Il settore petrolifero può rendere almeno il 9% all’anno

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Oggi partiamo da una bella storia. Circa tre mesi fa avevo proposto la strategia <<Il certificate che ti viene incontro con il 13% di profitto>>, stimando un 13% di profitto annuo. Le cose sono andate anche meglio proprio grazie all’opzione autocall di cui abbiamo spesso discusso che ha fatto sì che il certificate venisse rimborsato anticipatamente. Quindi calcoliamo qual è stato il profitto di questa operazione, tutto verificabile nel link citato naturalmente.

Sono entrato a 93,5€ ed ho percepito 3 cedole da 0,61€. Alla terza cedola il certificate, come detto, è stato rimborsato a 100€. Il calcolo è perciò banale:

(0,61×3+6,5)/93,5*100 = 8,9091%.

I più distratti si chiederanno: ma non sarebbe dovuto il 13%? Vero, ma tale stima era fatta in maniera prudenziale ipotizzando che l’autocall scattasse almeno dopo un anno circa, invece è successo in tre mesi, ciò significa che annualizzato il profitto è di poco meno del 36%.

Ulteriore dimostrazione che bisogna sempre mettersi nelle condizioni di far sì che le probabilità giochino a nostro favore.

Per chi volesse continuare a far lavorare il capitale, sto tenendo d’occhio questo certificate (ma non sono ancora entrato):

  • Tipo: Cash Collect Maxi Autocall
  • ISIN: DE000HV4KYV2
  • Sottostanti: ENI S.p.A. / Repsol YPF S.A. / Tenaris S.A.
  • Scadenza: 21/03/24
  • Barriera: 6,6444 €/ 7,469€ / 6,293€
  • Cedola: 14,4€ a giugno, poi 1€ trimestrale

Anche qui è presente l’opzione autocall che scatta a partire da settembre. Questo certificate ha la peculiarità di erogare una maxi cedola CERTA a giugno di 14,4€, poi 1€ a trimestre. Una struttura che tra le altre cose, è molto utile per chi ha delle minus valenze da compensare nel 2021.

Se dovessimo valutare il rendimento a scadenza avremmo 17,4€ il primo anno e 4€ per ognuno dei due anni successivi, ossia 25,4€ in tre anni, a cui va aggiunto un 1,75€, visto che il certificate è acquistabile a 98,25€.

Il rendimento totale potrebbe essere (25,4+1,75)/98,25*100= 27,63% in un po’ meno di tre anni, ossia un po’ più del 9,2% annuo, a fronte di una barriera ben posizionata come vedremo a breve.

Va però anche considerato che il rendimento non è uniformemente distribuito su tutto il periodo di vita, infatti a giugno si percepisce una maxi cedola di 14,4€. Cosa succederebbe se a settembre tutti e tre i titoli si trovassero sopra il livello di strike? Percepiremo 17,15€ (15,4+1,75) su 98,25€ investiti, ossia un 17,45% in cinque mesi, 41,9% annualizzato. Ribadisco, questo sarebbe lo scenario migliore, tra i due ci sono naturalmente tutti quelli intermedi visto che l’autocall può verificarsi ogni 3 mesi.

Ma vediamo come sono posti tali livelli sull’attuale peggior titolo, ovvero Repsol:

Come potete vedere lo strike (linea blu) non è poi così distante (circa un 5%), la barriera (linea rossa) è posta su un supporto molto importante e nel mezzo ce n’è un altro altrettanto notevole (linea tratteggiata nera).

Anche in questo caso mi sembra che le probabilità giochino a nostro favore.

Tengo infine a precisare che, come tutti i post di questo blog, questo non vuole essere assolutamente un invito all’acquisto, bensì un analisi indipendente fatta in questi giorni dal sottoscritto.

Spero di aver fatto cosa gradita lasciando link diretti a tutti i dati senza passare per servizi di pubblicità. Per questo mi auguro che siate così gentili, vista la completa gratuità del sito, di fare almeno un click su un banner presenta nella pagina e mettere un like se l’articolo è di vostro gradimento.

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