La settimana scorsa non era stata presentata la strategia su Moncler proprio perché il titolo nel frattempo era decisamente scappato al rialzo. Ci eravamo lasciati gli chiedo che i due settori che presentavano maggiore potenziale era quelli del petrolio e della Difesa. Come volevasi dimostrare sono esattamente i due settori che hanno visto i maggiori rialzi nella settimana appena passata.
Questa volta però Ritengo che la strategia che andrò a presentare sia comunque valida anche perché è una strategia da portare avanti in almeno due o tre anni sotto forma di Piano di accumulo detto anche PAC.
Ma cerchiamo di ricapitolare quale sia la situazione attuale.
La settimana è trascorsa nell’attesa di una reazione da parte di Israele in risposta al lancio di missili da Teheran. Sebbene l’attacco sia stato poco efficace, Tel Aviv ha già annunciato una controffensiva, e dato il contesto attuale delle operazioni militari israeliane, si teme che la rappresaglia possa essere estremamente violenta. Sono circolate voci riguardo possibili attacchi contro siti nucleari, installazioni petrolifere o altre infrastrutture strategiche in Iran.
Anche il presidente Biden, con una dichiarazione che ha suscitato ulteriori preoccupazioni durante la settimana, ha rivelato che gli Stati Uniti stanno valutando insieme a Israele la possibilità di colpire impianti petroliferi iraniani. I mercati temono che Teheran, non essendo in grado di fronteggiare militarmente Israele e gli Stati Uniti, possa ricorrere alla chiusura dello stretto di Hormuz, un passaggio cruciale attraverso cui transita circa un terzo del petrolio e un quarto del gas naturale liquefatto trasportato via mare nel mondo.
L’ipotesi di possibili tensioni legate alla fornitura di petrolio, combinata ai segnali di un’economia statunitense ancora robusta e alle misure di stimolo introdotte dalla Cina, potrebbe mettere in discussione le aspettative di una disinflazione lineare che sono state ampiamente accettate a livello globale.
Durante la settimana, il prezzo del petrolio è aumentato di oltre il 9%, portando il WTI oltre i 74 dollari al barile, rispetto ai 65 dollari raggiunti solo pochi giorni prima. Questo rialzo è stato in gran parte favorito dalle ricoperture, dato che il mercato era fortemente esposto a posizioni corte di natura speculativa, e nessuno voleva rischiare di rimanere scoperto durante il fine settimana, alla vigilia di un potenziale attacco agli impianti petroliferi iraniani.
Secondo me è del tutto palese quale sia la comunicazione tra difesa e mercato del petrolio e penso che quando ho scritto qui sopra ne dia una breve ma efficace sintesi.
Per venire all’argomento della Difesa, che abbiamo comunque affrontato in diversi post in questo blog, le alternative di investimento sono sostanzialmente tre:
1) scegliere dei titoli legati alla difesa e acquistarli direttamente (la più classica)
2) scegliere certificati tipo cash collect che abbiano come sottostante i titoli del punto 1
3) acquistare un paniere di titoli tutti legati alla Difesa in modo tale da non dovere subire la volatilità e di rischi legati ad un singolo titolo ma allo stesso tempo beneficiare di tutto il rialzo senza avere un cap di rendimento tipico dei certificati a cedola (il CAP è dato dalla sommatoria di tutte le cedole incassabili durante la vita del certificato)
Il terzo è quello su cui da un po’ di tempo stavo cercando di costruire una strategia trovando il prodotto adatto. Sfortunatamente non ho mai trovato un etf sul settore della Difesa che fosse quotato sul mercato italiano perché questa sarebbe stato il prodotto più adatto.
Qualche settimana fa ho notato che Vontobel hai visto da qualche mese un certificato Tracker legato proprio ad un indice che ha come sottostanti tutti i titoli europei legati alla Difesa.
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