Due certificati per la legislatura Draghi

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Sardegna, una calda estate del 2005. Un omino schivo e minuto si è sistemato a Porto Rotondo. La pazienza e la lungimiranza non gli hanno mai fatto difetto e così ammazza il tempo facendo qualche tuffo nel mare cristallino dell’isola mentre attende l’investitura all’incarico che si rivelerà fondamentale per tutto il resto della sua carriera futura. Lì vicino, poco più in alto, troneggia la villa maestosa del Dominus d’Italia. L’investitura avverrà proprio là, ormai è giusto questione di tempo, le carte son già state distribuite, tutto ciò che bisogna fare è attendere la convocazione.

Lo ha rassicurato un suo vecchio amico, il presidente della più grande compagnia assicurativa del paese, una vecchia volpe che ha attraversato ogni periodo storico sempre ai posti di comando, una cerniera permanente tra politica e finanza.

Si sa però, anche per gli uomini più accorti, gli imprevisti possono sempre trovarsi dietro l’angolo. Così, basta un tuffo riuscito male, uno scivolamento su uno scoglio dalla superficie un po’ più affilata ed ahimè un profondo squarcio sotto il piede fa sì che l’acqua di un limpido azzurro che lo circondava viri immediatamente verso il rosso scuro.

Oggi mi andava di iniziare questo post in maniera un po’ diversa. L’avrete sicuramente capito: l’omino è Mario Draghi, la vecchia volpe è Cesare Geronzi, ed il Dominus è Silvio Berlusconi.

L’incidente non ha poi avuto nessuna conseguenza, infatti Draghi, claudicante, accompagnato da Geronzi si presenta a Villa Certosa e risponderà presente alla chiamata dell’allora presidente del Consiglio che lo nominerà governatore di Banca Italia.

Mi è sembrato giusto ricordare questo episodio sia per chiarire che chi considera Mario Draghi come un tecnico, un uomo neutro, si sbaglia di grosso od è in malafede, il personaggio in questione è da decenni addentro alle vicende politiche nazionali e soprattutto internazionali, sia perché se mi avessero detto che il movimento 5 stelle avesse appoggiato un “profilo” del genere, malgrado il mio ormai incancrenito cinismo, lo ammetto non ci avrei creduto.

Certo si tratta di una persona che viene presentata come il massimo che l’Italia possa esprimere e sicuramente il suo curriculum parla chiaro, su questo non vi son dubbi.

Mi permetto di rilevare però che sentirsi rassicurati dalla sua competenza è un po’ come se un ingrediente si sentisse rassicurato dalla bravura del cuoco: la sua fine non è comunque rosea. La pietanza sarà deliziosa, ma per i commensali.

Non mi credete? Allora facciamo parlare lo stesso Draghi:

È necessaria una complessiva, radicale e credibile strategia di riforme, inclusa la piena liberalizzazione dei servizi pubblici locali e dei servizi professionali […] attraverso privatizzazioni su larga scala”.

E ancora “C‘è anche l’esigenza di riformare ulteriormente il sistema di contrattazione salariale collettiva, permettendo accordi al livello d’impresa in modo da (ri)tagliare i salari e le condizioni di lavoro alle esigenze specifiche delle aziende”.

Le stesse posizioni, liberalizzazioni, privatizzazioni, flessibilizzazione del lavoro, ridimensionamento del welfare, Draghi le ribadisce al Wall Street Journal in un’intervista del 24 febbraio 2012. Al quotidiano statunitense dirà tra l’altro che il modello sociale europeo è superato e che in Grecia è stato fatto un buon lavoro. Quello è il modello da seguire.

Ricordo che Draghi è stato quello che da presidente della BCE chiuse le linee di liquidità alle banche greche mentre il paese era in pieno referendum. Le scene della gente in fila ai bancomat e ciò che accadde dopo è storia. Insomma non solo l’uomo del “Whatever it takes…”.

A proposito poi di cambio di idee come non ricordare le uscite dei noeuro, che oggi osannano Draghi:

Il governo che verrà è stato giustificato dall’impossibilità di svolgere campagna elettorale ed elezioni in piena pandemia. Verissimo, chi tra voi mi segue da un po’ sa quante pagine ho scritto mettendo in allarme sul fatto che la situazione fosse più critica di quanto fosse percepito in quel momento. Perdonatemi il paragone, ma questa motivazione mi fa venire in mente tanto questa scena del film di Troisi “Le vie del Signore sono infinite”:

https://www.youtube.com/watch?v=5gn2Ecdtf0I

Ecco, io sono stato sempre abbastanza scettico ogni qual volta che mi viene presentato un salvatore dai poteri taumaturgici. Visto che si parla di economia, politica, salute, sono andato a recuperare una delle mie letture giovanili:

«Come in medicina le cure miracolose dei guaritori sono possibili solo per l’ignoranza delle leggi del mondo naturale, così in politica le ricette miracolose dei “salvatori della patria” sono possibili solo per l’ignoranza delle leggi del mondo economico e sociale».

A voi scoprire chi sia l’autore visto che di questi tempi il solo nominarlo terrorizza i più!

Lo so, questa volta vi ho fatto un bel pistolotto lungo, però per ricompensare la vostra resistenza oggi vi presenterò ben due certificate.

Infatti da investitori bisogna prendere atto che il mercato ha preso molto bene la notizia ed ha fatto volare sia il mercato obbligazionario che azionario italiano. Il Portafoglio Italia ha fatto un balzo del 6,6% in una sola settimana più i dividendi già incassati. Non male per quei pochi euro a cui è in vendita che dite?

I certificate che ho preso in considerazione dovrebbe beneficiare dell’euforia del momento, ma contengono anche l’opzione airbag, che sapete mi piace molto, perché ci permette di ridurre notevolmente le perdite in caso di eventi avversi. Se volte approfondire il meccanismo basta che digitiate “airbag” sul motore di ricerca di investment engineering.

  • ISIN DE000HV4K057

  • Tipo di prodotto Cash Collect Airbag

  • Data di Pagamento Finale 19.01.2023

  • Sottostanti: Banco BPM Barriera: 1,2467€

  • ENI S.p.A. Barriera: 5,8471€

  • Stellantis N.V. Barriera: 8,8368€

  • STMicroelectronics N.V barriera: 22,855€

  • Cedola 3,25€ a trimestre (13% annuo)



  • Tipo: Memory Phoenix Airbag

  • ISIN: XS1973474734

  • Sottostanti: Banco BPM Barriera: 1,08€

  • Generali Barriera 8,082€

  • Leonardo 3,252€

  • Pirelli & C 2,5398€

  • Cedola: 0,7% mensile 8,4% annuo

Seppur simili, i due certificate presentano alcune differenze. Il prezzo d’acquisto per il primo è sopra 101€, mentre l’altro è 98€, la cedola però è ben più generosa nel primo. Vanno anche valutate le distanze dalla barriera che nel secondo certificate sono veramente importanti.

Anche prendendo il peggiore dei titoli, Pirelli, vediamo che addirittura la barriera non è stata neanche avvicinata da quando è stata nuovamente quotato:

A questo punto come al solito a voi la scelta.

Tengo infine a precisare che, come tutti i post di questo blog, questo non vuole essere assolutamente un invito all’acquisto, bensì un analisi indipendente fatta in questi giorni dal sottoscritto.

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