Possiamo definire la settimana appena conclusa come una settimana
interlocutoria. Per essere più analitici possiamo dire che abbiamo
assistito ad un movimento laterale su tutti gli gli indici con la
differenza che il FTSE MIB italiano sta la lateralizzando all’interno
di un movimento di ritracciamento, mentre quelli americani sono in
una fase laterale ma con un limite superiore coincidente con i
massimi storici.
Se poi sommiamo a
ciò il fatto che stiamo entrando in una periodo stagionale
statisticamente non favorevole ai corsi azionari possiamo concludere
che è meglio muoversi con estrema prudenza in questo periodo.
Quindi dopo avervi
annoiato la settimana scorsa con un’analisi approfondita delle
dinamiche dei prezzi sul mercato obbligazionario (che ripeto
attualmente presenta delle occasioni veramente irripetibili
paragonabili a quello che è successo durante il periodo della crisi
del debito sovrano), torniamo ad occuparci di un bel prodotto con
airbag che può addirittura servire come strategia di recovery.
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Il certificato di
questa settimana presenta l’opzione airbag ma allo stesso tempo una
cedola veramente alta pari al 1,42% mensile. Prima di addentrarci
nella struttura, vi riporto qual è la mia strategia attuale: mi sto
liberando dei certificati senza opzioni aggiuntive per andare ad
acquistare certificati che abbiano od un airbag o delle cedole
incondizionate. Il certificato di oggi rientra nella prima categoria:
Finalmente ecco il nuovo articolo che la settimana scorsa non sono riuscito a pubblicare. Vi anticipo già che questo post potrà risultare un po’ pesante e troppo tecnico, però ci tenevo a fornirvi tutti gli strumenti di cui dispongo per valutare le variazioni dei prezzi delle obbligazioni visto che quella attuale è un’occasione storica che non vedremo più nei prossimi anni.
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Ciao a tutti, pensavo di riuscire a terminare un articolo sui titoli di stato europei, in particolare sull’OAT francese, perché ritengo si inizino a configurare ottime occasioni con il diffondersi del panico. Purtroppo però vedo che gli argomenti mi prendono più tempo del previsto, quindi mi trovo costretto a darvi appuntamento ai prossimi giorni in mezzo la settimana od addirittura direttamente la prossima. Ad ogni modo quindi stay tuned!
Questa è stata la settimana in cui la BCE ha avviato un’inversione
dei tassi di interesse, infatti, come previsto, la Banca centrale
europea (BCE) ha ridotto i tassi di riferimento di 25 punti base,
nonostante il recente aumento dell’inflazione nella zona euro.
Tuttavia, i mercati finanziari avevano già ampiamente anticipato
questa decisione. Nei giorni precedenti, l’euro si era già
indebolito significativamente rispetto al franco svizzero.
Considerando la solidità del mercato del lavoro nell’Eurozona e la
conseguente pressione salariale, è probabile che le autorità
monetarie mantengano i tassi di interesse stabili durante l’estate.
Ulteriore dimostrazione che tutti quei tagli prospettati ad inizio
anno, che mi trovavano molto scettico, non ci saranno.
Nel frattempo, con
poco meno di 77$, abbiamo visto scendere il barile sui minimi da
inizio febbraio. Oltre alla volontà del cartello petrolifero OPEC+
di eliminare gradualmente alcuni dei suoi tagli alla produzione a
ottobre, c’è anche gli Stati del G7 stanno facendo pressioni per
la fine del conflitto in Medio Oriente, che comporterebbe una
riduzione dei rischi geopolitici.
Io, purtroppo, penso
che questa ultima motivazione non sia assolutamente valida e che anzi
siamo solo all’inizio di fratture più profonde.
Proprio da questa
considerazione nasce la strategia della settimana.
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Questa settimana si è concluso anche il mese di maggio. È possibile
affermare che questo ultimo mese ha confermato comunque lo spunto
rialzista dei mercati azionari anche se ho visto una più marcata
lateralizzazione.
Il grafico indice
italiano rende evidente tale situazione:
Va poi ricordato che
questo andamento laterale è ancora più accentuato da un fatto
puramente tecnico e cioè che il mese di luglio è stato anche il
mese dello stacco dei dividendi di molte azioni italiane che quindi
ha depresso ulteriormente il valore nominale dell’indice (se lo
rettificassimo con gli indici staccati saremmo ad un livello più
alto).
In questo contesto
in cui molti si aspettano comunque un ritracciamento da dei livelli
estremamente elevati (anche io sono uno tra questi), ho trovato un
certificato estremamente interessante che coniuga un ottimo grado di
protezione con un rendimento veramente ragguardevole.
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La settimana appena trascorsa ha fatto registrare ancora nuovi
massimi storici sugli indici americani. In realtà la giornata di
giovedì aveva fatto pensare all’inizio di un ritracciamento
fisiologico dovuto sia all’incessante crescita degli ultimi mesi sia
ad un puro fattore di stagionalità. L’ultima seduta della settimana
invece a sostanzialmente rimangiato quasi tutto il ribasso della
giornata precedente come è bene illustrato nel grafico del Nasdaq
sotto riportato:
Sicuramente i dati
di NVIDA l’hanno fatta da padrona. Per quanto io possa essere
sempre prudente, bisogna ammettere che sono numeri mostruosi di
crescita neanche raggiungibili da una start-up, invece stiamo
parlando della terza società per capitalizzazione! Per sintetizzare,
il colosso dei chip ha annunciato di aver concluso il suo primo
trimestre fiscale con un utile netto di 14,81 miliardi di dollari,
ovvero 5,98 dollari per azione: una cifra straordinaria, considerando
che nello stesso periodo del 2023 l’utile era stato di 2,04
miliardi di dollari, pari a 82 centesimi per azione.
L’utile per azione
(diluito) GAAP è così aumentato del 629% su base annua, registrando
anche un incremento del 21% rispetto al trimestre precedente.
Notevole anche la
crescita dell’utile per azione adjusted non diluito, che è salito
del 461% su base annua raggiungendo i 6,12 dollari, superando
ampiamente i 5,59 dollari previsti dagli analisti interpellati da
LSEG.
Anche i ricavi hanno
registrato cifre da capogiro, con un incremento del 262% su base
annua a 26 miliardi di dollari, superando le stime del consensus che
prevedevano 24,65 miliardi di dollari e aumentando del 18% rispetto
al trimestre precedente.
In un contesto in
cui sempre meno società fanno gran parte della capitalizzazione
degli indici e quindi diversificare diventa abbastanza più
complicato se si vuole aderire al benchmark degli indici azionari
(perché implicitamente si deve rinunciare sempre di più alla
diversificazione), il Money Management diventa sempre più importante
e quello che vi voglio far vedere questa settimana è proprio un
esempio di un aspetto fondamentale: reinvestire il capitale e
diminuire il rischio.
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Oltre che esprimere
un apprezzamento concreto, ciò permetterà di mantenere gli stessi
standard d’indipendenza e qualità tenuti finora.
Ora torniamo a noi,
per presentare il prossimo certificato è necessario prima
riprenderne un paio vecchi di prossima scadenza. Il primo è stato
presentato anche in questo blog nel 2021 con il titolo:
Non mi dilungo ulteriormente sul primo certificato visto che potete leggere quanto scritto circa tre anni fa cliccando sul link (visto che l’analisi di scenario è stata poi rispettata negli anni seguenti).
Il secondo invece
merita un’analisi leggermente più approfondita: È stato un
certificato che nel tempo è arrivato anche a perdere il 30% e
malgrado il titolo peggiore, ossia Expedia, ad oggi abbia perso il
35%, il certificato si può vendere a 100€, in altre parole sulla
parità.
Investire sul
certificati significa essenzialmente questo, sfruttare le asimmetrie
di questo tipo di derivato: A fronte di una perdita del 35% il
certificato che ha reso il 13% annuo per tre anni! Ora la situazione
è un po’ più critica: manca una sola cedola alla scadenza e la
barriera è comunque vicina seppure il tempo rimanente sia poco (per
questo il significato quota 100 euro).
La cosa più saggia
secondo me da fare, ed è quello che farò, e vedere il secondo
certificato (rinunciando quindi all’ultima cedola) e portare a
scadenza il primo reinvestendo tutto il capitale più la somma
delle cedole incassate da entrambi sul seguente certificato:
Ciao a tutti questa settimana il post sarà leggermente più breve e
sintetico del solito sia per ragioni di tempo a disposizione del
sottoscritto sia perché i mercati hanno fatto registrare nuovi
massimi storici e secondo me in queste situazioni è meglio restare
estremamente cauti.
Il grafico sotto
riportato dello S&P 500 penso che parli più chiaro di mille
frasi scritte:
In queste situazioni
io personalmente esco gradualmente dalle posizioni in essere o lascio
scrivere alcuni certificati visto che molti vanno in autcall. Parte
della liquidità così ottenuta (ribadisco solo una parte) la
reinvesto su posizioni che reputo meno rischiose di quelle chiuse.
In particolare ho
liquidato la mia posizione sulle azioni Rheinmetall, con un’ottima
plusvalenza, a favore del seguente certificato:
Sono ben felice anche questa settimana di ringraziare Simone e Luca per aver dato il loro contributo alla community. È raro trovare qualcuno che faccia donazioni per qualcosa che è comunque gratuito ed è per questo che gesti di questo genere per me valgono doppio. Ricordo che chiunque voglia contribuire al mantenimento dell’Indipendenza della qualità di analisi di questa community può farlo tramite una donazione cliccando qui.
Per quanto riguarda
i mercati azionari il mood positivo sembra non volersi arrestare e,
sembra paradossale dirlo, i dati macroeconomici negativi della
settimana scorsa hanno dato nuovo abbrivio alle quotazioni nella
speranza di un taglio dei tassi nel parte della Fed a settembre. Non
per fare il guastafeste, ma ricordo che il mercato si aspettava per
quest’anno 7 tagli dei tassi mentre oggi andiamo a festeggiare se ce
ne sarà uno nell’ultimo trimestre! Soprattutto poi gli scenari
geopolitici attuali sembrano non influenzare minimamente i corsi
azionari.
A mio modo di vedere
c’è una mancata presa d’atto di un mondo che sta fortemente mutando
e prendo spunto proprio da questa ultima riflessione per presentare
le motivazioni della strategia di questa settimana.
Il mondo che sta
cambiando prevede un competitore all’egemonia americana che è
rappresentato dalla Cina. Da quando è entrata nel WTO ad oggi la
struttura industriale e le capacità produttive di questo paese sono
profondamente cambiate. Da produttore a basso costo di beni a scarso
valore aggiunto, la Cina ormai riesce a competere in vari settori ad
alta tecnologia ed uno di questi è sicuramente quello delle auto
elettriche. Già si sente un grande parlare di sopra capacità
produttiva della Cina e di concorrenza sleale e vedrete che nei
prossimi anni queste argomentazioni saranno sempre più presente nei
media occidentali.
La verità è che
nei processi produttivi di auto elettriche il costo della manodopera
non è poi così rilevante, o meglio, sufficiente a giustificare il
vantaggio competitivo di industrie tipo BYD. La verità è che mentre
le case automobilistiche europee ed americane erano più impegnate a
distribuire dividendi ed ha effettuare buyback delle proprie azioni,
le aziende cinesi, anche con l’aiuto del governo (ma questa non è
una peculiarità della regina visto che quasi tutte le compagnie
automobilistiche hanno ricevuto in qualche modo sussidi), si sono
concentrate sulla ricerca e sviluppo di questi nuovi tipi di veicoli,
che, piaccia o no, rappresenteranno il futuro del Automotive.
Ricordate sempre che
se ad una civiltà le uniche armi che rimangono a disposizione sui
settori tecnologici sono i dazi o addirittura il rifiuto della
tecnologia in questione, tipo riedizione di fenomeni luddistici,
significa che quest’ultima comincia a dare segni di arretramento.
Veniamo quindi alla
fase più operativa ed iniziamo con il presentare il certificato:
Prima di iniziare permettetemi di ringraziare in ordine strettamente cronologico: Andrea, Marco e Vitaliano che hanno effettuato una donazione la settimana scorsa. Grazie ancora, non solo per la donazione in sé, ma anche per il gesto di stima nei confronti di questo blog. È grazie a queste donazioni che il nostro progetto può proseguire con serenità. Quindi, per chi volesse contribuire a sua volta, ricordo che potete farlo a questo link.
La settimana appena
trascorsa è stata intramezzata dalla festività del primo di maggio
ma è stata comunque una settimana interlocutoria, con i mercati,
soprattutto in Europa, che hanno cercato maggiormente i supporti più
che andare a cercare le parti alte del range. Qualcosa di analogo è
accaduto negli Stati Uniti fino a giovedì, mentre sorprendente è
stata la seduta di ieri dove i principali indici azionari americani
hanno tutti aperto in gap up realizzando una seduta piuttosto
positiva. Qual è la spiegazione di questo movimento? Io (ma non
m’invento nulla) la faccio risalire ai dati macroeconomici USA, in
particolare gli occupati non agricoli erano attesi a 238k mentre sono
stati 175k con un dato precedente di 315k . Lo stesso tasso di
disoccupazione è uscito al 3,9% contro un’attesa del 3,8%.
La conseguenza di tutto questo è che il rallentamento della crescita dei posti di lavoro, la crescita della disoccupazione ed i livelli salariali sotto le attese rafforzano l’ipotesi che la FED possa cominciare a tagliare i tassi a settembre ed è per questo che il mercato degli Stati Uniti ha avuto un andamento piuttosto positivo soprattutto nel settore tecnologico.
Insomma, sei i dati
dell’economia reale va male (o non bene come ci si aspettava), gli
indici azionari aumentano: se volete la mia opinione, prima o poi,
non so quando, questa divergenza esploderà.
Per gli stessi
motivi di cui sopra abbiamo assistito ad un’ondata di vendite sui
titoli bancari infatti il peggior indice di ieri è stato proprio
l’Eurostoxx Banks. Se il trend negativo dovesse continuare nel
settore bancario, con un inevitabile aumento della volatilità,
considerando anche che sono titoli mediamente ad alto dividendo,
riusciremo a vedere dei certificati molto interessanti…
Avrete anche notato
come ultimamente non ho scelto mai certificati su questo settore (al
massimo c’era qualche titolo bancario nel paniere ma non come wrost
of) proprio per attendere questo tipo di eventi.
In questa fase di
transizione ho deciso di entrare in un settore, quello petrolifero,
che è un po’ meno coinvolto in queste dinamiche.
Settimana contestata sui mercati azionari in cui possiamo individuare la prima metà come accelerazione della collezione già in atto la settimana scorsa, per poi nelle ultime due sedute ritentare un rimbalzo verso l’alto. Un esempio di questo andamento è sicuramente l’indice Nasdaq Come riportato nei grafico sottostante:
La frase collettiva
potrà dirsi conclusa se andremo a superare i massimi recenti,
altrimenti è destinata a proseguire. Anche in quest’ultimo caso
staremo comunque parlando di un ritracciamento all’interno di una
configurazione rialzista.
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Oggi ci andremo ad
occupare di un settore che negli ultimi anni è stato sempre sulla
cresta dell’onda e che con tutta probabilità rimarrà tale anche nei
prossimi anni, ossia quello dei semi conduttori.