De-dollarizzazione ed oro, una strategia da 13%

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Mentre questa settimana gli indici europei si sono mossi sostanzialmente in maniera laterale, maggiore forza si è vista su gli indici americani che si sono nuovamente avvicinati ai massimi storici. I due grafici sottostanti rendono bene l’idea:

S&P 500

FTSE-MIB

In questo clima di incertezze sto gestendo il portafoglio in maniera tale da aumentare il più possibile la decolorazione con la volatilità dei corsi azionari, senza però rinunciare ad un buon rendimento. Ad esempio l’articolo della settimana scorsa ne è un esempio.

Un altro strumento utile per la decorazione con i mercati azionari è sicuramente loro. Circa un anno e mezzo fa ho pubblicato un articolo dal titolo “Investire in oro senza dover mettere i lingotti in cassaforte” in cui consigliamo l’acquisto di un determinato etf che potete trovare al link riportato. Lascio a voi constatare quale sia stata l’andamento di questi ETF fino ad oggi.

Un altro articolo ancora più datato che risale a quasi quattro anni fa, “Come comprare Oro, proteggersi ed incassare anche una cedola”, proponeva un certificato, che scadrà il mese prossimo agganciato direttamente all’oro, all’argento e al platino. In più se cercate nel sito troverete diversi articoli dedicati all’oro.

Questo che state leggendo ne è un altro, ma prima di arrivare direttamente al prodotto, vorrei presentare le motivazioni che hanno visto le quotazioni del metallo prezioso apprezzarsi sotto un’altra ottica: ossia quella della de-dollarizzazione.

La de-dollarizzazione è un processo in cui diversi paesi cercano di ridurre la loro dipendenza dal dollaro USA negli scambi commerciali, nelle riserve e nelle transazioni finanziarie globali. Sebbene questa tendenza sia emersa con maggiore forza negli ultimi anni, è un fenomeno di lungo termine, dato che il dollaro rimane profondamente radicato nel sistema finanziario globale.

Stato attuale e ruolo dei BRICS

I paesi BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) sono tra i principali promotori della de-dollarizzazione. Hanno avviato iniziative per scambiare beni e servizi utilizzando valute locali o alternative. Un esempio di questo impegno è la New Development Bank (NDB), fondata dai BRICS, che mira a finanziare progetti di sviluppo utilizzando principalmente valute locali, riducendo così la dipendenza dal dollaro. Questo ridimensionamento del ruolo del dollaro è guidato in parte da sanzioni economiche, specialmente nei confronti di paesi come la Russia, che cercano di proteggersi dai rischi finanziari legati alla valuta statunitense.

Impatto sul prezzo dell’oro

La de-dollarizzazione sta avendo un forte impatto sul mercato dell’oro. Le banche centrali di diversi paesi, specialmente tra i BRICS, stanno aumentando le riserve di oro come alternativa al dollaro, percepito come instabile a causa delle tensioni geopolitiche e delle fluttuazioni economiche. L’oro è considerato una riserva sicura di valore e una protezione contro l’inflazione e la svalutazione delle valute. La Cina, in particolare, ha notevolmente aumentato le sue riserve auree, con la banca centrale che ha incrementato in modo significativo gli acquisti di oro negli ultimi anni. L’immagine sotto penso che parli chiaro:

L’accumulo di oro da parte della Cina e di altri paesi BRICS ha portato a un aumento della domanda globale di questo metallo prezioso, influenzando direttamente il suo prezzo. La strategia cinese di aumentare le riserve auree si inserisce in un contesto più ampio di tentativi di rafforzare il renminbi come valuta globale e di ridurre il rischio derivante dalla dipendenza dal dollaro.

Prospettive future

La de-dollarizzazione rimane comunque un processo graduale e di lungo termine. Nonostante la crescente volontà di ridurre la dipendenza dal dollaro, questo continua a dominare il commercio internazionale e le riserve delle banche centrali. Tuttavia, l’incremento delle riserve auree e l’uso crescente di valute alternative suggeriscono che il processo potrebbe accelerare nei prossimi decenni, soprattutto se altri paesi seguiranno l’esempio dei BRICS e se si verificheranno ulteriori shock economici o geopolitici.

In conclusione, la de-dollarizzazione è un processo complesso e graduale, portato avanti da diversi paesi, in particolare dai BRICS e dalla NDB, ma avrà bisogno di tempo per poter ridimensionare significativamente l’egemonia del dollaro.

Ora, il ragionamento è questo:

1 – ho individuato un macro trend

2 – ho selezionato una materia prima che è coinvolta in questo macro trend

3 – Non mi rimane altro che individuare lo strumento finanziario giusto.

Prima di entrare nel vivo dell’argomento ricordo che chiunque voglia contribuire al proseguimento di questo blog lo può fare per effettuare una donazione tramite Go Fund Me o Buy Me Coffee.

Il prodotto selezionato è:

  • Tipo: Cash collect
  • ISIN: DE000VC28UP4
  • Sottostanti: Barrick Gold Corp / Kinross Gold Corp / Anglo American PLC
  • Scadenza: 08/09/2026
  • Cedola: 1,1% Mensile (13,21% Annuo)

Come avrete notato si tratta di un classico cash collect su tre compagnie di estrazione dell’oro, le cui quotazioni sono correlate a quelle dell’oro.

Il titolo peggiore è Anglo American PLC e come notate dal grafico sottostante, la barriera è posta a ridosso di un supporto storico del 2020 molto evidente.

La cedola è sicuramente di un importo importante e il buffer di distanza dalla barriera è poco più del 39%.

Il certificato è acquistabile sopra la pari a 101,2€, si potrebbe anche ipotizzare di attendere un leggero storno sia dell’oro che delle quotazioni dei sottostanti con il solito rischio di rimanere fuori naturalmente.

Tengo infine a precisare che, come tutti i post di questo blog, questo non vuole essere assolutamente un invito all’acquisto, bensì un analisi indipendente fatta in questi giorni dal sottoscritto.

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