Evitiamo di pagare più tasse del dovuto con plus valenze fino al 27% annuo

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Partiamo da dove ci eravamo lasciati qualche giorno fa, quando ho aumentato di un’ulteriore quota il mio PAC sul certificate con airbag sui petroliferi DE000HV4EV50. Avevo chiesto se ci fosse qualcuno che volesse calcolare il punto di pareggio dato dal peggiore dei titoli (Repsol) dato il prezzo d’entrata di 714,95€. Sono molto contento che Marco abbia perfettamente azzeccato il risultato, significa che la “cultura” di utilizzo di questi strumenti inizia a diffondersi.

Vediamo come si affronta il calcolo:

Dato che RIMBORSO = NOMINALE X PREZZO SOTTOSTANTE / BARRIERA possiamo dire che: PREZZO SOTTOSTANTE = RIMBORSO / NOMINALE X BARRIERA = 714,95 / 1000 * 5,1696 = 3,696€.

Oggi invece vorrei soffermarmi su due aspetti dei certificate: l’efficienza fiscalità e la volatilità.

Partiamo dalla seconda: come avrete capito acquistare un certificate equivale a vendere volatilità del sottostante(i). Infatti, come visto nei mesi di Marzo-Aprile, a parità di distanza dalla barriera i certificate valevano molto meno ed abbiamo successivamente assistito ad un rialzo dei prezzi, non tanto a causa della ripresa dei sottostanti, quanto ad una diminuzione della volatilità stessa. Naturalmente l’altro fattore che influisce sul prezzo è il tempo: più ci avviciniamo alla scadenza minore sarà l’influenza della volatilità sul prezzo stesso. Elementare Watson direte voi, questo solo per dire che quando la volatilità aumenta meglio stare alla larga dalla azioni e rivolgersi ai certificate e viceversa.

L’altra aspetto invece è il fatto che le plus valenze generate dai certificate, siano esse stacchi di cedola o guadagni sul capitale. Ciò non è invece vero per i dividendi di azioni od etf, né per le cedole di obbligazioni. In questo caso le tasse (capital gain) si pagano sempre e comunque. Ricordo che il recupero delle minus valenze è possibile esclusivamente entro quatto anni, dopo di che vanno perse e quindi pagherete il capital gain sulle future operazioni in profitto.

In questo contesto ci sono certificate particolarmente funzionali alla situazione in cui qualcuno da qui a dicembre debba recuperare qualche minus, oggi ne presento uno:

  • Tipo: Cash Collect Autocallable Worst Of
  • ISIN: DE000HV4FRF9
  • Scadenza: 20/07/23
  • Sottostante 1: Banco BPM – Strike 1,348€ – Barriera: 0,8088€
  • Sottostante 2: Enel S.p.A. – Strike 7,975€ – Barriera: 4,785€
  • Sottostante 3: ENI S.p.A. – Strike 8,41€ – Barriera:5,046€
  • Sottostante 4: Telecom Italia S.p.A. Strike: 0,3617€ – Barriera: 0,21702€

Il meccanismo di questo certificate è semplice: se a novembre tutti i titoli sono sopra la propria barriera il certificate stacca 10€, secco, in un unica trance. Considerando un personale prezzo d’entra a 86,6€, significa un 11,55%, dopo di che, ogni mese stacca un 1,2€ al mese, naturalmente sempre se la condizione della barriera viene rispettata. Si tratta quindi di 24€ annui che significa 27,71%.

Naturalmente il certificate presenta dei rischi: sia per il numero di sottostanti sia perché è presente il solito ENI.

L’idea però in questo caso non è tanto quella di portare il certificate a scadenza, bensì prendere la maxi cedola a novembre, l’altra a dicembre e poi uscire nella speranza che a fine anno la volatilità si diminuita e magari i prezzi dei sottostanti leggermente più alti. Ciò significherebbe portarsi a casa circa un 13,5% eso in tasse se si hanno minus valenze da compensare.

Doveroso è comunque effettuare come al solito un’analisi sul sottostante peggiore, ossia ENI:

Ecco stiamo parlando dei minimi storici fatti toccare nel lontano 1996. Ora, tutto può accadere, ma veramente significherebbe che da qui al 2023 il mondo è riuscito a fare a meno del petrolio visto che ormai siamo sotto i prezzi di produzione di molti paesi.

Vi anticipo infine che sto monitorando un ottimo certificate sui tecnologici che, se la volatilità dovesse proseguire, potrebbe rappresentare un’ottima occasione per entrare, quindi stay tuned!

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