La
Banca Centrale Europea ha deciso di ridurre i tassi d’interesse di
25 punti base, portando il totale dei tagli a 125 punti base. Il
tasso sui depositi è ora fissato al 2,75%, segnando una divergenza
rispetto alla Federal Reserve, che ha scelto di mantenere invariata
la propria politica monetaria. Questa scelta della BCE riflette la
debolezza dell’economia europea, con i dati sul PIL del quarto
trimestre 2024 che mostrano una contrazione dello 0,1% in Francia,
dello 0,2% in Germania e una crescita nulla in Italia, segnalando una
fase di stagnazione.
Christine Lagarde ha riconosciuto che l’inflazione nel settore
dei servizi rimane elevata, ma si è detta fiduciosa in un
rallentamento della crescita salariale, uno dei principali fattori di
pressione sui prezzi. Gli investitori attendevano indicazioni sulla
traiettoria futura dei tassi sia in Europa che negli Stati Uniti, e
da entrambe le banche centrali è emerso che i tassi restano in
territorio restrittivo, lasciando intendere che il ciclo di riduzioni
non sia ancora concluso. Negli Stati Uniti si stima un livello di
equilibrio intorno al 3%, mentre in Europa Lagarde aveva in
precedenza indicato un intervallo compreso tra l’1,75% e il 2,25%.
Il 7 febbraio, la BCE pubblicherà un’analisi su questo tema,
sebbene si tratti di un concetto teorico, in quanto il livello
preciso dei tassi di equilibrio resta incerto.
Negli Stati Uniti, la crescita economica ha deluso le aspettative:
il PIL è aumentato del 2,3%, contro il 2,7% atteso. Tuttavia, i
mercati non hanno reagito negativamente, grazie alla solida
espansione dei consumi, in crescita del 4,2%. Il rallentamento è
stato determinato da un calo degli investimenti privati e delle
esportazioni, portando la crescita complessiva del PIL per il 2024 al
2,8%, leggermente inferiore al 2,9% registrato nel 2023.
Sul fronte del commercio internazionale, Donald Trump ha
confermato l’imposizione di tariffe del 25% su 900 miliardi di
dollari di importazioni dal Canada e dal Messico, a partire da
domani. Tuttavia, potrebbe escludere il petrolio da queste misure,
riducendone così l’impatto complessivo. La reazione dei mercati è
stata piuttosto contenuta. Anche nei confronti della Cina potrebbero
essere introdotte nuove tariffe, con un’aliquota ipotizzata intorno
al 10%.
Nel frattempo, i titoli tecnologici cinesi stanno registrando
performance positive, grazie a un atteggiamento meno aggressivo di
Trump nei confronti di Pechino e ai progressi nel settore
dell’intelligenza artificiale. Alibaba, in particolare, ha
guadagnato oltre il 21% dall’inizio dell’anno, dopo aver
annunciato un modello di intelligenza artificiale che ha superato le
prestazioni di quelli sviluppati da Meta e DeepSeek.
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