Settimana di ritracciamento per tutti gli indici azionari compreso
quello italiano, conseguenza del fatto che il rally avvenuto nelle
scorse sedute non era sostenibile perlomeno a quei ritmi. Io continuo
ad avere forti dubbi sulla sostenibilità del rialzo per due fattori
principali:
1) non è detto che
le politiche monetarie delle banche centrali diventino meno
restrittive nelle prossime riunioni. Tutti lo speriamo naturalmente
ma se il driver della politica monetaria è esclusivamente affidato a
livello di inflazione questo sicuramente non si abbasserà nei
prossimi mesi, da ciò deriva il punto successivo.
2) lo smantellamento fatto a pezzi della globalizzazione, ossia per essere più precisi il fenomeno di reshoring o nearshoring unite alle prolungate tensioni in Ucraina che non faranno altro che aumentare i prezzi dell’energia, non potranno certo stabilizzare l’andamento dei prezzi. Di fronte a ciò le banche centrali, come in un riflesso pavloviano, continueranno nel loro ritiro della liquidità e dell’innalzamento dei tassi di interesse.
Come già detto in
diversi poste è anche vero che con il tasso attuale d’inflazione
rimanere eccessivamente liquidi significa andare incontro ad una
perdita reale sicura.
Benché il mercato
obbligazionario sia sicuramente diventato più interessante di quanto
non lo fosse fino a qualche mese fa, va anche detto che, complice
appunto il repentino rialzo dell’inflazione, in molti casi per sempre
comunque di tassi reali (che non sono quelli nominali) ancora molto
bassi. Inoltre sono molto soggetti nei loro prezzi alle politiche
monetarie: Chi avesse comprato un paio di anni fa dei titoli di Stato
a 10 anni oggi sicuramente piange lacrime amare.
Detto ciò faccio
una piccola premessa prima di presentare il prodotto della settimana:
Lungi da me a firmare che il certificato di cui sotto sia la stessa
cosa che un’obbligazione o addirittura un’obbligazione statale,
consideratelo piuttosto un’alternativa da mettere in portafoglio
magari da affiancare a un portafoglio obbligazionario.
Dopo una settimana di pausa rieccoci qui. Come ogni inizio mese
facciamo il punto sul portafoglio Italia. L’ultimo mese è stato
sicuramente positivo per tutti gli indici azionari e soprattutto per
quello italiano, vecchietti versi anche troppo positivo Infatti tassi
di crescita così alti in così breve tempo sono difficilmente
sostenibili sul lungo termine. La regione principale di tale
ottimismo risiede nella aspettative del mercato in una politica più
accomodante da parte delle banche centrali in primis della Fed, o
meglio più che puliti che accomodanti si aspettano quantomeno
politiche meno restrittive. Le due settimane a venire saranno di chi
vive nel comprendere se cari aspettative saranno poi oggettivamente
confermate o se le politiche monetarie continueranno il loro
carattere estremamente “hawkish”. Nel frattempo non chiesta
che goderci il momento ed approfittarne.
Per quanto riguarda
il portafoglio Italia ci sono diverse buone notizie e una forse
leggermente sotto le aspettative, per lo meno le mie.
Nell’ultimo mese il portafoglio Italia ha messo a Segno un rialzo delle 10% contro uno scarso 9% del FTSE Mib andando così a recuperare ulteriormente il gatto che si era creato a metà anno come si evince dalla figura qui sotto:
Da inizio anno il
portafoglio Italia ha perso quindi il 9,17% contro il 9.01% del Ftse
Mib, certo quest’anno non è finora riuscito a battere l’indice ma le
due prestazioni sono veramente similari e non escludo che da qui al
31 dicembre le cose si ribaltino. Il maggior contributo dell’ultimo
recupero sono stati qui titoli che durante l’anno invece sono stati
maggiormente penalizzati e mi riferisco In particolare ad Unieuro ed
Enel. Come si evince dalla tabella sotto riportata il titolo migliore
è stato Eni e ricordo che esso è entrato a seguito di una rotazione
che tra l’altro ci ha impedito di perdere un sacco di soldi su
Telecom Italia, segue a stretto giro Bayer e poi Terna:
Va poi anche
sottolineato che, è inutile girarci intorno, i due eventi principali
di quest’anno, ossia, la guerra in Ucraina ed il repentino rialzo dei
tassi, hanno costituito due elementi statistici veramente particolari
che avrebbero potuto mettere in seria difficoltà un algoritmo che si
basa sulla storia pregressa e sulle correlazioni tra titoli. A metà
anno questo è avvenuto sicuramente in maniera preponderante e poi
pian piano le anomalie statistiche si sono inevitabilmente assorbite
ed hanno riportato le performance delle portafoglio Italia in linea
con quelle dell’indice principale. Diciamo anche che per chi fosse
entrato a metà anno nel portafoglio Italia avrebbe fatto un sacco di
soldi.
Rimane poi
l’evidente sovra performance se si guarda al lungo periodo come
riportato dalla grafico qui sotto:
Dall’inizio del 2018
il portafoglio Italia è in positivo del 19% mentre il FTSE Mib lo è
del 5,09%.
Veniamo ora
all’aspetto leggermente sotto le aspettative ossia il dividendo
complessivo: Quest’anno il dividendo si attesterà al 5.84% mentre il
nostro target era quantomeno sopra il 6%. Certo non è che sia una
grandissima differenza, più psicologica che non reale, però parte
gli questa sottoperformance in termini di dividendi è anche dovuta a
un calcolo non perfettamente colletto: Enel stacca il primo dividendo
la terza settimana di gennaio, poiché il nostro portafoglio Italia
inizia circa in quella data l’algoritmo ha considerato tre dividermi
invece che due e dal punto di vista contabile questo non è molto
corretto. Ti ho non toglie che vuoi possiate tranquillamente tenervi
Enel fino al 23 gennaio e raggiungerete così un rendimento da
dividendo del circa 6,3%, per quanto mi riguarda Naturalmente la
rendita dovuta ai dividermi per quest’anno sarà comunque pari al
5,84%.
Per essere ancora
più precisi quest’anno il primo dividendo da parte di Enel è stato
staccato il 24 gennaio mentre nel 2023 lo stacco avverrà il 23
gennaio, poiché l’algoritmo considera un range temporale di un anno
il dividendo del 24 gennaio 2022 ed il dividendo del 23 gennaio 2023
sono stati considerati all’interno dei 12 mesi di vita del
portafoglio Italia.
Spero abbiate notato
come faccio sempre tutto nella massima trasparenza anche quando le
cose non vanno come prospettato, per quanto lo scarto sia tutto
sommato minimo.
A questo punto non
mi resta che darvi appuntamento alla prossima settimana per altre
opportunità di mercato.
Tengo infine a
precisare che, come tutti i post di questo blog, questo non vuole
essere assolutamente un invito all’acquisto, bensì un analisi
indipendente fatta in questi giorni dal sottoscritto.
Spero di aver fatto
cosa gradita lasciando link diretti a tutti i dati senza passare per
servizi di pubblicità. Per questo mi auguro che siate così gentili,
vista la completa gratuità del sito, di fare almeno un click su un
banner presente nella pagina e mettere un like se l’articolo è di
vostro gradimento.
Vi ricordo che
chiunque voglia essere tempestivamente informato sulle novità
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Inoltre tenete presente che l’iscrizione è portata a termine solo se
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Settimana molto mossa ma alla fine siamo rimasti più o meno gli stessi livelli. Dopo il dato di martedì migliore delle attese sui costi di produzione, il mercato ha poi ritracciato a seguito delle dichiarazioni di diversi membri della FED che hanno fatto capire che le politiche monetarie mi rimarranno comunque restrittive. Siamo in piena ideologia da curva di Phillips: per cui fatevene una regione la ricezione arriverà, dobbiamo solo capire quanto sarà profonda e quanto prolungata nel tempo. In questo contesto preferisco quindi settori difensivi con prodotti altrettanto difensivi.
Abbiamo già parlato più volte in questo Blog del settore della difesa anche in tempi non sospetti ed effettivamente è stato uno dei settori che nell’ultimo anno ha dato notevoli soddisfazioni in un contesto di mercato veramente difficile. Il certificato che presenterò questa volta ha digli aspetti molto interessanti tra cui una nuova opzione che non aveva mai incontrato di prodotti precedentemente illustrati. Iniziamo con le caratteristiche principali:
Non so voi ma l’ultimo spike rialzista a seguito del dato
sull’inflazione americana sotto le attese mi ha colto decisamente
di sorpresa. Se si analizzano un po’ meglio io dati si nota come il
dato più basso sia in particolare imputabile ai costi dei servizi
sanitari. Ammetto anche di non aver capito quali siano i motivi che
hanno portato a questa dinamica e quindi non mi esprimo oltre, per
ora prendo atto del dato e vedremo se nell’altro dato, quello del
PCE Core (metrica delle Fed per regolare la stretta monetaria
stimando il tasso di equilibrio) questa contrazione dell’inflazione
sarà confermata.
Fatto sta che
proprio la mattina stessa avevo immesso un ordine a qualche tick
sotto il prezzo di ask (esattamente a quota 100€) che ahimè non è
poi stato eseguito proprio in virtù del forte rialzo avvenuto nel
pomeriggio.
Ci tengo comunque a
presentare questo certificate perché è uno dei migliori che siano
mai stati emessi negli ultimi anni e dopo averlo letto penso
converrete con me e capirete anche il mio rammarico:
Torniamo alle consuetudini e quindi, essendo all’inizio del mese,
analizziamo il portafoglio Italia. Abbiamo avuto indubbiamente tre
settimane di recupero che però analizzate giorno per giorno non
hanno sicuramente dato quel trend lineare tipico dei mercati toro.
Benché la natività non sia sicuramente tra le più alte in questo
periodo, va anche tenuto a mente qualche episodio che la dicono lunga
sulla fase attuale di mercato. Ad esempio prendiamo la conferenza
stampa di Powell, prima è stato rilasciato un comunicato stampa in
cui si faceva intravedere un rallentamento della politica
restrittiva, dopodiché le risposte dello stesso Powell alla
conferenza stampa hanno, se possibile, ancora più inasprito le
prospettive monetarie. In poche decine di minuti i mercati americani
sono passati da territorio positivo a un meno 3 % del NASDAQ. Analoga
si è verificata anche sul mercato dei cambi: Ad esempio sul cambio
AUDUSD avevo aperto da un paio di giorni una posizione short che ho
dovuto chiudere con uno stop loss anche se pochi minuti dopo il
cambio ha addirittura accelerato verso la direzione ribassista.
Questo giusto per
puntualizzare che in casi di alta volatilità addirittura intraday
c’è poco da fare se non proteggersi con stop loss.
Ma torniamo ora più
nello specifico del portafoglio Italia e quindi anche dell’andamento
del Ftse Mib. Per chi ancora non lo conoscesse riporto brevemente
cosa sia il portafoglio Italia e quali scopi si prefigge:
Le ultime due settimane sono state sicuramente estremamente positive
per i mercati azionari. In particolare quest’ultima settimana è a
mio avviso prevalsa la filosofia Bad News Good News: I dati deludenti
e le prospettive caute delle Big Tech, Amazon e Meta in primis,
stanno facendo sperare agli operatori finanziari che la FED
quantomeno riduca le sue politiche restrittive. Me lo auguro anch’io,
ma continuo ad avere forti dubbi che le politiche monetarie attuali
possono venire influenzate da questi dati. Nel frattempo godiamoci
comunque il momento positivo, rimanendo sempre allerta. In
particolare segnalo due notizie che ci riguardano da vicino: la prima
sono stati i risultati record di ENI che è presente nel portafoglio
Italia. In particolare tutto il portafoglio Italia ha visto un rialzo
di più del 8% in due settimane andando anche a superare il FTSE MIB
di circa un punto, ma farò un’analisi più approfondita nel prossimo
post o quello dopo ancora.
La seconda notizia è che Lockheed Martin ha rotto i suoi massimi storici. Circa un anno fa segnalai direttamente il titolo, oltre che un certificato sul settore difesa, nel post “Nuova opportunità sul settore della difesa“. All’epoca Lockheed Martin stava sui 360 dollari, oggi lo abbiamo a 484$ ossia in circa un anno abbiamo guadagnato più del 33% senza contare i dividendi incassati.
Detto ciò non
bisogna farsi prendere troppo dall’entusiasmo ed è sempre bene avere
un approccio comunque prudenziale visto che ancora molti rischi sono
tutti in gioco e non sono sicuramente due settimane di andamento
positivo dei corsi azionari a poter ribaltare la situazione. In
quest’ottica ho selezionato un certificato che ha come sottostanti
titoli di un settore estremamente difensivo come quello farmaceutico
ma ha anche una barriera estremamente profonda parli al 40% dello
Strike iniziale. Vi anticipo subito che oggi il titolo peggiore dista
più del 60% dalla barriera. Vediamo nei dettagli:
Non so voi ma ora con i ministeri della sovranità alimentare e della
natalità sono veramente più tranquillo, probabilmente riusciremo ad
invertire la curva demografica poi scendo nascere i bambini sotto un
cavolo. Perdonatemi l’ironia ma quando apprendo di certe scelte ed ad
esempio vedo scomparire il ministero della digitalizzazione è
lampante l’inadeguatezza dell’attuale classe dirigente.
Da tempo ormai sono
praticamente quasi del tutto scarico per quanto riguarda i titoli di
Stato, posizioni dei miei che avevo accumulato negli anni 2012 2013.
Mi è rimasto un BTP a scadenza 2026, per essere più precisi,
novembre 2026 ossia praticamente 5 anni. Attualmente il rendimento
dei BTP a 5 anni è poco sopra il 3%, viste le attuali politiche
monetarie delle banche centrali su cui mi sono soffermato ampiamente
negli scorsi post e viste, a mio del tutto opinabile avviso, le non
rosee prospettive per questo paese non ha proprio più senso tenersi
in pancia due femmine prodotto per vederlo sicuramente deprezzato nei
prossimi due anni. Scavalcati i 2 anni le cose potrebbero essere
diverse poiché sotto i 3 anni la curva dei rendimenti è ancora
ripida va da qui a 2 anni è difficile fare questo tipo di previsioni
sia per disabilità politica italiana sia per le nuove politiche
monetarie. A questo punto tanto vale alzare un pochino l’asticella
del rischio ma andare in cerca di un rendimento doppio rispetto a
quello che un BTP può rendere.
A costo di sembrare
monotono, ma la monotonia è positiva nel campo degli investimenti,
vi presento un altro certificato molto interessante con un profilo di
rischio a mio avviso molto basso e che ha come sottostanti tre
indici: FTSE-MIB, NASDAQ e Nikkei.
Settimana all’insegna della volatilità, soprattutto le due ultime
sedute in cui nella giornata di giovedì nel Nasdaq è riuscito a
passare da -3% a 2,5% nell’arco di una sola seduta. Ciò che è
successo è che lo stesso dato legato all’inflazione è stato
interpretato in due modi diversi, in altre parole gli operatori hanno
riflettuto meglio su quello che significava quel dato e hanno
connetto la rotta in corso d’opera. Nella giornata di venerdì ci
siamo rimangiati gran parte di quel rialzo.
Al mio avviso
bisogna abituarsi a questo tipo di situazioni poiché ci troviamo in
un momento in cui due forse dominanti si oppongono tra loro: La prima
è quella delle banche centrali che imperterrite proseguono nel
tentativo di distruzione della domanda al fine di abbassare il tasso
di inflazione, la seconda è data dal livello attuale dei pezzi che
cominciano ad essere guida mente interessanti e probabilmente
scontano già almeno un anno o due di recessione. Per cui da un lato
gli investitori cominciano ad essere ingolositi nel vedere prezzi
così a buon mercato, dall’altra sono intimoriti da quanto ancora le
banche centrali persevereranno nella loro politica restrittiva.
È proprio in uno
scenario del genere che sono entrato nel seguente certificato:
Come promesso la settimana scorsa ecco L’aggiornamento del portafoglio Italia. Senza girarci tanto attorno diciamo che prestazioni quest’anno non sono state sicuramente delle migliori. Il motivo principale di ciò è sicuramente il contesto non favorevole di tutti i mercati azionari, ivi incluso quello italiano, dovuto principalmente sia al contesto geopolitico che politiche monetarie restrittive delle banche centrali e di cui abbiamo diffusamente parlato molti altri post. Naturalmente ciò non deve essere una scusa, infatti si può sempre migliorare a prescindere dalle condizioni esterne.
Per chi ancora non
lo conoscesse ripetiamo brevemente cosa sia il Portafoglio Italia: