Opportunità sul settore delle public utilities per oltre il 10% annuo

Per motivi di tempo il post di oggi sarà estremamente breve e andremo direttamente al punto. Continua il ribasso degli indici azionari dovuto essenzialmente al fatto che nei mesi precedenti, come più volte sottolineato in questo blog, gli operatori finanziari scontavano una politica monetaria che sarebbe diventata meno restrittiva in poco tempo. L’atteggiamento invece delle banche centrali sta dando tutt’altra prospettiva ed è per questo che sia gli indici obbligazionari che quelli azionari stanno a riguardo le proprie quotazioni.

In più c’è da aggiungere che statisticamente il mese di settembre è sempre tra i peggiori dell’anno e soprattutto per quanto riguarda l’ultima settimana. Sempre rimanendo nel campo della statistica possiamo affermare che il mese appena iniziato è più favorevole così come lo è in generale l’ultimo trimestre dell’anno.

Uno dei settori che nell’ultima settimana è stato preso di mira è quello delle public utility niente perché è un settore che più di altri fa ricorso alla leva finanziaria ma se lo può anche permettere dati i suoi derivati livelli di cash flow. Nel medio termine questo settore è sempre rivelato più stabile della media di mercato ed è per questo che uno Spike dei prezzi è un occasione per entrare con un certificato:

  • Tipo: Fixed Cash Collect Callable
  • ISIN: XS2581830887
  • Sottostanti: A2A / 1,6655 Enel / 6,111 Engie / 14,356
  • Cedola: 1,98% trimestrale
  • Scadenza : 29/06/2026
  • Barriera: 1,6655€ / 6,111€ / 14,356€

Il titolo peggiore è Enel e potete notare dal grafico settimanale quanto sia lontana la barriera e soprattutto dov’è posizionata nello storico dei prezzi:

Una cosa interessante di questo certificate è che le cedole sono fisse, cioè non dipendono dall’andamento dei sottostanti e questo rappresenta un ottimo cuscinetto anche in caso di violazione delle barriere.

Ho acquistato il certificate a 944€, a questi prezzi il certificate produce un rendimento cedolare pari a circa 8,4% a cui va aggiunto un circa 2,3% annuo di capitale che porta il rendimento totale quindi a circa il 10,7%.

Considerando la protezione delle barriere e il fatto di avere cedole garantite penso che il rapporto rischio / rendimento sia veramente vantaggioso.

Tengo infine a precisare che, come tutti i post di questo blog, questo non vuole essere assolutamente un invito all’acquisto, bensì un analisi indipendente fatta in questi giorni dal sottoscritto.

Per questo mi auguro che siate così gentili, vista la completa gratuità del sito, di fare almeno un click su un banner presente nella pagina e mettere un like se l’articolo è di vostro gradimento.

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Rinnoviamo la strategia sul petrolio per un 11% annuo

Rieccoci qui dopo due settimane di interruzione per le vacanze estive. Un po’ di cose sono accadute in questo periodo, secondo me l’avvenimento più importante anche se non strettamente economico è stata la riunione dei BRICS in Sud Africa. L’evento è stato un po’ snobbato dai media occidentale invece in futuro lo ripenseremo come uno dei momenti in cui gli effetti politici ed economici globali hanno preso una certa direzione. Magari ne parleremo più approfonditamente in qualche altro post futuro, due aspetti però ci tengo a sottolineare:

1) se tale Club dove si estendersi anche alla Arabia Saudita e all’Iran (da vedere assieme queste due nazioni è una novità epocale), sommando il Brasile e Russia avremmo i maglioni produttori di petrolio tutti assieme, una specie di opec ristretto.

2) se nel lungo termine dovesse realizzarsi l’adozione di una moneta di scambio alternativa al dollaro (cosa che non avverrà sicuramente dall’oggi al domani) saremo sicuramente costretti a rivalutare quali saranno le direzioni future dei flussi di capitali.

Ora torniamo agli aspetti più operativi.

A metà giugno avevo proposto la strategia sul petrolio con il titolo “Guadagnare anche se i prezzi scendono? Si può: 15% sul petrolio“. Tale strategia sia rilevata anche più proficua di quanto pensato visto che il certificato è stato rimborsato anticipatamente proprio questa settimana realizzando quindi il guadagno della conto capitale prima della scadenza naturale.

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Altra soluzione protettiva per un 7.7%

Sfortunatamente la scorsa settimana non ho potuto scrivere il consueto post, mi sarebbe piaciuto perché avrei voluto fornire un’alternativa al tanto declamato BTP valore. Sono perfettamente consapevole di essere fuori tempo massimo e per questo accennerò solo brevemente a quali siano, secondo me, le criticità del BTP in questione; poi presenterò comunque il prodotto che avevo selezionato perché comunque rimane un’ottima scelta per coloro che vogliono costruire un portafoglio con un profilo di rischio estremamente basso.
Il BTP valore ha una durata di 4 anni con una struttura cedolare di tipo step-up: 3.5% per i primi due anni e il 4% per gli ultimi due. Inoltre c’è anche un premio di fedeltà per chi lo detenga per tutta la durata dello 0,5%.
Attualmente abbiamo un tasso di inflazione che è abbondantemente più del doppio della cedola, ma, cosa ancora più importante, sia proprio nel mezzo di un ciclo di rialzo dei tassi di interesse da parte della Banca Centrale Europea: Per chi non avesse chiaro ancora il meccanismo diciamo che quando i tassi si alzano, a parità di altre condizioni, il valore dei titoli obbligazionari tende a scendere. La durata dei quattro anni, a mio avviso, è la peggiore su cui andare a investire: Infatti all’inizio il BTP subirà il deprezzamento dovuto all’aumento dei tassi, poi quando quest’ultimo si stabilirà (e penso ci vorrà almeno un anno e mezzo o due, magari intramezzato da qualche pausa, la sua vita residua sarà talmente corta da non poterne verificare a livello di aumento del valore.
Detto ciò, questa emissione ha avuto un successo talmente ampio da poter farmi affermare che le considerazioni fin qui scritte Non sono sicuramente condivise da un grande numero di investitori. Il tempo deciderà chi avrà avuto ragione.
Ricordo inoltre che Moody’s ha fatto slittare l’aggiornamento del rating dell’Italia che potrebbe riservare qualche spiacevole sorpresa.
Precisato ciò, veniamo al prodotto della settimana:

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Mettere “i soldi” su tutte le banche per un 7,75%

Non so voi ma periodicamente mi trovo a dover affrontare il problema di come reinvestire la liquidità generata dai certificati che vanno in autocall oppure a scadenza. La situazione del mercato non è sicuramente facile, ad esempio se si prende l’ultima settimana del dell’indice italiano si può affermare che fino al pomeriggio di venerdì le cose si stavano mettendo abbastanza male: La rottura di una resistenza su base settimanale avrebbe sicuramente scaturito una figura tecnica che avrebbe, con molta probabilità, riportato l’indice a circa 25.500 punti per poi poter anche arrivare a 24.600. Fortunatamente nella seconda parte del pomeriggio che è stata un’inversione di tendenza che ha fatto sì che quella resistenza fosse confermata.

Per ora possiamo dire quindi che il pericolo è stato scampato, ma non bisogna adagiarsi sugli allori, almeno secondo me, mai come ora è importante valutare tutti gli scenari di possibile rischio.

Il certificato che vi propongo questa settimana un po’ va proprio in questa direzione, visto che contiene delle caratteristiche di cui abbiamo parlato spesso durante gli ultimi post: Barriere lontane, premi incondizionati ed un unico sottostante. Non solo il sottostante è unico ma si tratta di un indice e non di un singolo titolo! Vediamone le caratteristiche:

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Rischio bassissimo e profitto più che dignitoso: 8.4% annuo

Settimana di ritracciamento per tutti gli indici azionari compreso quello italiano, conseguenza del fatto che il rally avvenuto nelle scorse sedute non era sostenibile perlomeno a quei ritmi. Io continuo ad avere forti dubbi sulla sostenibilità del rialzo per due fattori principali:

1) non è detto che le politiche monetarie delle banche centrali diventino meno restrittive nelle prossime riunioni. Tutti lo speriamo naturalmente ma se il driver della politica monetaria è esclusivamente affidato a livello di inflazione questo sicuramente non si abbasserà nei prossimi mesi, da ciò deriva il punto successivo.

2) lo smantellamento fatto a pezzi della globalizzazione, ossia per essere più precisi il fenomeno di reshoring o nearshoring unite alle prolungate tensioni in Ucraina che non faranno altro che aumentare i prezzi dell’energia, non potranno certo stabilizzare l’andamento dei prezzi. Di fronte a ciò le banche centrali, come in un riflesso pavloviano, continueranno nel loro ritiro della liquidità e dell’innalzamento dei tassi di interesse.

Come già detto in diversi poste è anche vero che con il tasso attuale d’inflazione rimanere eccessivamente liquidi significa andare incontro ad una perdita reale sicura.

Benché il mercato obbligazionario sia sicuramente diventato più interessante di quanto non lo fosse fino a qualche mese fa, va anche detto che, complice appunto il repentino rialzo dell’inflazione, in molti casi per sempre comunque di tassi reali (che non sono quelli nominali) ancora molto bassi. Inoltre sono molto soggetti nei loro prezzi alle politiche monetarie: Chi avesse comprato un paio di anni fa dei titoli di Stato a 10 anni oggi sicuramente piange lacrime amare.

Detto ciò faccio una piccola premessa prima di presentare il prodotto della settimana: Lungi da me a firmare che il certificato di cui sotto sia la stessa cosa che un’obbligazione o addirittura un’obbligazione statale, consideratelo piuttosto un’alternativa da mettere in portafoglio magari da affiancare a un portafoglio obbligazionario.

Vediamo subito di cosa si tratta:

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Un certificato quasi perfetto

Non so voi ma l’ultimo spike rialzista a seguito del dato sull’inflazione americana sotto le attese mi ha colto decisamente di sorpresa. Se si analizzano un po’ meglio io dati si nota come il dato più basso sia in particolare imputabile ai costi dei servizi sanitari. Ammetto anche di non aver capito quali siano i motivi che hanno portato a questa dinamica e quindi non mi esprimo oltre, per ora prendo atto del dato e vedremo se nell’altro dato, quello del PCE Core (metrica delle Fed per regolare la stretta monetaria stimando il tasso di equilibrio) questa contrazione dell’inflazione sarà confermata.

Fatto sta che proprio la mattina stessa avevo immesso un ordine a qualche tick sotto il prezzo di ask (esattamente a quota 100€) che ahimè non è poi stato eseguito proprio in virtù del forte rialzo avvenuto nel pomeriggio.

Ci tengo comunque a presentare questo certificate perché è uno dei migliori che siano mai stati emessi negli ultimi anni e dopo averlo letto penso converrete con me e capirete anche il mio rammarico:

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Anticipazioni per la prossima settimana

Ciao a tutti, per “impegni civici” non riesco a proporvi un articolo con un’analisi esaustiva. Vi anticipo comunque che sto elaborando una strategia di recupero per il certificate presentato nel post “Potenziale 10% sulle public utilities europee” che fino alla giornata di giovedì era sopra barriera e che lo scrollone di venerdì ha portato sotto. Per cui chi fosse entrato su questo certificate o per chi stesse subendo significative perdite sul titolo Enel potrebbe trovare interessante il prossimo post… perciò stay tuned!

Alla prossima settimana.