Titoli petroliferi per un 11.5% all’anno anche se facessero -50%

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Prima di iniziare permettetemi di ringraziare in ordine strettamente cronologico: Andrea, Marco e Vitaliano che hanno effettuato una donazione la settimana scorsa. Grazie ancora, non solo per la donazione in sé, ma anche per il gesto di stima nei confronti di questo blog. È grazie a queste donazioni che il nostro progetto può proseguire con serenità. Quindi, per chi volesse contribuire a sua volta, ricordo che potete farlo a questo link.

La settimana appena trascorsa è stata intramezzata dalla festività del primo di maggio ma è stata comunque una settimana interlocutoria, con i mercati, soprattutto in Europa, che hanno cercato maggiormente i supporti più che andare a cercare le parti alte del range. Qualcosa di analogo è accaduto negli Stati Uniti fino a giovedì, mentre sorprendente è stata la seduta di ieri dove i principali indici azionari americani hanno tutti aperto in gap up realizzando una seduta piuttosto positiva. Qual è la spiegazione di questo movimento? Io (ma non m’invento nulla) la faccio risalire ai dati macroeconomici USA, in particolare gli occupati non agricoli erano attesi a 238k mentre sono stati 175k con un dato precedente di 315k . Lo stesso tasso di disoccupazione è uscito al 3,9% contro un’attesa del 3,8%.

La conseguenza di tutto questo è che il rallentamento della crescita dei posti di lavoro, la crescita della disoccupazione ed i livelli salariali sotto le attese rafforzano l’ipotesi che la FED possa cominciare a tagliare i tassi a settembre ed è per questo che il mercato degli Stati Uniti ha avuto un andamento piuttosto positivo soprattutto nel settore tecnologico.

Insomma, sei i dati dell’economia reale va male (o non bene come ci si aspettava), gli indici azionari aumentano: se volete la mia opinione, prima o poi, non so quando, questa divergenza esploderà.

Per gli stessi motivi di cui sopra abbiamo assistito ad un’ondata di vendite sui titoli bancari infatti il peggior indice di ieri è stato proprio l’Eurostoxx Banks. Se il trend negativo dovesse continuare nel settore bancario, con un inevitabile aumento della volatilità, considerando anche che sono titoli mediamente ad alto dividendo, riusciremo a vedere dei certificati molto interessanti…

Avrete anche notato come ultimamente non ho scelto mai certificati su questo settore (al massimo c’era qualche titolo bancario nel paniere ma non come wrost of) proprio per attendere questo tipo di eventi.

In questa fase di transizione ho deciso di entrare in un settore, quello petrolifero, che è un po’ meno coinvolto in queste dinamiche.

Il certificato è il seguente:

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Investire nei semiconduttori per oltre il 12.5% e tanta protezione

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Settimana contestata sui mercati azionari in cui possiamo individuare la prima metà come accelerazione della collezione già in atto la settimana scorsa, per poi nelle ultime due sedute ritentare un rimbalzo verso l’alto. Un esempio di questo andamento è sicuramente l’indice Nasdaq Come riportato nei grafico sottostante:

La frase collettiva potrà dirsi conclusa se andremo a superare i massimi recenti, altrimenti è destinata a proseguire. Anche in quest’ultimo caso staremo comunque parlando di un ritracciamento all’interno di una configurazione rialzista.

Prima di venire alla strategia di questa settimana voglio ricordarvi che chiunque voglia contribuire all’indipendenza e alla continuazione di questo blog, può farlo con una donazione volontaria cliccando qui.

Oggi ci andremo ad occupare di un settore che negli ultimi anni è stato sempre sulla cresta dell’onda e che con tutta probabilità rimarrà tale anche nei prossimi anni, ossia quello dei semi conduttori.

Il certificato proposto è il seguente:

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Guadagnare anche a fronte di un -70%, si può!

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La settimana appena trascorsa ha confermato la fase di ritracciamento già avviata nelle scorse settimane. Siamo ancora lontanissimi dal potere definire questo movimento come un’inversione di tendenza, bensì siamo ancora di fronte ad un riassorbimento dell’ipercomprato generato nei mesi passati.

Prendendo come esempio il FTSE MIB possiamo notare che finché non si vada a rompere la quota 30000 punti, evidenziata dalla Linea Blu più in alto, non si potrà certo parlare di inversione di tendenza.

Per quanto riguarda il Nasdaq il ribasso è anche più marcato e vi faccio notare che il formaggio di nuovi massimi crescenti in corrispondenza di massimi decrescenti sull’indice stocastico, ha, alla fine, spostato il ribasso che stiamo osservando nelle ultime sedute.

Avevo già individuato questo tipo di divergenza a fine gennaio / inizio febbraio, ma ci sono voluti ancora circa 3 mesi prima che questo Pattern si realizzasse.

Fatta questa prima analisi generale dei mercati permettetemi di illustrarmi la novità di questa settimana che avevo anticipato nello scorso post.

Come hai scritto la volta scorsa chi tengo affinché questo blog rimanga sia gratuito sia indipendente, ossia che i prodotti qui presentati non vengano sponsorizzati da alcun emittente.

Fortunatamente mi trovo nelle condizioni di poter scegliere e quindi di non dovere a tutti i costi rincorrere le varie proposte di monetizzazione di questo sito. Ad ogni modo, fa sempre piacere avere dei feedback di apprezzamento da parte di voi lettori che immagino siate anche investitori.

Ho deciso così di avviare una raccolta fondi del tutto volontaria, ossia nessun contenuto di questo sito sarà sottoposto a un pagamento di qualsiasi tipo. Quindi se apprezzate qualche articolo o se seguendo alcune analisi riportate in questo sito avete guadagnato una certa cifra potete pensare di lasciare una donazione (se volete anche simbolica) cliccando sul link in alto a destra. Potete pagare sia con carta di credito che con PayPal da quello che ho visto.

Affinché la trasparenza sia massima ho voluto riportare in questo sito la cifra che mano a mano si andrà a raccogliere.

Detto ciò veniamo al certificato della settimana.

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Addio ai fondi obbligazionari: ecco un’alternativa molto più sicura

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In questo post presenterò un altro certificato a capire interamente protetto veramente molto interessante che può andare a sostituire fondi od ETF obbligazionari, poi in fondo vi accennerò ad un possibile cambiamento del sito.

Come di consueto partiamo dalla settimana appena trascorsa: i mercati finanziari hanno subito notevoli fluttuazioni a causa dell’aumento dell’inflazione negli Stati Uniti e delle tensioni geopolitiche nel Medio Oriente, che persistono ad alti livelli. Il dato sull’inflazione statunitense del mese di marzo era molto atteso dopo due segnalazioni superiori alle previsioni. Tuttavia, anche questa volta si è registrato un aumento superiore alle attese, con un incremento mensile dell’0,4% sia per l’inflazione generale che per quella core. Questo porta i tassi di inflazione annuale rispettivamente al 3.5% e al 3.8%. Tale risultato ha ridotto le aspettative di un taglio dei tassi da parte della FED a giugno, ora stimato con una probabilità inferiore al 30%. In realtà, la FED sembrava già orientata verso un taglio dei tassi a giugno, come suggerito da Powell. Tuttavia, alcuni membri del consiglio direttivo ora attribuiscono pari importanza alla stabilità dei prezzi e al raggiungimento del pieno impiego. Ciò potrebbe significare che la FED potrebbe tagliare i tassi anche senza ulteriori segnali di ribasso dell’inflazione, per sostenere l’economia. La FED è consapevole che la sua posizione è considerata accomodante rispetto alla robustezza dell’economia e ai dati sull’inflazione, ma attende di vedere se ciò si tradurrà in un aumento delle aspettative inflazionistiche o in una pressione rinnovata sui rendimenti a lungo termine prima di decidere il taglio a giugno. Se le aspettative di inflazione aumentano, la FED potrebbe rimandare ulteriormente il taglio.

Ho più insistito su questo blog come la politica monetaria della FED sia tirata in direzioni opposte da esigenze divergenti, quindi non tornerò sull’argomento.

Diversa è la situazione in Europa dove la dinamica dell’inflazione sembra abbastanza più debole di quella americana.

Se si seguissero logiche puramente economiche la BCE avrebbe già dovuto tagliare i tassi (anzi come sapete Secondo me non sarebbe dovuti neanche arrivare agli attuali livelli visto che gran parte dell’inflazione è generata per cause esogene come le guerre in corso e l’aumento dei prodotti petroliferi e delle materie prime in generale), ma sappiamo che ormai l’euro non è altro che un proxy del dollaro che che dica la governatrice della Banca Centrale Europea.

Ad ogni modo ritengo plausibile che la differenza tra tassi di interesse e andamento dell’inflazione non possa continuare a divergere per tanto tempo. Naturalmente potrei però sbagliarmi né posso identificare il momento in cui i tassi inizieranno a scendere.

Proprio per questo motivo ho deciso di effettuare uno swap tra tre etf obbligazionari che ho in portafoglio a favore del seguente certificato.

Il prodotto in questione non rilascia cedole ma ha come sottostante un indice che vado subito a riportare come traduzione dal sito ufficiale di Leonteq:

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Bevande ed alimentare per oltre il 9% all’anno

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Rieccoci dopo la pausa Pasquale. Gli indici questa settimana hanno cominciato a manifestare alcuni segni di debolezza (era anche ora), anche se il trend rialzista non è ancora stato messo in discussione. L’indice NASDAQ sta attraversando una fase di lateralità mentre il FTSE MIB nell’ultima giornata di venerdì ha aperto un Gap down abbastanza evidente.

Come al solito sarà necessario monitorare gli andamenti nelle giornate future per capire se si tratta di una correzione più profonda oppure di un semplice e breve storno.

In questo stato di incertezza ho colto l’occasione di acquistare un certificato con tre titoli sottostanti che a me sono sempre piaciuti e che penso pochi abbiano nel proprio portafoglio. Per quanto mi riguarda invece due di tre titoli sottostanti al certificato li ho anche già in portafoglio (Pepsico e Starbucks) mentre il terzo (Kellogg) è già presente da tempo nella mia watchlist. La scelta del settore alimentare e delle bevande non è un caso, infatti ritengo che sia tre settori più resilienti nel comparto azionario e soprattutto hanno comunque mostrato dei margini di crescita costanti nel tempo.

Di seguito inizierò con il presentare un’analisi di tre titoli sottostanti PepsiCo, Starbucks e Kellogg. esaminiamo i loro punti di forza e di debolezza, le loro performance recenti e le loro prospettive future. Passerò poi ad un’analisi più specifica sul certificato stesso.

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Investire in oro senza il rischio (o quasi) di perdere soldi

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Il post di questa settimana sarà molto sintetico ma spero comunque interessante. Continua la corsa degli indici azionari e non solo, sta crescendo un po’ tutto e vedremo nel seguito dell’articolo un caso particolare a questo riguardo. Da quando avevo individuato il canale laterale del FTSE MIB e la sua relativa lettura, seppure avevo anticipato che tale rottura avrebbe comportato un rialzo dei pezzi, io stesso non avrei mai immaginato una forza come quella che si è espressa nelle settimane seguenti come testimonia il grafico sottostante:

Come anticipavo i ragazzi delle quotazioni non riguardano solo i titoli azionari ma anche quelli obbligazionari ed addirittura un bene rifugio come l’oro che solitamente ha una correlazione inversa rispetto alle azioni. Ne ho parlato diverse volte in questo blog come sia sempre una regola utile avere parte del proprio portafoglio investita in oro o con prodotti collegati adesso in modo tale da avere una sorta di heigding rispetto alla parte restante del portafoglio stesso. In uno degli articoli a tal riguardo ho proposto l’etf che potete rivedere in questo post: “Investire in oro senza dover mettere i lingotti in cassaforte”.

Al momento della scrittura dell’articolo citato, l’oro cambiava sotto i 2000 dollari l’oncia, oggi siamo sicuri 2165 dollari con un forte rally nelle ultime sedute, come si può vedere dal grafico sottostante:

Le ragioni che mi sono dato come motivazione per tale rialzo sono:

1 – la debolezza del dollaro, infatti nell’articolo di cui sopra ho segnalato un prodotto che sterilizzasse il rischio cambio.

2 – fu la seconda probabilmente non tutti saranno d’accordo ma, a mio avviso, le continue sanzioni economiche che l’occidente sta mettendo nei confronti della Russia ed in particolare sul congelamento dei beni nelle banche, sta facendo perdere fiducia nel sistema di circolazione dei capitali per cui molti agenti economici esteri stanno probabilmente cercando asset alternativi non così facilmente bloccabili.

A livello operativo sto pensando di liquidare la mia posizione in guadagno sull’ETF citato per posizionarmi sul certificato a capitale completamente protetto di cui riporto le caratteristiche di seguito:

Come potete notare il certificato è a capitale completamente protetto ossia verrà rimborsato a €100 a prescindere dall’andamento del metallo giallo. In realtà, poiché oggi si compra a 101.5€, un piccola perdita potrebbe essere possibile. A fronte di ciò il certificato replicherà l’andamento del sottostante fino ad onda rialzo del 11%, ossia il certificato per rimborsato al massimo a 111€.

L’idea di fondo è sostanzialmente quella di rimanere investiti in oro ma proteggersi completamente (o quasi) da eventuali ribassi. Se poi l’oro dovesse aumentare di più dell’11% (ulteriore) in un anno e 9 mesi scarsi me li farò una ragione.

Tengo infine a precisare che, come tutti i post di questo blog, questo non vuole essere assolutamente un invito all’acquisto, bensì un analisi indipendente fatta in questi giorni dal sottoscritto.

Spero di aver fatto cosa gradita lasciando link diretti a tutti i dati senza passare per servizi di pubblicità. Per questo mi auguro che siate così gentili, vista la completa gratuità del sito, di fare almeno un click su un banner presente nella pagina e mettere un like se l’articolo è di vostro gradimento.

Vi ricordo che chiunque voglia essere tempestivamente informato sulle novità pubblicate dal blog può iscriversi alla mailing list qui a destra. Inoltre tenete presente che l’iscrizione è portata a termine solo se viene confermata dopo aver cliccato sul link che vi verrà spedito a seguito dell’immissione della vostra email alla mailing list.

Un’interessante storia di money management

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Altra settimana sfavillante per indici azionari con l’indice italiano FTSE MIB che è andato a stirare i 34000 punti. Attenzione però Perché come potete notare dal grafico sottostante sembra che si stia configurando un pattern di inversione sia perché abbiamo tre candele consecutive che sono state respinte a quota 34.000 sia perché l’indice stocastico ha cominciato ad incrociare dall’alto verso il basso dopo aver segnalato per molto tempo un’area di ipercomprato a quota 100.

Visto che in questa settimana è scaduto il certificato che avevo presentato in questo post: Atlantia e Nexi per un 8.6% e tanta protezione mi piace cogliere l’occasione per ricostruire brevemente la storia di questa strategia per poi presentarne gli sviluppi.

Tutto era partito da un investimento concluso sotto la Pari, in particolare di questo certificato: Recuperare il 25% ed anche oltre

Avendo però scelto l’airbag come meccanismo di salvaguardia in caso di perdita, la perdita che sono andato a consolidare è stata comunque di gran lunga minore di quella che avrei subito senza questa opzione. Ridurre le perdite significa poi avere ancora a disposizione il capitale necessario per poter recuperarle e magari chiudere l’operazione complessiva in profitto. Naturalmente naturalmente ciò che si paga è il tempo maggiore, ma nessun pasto è gratis. Così ho scelto quest’altro certificato Recuperare il 25% ed anche oltre per poter recuperare in toto le perdite (25 euro a certificato) ed avere comunque un rendimento spalmato nei successivi due anni di 49 euro, con un guadagno complessivo quindi di 24 euro in due anni per certificato, se ci pensate un bel ribaltamento della situazione.

Ho voluto ricostruire questa strategia per una serie di ragioni.

La prima è l’importanza della conservazione del capitale, o detta in maniera più prosaica: ” la prima regola per fare soldi e non perderli”, infatti se avessi subito una perdita lineare con il titolo Nexi difficilmente avrei potuto mettere in atto una contromisura che in due anni non sono recuperarsi le perdite ma mi garantisce un buon ritorno.

La seconda mi è venuta in mente navigando un po’ su YouTube su vari tipi di pseudo esperti che riescono a guadagnare sempre e comunque. Mi verrebbe da dire che se cercate questi “fuffa guru”, penso che questo blog possa darvi solo dei dispiaceri, infatti qui si abbina una divisione macro economica complessiva ad approcci meramente statistici sui prezzi di titoli o indici. Trattandosi di statistica è naturale che alcune posizioni non si chiudano come sperato, ma penso che ormai abbiate capito benissimo che l’importante è che le probabilità complessive del nostro portafoglio giochino a nostro favore.

Come si prosegue quindi ora? Una volta portato a casa il nostro guadagno, visti i livelli estremamente tirati di tutti gli indici azionari, mi sto orientando verso un prodotto estremamente conservativo che riporto di seguito:

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Auto elettriche per un 18% annuo

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Non sembra che i mercati abbiano l’intenzione di arrestare la propria corsa, ci troviamo a registrare nuovi massimi. Come possiamo notare ad esempio sul FTSE MIB, una volta rotto il canale laterale che avevamo individuato settimane fa, l’indice ha visto salire i propri prezzi di circa un altro 10% sfondando i 33000 punti.

Personalmente continuo ad applicare la mia strategia di graduale liquidazione della parte azionaria a favore di liquidità, obbligazioni e certificati. Coerentemente a questa filosofia, ho liquidato metà della mia posizione su un titolo altamente volatile e quindi sono andato a cercare un rimpiazzo che avesse un profilo di rischio sicuramente inferiore ma che al contempo stesso non fosse neanche tra i meno rischiosi del mio portafoglio. La mia ricerca ha portato all’acquisto del seguente certificato:

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Come le tensioni del Mar Rosso posso fare guadagnare il 14%

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Quella appena trascorsa è stata ancora una volta un settimana estremamente positiva per tutti gli indici azionari. In questo contesto anche l’indice FTSE MIB ha fatto segnare massimi di ultimi anni, se poi consideriamo la sua versione Total Return, ossia quella che comprende anche i viventi steccati anno per anno, ci troviamo Invece sui massimi storici.

Già alcune settimane fa avevamo individuato un canale laterale la cui rottura superiore avrebbe dato il via ad ulteriori rialzi e così è stato. Con queste dinamiche dei prezzi ribadisco ancora una volta la mia strategia di uscire gradualmente dall’azionario per spostarmi sull’obbligazionario o sui certificati. Questa settimana Sarei dovuto uscire dalla posizione su Moncler con un target a 67,60€ ma sfortunatamente il massimo fatto registrare è stato di 67,5€. Tale target rimane per quanto mi riguarda ancora valido anche per la settimana entrante.

In un contesto di estrema forza sui pezzi, l’unica alternativa è quella di cercare storie e prodotti particolari che funzionino a prescindere dagli andamenti della borsa.

Il certificato che vi presento oggi dovrebbe approfittare delle recenti tensioni che si stanno verificando nello Stretto di Bab al-Mandab. Infatti le recenti azioni dei ribelli Houthi nello Stretto di Bab al-Mandab hanno creato un’insidiosa morsa sul Canale di Suez, con pesanti ripercussioni sul commercio marittimo globale. La rotta, che facilita circa un quinto del commercio mondiale, è di fatto inaccessibile, costringendo le navi a lunghe deviazioni attorno all’Africa.

Come è ovvio ciò va ad incrementare i costi, poiché l’allungamento dei viaggi marittimi ha innescato un’impennata delle tariffe di trasporto, con il Drewry’s World Container Index che ha registrato un balzo del 187% in poco più di un mese, per poi ritracciare un po’ nelle ultime settimane. Le rotte tra Asia ed Europa, in particolare quelle che collegano Shanghai a Genova e Rotterdam, sono le più colpite.

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Un’obbligazione che può rendere anche il 10%

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Settimana che ha fatto registrare nuovi massimi su molti indici azionari europei ed americani, tutto ciò sulla scia dei fantastici risultati di Nvidia. Chi vi scrive si è laureato ormai quasi 20 anni fa proprio con una tesi sulle reti neurali artificiali, quando ancora il settore era veramente esclusivo solo per gli addetti. Quindi lungi da me sminuire la portata di questi risultati sia in termini meramente economici sia in termini di prospettive di cambiamento del mondo.

Però quando si analizzano i fenomeni non per il presente ma per le aspettative future è anche necessario fare alcuni ragionamenti. Io riporto semplicemente una citazione dal libro ” l’investitore intelligente”, più precisamente dal capitolo 11:

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