Che dire, sono stato una facile Cassandra? Forse, ma non è stato poi così difficile. L’evidente sottovalutazione del problema Covid-19 e la nozione di come sia fatta una funzione esponenziale non potevano far altro che portare alle conclusioni che poi si stanno puntualmente verificando. D’altro canto nulla di quello che scrissi in “nuova crisi, vecchie ricette ” è stato realizzato. Questo vale sia per il settore pubblico che per quello privato. E certo che, lo ripeto nuovamente, sarebbe bastato andare ad analizzare ciò che fosse accaduto in Canada dopo la fine del lockdown:
e questo è ciò che sta avvenendo:
Certo, ne sono consapevole, le differenze a livello sanitario ci sono sia rispetto alla precedente situazione in Canada, sia rispetto a quella di Marzo-Aprile, ma l’aspetto qualitativo della diffusione è sostanzialmente analoga.
In un contesto del genere, come ormai avrete notato, ho abbassato notevolmente l’asticella del rischio tenendomi più liquido del solito ed andando a cogliere i prodotti che presentano importanti margini di protezione in momenti specifici di mercato. A tal proposito, se mi avete seguito sul PAC dei petroliferi, avrete già beneficiato di tale approccio e la strategia è ancora attiva.
Anche il certificate di questa settimana è stato selezionato proprio in quest’ottica. Ecco i dati:
- Tipologia: Crescendo Rendimento Memory
- ISIN: frexa0024697
- Sottostanti: ENI / ENEL
- Cedola: 0,77% mensile (9,64% annuo)
- Scadenza: 30/03/22
- Strike: 7,29€ / 5,89€
- Barriera: 3,645€/ 2,945€
In questo caso ciò che mi attira del certificate è: l’elevata cedola, l’effetto memoria che ci permette di non perdere le cedole qualora uno dei due titoli andasse sotto barriera bensì di accumularle alla successiva date di rilevazione, ma soprattutto è il posizionamento delle barrire stesse!
Per quanto riguarda ENEL la distanza è così siderale che se volete farla lascio a voi l’analisi. Il titolo peggiore è ENI e guarda un po’ dov’è la barriera:
non solo non è mai stata toccata me è comunque lontanissima, neanche riesco a tracciarla sul grafico. Ora capite che vedere stabilmente ENI sotto i 3,65€ mi sembra oggettivamente un’eventualità non solo remota, ma che se dovesse verificarsi significherebbe un prezzo del petrolio costantemente sotto i 20€, il che significherebbe tagliare fuori diversi paesi produttori con tensioni geopolitiche non trascurabili.
In ottica tattica si potrebbe attendere un piccolo ritracciamento dopo il rimbalzo dei prezzi avvenuto questa settimana.
Dal grafico si nota che i prezzi attorno 6,5€ potrebbe essere un ottimo punto d’ingresso. Ad ogni modo anche agli attuali il certificate è acquistabile a 990€, ossia circa l’1% sotto la parità.
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