Rieccoci qua dopo una lunga pausa estiva e ricominciamo con la nostra consueta analisi dei mercati. Vi anticipo subito che ho deciso da ora in poi di alternare i classici certificati a cedola periodica con strategie più tattiche, che potremmo definire da trading “morbidi e fuggi”. Queste queste strategie certificati a leva variabile con una barriera knockout sotto la quale, o sopra la quale se il prodotto è di tipo short, il valore del certificato si annulla, perciò fate attenzione alla vostra allocazione del capitale!
Ma iniziamo prima con un’analisi generale.
Negli ultimi giorni emerge con chiarezza un quadro macroeconomico e geopolitico di crescente complessità, che sta plasmando i mercati finanziari. Sul fronte macro, i dati del mercato del lavoro statunitense mostrano un rallentamento evidente: le buste paga non agricole e le revisioni recenti indicano un indebolimento che ha convinto i mercati a scontare con decisione un taglio dei tassi da parte della Fed già nel prossimo meeting. Questo spostamento delle aspettative ha avuto effetti immediati sui rendimenti: i Treasury a 2 anni si sono portati ai minimi recenti, mentre anche la parte lunga della curva mostra segnali di discesa; al contempo permane il dibattito su possibili ripercussioni inflazionistiche e sul comportamento dei tassi a lunga in caso di politiche fiscali o monetarie non convenzionali. Io è da molto tempo che mi aspetto un abbassamento della curva, finora il mercato non è andato in quella direzione, ma ora sembra che le cose stiano cambiando.
La reazione dei mercati è duplice: da un lato si osserva un forte interesse per asset rifugio come l’oro, che ha raggiunto nuovi massimi storici, sintomo di attese di “debasement” valutario e di tassi reali più bassi; dall’altro vi è attenzione alle possibili tensioni fiscali e geopolitiche che potrebbero riaccendere volatilità e margini di incertezza sui mercati obbligazionari. Gli scenari di politica — incluse misure protezionistiche e contenziosi commerciali — aggiungono un ulteriore elemento di rischio per i flussi di capitale e per le aspettative sui rendimenti reali.
Sul piano geopolitico e strutturale, il confronto USA-Cina è descritto come una partita tra “costruzione” e “litigio”: la Cina, con una classe dirigente formata in larga parte da ingegneri, ha puntato su capacità di realizzazione infrastrutturale e tecnologica su larga scala; gli Stati Uniti, con una cultura istituzionale più legata alla litigiosità e alla tutela legale, si stanno però mobilitando per recuperare capacità produttive strategiche (chip, data center, cantieri militari). Questo riassetto produttivo e le politiche industriali di risposta possono generare sia opportunità sia shock di breve termine, con impatti distinti su valuta, rendimenti e asset risk-on/risk-off.
Nel complesso, la combinazione di Fed orientata al taglio dei tassi, rischio politico-fiscale e rivalità geopolitica crea uno scenario in cui conviene monitorare la liquidità, privilegiare profili di duration breve nel reddito fisso e mantenere esposizioni difensive (oro, coperture di volatilità) come protezione contro shock imprevisti.
È proprio da qui che parte la strategia di questa settimana.
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