampiani che non capivano la differenza tra i tweet di personaggi eccentrici e le dinamiche geopolitiche e geoeconomiche:

Uno degli effetti di queste politiche è il rallentamento della crescita, che avviene in un contesto in cui l’inflazione, pur non essendo elevata, sta diventando una preoccupazione persistente. Questo scenario ha alimentato timori di stagflazione, ovvero una combinazione di crescita lenta e inflazione elevata, che storicamente ha avuto un impatto negativo sui mercati finanziari.
Questo timore, secondo me, può e deve essere sfruttato per chi ha una visione di più lungo periodo acquistando obbligazioni su tutta la curva ed in particolare sulla parte lunga.
Un altro elemento di incertezza è il comportamento della Federal Reserve. A differenza di periodi passati in cui la banca centrale ha adottato misure di stimolo in risposta a politiche fiscali restrittive, l’attuale Fed si mantiene cauta, evitando di compensare le azioni del governo con tagli ai tassi di interesse. Questo potrebbe contribuire a un ulteriore rallentamento dell’economia nei prossimi mesi.
Nonostante la recente correzione dei mercati azionari, il quadro economico non è del tutto negativo. Alcuni fattori, come le misure di stimolo adottate da Europa e Cina, potrebbero fornire un supporto alla crescita globale. Tuttavia, l’introduzione di nuove tariffe, attese a partire dal 2 aprile, potrebbe portare a una nuova fase di turbolenza nei mercati.
In sintesi, i mercati restano sospesi tra il peso delle incertezze politiche e l’attesa di misure concrete che possano stabilizzare lo scenario economico. L’evoluzione delle politiche tariffarie e l’atteggiamento della Fed saranno determinanti per capire la direzione futura dell’economia globale.
Ora secondo me, per chi come me ha accumulato liquidità fino ad oggi (chi mi segue lo sa), può essere giunto il momento di iniziare a rientrare sul mercato gradatamente: scegliendo i titoli giusti e le strategie giuste.
Il titolo scelto questa settimana è Ferrari.
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Analisi Tecnica del Titolo Ferrari (RACE) e Strategia con Certificato Turbo Long NLBNPIT1YZI1
Panoramica del Titolo Ferrari (RACE)

Il titolo Ferrari NV (RACE), dopo un ribasso che lo ha portato da circa 490€ a poco sotto i 400€ ha recentemente mostrato un lieve rialzo. La seduta è iniziata con un’apertura debole a 407,6 €, sopra i minimi della giornata precedente, per poi rafforzarsi nel corso della sessione.
Attualmente, il titolo si trova in una fase di consolidamento, con un supporto individuato a 400€ e una resistenza a 450 €. Il superamento di quest’ultimo livello potrebbe aprire la strada a un ulteriore rialzo verso l’area dei 480 / 490€.
Indicatore di Stagionalità
L’indicatore di stagionalità, rappresentato dalla curva in grigio, suggerisce che il titolo Ferrari sia proprio in prossimità di un minimo ed anche l’oscillatore stocastico sembra andare in questa direzione. Questo pattern stagionale potrebbe offrire un contesto favorevole per strategie rialziste nel periodo primaverile.
Certificato Turbo Long NLBNPIT1YZI1
Il certificato Turbo Long NLBNPIT1YZI1 emesso da BNP Paribas è uno strumento finanziario che consente di amplificare i movimenti del sottostante, in questo caso il titolo Ferrari, grazie a un effetto leva. Le caratteristiche principali del certificato sono:
- Leva: 6,62
- Strike e Livello di Knock-Out: 350,6889 €
- Distanza dal Knock-Out: 15,01%
- Scadenza: Open End (senza scadenza prefissata)
- Data di Emissione: 05/02/2024
È importante notare che, in caso di raggiungimento del livello di Knock-Out, il certificato perderebbe completamente il suo valore, comportando la perdita totale del capitale investito.
Strategia di Trading
Considerando l’analisi tecnica e l’indicatore di stagionalità, una strategia di trading con il certificato Turbo Long NLBNPIT1YZI1 potrebbe essere strutturata come segue:
- Ingresso: Valutare l’acquisto del certificato in prossimità del supporto attorno ai livelli attuali, attendendo segnali di inversione rialzista, come un pattern di candele bullish o un incremento dei volumi.
- Obiettivi di Prezzo: Il primo target potrebbe essere la resistenza a 450 €. In caso di superamento di questo livello, il successivo obiettivo sarebbe l’area dei 480 €.
- Stop Loss: Impostare uno stop loss sotto il livello di supporto a 402 €, ad esempio a 398 €, per limitare le perdite in caso di movimenti avversi.
- Gestione del Rischio: Monitorare attentamente la distanza dal livello di Knock-Out (350,6889 €). Un avvicinamento significativo a questo livello aumenterebbe il rischio di perdita totale del capitale investito.
Considerazioni Finali
L’utilizzo del certificato Turbo Long NLBNPIT1YZI1 offre l’opportunità di amplificare i guadagni in caso di movimenti rialzisti del titolo Ferrari. Tuttavia, è fondamentale essere consapevoli dei rischi associati all’effetto leva e al livello di Knock-Out. Una gestione attenta delle posizioni e una strategia di uscita ben definita sono essenziali per operare con successo in questo contesto.
Tengo infine a precisare che, come tutti i post di questo blog, questo non vuole essere assolutamente un invito all’acquisto, bensì un analisi indipendente fatta in questi giorni dal sottoscritto.