Dopo aver per lungo tempo aumentato la liquidità in portafoglio,
come sapete anche voi, dal mese di ottobre ho iniziato a diminuirla
ed ad entrare con vari strumenti sul mercato: certificate,
obbligazioni ed azioni. I risultati sono stati complessivamente
buoni.
Per questa settimana
ho deciso di essere già sufficientemente esposto e di conseguenza
non ho alcuna strategia da consigliarvi.
Vi anticipo però
che sto elaborando una strategia per gestire la mia posizione su
Bayer visto che lo detengo sia come azione che come wrost of di un
certificate.
Come saprete tutti, la notizia che ha portato giù il titolo è stata la condanna per l’uso del glisolfato. Un drawdown del genere è sempre difficile da gestire anche con i classici stop-loss. Quindi, con il dovuto sangue freddo, sto valutando come gestire questa posizione. Per chi fosse interessato ci diamo appuntamento alla prossima settimana.
La settimana appena trascorsa ha registrato un ulteriore aumento nei
mercati azionario e obbligazionario. L’indice S&P 500 ha già
segnato un incremento del 10% rispetto ai minimi toccati il 27
ottobre, mentre i rendimenti del Treasury a 10 anni si sono ridotti
di circa 60 basis points rispetto al picco del 5.02% registrato il 23
ottobre. Il dollar index mostra una diminuzione del 3.3% rispetto ai
massimi del 3 ottobre.
Questo entusiasmo è
stato scatenato dai dati sull’inflazione statunitense, che sono
risultati inferiori alle aspettative. L’inflazione “headline”
è stata del 3.2% su base annua (invariata rispetto al mese
precedente), al di sotto delle aspettative del 3.3%. Inoltre,
l’inflazione “core” è stata del 4%, rispetto all’attesa
del 4.1%.
Sarà molto
interessante nei prossimi mesi verificare due cose:
I mercati finanziari hanno registrato una settimana di rialzi,
nonostante la persistente paura di una prossima recessione. Il
rallentamento dell’economia in Europa e in America, causato dai
rialzi dei tassi di interesse da parte delle banche centrali, ha
contribuito a alimentare questa preoccupazione.
Il presidente della
Federal Reserve, Jerome Powell, ha dichiarato che l’inflazione non è
stata sconfitta e che potrebbe essere necessario aumentare
ulteriormente i tassi di interesse nei prossimi mesi. Al contrario,
gli esponenti della Banca Centrale Europea hanno annunciato che i
rialzi dei tassi di interesse sono prossimi alla fine. Non c’è
bisogno che vi ripeta che a mio avviso le politiche monetarie attuali
hanno in realtà un fine differente da quello dichiarato, ossia la
“lotta all’inflazione”, bensì calmierare le rivendicazioni
salariali oggi in atto soprattutto negli USA.
Ad ogni modo, queste
dichiarazioni contrastanti hanno creato confusione tra gli
investitori, che stanno cercando di capire quale sarà la traiettoria
delle politiche monetarie delle principali banche centrali.
La situazione
economica rimane incerta e il rischio di recessione è ancora
presente. Tuttavia, i mercati finanziari sembrano aver iniziato a
prendere in considerazione la possibilità che le banche centrali
possano iniziare a rallentare il ritmo dei rialzi dei tassi di
interesse.
Se questa tendenza
dovesse proseguire, potrebbe portare a un miglioramento dell’umore
degli investitori e a ulteriori rialzi dei mercati finanziari.
In questo contesto
propongo una strategia che, premetto fin da subito, ha un alto grado
di rischio.
L’ottica nella quale
ho elaborato tale strategia è quella di recuperare alcuni ribassi di
certi certificati che non stanno performando come mi aspettavo. Tale
strategia comunemente nominata come recovery e consiste
sostanzialmente nell’andare a cercare un altro certificato che sia
altrettanto deprezzato ma che offra maggiori possibilità di
rendimento rispetto a quello che si vende. Va da sé che comunque un
certificato che è abbondantemente sotto la parità esprima comunque
un grado di rischio maggiore di quello che esprimeva al momento della
sua emissione, così come avrà naturalmente un rendimento più alto
rispetto all’inizio.
Vediamone subito le
caratteristiche:
Tipo: Cash
Collect Memory (Portafoglio CED)
ISIN:
DE000UH4NHD0
Sottostanti:
Stellantis / Volkswagen
Cedola: 2,19%
Trimestrale
Scadenza:
17/11/2026
Barriera:
11,6714€ / 104,58€
Una peculiarità di
questo certificato è che in realtà ha due barriere: Una un po’ più
alta per il godimento della cellula l’altra un po’ più bassa per la
restituzione integrale del capitale. Di sopra ho riportato solo
quella relativa al capitale mentre nel grafico di sotto le riporto
entrambe per il titolo peggiore ossia Volkswagen:
Come potete vedere
siamo proprio a ridosso della barriera per la cedola e leggermente
più lontani dalla barriera di capitale. Inoltre due settimane fa,
quando sono entrato io, eravamo proprio in mezzo alle due barriere.
Se l’analisi si fermasse qui tutto sommato questo certificato non
dovrebbe neanche essere preso in considerazione, ma dobbiamo fare i
conti con il prezzo di acquisto attuale: 67.45€.
A questi prezzi il
rendimento cedolare annuo è pari al 13% , che moltiplicato per i 3
anni rimanenti fa il 39% potenziale. Acquisto va aggiunto il
rendimento da Capitale che sono 32.55€ per certificato, ossia 52,7%
in tre anni. Facendo le somme quindi abbiamo un rendimento
complessivo a scadenza di quasi 92%, ossia potenzialmente recuperare
ribassi accumulati fino al 48% (1-1/1.92)*100.
La tua mente nessun
pasto è gratis e quindi la probabilità che il titolo peggiore vada
sotto barriera è comunque rilevante.
Fin qui vi ho dato
tutti i parametri oggettivi del certificato, ora per concludere
permettetemi di fare un paio di considerazioni personali:
1) non è necessario
che il titolo Volkswagen salga, chi potremmo anche accontentare che
rimanga più o meno su questi livelli. Personalmente ritengo che da
qui a tre anni sia più probabile trovare questo titolo un po’ più
alto dei prezzi attuali che non il contrario non fosse altro per un
adeguamento all’inflazione.
2) in queste
strategie secondo me va sempre messo poco capitale: Se perdete,
perdete comunque poco; se guadagnate guadagnate comunque circa il
doppio del capitale investito. Per quale motivo ad esempio io
utilizzo questo tipo di strategie solo reinvestendo il capitale
liberato da certificati molto deprezzati e mai impiegando liquidità
nuova. Naturalmente poi ognuno ha il proprio stile di gestione.
Tengo infine a
precisare che, come tutti i post di questo blog, questo non vuole
essere assolutamente un invito all’acquisto, bensì un analisi
indipendente fatta in questi giorni dal sottoscritto.
Spero di aver fatto
cosa gradita lasciando link diretti a tutti i dati senza passare per
servizi di pubblicità. Per questo mi auguro che siate così gentili,
vista la completa gratuità del sito, di fare almeno un click su un
banner presente nella pagina e mettere un like se l’articolo è di
vostro gradimento.
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Questa settimana purtroppo non sono riuscito a ricavarmi il tempo necessario per la preparazione di un articolo. Ho comunque già individuato il prodotto poiché sono entrato proprio due giorni fa e vi posso già anticipare che l’articolo della settimana prossima verterà su una strategia “recovery”, ossia un’idea su come sostituire quei certificati o in generale in quei prodotti che hanno perso tra 30% e il 50%.
Quindi stay tuned!
Questa settimana
torniamo a parlare di obbligazioni presentando un prodotto veramente
attrattivo soprattutto per coloro che hanno un orizzonte di
investimento di medio termine ed un profilo di rischio estremamente
basso. Abbiamo già parlato delle dinamiche dei prezzi delle
obbligazioni in funzione delle rialzo di tassi di interesse (oh
simmetricamente del loro ribasso). L’ultimo anno e mezzo è stato il
peggior periodo della storia per quanto riguarda i treasury americani
e più in generale del Mercato dei Bond. Considerate che dal picco
del 2020 alla fine del 2022 un treasury decennale ha perso circa il
25% ed il 2023 non è stato di sicuro un anno migliore.
Sapete che da tempo
sostengo che la politica monetaria restrittiva messa in atto dalle
banche centrali abbia solamente come scusa “la lotta
all’inflazione”, ma che in realtà abbia come vero obiettivo di
soffocare le recenti rivendicazioni salariali che Soprattutto negli
Stati Uniti stanno prendendo piede.
In quest’ottica una
recessione sarebbe quasi auspicabile dal loro punto di vista. Se
questo poi arriverà è tutt’altro paio di maniche. Infatti la
necessità geopolitica di riportare alcune produzioni strategiche
dentro i confini nazionali e l’aumento spropositato delle spese
militari per sostenere il conflitto in Ucraina e il più decente tra
Palestina ed Israele non potrà far altro che aumentare la domanda
aggregata interna ed aumentare anche la domanda di lavoro.
Sarà quindi
interessante vedere quale sarà il punto di caduta tra queste due
forze economiche apparentemente divergenti.
Specularmente anche
noi investitori ci troviamo di fronte ad un dilemma analogo: Dal lato
siamo tentati da rendimenti e prezzi obbligazionari che non si
vedevano da decenni, dell’altro è difficile capire quando questa
politica monetaria restrittiva terminerà, quindi non è
assolutamente detto che stiamo osservando i minimi del mercato
obbligazionario.
Per risolvere questo
problema ho trovato un prodotto che offre delle caratteristiche
secondo me non banali, iniziamo con i suoi dati:
Due settimane dopo l’attacco di Hamas a Israele, la tensione nella
regione è ancora alta. L’invasione di Israele a Gaza, che si temeva
all’inizio, non è ancora avvenuta, ma gli investitori sono
preoccupati.
Il
clima di avversione al rischio ha portato a un calo degli asset
considerati tradizionalmente come rifugi sicuri, come i titoli di
stato statunitensi. Il grafico mostra che il rendimento dei
Treasuries a lunga scadenza ha registrato un calo, insieme al mercato
azionario. Il dollaro è rimasto stabile, mentre petrolio, oro e
bitcoin hanno registrato un aumento.
Alla
luce di queste considerazioni ritengo opportuno per lo meno per le
prossime settimane di assumere esclusivamente posizioni tattiche e
quindi non di lungo termine. Naturalmente se in futuro i prezzi
cominciassero ad assumere dei livelli interessanti allora comincerò
anche a valutare posizioni di più ampio respiro.
Proprio
in questa ottica sono entrato la settimana scorsa nel seguente
certificato:
Nel post di oggi riporto un’operazione che ho aperto nella giornata
di Giovedì direttamente sul titolo Moncler per il mio portafoglio di
medio-lungo termine, quindi un titolo che è destinato a rimanere lì
per un po’ di tempo. Prendendo poi spunto da ciò presenterò anche
un certificate che ha come unico sottostante la stessa Moncler con un
rendimento potenziale del 9,3% annuo.
Chi mi segue da un po’ sa che i rialzi dei mesi precedenti mi
lasciavano alquanto perplesso, soprattutto alla luce non tanto e non
solo per le politiche monetarie delle banche centrali, ma più che
altro per i “driver” che le stanno spingendo.
Sapete che la mia visione personale parte dal fatto che il vero obbiettivo è quello di sedare le rivendicazioni salariali che stanno emergendo soprattutto in America, ad esempio si legga questo articolo. D’altro canto il sistema monetario non potrà mai essere così restrittivo da massacrare l’industria manufatturiera come fu fatto all’inizio degli anni 90, questo perché nei prossimi anni, soprattutto gli Stati Uniti, dovranno riportare a casa od a casa di qualche Fedele alleato fa parte della produzione industriale fino ad oggi concessa alla Cina.
Sarà interessante
nei prossimi mesi, o meglio ancora anni, vedere quale sarà il punto
d’equilibrio tra queste due esigenze contrapposte.
Di fronte a scenari
così incerti ho trovato un certificato che presenta un grado di
protezione veramente raro ma che al contempo offre anche un
rendimento di tutto rispetto poco sotto il 9% l’anno, analizziamone
le caratteristiche:
Per motivi di tempo
il post di oggi sarà estremamente breve e andremo direttamente al
punto. Continua il ribasso degli indici azionari dovuto
essenzialmente al fatto che nei mesi precedenti, come più volte
sottolineato in questo blog, gli operatori finanziari scontavano una
politica monetaria che sarebbe diventata meno restrittiva in poco
tempo. L’atteggiamento invece delle banche centrali sta dando
tutt’altra prospettiva ed è per questo che sia gli indici
obbligazionari che quelli azionari stanno a riguardo le proprie
quotazioni.
In più c’è da
aggiungere che statisticamente il mese di settembre è sempre tra i
peggiori dell’anno e soprattutto per quanto riguarda l’ultima
settimana. Sempre rimanendo nel campo della statistica possiamo
affermare che il mese appena iniziato è più favorevole così come
lo è in generale l’ultimo trimestre dell’anno.
Uno dei settori che
nell’ultima settimana è stato preso di mira è quello delle public
utility niente perché è un settore che più di altri fa ricorso
alla leva finanziaria ma se lo può anche permettere dati i suoi
derivati livelli di cash flow. Nel medio termine questo settore è
sempre rivelato più stabile della media di mercato ed è per questo
che uno Spike dei prezzi è un occasione per entrare con un
certificato:
Il titolo peggiore è
Enel e potete notare dal grafico settimanale quanto sia lontana la
barriera e soprattutto dov’è posizionata nello storico dei prezzi:
Una cosa
interessante di questo certificate è che le cedole sono fisse, cioè
non dipendono dall’andamento dei sottostanti e questo rappresenta
un ottimo cuscinetto anche in caso di violazione delle barriere.
Ho acquistato il
certificate a 944€, a questi prezzi il certificate produce un
rendimento cedolare pari a circa 8,4% a cui va aggiunto un circa 2,3%
annuo di capitale che porta il rendimento totale quindi a circa il
10,7%.
Considerando la
protezione delle barriere e il fatto di avere cedole garantite penso
che il rapporto rischio / rendimento sia veramente vantaggioso.
Tengo infine a
precisare che, come tutti i post di questo blog, questo non vuole
essere assolutamente un invito all’acquisto, bensì un analisi
indipendente fatta in questi giorni dal sottoscritto.
Per questo mi auguro
che siate così gentili, vista la completa gratuità del sito, di
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Questa settimana tratterò un argomento che solitamente non è al centro delle strategie di questo sito, ossia quelle delle obbligazioni. L’intento di questo articolo è principalmente quello di fornire una spiegazione a tutti coloro che negli anni scorsi hanno investito in fogli obbligazionari o direttamente in obbligazioni pensando di fare una scelta molto conservativa, ed invece si sono trovati con un forte deprezzamento dei loro investimenti. Premetto subito che ci saranno un po’ di formule, lo stretto necessario per comprendere quale sia la dinamica dei prezzi quando aumentano i tassi di interesse.
La formula che lega il prezzo di un’obbligazione al variare dei tassi
di interesse è chiamata “formula di valutazione delle
obbligazioni” o “formula del valore presente”. Questa
formula è rappresentata come segue: