Che la festa non sarebbe potuta durare a lungo su questo blog lo sostengo da un po’, il mese di Agosto sembra, come succede spesso, dare i primi segnali d’inversione. Mi auguro che vi siate tenuti abbastanza liquidi o su obbligazioni facilmente liquidabili in modo da poter approfittare di eventuali ulteriori ribassi.
Ma vediamo cos’è successo questa settimana su quest’articolo che sarà l’ultimo dell’estate per poi rivederci a Settembre.
La settimana finanziaria terminata il 2 agosto 2025 è stata caratterizzata da una crescente incertezza globale, segnali economici deboli e rinnovate tensioni commerciali, che hanno spinto a un ampio ritiro dagli asset di rischio e a un’impennata della domanda di beni rifugio.
Mercati Azionari Statunitensi Sotto Pressione
I principali indici statunitensi hanno registrato notevoli cali settimanali. L’S&P 500 è sceso del 2,4%, segnando la sua quarta perdita consecutiva e il calo più significativo dal 21 maggio. Il Dow Jones Industrial Average ha perso il 2,92%, mentre il Nasdaq Composite è diminuito del 2,17%.
La giornata di venerdì ha visto crolli particolarmente marcati, con il Dow che ha perso oltre 770 punti.
Il principale catalizzatore di questa flessione è stato il deludente rapporto sull’occupazione di luglio, che ha mostrato un’aggiunta di soli 73.000 posti di lavoro, ben al di sotto delle aspettative. Le revisioni hanno inoltre tagliato 258.000 posti di lavoro dai dati di maggio e giugno, rafforzando i timori di un rallentamento economico. Sebbene il PIL statunitense sia cresciuto del 3% (ma secondo me solo dovuto alla momentanea contrazione delle importazioni dopo l’accumulo di scorte nei mesi precedenti per paura dei dazi) nel secondo trimestre e la crescita media dei posti di lavoro nel Q2 sia stata di 150.000 unità, la reazione del mercato ai dati più recenti sull’occupazione indica una marcata sensibilità alle informazioni negative immediate, che intensifica la pressione sulla Federal Reserve per un taglio dei tassi.
Le nuove tariffe imposte dal Presidente Trump sulla maggior parte dei partner commerciali statunitensi, in vigore dal 7 agosto, hanno pesato notevolmente sul sentiment di mercato. Aziende come Ford Motor hanno già avvertito di ingenti impatti negativi dovuti a queste misure. Questa incertezza politica ha prevalso sui benefici di accordi commerciali specifici con l’UE e la Corea del Sud, o l’estensione di 90 giorni per i negoziati con il Messico. La prevalenza della preoccupazione per l’imprevedibilità della politica commerciale ha eroso la fiducia generale.
Mercato Italiano e Contesto Eurozona
L’indice FTSE MIB di Milano ha subito un calo settimanale significativo del 2,55%, chiudendo a 39.942,82 punti.7 Importanti società italiane, tra cui Finecobank (-5,80%) e Intesa Sanpaolo (-5,57%), hanno registrato perdite sostanziali.
I dati economici mostrano che il PIL italiano si è contratto dello 0,1% nel secondo trimestre del 2025, in controtendenza rispetto alla crescita marginale dello 0,1% registrata dall’Eurozona nel suo complesso. L’inflazione in Italia si è attestata all’1,8% (giugno 2025 vs giugno 2024), leggermente inferiore alla media dell’Eurozona del 2,0%. La contrazione del PIL italiano, unita al calo del mercato azionario e a un’inflazione contenuta, suggerisce una decelerazione economica localizzata o una lieve recessione, indicando che l’Italia potrebbe essere più vulnerabile ai venti contrari globali o affrontare sfide strutturali uniche. Nonostante il calo azionario, lo spread BTP-BUND, un indicatore chiave del rischio sovrano italiano, si è ridotto del 2,84% a 89 punti. Questa divergenza potrebbe indicare che gli investitori percepiscono il debito sovrano italiano come più resiliente rispetto al capitale azionario, forse grazie alla stabilità della politica monetaria della BCE.
L’Oro: Il Rifugio per Eccellenza
L’oro è emerso come il chiaro vincitore della settimana, con prezzi in forte aumento del 2,37%. I futures sull’oro hanno chiuso a $3.416 l’oncia venerdì 1 agosto, e il metallo giallo ha mostrato una performance robusta, in crescita di circa il 40% su base annua.
Questa impennata è stata alimentata da rinnovate incertezze commerciali derivanti dalle nuove tariffe statunitensi e dall’escalation delle tensioni geopolitiche, inclusi sviluppi nel conflitto Russia/Ucraina e in Medio Oriente, che hanno stimolato una forte domanda di beni rifugio. I dati economici statunitensi più deboli del previsto, in particolare il rapporto sull’occupazione, hanno significativamente aumentato le aspettative di tagli dei tassi da parte della Federal Reserve. Questo ha reso l’oro, che non produce rendimenti, più attraente, riducendo il costo opportunità di detenerlo rispetto agli asset che fruttano interessi. La forte performance dell’oro, in netto contrasto con i cali generalizzati dei mercati azionari, evidenzia il suo ruolo di principale bene rifugio in tempi di incertezza globale e imprevedibilità delle politiche, riflettendo una priorità degli investitori verso la conservazione del capitale.
Alla luce di ciò, come ultimo articolo dell’estate, presenterò un certificato a capitale protetto che permette di investire con un unico prodotto su sei fondi obbligazionari ad alta cedola.
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