Portafoglio Italia: un’ottima andata

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E così siamo arrivati a fine anno, un ottimo anno! Lo è stato sia per il FTSE-MIB che, anche di più, per il Portafoglio Italia. Ricordando che il Portafoglio Italia 2019 è iniziato la seconda settimana di gennaio, la performance ad oggi, quindi un po’ meno di un anno, è del +32,69% contro il +23,16% del FTSE-MIB. Il colpo d’occhio del grafico sottostante è ben chiaro:

Pensiamo che sia il caso quindi di tirare le somme di come sia andato quest’anno.

Innanzitutto partiamo con il ricordare quale sia l’obbiettivo ed a chi principalmente si rivolge il Portafoglio Italia. Tale portafoglio è stato pensato per chi volesse generare un flusso cedolare costante e importante, magari per raggiungere l’indipendenza finanziaria, e cercar di mantenere il più possibile invariato il capitale. Naturalmente si tratta pur sempre di un investimento azionario quindi di per sé volatile.

L’obbiettivo del flusso cedolare è solitamente fissato attorno al 6% ed esso è stato raggiunto come programmato: il 6,22% è superiore a quanto prefissato.

La stabilità del capitale è stato più che centrato visto il +26% messo a segno. Come è stato possibile una sovraperformance rispetto al benchmark?

I pilastri sono sostanzialmente tre: gli alti dividendi, la sottovalutazione dei titoli e la loro diversificazione.

Sul primo c’è poco da aggiungere, abbiamo creato un portafoglio che ha un flusso cedolare superiore all’indice FTSE-MIB.

La sottovalutazione per certi versi è una diretta conseguenza del primo aspetto: un titolo che storicamente paga dividendi superiori alla media è sicuramente un elemento che indica che quel titolo, per motivi che possono essere i più diversi, è valutato meno di altri. Certo, non è l’unico criterio poiché un titolo che ha tassi di crescita molto elevati può permettersi di avere un dividend/yield minore, ma per i nostri obbiettivi di creare un flusso cedolare consistente e costante questo criterio è sicuramente predominante.

Quest’anno abbiamo ancora di più stressato questo aspetto operando periodiche rotazioni di portafoglio quando qualche titolo si era così apprezzato da farcene preferire altri. Sotto potete osservare la composizione attuale del Portafoglio Italia e delle sue rotazioni:

Su tutti i titoli svetta Azimut che abbiamo comprato/venduto/comprato con un profitto complessivo che supera il 100%. Segue Unipool che abbiamo tenuto per tutto l’anno ed ha realizzato quasi un +40%, ma non dobbiamo sottovalutare neanche titolo come Telecom Italia Risparmio che ha messo a segno un +5,9% ma in pochi mesi. Un altro caso da analizzare è quello di ENI in cui siamo usciti a 15€ e siamo rientrati a 13,77€ trasformando così una potenziale perdita in un profitto.

Ancora più interessante è però il caso di Saras che ha fatto quasi un -20%. Questa è la dimostrazione che nessuno ha poteri di preveggenza, tanto meno noi, ma che con una buona diversificazione è possibile assorbire tranquillamente anche perdite importanti su un singolo titolo poiché il peso di ognuno è di circa il 10%, quindi una perdita anche del 20% impatta solo del 2% la performance complessiva del portafoglio.

Qui veniamo quindi alla diversificazione: noi non ci limitiamo a scegliere 10 titoli ad alto dividendo e sottovalutati, ma, secondo un nostro algoritmo, facciamo sì che i titoli siano tra lo minimamente correlati. In questo modo andiamo a minimizzare la probabilità che i titoli scendano (o salgano) tutti insieme ed è così che andiamo ad abbassare la volatilità complessiva del portafoglio.

Vi diamo così appuntamento all’anno prossimo, augurandovi un felice anno nuovo, e anticipandovi già che il nostro algoritmo sembra che tenda a sottopesare i finanziari… ma staremo a vedere…

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