Adattarsi alle situazioni: e-commerce cinese al 6,2% annuo

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Ci sono state diverse novità questa settimana, cerchiamo di far ordine tentando di vederle nella giusta prospettiva.

Partiamo dal fatto che il timing delle ultime due operazioni, quella del PAC sui petroliferi e quella sulla maxi cedola, è stato favorevole. Questo grazie soprattutto all’impennata di tutti i mercati azionari trainati dagli USA. Ciò ci porta alla notizia dell’anno: abbiamo il nuovo presidente!… o no?

Sì lo abbiamo e da cosa è possibile inferirlo? Semplice: ci hanno sempre raccontato che il peggiore scenario possibile fosse quello dell’incertezza in cui non ci fosse stato un netto vincitore e che si trascinasse la questione fino alla corte suprema. È proprio ciò che è successo giusto? Soprattutto nelle giornate di mercoledì / giovedì, eppure, proprio in quelle due giornate, abbiamo assistito ad un rally delle quotazioni mostruoso. Non bisogna essere un complottista per capire che chi doveva fare i conti sui flussi elettorali questa volta li abbia fatti a dovere. Infatti con il passare delle ore i voti degli “swinging states” si sono assestati in maniera quasi chirurgica nella direzione giusto, un po’ come viene scritto nelle ricette: quanto basta.

Permettetemi di precisare: non c’è nulla di più distante da me che le posizioni di Trump, però il fatto che in una democrazia si possa votare per posta a me personalmente lascia basito, al di là da chi avvantaggi. Altro aspetto da tenere in forte considerazione è lo stallo al senato: ciò implica che nessun provvedimento “radicale” verrà preso, di ciò ne riparleremo tra poco. Ultima considerazione è che l’amministrazione Biden godrà sicuramente della benevolenza dei mass media, questo lo si è subito intuito da come sia stata troncata la diretta di Trump perché sosteneva tesi non vere (quale politico avrebbe allora diritto di parola?), e dalle lacrime di Van Jones alla CNN. Quindi per quatto anni possiamo rimettere in freezer il movimento “Black lives matter” (che ha portato avanti sacrosante istanze di giustizia sociale) e le varie tensioni correlate.

L’altra notizia è la divisione dell’Italia in tre zone a seconda della gravità della circolazione del virus. Chi mi segue sa da quanto predico (invano) che “tornare alla normalità” sarebbe significato tornare alla pandemia. Sarebbe facile ora dire “l’avevo detto”, in realtà invece mi sto accorgendo che anch’io avevo sottovalutato la situazione, infatti ora penso che le cose si metteranno anche peggio della prima ondata per questi motivi:

  • Finché non si vedranno nuovamente le colonne militari con le bare di morti di Covid ci sarà un fetta importante di popolazione che, a differenza di prima, a casa non ci vuole stare. Il governo se ne è reso conto ed infatti sta mettendo in atto misure comunque inefficaci. Le trattative con le regioni sono poi la ciliegina sulla torta, verrebbe da dire: “Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur”
  • La prima ondata, ormai lo sappiamo, a riguardato essenzialmente il nord Italia, ora, a dispetto delle zone rosse arancioni e gialle, il virus è sparso in tutto il paese aumentando così di una grande quantità di potenziali infettabili.
  • L’inverno che ci aspetta non potrà che aggravare la situazione rispetto alla scorsa primavera.

Direte voi: tutti questi discorsi saranno anche giusti, ma questo non è un post sugli investimenti? Appunto! Mettiamo insieme le cose: qual è il paese che è riuscito a risolvere realmente la pandemia (non il virus naturalmente)? Qual è il paese che è stato ingaggiato in una guerra commerciale dall’amministrazione Trump e dal prossimo anno se ne troverà un’altra tutta libero commercio e circolazione dei capitali (è questo che intendevo con: nessun provvedimento “radicale” verrà preso)? Sempre lei la Cina! E se adesso riuscissi a trovare dei titoli che da un lato sfruttino la crescita del mercato interno cinese e dall’altro il lockdown presente e futuro dei paesi occidentali attraverso l’e-commerce, ciò sarebbe perfettamente coerente alla mia analisi. I sottostanti del seguente certificate fanno proprio al caso:

Tipo: Cash Collect Airbag Autocall

ISIN: DE000HV4HA11

Sottostanti: Alibaba Group Holding Ltd. / ADR, Baidu Inc. / JD.com Inc

Scadenza: 20/10/22

Cedola: 1,55 trimestrale (6,2€ annuo)

Strike: 307,94$ / 130,70$ / 80,08$

Barriera: 184,764$ / 78,42$ / 48,048$

Come avrete notato si tratta di tre colossi dell’e-commerce cinese ma che vendono in tutto il mondo.

Ancora una volta inoltre ho selezionato un certificate con airbag che, ripetiamolo nuovamente, ci permette di ridurre tantissimo le perdite nella malaugurata ipotesi in cui uno dei sottostanti si trovi sotto la barriera. Per maggiori informazioni cercate airbag su questo sito e troverete tutte le spiegazioni del caso.

Il certificate attualmente tratta a 99,7€ e stacca una cedola trimestrale di 1,55€ (quindi un 6,2% annuo). Il titolo peggiore è Alibaba che vado subito ad analizzare:

come potete notare prima di arrivare alla barriera ci sono varie resistenze da abbattere, ne ho evidenziate un paio. Ricordate inoltre che iniziamo a perdere a partire dalla barriera, ad esempio se Alibaba facesse un -42% si andrebbe a perdere più o meno il 2%.

Penso che in ottica di diversificazione di portafoglio questo possa essere un ottimo prodotto, magari liquidando delle posizioni che in questa settimana hanno guadagnato molto.

Tengo infine a precisare che, come tutti i post di questo blog, questo non vuole essere assolutamente un invito all’acquisto, bensì un analisi indipendente fatta in questi giorni dal sottoscritto.

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