Partiamo da un post di qualche mese fa dal titolo “nuove opportunità sul settore della Difesa”. In tale articolo affermavo: “Negli ultimi tempi mi sono sempre più fatto l’idea che dopo più di 10 anni di politiche monetarie ultra espansive e trent’anni di sbornie di libero commercio (in primis l’entrata della Cina nel WTO) avrebbe da un lato spinto ad ampliare la domanda di beni degli stati dall’altra avrebbe fatto nascere conflitti più o meno latenti.”
Quello che stiamo
vivendo in questi giorni è proprio la realizzazione di quanto
scritto sopra: da un lato le tensioni Stati Uniti – Russia,
dall’altro la crescita molto importante dei prezzi delle materie
prime dovuta all’aumento repentino della domanda. Ciò che molti
catalogano come semplice inflazione in realtà è un fenomeno
leggermente più complesso chiamato stagflazione. Per tale motivo
continuo a ritenere che malgrado in gestione sia momentaneamente la
Banca Centrale Europea non alzerà i tassi per tutto il 2022. Il
motivo è molto semplice: aumentare i tassi di interesse non
influirebbe minimamente sulle cause attuali dell’aumento
dell’inflazione, al contrario soffocherebbe sul nascere l’inizio di
ripresa dopo la pandemia (che ricordo a tutti non è ancora finita).
Ad ogni modo la
nuova dinamica dei prezzi comunque tenuta in considerazione allocando
così il capitale in quei settori che non risentono dell’aumento
dell’inflazione o che addirittura ne beneficiano.
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