Visto che siamo alla fine dell’anno, ci occuperemo di due aspetti tra loro connessi: il Portafoglio Italia e l’indice FTSE-MIB. Infatti anche se per gli indici americani manca un’altra seduta alla fine dell’anno vera e propria, possiamo comunque tirare le somme su entrambi gli investimenti segnalando con l’occasione anche un certificate per i prossimi sei mesi sull’indice stesso.
Partiamo da quelli che erano gli obbiettivi che ci eravamo prefissi per il Portafoglio Italia: un dividendo attorno al 6%, minore volatilità ed una maggiore performance rispetto al suo benchmark. Possiamo tranquillamente affermare che questi obbiettivi sono stati raggiunti. Infatti il rendimento da cedola è stata del 6,1%, la volatilità è stata meno della metà dell’indice (varianza Portafoglio Italia: 21.6174425221, varianza FTSE-MIB: 54.6788057515) e la differenza di performance è di circa il 10%. Il grafico qui sotto riporta l’andamento del nostro Portafoglio Italia e lo confronta con il FTSE-MIB.
Per il resto il 2018 è stato sicuramente un anno da archiviare come pessimo, in particolare la seconda metà. Se prendiamo i massimi toccati a metà maggio, il FTSE-MIB ha perso quasi il 25%. Parte di questo ribasso è sicuramente stato causato da motivi interni italiani di cui ci siamo occupati spesso in questa sede, ma l’aumento della volatilità e di violenti ribassi ha toccato anche i mercati globali, specialmente quelli americani.
In questo scenario di volatilità estremamente aumentata, l’aver utilizzato spesso i certificate ci ha permesso di limitare i danni. Solo per citarne alcuni, le operazioni su De Longhi (che avevamo consigliato di acquistare anche vendendo il titolo presente nel portafoglio Italia) e Tesla hanno ben pagato, mentre operazioni come quella su Prysmian o Brembo purtroppo sono finite sotto barriera.
Visto che molti dei certificate proposti sono scaduti iniziamo a guardarci in giro per vedere come investire la nuova liquidità.
In un’ottica di breve termine abbiamo iniziato a monitorare il certificate
avere un guadagno del 13,4% in poco più di 6 mesi, ossia circa il 25% annualizzato. Naturalmente va ricordato che il Bonus Cap è la tipologia più rischiosa tra i certificati, infatti la sua barriera è continua. Ciò significa che basta che da qui alla scadenza l’indice FTSE-MIB tocchi anche una sola volta la barriera e si perde il diritto al bonus ed il certificate diventa una semplice replica del sottostante. Per questo motivo è ancora più importante dare un’occhiata ai livelli chiave dell’indice.
Sicuramente il grafico sopra riportato evidenzia una situazione deteriorata anche se nelle ultime sedute sembra che la zona 18200/400 punti stia provando a fungere da supporto.
La barriera del certificate è comunque abbastanza lontana (circa il 18%) e per visualizzare quei livelli è necessario utilizzare un grafico mensile.
Come potete vedere la barriera è posta proprio sotto i minimi fatti segnare nel 2016 e 2013, quindi supporti molto importanti. Il grafico mensile però non evidenzia dei supporti intermedi, per fare ciò bisogna riprendere il grafico giornaliero e andare un po’ indietro:
Vedete che analizzando la seconda metà del 2016 troviamo una fase laterale compresa (arrotondando i valori) tra i 17500 e 16000 punti. Tali livelli rappresentano sicuramente altri due validi supporti.
Con questo certificate la nostra strategia è chiara: non possiamo dire che la discesa dell’indice sia terminata, ma a noi basta che nei prossimi 6 mesi il FTSE-MIB non scenda di un ulteriore 18%, magari arrestandosi proprio in quella banda laterale citata sopra. Inoltre se il FTSE-MIB scendesse di un altro 18% significherebbe fare quasi un -40% da maggio 2017.
Quindi tale certificate è adatto per coloro che sono titubanti sulle future evoluzioni a breve dei mercati ma che allo stesso tempo non vogliono restare completamente alla finestra e tenere tutta la liquidità a giacere sul conto.
Tornando al Portafoglio Italia ricordiamo a tutti che la settimana successiva all’epifania proporremo i 10 titoli italiani che, a nostro avviso, sono sottovalutati e daranno alti rendimenti cedolari per l’anno 2019. Rispetto al 2018 alcuni titoli verranno sicuramente confermati, altri sicuramente sostituiti, mentre su uno in particolare stiamo ancora decidendo se tenerlo o no.
Vi consigliamo quindi di iscrivervi (per chi non l’avesse già fatto) alla nostra mailing list per essere sempre puntualmente aggiornati.
Buon 2019 a tutti!