Prima di partire con l’articolo della settimana, facciamo un recap della scorsa.
Avevo presentato il primo certificato “bollinato” da questo blog su un investimento immobiliare difficilmente reperibile sul mercato.
Ad oggi sembra non abbia riscosso un gran riscontro, quindi, se volete, vi invito a rileggere l’articolo e fare le vostre valutazioni naturalmente.
Aggiungo anche che, a seconda dei volumi che avrà questo certificato, dipenderanno ulteriori sviluppi di questo blog o, eventualmente, l’abbandono per potermi concentrare su altre attività.
Veniamo ora all’articolo della settimana.
La settimana di mercato tra il 25 e il 31 ottobre 2025 è stata caratterizzata da un tono misto a livello globale, con una notevole divergenza tra la resilienza azionaria americana e la pressione sui mercati europei, il tutto mentre i tassi obbligazionari di riferimento mostravano una pausa strategica. L’indice Euro Stoxx 50 ha registrato una chiusura settimanale positiva, terminando a 5674.50 con un incremento dell’1.20%.1 Al contrario, Piazza Affari (FTSEMib) ha chiuso in territorio negativo, subendo un ribasso nell’ultima sessione, perdendo l’1.03% a 42.210 punti. Contemporaneamente, il rendimento del titolo di Stato decennale USA ha mostrato una stabilizzazione, attestandosi al 4.08%, riflettendo l’incertezza sulla prossima mossa della Federal Reserve, nonostante le precedenti dichiarazioni considerate “falco”.
In questo contesto di elevata, selettiva, volatilità e continua ricerca di yield enhancement, l’attenzione si sposta verso gli strumenti strutturati che permettono di monetizzare le oscillazioni dei prezzi. I metalli preziosi, in particolare Oro e Argento, hanno continuato a mantenere posizioni storicamente elevate (con performance annuali superiori al 45%), consolidando il loro ruolo di copertura monetaria.
II. Analisi Macroeconomica: Sintesi della Settimana (25-31 Ottobre 2025)
II.1. I Mercati Azionari: Divergenze e Fattore Tecnologico
L’andamento dei mercati azionari ha evidenziato una crescente disomogeneità tra le principali aree geografiche. Le piazze europee hanno offerto segnali contrastanti. Se da un lato, l’indice Euro Stoxx 50 ha chiuso la settimana con un apprezzamento dell’1.20%, dimostrando una resilienza complessiva, dall’altro, la Borsa Italiana ha subito pressioni significative. L’indice FTSEMib ha terminato l’ultima seduta in ribasso, perdendo l’1.03% e chiudendo a 42.210 punti. Questa contrazione del listino italiano, che ha toccato anche -1.5% intraday, può essere direttamente correlata ai recenti dati macroeconomici domestici, che hanno mostrato un rallentamento inaspettato dell’economia italiana nel terzo trimestre e un contemporaneo aumento del tasso di disoccupazione. Tali fattori hanno logicamente appesantito il sentiment degli investitori locali e internazionali sull’esposizione italiana.
In netto contrasto, i mercati statunitensi (S&P 500 e Nasdaq) hanno continuato la loro corsa verso nuovi massimi storici nel corso della settimana. Questa performance eccezionale è stata ampiamente alimentata dall’entusiasmo e dalla liquidità canalizzata nel settore tecnologico e dei semiconduttori (con forti guadagni in titoli come Nvidia, AMD e Dell). La resilienza americana, nonostante le incertezze politiche (rischio di shutdown governativo) e le aspettative sui tassi della Federal Reserve, suggerisce che il flusso di capitale globale sta premiando in modo predominante le narrazioni strutturali legate all’Intelligenza Artificiale e alla big tech. Questa divergenza tra la forza guidata dalla tecnologia negli USA e la pressione sui mercati europei, in particolare l’Italia, indica che gli investitori stanno scommettendo sulla continuazione di un trend di crescita strutturale e su una potenziale disinflazione a lungo termine, piuttosto che sulla crescita ciclica tradizionale.
II.2. Mercati Obbligazionari: La Pausa dei Tassi
Nel panorama obbligazionario, la settimana si è contraddistinta per una stabilizzazione dei rendimenti a lungo termine. Il benchmark globale, il rendimento del titolo di Stato decennale USA, si è attestato al 4.08% il 31 ottobre, registrando un calo marginale di 0.02 punti percentuali rispetto alla sessione precedente. Questa pausa ha interrotto un rally di tre sessioni che aveva spinto il rendimento di riferimento a un massimo di tre settimane, sostenuto dal tono più restrittivo (falco) del FOMC. La stabilizzazione dei rendimenti intorno a quota 4% riflette l’incertezza del mercato riguardo alla prossima mossa della Fed.
In Europa, il rendimento del BTP decennale italiano è salito lievemente al 3.40% al 30 ottobre. Nonostante i segnali di rallentamento dell’economia italiana, il differenziale tra il BTP e il Bund tedesco (Spread BTP-Bund) si è mantenuto su valori storicamente contenuti, chiudendo la settimana a 75.57 punti base. Questa contrazione del rischio percepito sul debito periferico italiano è bilanciata dall’impatto complessivo delle politiche restrittive della Banca Centrale Europea. La stabilizzazione dei rendimenti USA sopra il 4% continua a rappresentare un fattore di drenaggio di liquidità da altre asset class, specialmente quelle considerate più rischiose, influenzando le decisioni di allocazione di capitale.
II.3. Materie Prime: Il Contrasto tra Energia e Metalli Preziosi
Il settore delle materie prime ha mostrato un marcato disaccoppiamento tra il comparto energetico e quello dei metalli preziosi. Il petrolio greggio WTI ha chiuso a $60.88 il 31 ottobre. Nonostante un leggero rialzo giornaliero, il greggio è apparso strutturalmente debole, proiettato verso il terzo calo mensile consecutivo. Questa pressione ribassista è guidata principalmente dalle preoccupazioni per l’eccesso di offerta globale e l’aumento della produzione, che stanno superando i timori geopolitici (ad esempio, le tensioni in Venezuela).
Al contrario, i metalli preziosi mantengono una forza strutturale impressionante. Nonostante una lieve correzione di fine settimana, l’Oro si è attestato a $3,997.10/oncia 4 e l’Argento a $48.66/oncia.5 Entrambi i metalli hanno registrato guadagni eccezionali su base annuale (Oro +46.08%, Argento +50.02% rispetto all’anno precedente). Questo forte disaccoppiamento tra la debolezza del petrolio (indicativa di un ciclo economico forse meno robusto) e la forza dei metalli preziosi dimostra che il prezzo di Oro e Argento è prevalentemente guidato dalla domanda di beni rifugio (inclusi gli acquisti aggressivi delle banche centrali) e dalle aspettative di svalutazione monetaria a lungo termine.
Cosa faccio io in queste situazioni di profonda incertezza? Ormai lo dovreste sapere, cerco due cose: diversificazione e decorellazione. Proprio in quest’ottica è stato scelto il certificato di questa settimana.
Un certificato che come sottostante ha un unico indice che raggruppa i maggiori estrattori di argento, che potrebbe anche essere un’alternativa, od un’ulteriore diversificazione, all’investimento diretta nella materia prima, visto anche il recente forte rally dell’ultimo periodo.
Ma, prima di iniziare l’analisi, ricordo i soliti metodi per sostenere il blog: Il primo è più efficace è quello di effettuare una donazione tramite Go Fund Me o Buy Me Coffee. Poi potete iscrivervi alla mailing list qui a destra, potete cliccare sulle inserzioni pubblicitarie che vi vengono presentate ed infine potete diffondere gli articoli tramite i social network a cui siete iscritti. Queste ultime due possibilità non vi costano nulla! Inoltre ora potete farlo anche tramite un trasferimento di bitcoin a questo indirizzo: bc1qy0kr074kdpnlrzszgwfnrdrlv2srnmkdzltl8s od utilizzando il seguente QR Code:
