Ecco finalmente il tanto atteso aggiornamento del 2019. Prima di buttarci nel nuovo anno, tiriamo però brevemente le somme di quello passato.
Il 2018, specialmente la seconda metà, è stato sicuramente un anno pessimo per il FTSE-MIB (che, ricordiamolo sempre, costituisce il nostro benchmark) che ha fatto -17,27%. In questo contesto il Portafoglio Italia si è difeso e sarebbe stato arduo chiedere di più ad un portafoglio che non è pensato per fare trading bensì per investitori di medio termine. Infatti, complessivamente il Portafoglio Italia con il suo -5,71% ha comunque sovra-performato l’indice di riferimento. Inoltre anche questa settimana il Portafoglio Italia ha fatto meglio dell’indice con un +2,59% contro un +2,43%.
Il grafico che segue confronta l’andamento del nostro Portafoglio rispetto al FTSE-MIB:
Se volete dei dettagli più analitici potete cliccare qui ed osservare come le righe verdi predomino sulle rosse.
Cosa altrettanto importante, ha rispettato l’obbiettivo di rendita passiva dovuta ai dividendi che si è attestata sopra il 6%.
A questo punto ci sembra opportuno ribadire cosa si il Portafoglio Italia, quali siano i suoi obbiettivi e quali i criteri di composizione.
L’obbiettivo di questo portafoglio è quello di garantire un importante flusso cedolare ed al tempo stesso ridurre il più possibile le sue oscillazioni, andando a “scovare” quei titoli sottovalutati.
Il portafoglio è composto sempre da 10 società tutte aventi il medesimo peso, ossia fatto 100 il valore complessivo, al momento dell’acquisto ogni società ha un controvalore di 10.
Per comporre un portafoglio valido per l’anno Y si procede come segue:
- Si prendono in considerazione solo le società quotate nel FTSE MIB e nel FTSE Italia MID Cap, escludendo così tutti i titoli a minor capitalizzazione.
- Per ogni società si calcola l’ammontare del dividendo dell’anno Y-1 (cioè l’anno appena trascorso)
- Sia Di il rapporto tra il dividendo ed il prezzo del primo giorno di quotazione dell’anno corrente Y (o il primo giorno utile in cui si desidera entrare) della i-esima società.
- Si escludono quelle società che presentano un Di < 0,03.
- Sia Vi la misura della volatilità, secondo una nostra formula, della i-esima società nell’anno Y-1.
- Sia Si un punteggio compreso tra 0 ed 1 secondo la formula Si = f(Di, Vi) dove f è una formula di nostra proprietà.
- Si ordinano in senso decrescente le società secondo Si.
- Le prime 10 società risultanti dal punto 7 sono quelle che comporranno il portafoglio per l’anno Y.
Se si vuole sintetizzare la filosofia di questo algoritmo, per quelli che non hanno molta confidenza con questa modalità di descrivere le procedure, possiamo dire che si selezionano le società che presentano una buona prospettiva di dividendi ma, allo stesso tempo, hanno dimostrato una certa stabilità dei prezzi nell’anno appena trascorso.
Dal 2014 (data di inizio) al 2018 (ultimo anno) il Portafoglio Italia ha sempre fatto meglio dell’indice, naturalmente ciò non implica che le performance future siano dello stesso tenore.
Veniamo quindi al cuore della questione: chi esce, chi rimane e chi entra nel nostro Portafoglio Italia:
Chi esce: Poste Italiane, Unipol SAI, Dè Longhi, Unieuro, Telecom Italia Risparmio
Chi entra:
Uno dei dati più interessanti è sicuramente il livello medio del dividendo. Dopo il ribasso degli ultimi mesi sono naturalmente aumentati i livelli dei dividendi attesi ed anche il nostro Portafoglio Italia non fa eccezione: il dividendo atteso del nostro Portafoglio Italia quest’anno si attesta al 6,8%.
Altro parametro interessante è il rapporto prezzo / utile (P/E) che si attesa a 13,46 leggermente sotto la media del FTSE-MIB.
Meno significativi sono invece gli altri due parametri che riportiamo comunque per completezza. Il rating è un giudizio che va da 1 = strong buy a 5 = strong sell. La media del nostro portafoglio è di 2,48 (il punto mediano è 3 ovviamente). Mentre il target price rappresenta il prezzo a cui l’azione dovrebbe puntare per essere in linea con i suoi fondamentali.
Secondo gli analisti quindi il Portafoglio Italia 2019 dovrebbe avere un potenziale upside del 15,42% a cui andrebbe aggiunto il 6,8% di dividendi. Lo ripetiamo nuovamente: alle stime degli analisti crediamo poco, ma per completezza d’informazione le riportiamo in modo da dare un quadro più completo.
Concludiamo infine con un’analisi qualitativa del nuovo portafoglio. Come avrete notato c’è un maggior peso dei titoli energetici e delle utility. Evidentemente il nostro algoritmo ha rilevato sia il fatto che la volatilità degli ultimi mesi ha risparmiato il comparto delle utility sia che il ribasso del prezzo del petrolio ha reso i prezzi molto convenienti.
Ricordiamo che reinvestiamo completamente i dividendi percepiti l’anno scorso e che partiamo da un controvalore di 9429€ (che abbiamo approssimato con le azioni da acquistare).
Le nuove proporzioni dei vari titoli sono riportate qui. Naturalmente ognuno può moltiplicare la quantità in maniera da raggiungere il controvalore desiderato.
Al solito vi invitiamo ad iscrivervi alla mailing list di Investment Engineering per essere tempestivamente aggiornati su tutte le novità.