Il Portafoglio Italia per l’indipendenza finanziaria

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Il post di questa settimana è dedicato al Portafoglio Italia, la selezione di 10 titoli italiani che, secondo un algoritmo sviluppato personalmente, potenzialmente presentano margini di crescita rispetto all’indice FTSE-MIB ed al tempo stesso forniscono un flusso cedolare importante.

L’obbiettivo principale di questo tipo di struttura è il raggiungimento dell’indipendenza finanziaria personale. Per realizzare tale obbiettivo sono necessarie due caratteristiche principali:

1 – Che il capitale non si svaluti e che sia il meno volatile possibile

2 – Che garantisca una rendita (da qui il flusso cedolare)

In tempi normali questo tipo d’investimento era tipico delle obbligazioni, ma viste le politiche monetarie degli ultimi 10/15 che hanno compreso i rendimenti fino a farli diventare negativi anche a lunga scadenza.

Come un po’ tutti gli investitori, sono naturalmente stato costretto ad alzare l’asticella del rischio spostandomi sull’azionario.

Con dei metodi matematici-statistici ho cercato di minimizzare le oscillazioni non penalizzando però le performance. In effetti, benché l’algoritmo sia totalmente all’oscuro dei settori d’appartenenza dei titoli selezionati, ciò che viene prodotto è sempre un portafoglio estremamente diversificato, a differenza del FTSE-MIB che, pur essendo un indice non settoriale, è fortemente sbilanciato verso i bancari con tutti i rischi che ciò implica.

Il Portafoglio Italia 2021 è reperibile a questo indirizzo e, come anticipato in un post precedente, fornirò a tutti i lettori del blog aggiornamenti periodici ogni 3 o 4 settimane (prendetelo come periodo indicativo).

Ma veniamo ai numeri delle performance che è ciò che conta più di tante parole. Analizziamo prima di tutto l’andamento da quando ho iniziato la pubblicazione del Portafoglio Italia:

come vedete il Portafoglio Italia si è sempre tenuto sempre al di sopra del proprio benchmark e questo è un’ulteriore conferma della bontà dei criteri di selezione. Naturalmente, come sempre si evince dal grafico, il 2020 è stato un anno veramente difficile ed il Portafoglio Italia non ne è stato immune, anzi in alcuni mesi ha fatto peggio del mercato (ormai dovreste sapere quanto siano trasparenti le mie analisi) e ciò è stato provocato da una tempesta perfetta causata dalla sospensione dei dividendi da parte dei bancari e dal crollo del prezzo del petrolio che ha fatto crollare titoli come Saras ed ENI al tempo presenti nel Portafoglio Italia 2020.

Malgrado ciò, ad oggi, rispetto al 19/01/2018, data di inizio di pubblicazione, siamo sopra di quasi il 10% (9,89%) mentre l’indice FTSE-MIB è ancora leggermente sotto la parità (-0,08%), una differenza statisticamente significativa che dite?

Ma per chi fosse entrato solo quest’anno (vale a dire un mese fa) come sarebbero andate le cose? Diciamo che non ci si può veramente lamentare: solo in questa settimana abbiamo messo a segno un +2,46% contro un +1,42% del FTSE-MIB.

In particolare un titolo assicurativo presente nel Portafoglio Italia ha stupito il mercato diventando anche il best performer del nostro paniere con un +13,43% da inizio anno. Molto bene ha fatto il fondo immobiliare (l’unico presente nel portafoglio) dopo aver passato un periodo di relativa debolezza.

Dato ancor più confortante è la performance complessiva da gennaio: +4,33% contro il 2,71% dell’indice. Inoltre non bisogna dimenticare che abbiamo già incassato un po’ di dividendi e che l’obbiettivo del 7% annuo di soli dividendi rimane realistico. Insomma chi ha preso il Portafoglio Italia finora non ha di che lamentarsi.

Tengo infine a precisare che, come tutti i post di questo blog, questo non vuole essere assolutamente un invito all’acquisto, bensì un analisi indipendente fatta in questi giorni dal sottoscritto.

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