La resilienza del mattone

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Questa settimana non riuscirò a pubblicare il consueto post benché abbia due prodotti nel “mirino”.

Pubblico però un’analisi terza che ho fatto fare sul certificato presentato nell’articolo “Mattone 2.0: Raddoppiare il classico rendimento d’affitto” e mi sembra che il rapporto sia positivo e conforme a quanto previsto nell’articolo citato.

Colgo prima l’occasione per ricordarvi che chi volesse contribuire al proseguimento di questo blog, lo può fare in vari modi. Il primo è più efficace è quello di effettuare una donazione tramite Go Fund Me o Buy Me Coffee. Poi potete iscrivervi alla mailing list qui a destra, potete cliccaresulle inserzioni pubblicitarie che vi vengono presentate ed infine potete diffondere gli articoli tramite i social network a cui siete iscritti. Queste ultime due possibilità non vi costano nulla!Inoltre ora potete farlo anche tramite un trasferimento di bitcoin a questo indirizzo: bc1qy0kr074kdpnlrzszgwfnrdrlv2srnmkdzltl8s od utilizzando il seguente QR Code:

Buona lettura!

I. Inquadramento e Rilievi Strategici

I.A. Sintesi della Performance (Ultime Due Settimane)

Il certificato ISIN XS3159916926, una struttura Phoenix Memory Issuer Callable Worst-of, ha manifestato una notevole resilienza di prezzo nelle ultime due settimane, un periodo caratterizzato da moderata pressione direzionale sui mercati azionari. Nonostante l’indice S&P 500 (SPX) abbia registrato una flessione settimanale del 2.12% e il Worst-of (WOS) Saint-Gobain abbia sottoperformato, il certificato ha mantenuto la sua quotazione sostanzialmente sulla parità (valore nominale).

Questa stabilità è una conseguenza diretta del profilo di payoff asimmetrico della struttura, che beneficia di un robusto buffer anticiclico. La protezione offerta dalla Barriera Discreta al 60% è lontana dall’essere compromessa, mitigando efficacemente l’impatto delle fluttuazioni di mercato a breve termine sul fair value del prodotto.

I.B. Contesto di Volatilità Implicita (VIX)

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Il 10% grazie alle società estrattive d’argento

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Prima di partire con l’articolo della settimana, facciamo un recap della scorsa.

Avevo presentato il primo certificato “bollinato” da questo blog su un investimento immobiliare difficilmente reperibile sul mercato.

Ad oggi sembra non abbia riscosso un gran riscontro, quindi, se volete, vi invito a rileggere l’articolo e fare le vostre valutazioni naturalmente.

Aggiungo anche che, a seconda dei volumi che avrà questo certificato, dipenderanno ulteriori sviluppi di questo blog o, eventualmente, l’abbandono per potermi concentrare su altre attività.

Veniamo ora all’articolo della settimana.

La settimana di mercato tra il 25 e il 31 ottobre 2025 è stata caratterizzata da un tono misto a livello globale, con una notevole divergenza tra la resilienza azionaria americana e la pressione sui mercati europei, il tutto mentre i tassi obbligazionari di riferimento mostravano una pausa strategica. L’indice Euro Stoxx 50 ha registrato una chiusura settimanale positiva, terminando a 5674.50 con un incremento dell’1.20%.1 Al contrario, Piazza Affari (FTSEMib) ha chiuso in territorio negativo, subendo un ribasso nell’ultima sessione, perdendo l’1.03% a 42.210 punti. Contemporaneamente, il rendimento del titolo di Stato decennale USA ha mostrato una stabilizzazione, attestandosi al 4.08%, riflettendo l’incertezza sulla prossima mossa della Federal Reserve, nonostante le precedenti dichiarazioni considerate “falco”.

In questo contesto di elevata, selettiva, volatilità e continua ricerca di yield enhancement, l’attenzione si sposta verso gli strumenti strutturati che permettono di monetizzare le oscillazioni dei prezzi. I metalli preziosi, in particolare Oro e Argento, hanno continuato a mantenere posizioni storicamente elevate (con performance annuali superiori al 45%), consolidando il loro ruolo di copertura monetaria.

II. Analisi Macroeconomica: Sintesi della Settimana (25-31 Ottobre 2025)

II.1. I Mercati Azionari: Divergenze e Fattore Tecnologico

L’andamento dei mercati azionari ha evidenziato una crescente disomogeneità tra le principali aree geografiche. Le piazze europee hanno offerto segnali contrastanti. Se da un lato, l’indice Euro Stoxx 50 ha chiuso la settimana con un apprezzamento dell’1.20%, dimostrando una resilienza complessiva, dall’altro, la Borsa Italiana ha subito pressioni significative. L’indice FTSEMib ha terminato l’ultima seduta in ribasso, perdendo l’1.03% e chiudendo a 42.210 punti. Questa contrazione del listino italiano, che ha toccato anche -1.5% intraday, può essere direttamente correlata ai recenti dati macroeconomici domestici, che hanno mostrato un rallentamento inaspettato dell’economia italiana nel terzo trimestre e un contemporaneo aumento del tasso di disoccupazione. Tali fattori hanno logicamente appesantito il sentiment degli investitori locali e internazionali sull’esposizione italiana.

In netto contrasto, i mercati statunitensi (S&P 500 e Nasdaq) hanno continuato la loro corsa verso nuovi massimi storici nel corso della settimana. Questa performance eccezionale è stata ampiamente alimentata dall’entusiasmo e dalla liquidità canalizzata nel settore tecnologico e dei semiconduttori (con forti guadagni in titoli come Nvidia, AMD e Dell). La resilienza americana, nonostante le incertezze politiche (rischio di shutdown governativo) e le aspettative sui tassi della Federal Reserve, suggerisce che il flusso di capitale globale sta premiando in modo predominante le narrazioni strutturali legate all’Intelligenza Artificiale e alla big tech. Questa divergenza tra la forza guidata dalla tecnologia negli USA e la pressione sui mercati europei, in particolare l’Italia, indica che gli investitori stanno scommettendo sulla continuazione di un trend di crescita strutturale e su una potenziale disinflazione a lungo termine, piuttosto che sulla crescita ciclica tradizionale.

II.2. Mercati Obbligazionari: La Pausa dei Tassi

Nel panorama obbligazionario, la settimana si è contraddistinta per una stabilizzazione dei rendimenti a lungo termine. Il benchmark globale, il rendimento del titolo di Stato decennale USA, si è attestato al 4.08% il 31 ottobre, registrando un calo marginale di 0.02 punti percentuali rispetto alla sessione precedente. Questa pausa ha interrotto un rally di tre sessioni che aveva spinto il rendimento di riferimento a un massimo di tre settimane, sostenuto dal tono più restrittivo (falco) del FOMC. La stabilizzazione dei rendimenti intorno a quota 4% riflette l’incertezza del mercato riguardo alla prossima mossa della Fed.

In Europa, il rendimento del BTP decennale italiano è salito lievemente al 3.40% al 30 ottobre. Nonostante i segnali di rallentamento dell’economia italiana, il differenziale tra il BTP e il Bund tedesco (Spread BTP-Bund) si è mantenuto su valori storicamente contenuti, chiudendo la settimana a 75.57 punti base. Questa contrazione del rischio percepito sul debito periferico italiano è bilanciata dall’impatto complessivo delle politiche restrittive della Banca Centrale Europea. La stabilizzazione dei rendimenti USA sopra il 4% continua a rappresentare un fattore di drenaggio di liquidità da altre asset class, specialmente quelle considerate più rischiose, influenzando le decisioni di allocazione di capitale.

II.3. Materie Prime: Il Contrasto tra Energia e Metalli Preziosi

Il settore delle materie prime ha mostrato un marcato disaccoppiamento tra il comparto energetico e quello dei metalli preziosi. Il petrolio greggio WTI ha chiuso a $60.88 il 31 ottobre. Nonostante un leggero rialzo giornaliero, il greggio è apparso strutturalmente debole, proiettato verso il terzo calo mensile consecutivo. Questa pressione ribassista è guidata principalmente dalle preoccupazioni per l’eccesso di offerta globale e l’aumento della produzione, che stanno superando i timori geopolitici (ad esempio, le tensioni in Venezuela).

Al contrario, i metalli preziosi mantengono una forza strutturale impressionante. Nonostante una lieve correzione di fine settimana, l’Oro si è attestato a $3,997.10/oncia 4 e l’Argento a $48.66/oncia.5 Entrambi i metalli hanno registrato guadagni eccezionali su base annuale (Oro +46.08%, Argento +50.02% rispetto all’anno precedente). Questo forte disaccoppiamento tra la debolezza del petrolio (indicativa di un ciclo economico forse meno robusto) e la forza dei metalli preziosi dimostra che il prezzo di Oro e Argento è prevalentemente guidato dalla domanda di beni rifugio (inclusi gli acquisti aggressivi delle banche centrali) e dalle aspettative di svalutazione monetaria a lungo termine.

Cosa faccio io in queste situazioni di profonda incertezza? Ormai lo dovreste sapere, cerco due cose: diversificazione e decorellazione. Proprio in quest’ottica è stato scelto il certificato di questa settimana.

Un certificato che come sottostante ha un unico indice che raggruppa i maggiori estrattori di argento, che potrebbe anche essere un’alternativa, od un’ulteriore diversificazione, all’investimento diretta nella materia prima, visto anche il recente forte rally dell’ultimo periodo.

Ma, prima di iniziare l’analisi, ricordo i soliti metodi per sostenere il blog: Il primo è più efficace è quello di effettuare una donazione tramite Go Fund Me o Buy Me Coffee. Poi potete iscrivervi alla mailing list qui a destra, potete cliccare sulle inserzioni pubblicitarie che vi vengono presentate ed infine potete diffondere gli articoli tramite i social network a cui siete iscritti. Queste ultime due possibilità non vi costano nulla! Inoltre ora potete farlo anche tramite un trasferimento di bitcoin a questo indirizzo: bc1qy0kr074kdpnlrzszgwfnrdrlv2srnmkdzltl8s od utilizzando il seguente QR Code:

III. Il Contesto dei Metalli Preziosi: Oro e Argento

III.1. La Forza Strutturale e i Fattori di Supporto

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Mattone 2.0: Raddoppiare il classico rendimento d’affitto

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Il Mattone 2.0: Analisi del Certificato Cash Collect e il Vantaggio sui Tassi

Eccoci di nuovo come ogni settimana per un nuovo certificato.

Però questa volta è un po’ diverso: come anticipato nel precedente post, è il primo certificato “bollinato” Investment Engineering. Sarebbe bello in futuro riuscire ad avere un basket di certificati (4 o 5) per poter fare un portafoglio che ognuno può seguire in forma del tutto gratuita. Naturalmente tutto dipenderà dal riscontro che questo prodotto otterrà, ossia quanti volumi scambierà. Se ci saranno volumi interessanti, cioè se il certificato verrà acquistato, allora vorrà dire che ci sono più persone interessate a questa proposta, altrimenti pazienza, significherà che è giunto il momento di rivalutare l’utilità di questo blog.

Rimangono poi sempre validi i soliti metodi per sostenere il blog: Il primo è più efficace è quello di effettuare una donazione tramite Go Fund Me o Buy Me Coffee. Poi potete iscrivervi alla mailing list qui a destra, potete cliccare sulle inserzioni pubblicitarie che vi vengono presentate ed infine potete diffondere gli articoli tramite i social network a cui siete iscritti. Queste ultime due possibilità non vi costano nulla! Inoltre ora potete farlo anche tramite un trasferimento di bitcoin a questo indirizzo: bc1qy0kr074kdpnlrzszgwfnrdrlv2srnmkdzltl8s od utilizzando il seguente QR Code:

Veniamo al certificato: l’idea di fondo è proprio quella di fornire uno strumento finanziario che potesse rappresentare un’alternativa all’investimento immobiliare, il classico appartamento messo a reddito tramite affitto. Ma andiamo per gradi.

Questo articolo analizza la struttura del certificato, ne evidenzia il vantaggio difensivo e spiega perché, in un’ottica di imminente discesa dei tassi, possa rappresentare un’alternativa superiore al tradizionale reddito da locazione.

Nel panorama finanziario odierno, dominato dall’incertezza sui tassi e dalla costante ricerca di rendimenti robusti, l’investimento nel settore immobiliare e delle costruzioni sta vivendo una fase di profonda rivalutazione. Lo strumento proposto emerge come soluzione di ingegneria finanziaria che permette di cogliere i benefici del settore con un meccanismo di protezione incorporato.

L’Architettura Finanziaria: Worst Of e l’Esposizione Tematica

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Strategia per un 10% sul petrolio

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Rieccoci per un’altra settimana di investimenti. Questa è una settimana molto particolare per il sottoscritto perché c’è una bellissima novità per questo sito e che vi anticiperò a fine articolo, per cui leggete tutto fino alla fine!

Partiamo, come di consueto, da una visione generale dei mercati per la settimana appena terminata.

Mercati finanziari (13-17 ottobre 2025)

La settimana dal 13 al 17 ottobre 2025 ha visto mercati globali agitati da dati macro contrastanti e tensioni geopolitiche. Negli Stati Uniti gli indici principali hanno registrato guadagni settimanali (S&P 500 +1,9%, Nasdaq +2,2%) in scia alle aspettative di nuovi tagli dei tassi da parte della Fed e a un’ondata di rialzi nel settore tecnologico. In Europa lo STOXX 600 ha chiuso venerdì in calo dell’1%, ma ha comunque conservato un modesto guadagno settimanale (+0,4%). Il settore bancario europeo è stato sotto pressione (banche EURO STOXX −2,5%), mentre i titoli di lusso hanno brillato (LVMH ed EssilorLuxottica in rally, Continental +11% su utili). A livello globale oro e altri beni rifugio hanno beneficiato della volatilità: l’oro ha toccato record storici (intorno a $4.378/oz) spinto da timori di credito. Nel complesso i mercati hanno navigato su tonfi e recuperi: la settimana è stata caratterizzata da forti oscillazioni dovute a tensioni sui dazi USA-Cina, al protrarsi della crisi di liquidità a Wall Street (crollo delle azioni regional banks USA) e alla mancanza di dati ufficiali statunitensi a causa dello shutdown federale. La Borsa americana nel complesso ha chiuso la settimana in positivo (S&P e Dow in rialzo medio intorno all’1–2%), mentre in Europa il recupero settimanale è stato in parte bilanciato dal calo finale di venerdì.

Stati Uniti: contesto macro e mercati

Negli USA l’orientamento accomodante della Fed continua a sostenere il sentiment: dopo il primo taglio dei tassi a metà settembre, i mercati scontano nuovi rialleggerimenti entro fine anno. L’indice S&P 500 ha messo a segno una quarta settimana positiva di fila, grazie anche alla performance dei colossi tecnologici e industriali. Tuttavia venerdì scorso c’è stata una flessione a ridosso di chiusura settimanale, innescata dalle paure per il settore bancario regionale (due prestiti in frode e tensioni sul credito hanno innescato vendite sistemiche) e dalle persistenti tensioni commerciali con la Cina. Il dollaro ha perso terreno sul finire della settimana, con l’indice DXY in discesa (circa 98.2, −0.6% nella settimana), sostenuto dall’aspettativa di politica monetaria più espansiva della Fed.

Sul fronte macroeconomico il quadro è eterogeneo. L’ultimo report dei consumatori (University of Michigan) segnala un sentiment sostanzialmente stabile a 55,0 in ottobre (da 55,1 di settembre), nonostante l’avvio dello shutdown. Il rapporto indica preoccupazioni per il mercato del lavoro e l’inflazione, mentre emerge un tenore di spesa più elevato fra le famiglie a reddito più alto. Il Fed Beige Book (aggiornato al 6 ottobre) ha riportato “attività sostanzialmente invariata” e consumi trainati dai redditi alti, mentre i consumatori a reddito medio/basso cercano promozioni per fronteggiare i prezzi elevati. Questi dati confermano che l’effetto diretto dello shutdown sull’umore dei consumatori è per ora limitato, anche se il rapporto segnala un peggioramento della fiducia nei segmenti più esposti alla crisi fiscale.

Fra i dati economici settimanali, il Chicago Fed’s CARTS stima un +0,5% m/m delle vendite retail (escluse auto) a settembre, in rallentamento rispetto al +0,7% di agosto. I consumi rimangono trainati dai redditi più ricchi (che continuano a beneficiare della ricchezza finanziaria), mentre il ceto medio mostra segni di affaticamento dai prezzi importati più alti. Segnali positivi giungono invece dall’edilizia residenziale: in settembre i cantieri edili sono tornati sui massimi biennali, sospinti da ipoteche più favorevoli e un costante shortage di case. Su questo aspetto ci torneremo ancora alla fine dell’articolo perché avrà in parte a che fare con la novità di cui vi ho anticipato all’inizio dell’articolo.

Nel complesso, la settimana statunitense ha rinforzato l’idea che – a fronte di domande ancora solide e sostegno politico interno – i mercati scontano una Fed pronta ad altre mosse di stimolo a breve, giustificando i rialzi azionari recenti.

Europa: dati macro e indici di area

In Europa gli indici azionari hanno beneficiato di dati macro generalmente più rassicuranti. L’inflazione nell’Eurozona è tornata a salire lievemente: l’ultimo dato preliminare di settembre registra un +2,2% tendenziale (da +2,0% di agosto), su cui ha influito soprattutto il caro energia e un’inflazione dei servizi ancora sostenuta. Tale livello si avvicina nuovamente all’obiettivo BCE del 2%, confermando agli occhi dei mercati la decisione di tenere i tassi fermi nell’ultimo meeting.

La fiducia degli investitori nell’area euro migliora: a ottobre l’indice Sentix è salito a −5,4 (da −9,2 di settembre), meglio delle attese. I partecipanti al sondaggio (ottobre 2-4) segnalano una visione meno pessimistica, in parte perché lo shutdown USA non ha ancora inciso sui dati economici locali. Anche in Germania l’indice Sentix è rimbalzato (+4,2 punti su mese), malgrado l’output industriale ancora in difficoltà. A livello di crescita, la Commissione UE ha rivisto lievemente al rialzo le previsioni di crescita dell’Eurozona per il 2025 (ora 1,2%, grazie a una domanda interna più forte e a orientamenti accomodanti), mentre l’Italia ha presentato un progetto di bilancio 2026 con tagli fiscali e maggiori spese (impatto marginale sui mercati, che restano concentrati sulle sfide fiscali globali).

Il rafforzamento dell’euro ha sostenuto l’umore europeo. Il cambio EUR/USD si è riportato intorno a 1,17 (in rialzo settimanale) in risposta alle aspettative di un dollaro più debole. In chiusura di settimana l’attenzione degli investitori era rivolta alla pubblicazione finale delle stime di inflazione UE e a possibili commenti sui piani di politica monetaria BCE. In sintesi, i listini europei hanno chiuso la settimana in lieve progresso complessivo (pari circa al +2-3% per Euro Stoxx 50 nella settimana), con titoli ciclici e di lusso in testa, mentre la spinta è stata moderata da debolezze settoriali (banche, aerospace) e dalla cautela verso gli sviluppi globali.

Petrolio WTI: evoluzione settimanale

Il WTI (West Texas Intermediate) ha proseguito la discesa già in atto a inizio mese, tornando sui minimi di 5 mesi. Mercoledì 14 ottobre il contratto WTI ha chiuso a circa $58,70 al barile (−1,3% sul giorno), livelli inediti da maggio. Il prezzo si è mantenuto in area $58-59 per gran parte della settimana, influenzato da una combinazione di fattori macro e geopolitici: da un lato le tensioni commerciali USA-Cina (con nuovi passi indietro e minacce tariffarie) hanno frenato le prospettive di domanda; dall’altro l’International Energy Agency (IEA) ha alzato le stime di surplus mondiale per il 2026, segnalando un forte eccesso di offerta a breve termine. Inoltre i dati USA hanno evidenziato un rallentamento dei consumi (vendite retail sotto pressione) e un aumento delle scorte, alimentando pressioni ribassiste.

L’offerta continua a superare la domanda: l’OPEC+ e altri produttori stanno incrementando la produzione per compensare volatilità dei prezzi, mentre gli Stati Uniti mantengono livelli record di produzione giornaliera. Anche per questo il WTI rimane ben al di sotto dei massimi annui di $75 raggiunti ad agosto. In compenso, i capitali si sono riversati su asset rifugio: il prezzo del gold ha toccato record intraday a $4.378/oz, e il dollaro si è indebolito contro euro e yen. In sintesi, il prezzo del petrolio WTI ha evidenziato segnali di cedimento nella settimana 13-17 ottobre (minimi plurimensili), riflesso del timore di un eccesso di offerta e della debolezza della domanda globale.

Proprio in funzione dell’aumentata volatilità ho scelto un certificato che oggi presenta un buon rendimento con una barriera posizionata su un ottimo livello.

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Certificato Express su WTI

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Una grossa opportunità su Ferrari: un potenziale +18% in un anno

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La prima domanda che mi viene da fare è: ma l’avete seguita la strategia del mese scorso “Guadagnare fino allo 85% sull’indice della paura!” e sulla percentuale diciamo che mi ero tenuto basso… se ho pensato ad un prodotto che andava fuori dello “standard” di questo sito un motivo c’era! Ma andiamo con ordine.

Mercati finanziari: tensione e volatilità in USA ed Europa

Panoramica settimanale

La settimana terminata l’11 ottobre 2025 ha visto un netto ritorno dell’incertezza sui mercati azionari globali. Le tensioni commerciali tra USA e Cina hanno dominato il sentiment: è stata registrata anche una corsa all’oro sui massimi storici, segnale di forte avversione al rischio. Anche Wall Street ha chiuso in forte ribasso, con l’S&P 500 che ha registrato il maggior calo giornaliero dal 10 aprile. Nel complesso, sui mercati ha pesato un mix di dati macro incerti (dal lavoro USA alle decisioni delle banche centrali) e di rinnovata avversione al rischio.

Venerdì 10 ottobre: picco di volatilità

La seduta di venerdì 10 ottobre è stata particolarmente negativa e volatile. La variazione giornaliera degli indici principali è stata la seguente:
S&P 500: –2,71 %.
Nasdaq Composite: –3,56 %.
Euro Stoxx 50: –1,75 %.
Indice VIX (volatilità): +31,83 % (quotazione a 21,66).

In pratica, venerdì gli indici americani hanno subito cadute consistenti: l’S&P 500 ha registrato la sua peggior seduta dal 10 aprile, mentre il Nasdaq ha perso oltre il 3,5 %. Contestualmente, il CBOE Volatility Index (VIX) ha chiuso ai massimi da giugno 2025, riflettendo un’ondata di panico sui mercati. Anche le borse europee hanno risentito di queste tensioni, in linea con il calo segnalato per Piazza Affari e gli altri listini continentali.

Eccola qui la candela che ha segnalato l’esplosione della volatilità:

Conferma profetica dell’articolo su VIX

Questi movimenti confermano appieno le previsioni pubblicate su questo sito. Nell’articolo del 7 settembre 2025 intitolato Guadagnare fino all’85% sull’indice della paura si sottolineava come fattori quali un rallentamento del mercato del lavoro USA, attese di tagli dei tassi Fed e contenziosi sui dazi potessero creare “terreno fertile per un aumento della volatilità” L’analisi proponeva anche una strategia basata su un certificato Turbo Long sul future del VIX con leva ~4×, calcolando che un rialzo del VIX intorno al 20% avrebbe potuto generare un potenziale +85% sul capitale investito. Alla luce della brusca impennata del VIX e del contemporaneo sell-off azionario, quelle indicazioni si sono rivelate profetiche: chi avesse seguito il suggerimento avrebbe potuto conseguire rendimenti straordinari sfruttando l’impennata del cosiddetto “indice della paura”, considerando un +31% siamo ben oltre il 100%. Raddoppiare il capitale investito in un mese è sempre una piccola soddisfazione.

Ora bisogna specificare un altro aspetto, in finanza non c’è nulla di certo, fatta eccezione di una cosa: quando il VIX supera i 20 punti prima o poi torna sotto. Quindi qui si comincia a prospettare un mezzo rigore a porta vuota, ossia andare short sul VIX, ma sarà fondamentale trovare un prodotto che abbia una barriera alta, sopra i 35 almeno, in modo tale da non vedersi buttati fuori dal mercato prima che la volatilità si riassorba.

L’aumento della volatilità ha anche l’effetto di far abbassare i prezzi dei certificati creando così delle buone occasioni se ben valutate. Questo perché, a parità di prezzo del sottostante, quando la volatilità si riassorbe, il prezzo del certificato si apprezza comunque, creando così quella asimmetria che a me piace tanto.

Il meccanismo diventa ancora più accentuato nel tempo se nel certificato è presente l’opzione step-down.

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Andamento di Ferrari e opportunità sul certificato step-down

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Sfruttare il ribasso di Brunello Cucinelli per oltre il 15% annuo

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In questa settimana ho approfondito ciò che è successo tra Brunello Cucinelli e Morpheus Research, quindi ho pensato di riportare quanto appreso anche in questo articolo, concludendo infine con due spunti di strategie operative.

Sperando sia di vostro gradimento, colgo l’occasione per ricordarvi che chi volesse contribuire al proseguimento di questo blog, lo può fare in vari modi. Il primo è più efficace è quello di effettuare una donazione tramite Go Fund Me o Buy Me Coffee. Poi potete iscrivervi alla mailing list qui a destra, potete cliccare sulle inserzioni pubblicitarie che vi vengono presentate ed infine potete diffondere gli articoli tramite i social network a cui siete iscritti. Queste ultime due possibilità non vi costano nulla! Inoltre ora potete farlo anche tramite un trasferimento di bitcoin a questo indirizzo: bc1qy0kr074kdpnlrzszgwfnrdrlv2srnmkdzltl8s od utilizzando il seguente QR Code:

L’analisi del recente attacco speculativo condotto da Morpheus Research nei confronti di Brunello Cucinelli S.p.A. rivela una netta disconnessione tra le preoccupazioni sollevate sulla governance e la comprovata solidità dei fondamentali aziendali. Il report pubblicato da Morpheus, intitolato “From Moscow to TJ Maxx,” ha accusato il gruppo umbro di aggirare le sanzioni imposte dall’Unione Europea alla Russia e di utilizzare il mercato russo per un presunto smaltimento di scorte in eccesso (inventory dumping).

La pubblicazione del report ha innescato vendite rapide e aggressive, portando il titolo in Borsa a subire uno shock immediato, con un calo che ha toccato il 18% in una singola giornata e ha registrato una pressione ribassista cumulativa di circa il 40% rispetto ai massimi storici precedenti. Il mercato ha prezzato immediatamente un significativo rischio reputazionale e regolatorio.

La risposta della Casa di Moda è stata duplice e strategica: in primo luogo, una ferma replica ufficiale che ha respinto le accuse di non-compliance; in secondo luogo, la mossa tattica di accelerare la pubblicazione dei dati preliminari dei nove mesi (9M 2025). Questi dati hanno confermato una crescita operativa eccellente, con ricavi che per la prima volta nella storia della società hanno superato 1 miliardo di euro nei primi nove mesi dell’anno, segnando un incremento del 10,8%.

La rapida e decisa confutazione delle accuse di governance, supportata da dati operativi che dimostrano la salute del core business, rafforza il mio convincimento che la correzione di prezzo sia stata guidata prevalentemente da un panico speculativo e non da un deterioramento dei fondamentali. La significativa debolezza del titolo post-attacco ha creato una chiara dislocazione di valore. La mia tesi d’investimento predominante è che l’attuale livello di prezzo rappresenta un’opportunità strategica di acquisto (Buy the Dip), poiché i rischi di compliance si sono rivelati non materiali, mentre il pricing power e l’esclusività del marchio rimangono pienamente intatti.

Ma cerchiamo di approfondire tutti i vari aspetti della questione.

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Quattro eccellenze italiane per oltre il 13% annuo

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Continuo anche questa settimana con una parte più “didattica” degli articoli in modo tale (o meglio nella speranza di) rendere più accessibile lo strumento dei certificati anche ai meno esperti.

Ma prima facciamo una breve sintesi dei mercati finanziari della settimana:

Azionario americano

La settimana è cominciata con nuovi massimi storici sui listini USA, spinti soprattutto dai titoli tecnologici e dalle attese sull’IA. Lunedì l’S&P 500 e il Nasdaq hanno chiuso in rialzo (rispettivamente +0,44% e +0,70%), trainati da Nvidia (+3,9% dopo l’annuncio di un maxi-investimento in OpenAI) e da Apple (+4,3% su buone prospettive di vendita di iPhone). Tuttavia da martedì i mercati hanno accusato presa di beneficio. Mercoledì a Destù la Fed ha mantenuto un tono prudente: Powell ha sottolineato la necessità di bilanciare inflazione e occupazione, lasciando aperta la porta a ulteriori tagli ma senza indicare tempistiche precise. In questo contesto mercoledì/giovedì i principali indici hanno perso terreno (Nasdaq -0,5%/0,9%). Venerdì l’inflazione PCE di agosto è risultata in linea con le attese (2,7% annuo), consolidando le speranze di tagli dei tassi Fed nei prossimi mesi. In chiusura la Borsa ha moderatamente recuperato (+0,59% l’S&P 500), mentre i rendimenti obbligazionari lunghi salgono leggermente. Complessivamente la settimana si chiude con un lieve calo complessivo sui livelli di inizio settimana

Azionario italiano

Anche Piazza Affari ha mostrato moderati guadagni. Il FTSE MIB ha incamerato circa +0,8% nel periodo (chiudendo venerdì a 42.646 punti, +0,96% in giornata). A trainare sono stati soprattutto i titoli finanziari: le banche di medio-piccola capitalizzazione e in generale il settore assicurativo hanno fatto bene. Per esempio Generali ha guadagnato +2,48% venerdì e Unipol +2,86%, mentre nel comparto bancario hanno brillato BPER, Popolare di Sondrio, Intesa e Unicredit con rialzi intorno al 2%. Fra i ribassi, Brunello Cucinelli ha pagato speculazioni negative sul suo business russo (–1,74% venerdì). In sintesi, il supporto di banche e assicurazioni ha bilanciato qualche scarsa performance tecnologica e reso la settimana dell’indice complessivamente positiva. Lo spread BTP-Bund è rimasto basso (sui ~85-87 punti) e il rendimento del BTP a 10 anni ha oscillato intorno al 3,6%firstonline.info, riflettendo la fiducia degli investitori nella gestione del debito pubblico e la stabilità politica.

Obbligazionario

Sul fronte obbligazionario USA i rendimenti dei titoli di Stato sono leggermente saliti, riflettendo i dati economici solidi. Il decennale americano rende intorno al 4,2% (era 4,18% venerdì dopo il PCE). Questo suggerisce che, pur con Fed pronta a tagliare, i mercati credono in una crescita ancora vivace. In Europa, il decennale italiano a 10 anni rendeva circa il 3,6%, mentre lo spread con il Bund decennale tedesco è rimasto su livelli contenuti (sotto i 90 punti). In breve, i mercati obbligazionari riflettono aspettative di tassi ancora bassi nel tempo ma un’economia USA che resta resistente: i rendimenti salgono solo leggermente, anche grazie a una domanda di rifugio su asset con cedole più interessanti.

Oro

L’oro ha registrato una forte crescita, spinto dalle speranze di tassi più bassi. Quotato in dollari, il metallo prezioso è salito di circa il 2,5% nella settimana, attestandosi attorno ai 3.780 $/oncia venerdì (toccando un picco record di ~3.790 $ a metà settimana). La dinamica è stata sostenuta dai dati di inflazione USA in linea col previsto, che hanno alimentato le attese di tagli dei tassi Fed: così l’oro – tradizionale bene rifugio – ne ha beneficiato. In breve, i movimenti sui mercati internazionali (Fed, consumi, tariffe) hanno alimentato in settimana la domanda di asset “sicuri”: oltre all’oro, ne hanno beneficiato anche argento e platino, anch’essi a livelli di prezzo molto elevati.

Ed ora veniamo al certificato della settimana, ma prima colgo l’occasione per ricordarvi che chi volesse contribuire al proseguimento di questo blog, lo può fare in vari modi. Il primo è più efficace è quello di effettuare una donazione tramite Go Fund Me o Buy Me Coffee. Poi potete iscrivervi alla mailing list qui a destra, potete cliccare sulle inserzioni pubblicitarie che vi vengono presentate ed infine potete diffondere gli articoli tramite i social network a cui siete iscritti. Queste ultime due possibilità non vi costano nulla! Inoltre ora potete farlo anche tramite un trasferimento di bitcoin a questo indirizzo: bc1qy0kr074kdpnlrzszgwfnrdrlv2srnmkdzltl8s od utilizzando il seguente QR Code:

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Rieccoci qua dopo una settimana di stop. Come permesso il posto di questa settimana riguarderà un certificato con un profilo estremamente protettivo. Ho deciso inoltre che, ogni tanto, sia anche giusto spiegare nuovamente quali siano i meccanismi base del funzionamento di un certificato a cedole condizionate. Quindi magari questo articolo potrebbe risultare un po’ prolisso per chi già conosce a fondo questo tipo di prodotto, ma ciò non toglie che il certificato trattato può essere interessante sia per i più esperti che per i neofiti.

Colgo subito l’occasione per ricordarvi che chi volesse contribuire al proseguimento di questo blog, lo può fare in vari modi. Il primo è più efficace è quello di effettuare una donazione tramite Go Fund Me o Buy Me Coffee. Poi potete iscrivervi alla mailing list qui a destra, potete cliccare sulle inserzioni pubblicitarie che vi vengono presentate ed infine potete diffondere gli articoli tramite i social network a cui siete iscritti. Queste ultime due possibilità non vi costano nulla! Inoltre ora potete farlo anche tramite un trasferimento di bitcoin a questo indirizzo: bc1qy0kr074kdpnlrzszgwfnrdrlv2srnmkdzltl8s od utilizzando il seguente QR Code:

Questa volta non vi parlerò dei punti salienti della settimana, perché mi vorrei proprio concentrare sull’aspetto divulgativo.

Permettetemi, in un mondo finanziario che spesso spinge a decisioni impulsive, di ritornare su un concetto a me molto caro: l’importanza di analizzare in modo trasparente e senza filtri ogni singolo strumento che entra nel nostro raggio di interesse. La missione che io, il sottoscritto, cerco di portare avanti è quella di fornire gli strumenti per una comprensione autentica, al di là del marketing, perché sono convinto che solo una conoscenza profonda possa portare a scelte consapevoli.

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Aggiornamenti ed anticipazioni

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Salve,

purtroppo questa settimana, causa forze maggiori, non riuscirò a completare l’articolo.

Però due cose permettetemi di scriverle:

innanzitutto fatemi ringraziare Roby che ha contribuito con una donazione per questo sito. Visto che ha espresso la preferenza di prodotti più tranquilli, mi sembra giusto che il prossimo post vada in questa direzione. Ricordo che per chiunque voglia contribuire, lo può fare in diversi modi.

Il primo è più efficace è quello di effettuare una donazione tramite Go Fund Me o Buy Me Coffee. Poi potete iscrivervi alla mailing list qui a destra, potete cliccare sulle inserzioni pubblicitarie che vi vengono presentate ed infine potete diffondere gli articoli tramite i social network a cui siete iscritti. Queste ultime due possibilità non vi costano nulla! Inoltre ora potete farlo anche tramite un trasferimento di bitcoin a questo indirizzo: bc1qy0kr074kdpnlrzszgwfnrdrlv2srnmkdzltl8s od utilizzando il seguente QR Code:

La seconda cosa è che, per quanto riguarda la posizione sul VIX dello scorso articolo, ho aperto una posizione long praticamente sui livelli attuali ma, a differenza dell’articolo, ho utilizzato quest’altro certificato DE000VC3TCV6, che ha un livello di barriera più basso (e quindi anche una leva più contenuta).

Se poi l’indice scendesse sotto 15 aumenterò ulteriormente la mia esposizione.

Ci vediamo quindi la prossima settimana con un prodotto più adatto ai “cassettisti”, perciò stay tuned.

Tengo infine a precisare che, come tutti i post di questo blog, questo non vuole essere assolutamente un invito all’acquisto, bensì un analisi indipendente fatta in questi giorni dal sottoscritto.

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Rieccoci qua dopo una lunga pausa estiva e ricominciamo con la nostra consueta analisi dei mercati. Vi anticipo subito che ho deciso da ora in poi di alternare i classici certificati a cedola periodica con strategie più tattiche, che potremmo definire da trading “morbidi e fuggi”. Queste queste strategie certificati a leva variabile con una barriera knockout sotto la quale, o sopra la quale se il prodotto è di tipo short, il valore del certificato si annulla, perciò fate attenzione alla vostra allocazione del capitale!

Ma iniziamo prima con un’analisi generale.

Negli ultimi giorni emerge con chiarezza un quadro macroeconomico e geopolitico di crescente complessità, che sta plasmando i mercati finanziari. Sul fronte macro, i dati del mercato del lavoro statunitense mostrano un rallentamento evidente: le buste paga non agricole e le revisioni recenti indicano un indebolimento che ha convinto i mercati a scontare con decisione un taglio dei tassi da parte della Fed già nel prossimo meeting. Questo spostamento delle aspettative ha avuto effetti immediati sui rendimenti: i Treasury a 2 anni si sono portati ai minimi recenti, mentre anche la parte lunga della curva mostra segnali di discesa; al contempo permane il dibattito su possibili ripercussioni inflazionistiche e sul comportamento dei tassi a lunga in caso di politiche fiscali o monetarie non convenzionali. Io è da molto tempo che mi aspetto un abbassamento della curva, finora il mercato non è andato in quella direzione, ma ora sembra che le cose stiano cambiando.

La reazione dei mercati è duplice: da un lato si osserva un forte interesse per asset rifugio come l’oro, che ha raggiunto nuovi massimi storici, sintomo di attese di “debasement” valutario e di tassi reali più bassi; dall’altro vi è attenzione alle possibili tensioni fiscali e geopolitiche che potrebbero riaccendere volatilità e margini di incertezza sui mercati obbligazionari. Gli scenari di politica — incluse misure protezionistiche e contenziosi commerciali — aggiungono un ulteriore elemento di rischio per i flussi di capitale e per le aspettative sui rendimenti reali.

Sul piano geopolitico e strutturale, il confronto USA-Cina è descritto come una partita tra “costruzione” e “litigio”: la Cina, con una classe dirigente formata in larga parte da ingegneri, ha puntato su capacità di realizzazione infrastrutturale e tecnologica su larga scala; gli Stati Uniti, con una cultura istituzionale più legata alla litigiosità e alla tutela legale, si stanno però mobilitando per recuperare capacità produttive strategiche (chip, data center, cantieri militari). Questo riassetto produttivo e le politiche industriali di risposta possono generare sia opportunità sia shock di breve termine, con impatti distinti su valuta, rendimenti e asset risk-on/risk-off.

Nel complesso, la combinazione di Fed orientata al taglio dei tassi, rischio politico-fiscale e rivalità geopolitica crea uno scenario in cui conviene monitorare la liquidità, privilegiare profili di duration breve nel reddito fisso e mantenere esposizioni difensive (oro, coperture di volatilità) come protezione contro shock imprevisti.

È proprio da qui che parte la strategia di questa settimana.

Ma prima di iniziare vi ricordo che chi volesse contribuire al proseguimento di questo blog, lo può fare in vari modi. Il primo è più efficace è quello di effettuare una donazione tramite Go Fund Me o Buy Me Coffee. Poi potete iscrivervi alla mailing list qui a destra, potete cliccare sulle inserzioni pubblicitarie che vi vengono presentate ed infine potete diffondere gli articoli tramite i social network a cui siete iscritti. Queste ultime due possibilità non vi costano nulla! Inoltre ora potete farlo anche tramite un trasferimento di bitcoin a questo indirizzo: bc1qy0kr074kdpnlrzszgwfnrdrlv2srnmkdzltl8s od utilizzando il seguente QR Code:

Che cos’è l’indice VIX e perché potrebbe salire

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