Rieccoci
dopo le vacanze pasquali a cercare nuove strategie.
In questo articolo mi sono concentrato su come sostituire il certificato presentato nell’articolo “Tre banche europee per oltre il 16% all’anno” che è andato ormai in scadenza anticipato.
Per chi se lo fosse perso, consiglio anche di leggere “Breve compendio per Sinofobi e Suprematisti Occidentali vari” perché la recente ritirata di Trump sui dazi alla Cina sembra essere una delle conseguenze delle argomentazioni scritte in tale articolo.
Con
la scadenza del certificato DE000UG1U4Q2, analizzato in un precedente
articolo su investmentengineering.it,
gli investitori possono
essere
alla ricerca di nuove opportunità per reinvestire la liquidità.
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Tra
le alternative ho
trovato
il certificato con ISIN IT0006767872, un prodotto che combina
rendimento e protezione, ma con caratteristiche distintive rispetto
al predecessore. In questo articolo analizzeremo le sue peculiarità,
lo confronteremo con DE000UG1U4Q2 e valuteremo se possa rappresentare
una scelta valida, considerando in particolare l’impatto di un
maggior numero di sottostanti in un contesto “worst of”.
Premetto
che mi sto spostando su un prodotto complessivamente più difensivo
del precedente perché non mi fido del recente rimbalzo.
Sembra che, mentre i
mercati finanziari attendono con ansia l’annuncio del 2 aprile da
parte dell’amministrazione Trump, il dibattito su dove convenga
investire si fa sempre più acceso. La dichiarazione di Trump, che
prevede nuove tariffe per riportare “soldi e rispetto” agli
Stati Uniti, ha generato un clima di sospensione, con Wall Street che
fatica a trovare una direzione chiara. Dopo settimane di ribassi, il
mercato azionario ha segnato un lieve recupero, ma senza slanci
significativi.
A pesare su questa
incertezza è anche il rallentamento degli utili aziendali. Colossi
come FedEx e Nike hanno presentato prospettive inferiori alle attese,
attribuibili in parte al clima di instabilità politica ed economica.
La Federal Reserve ha risposto a questo scenario lasciando invariati
i tassi di interesse, ma ha rivisto al ribasso le stime di crescita
del PIL per il 2025, alzando al contempo le previsioni di inflazione.
Diciamo inoltre che,
a livello di stagionalità, dovremmo essere verso la fine del ciclo
ribassista e, per chi come me ha in questi ultimi mesi accumulato
liquidità, è arrivato il momento di iniziare a rientrare con
gradualità, con gli strumenti giusti e soprattutto attendendo i
segnali d’inversione di tendenza.
Di fronte a questa
situazione, l’Europa ha preso una strada diversa, con la Germania che
ha varato un massiccio piano di stimoli fiscali. L’approvazione di un
pacchetto da 500 miliardi di euro per le infrastrutture e un aumento
delle spese per la difesa fino al 3% del PIL testimoniano un cambio
di rotta significativo. Si stima che il totale degli stimoli fiscali
possa raggiungere i 1000 miliardi di euro nei prossimi anni, segnando
una svolta per un Paese storicamente vincolato a politiche fiscali
restrittive.
Queste misure stanno già influenzando i mercati finanziari, con gli investitori che si riversano sui titoli del settore della difesa. Tuttavia, l’entusiasmo rischia di alimentare una bolla speculativa, con alcune azioni che hanno già moltiplicato il loro valore fino a dieci volte dall’inizio del conflitto in Ucraina. Sapete che, in tempi non sospetti, in questo blog sono state suggerite diverse strategie su questo settore, ma ora sto riducendo l’esposizione o vendendo metà delle esposizioni dirette come azioni o tracker, o portando in autocall i certificati e non rinnovandoli.
Sempre in Europa, la
BCE si trova ad affrontare nuove pressioni, che potrebbero limitare
ulteriori tagli ai tassi d’interesse.
Se da un lato
l’America continua a essere una destinazione privilegiata per gli
investitori globali, dall’altro emergono rischi significativi.
Secondo alcuni analisti, le politiche economiche di Trump potrebbero
accelerare un processo di trasformazione radicale, simile a quello
avviato da Krushchev e Gorbaciov nell’URSS. La riforma dei rapporti
economici e il protezionismo potrebbero avere effetti imprevedibili,
con il rischio di un’erosione del ruolo dominante del dollaro e una
maggiore volatilità dei mercati.
La sovrapposizione
tra un mercato azionario sopravvalutato e un dollaro artificialmente
forte potrebbe generare un’ulteriore instabilità. Un’eventuale
perdita di fiducia nel debito statunitense, combinata con tensioni
geopolitiche, potrebbe tradursi in un’accelerazione della fuga di
capitali.
La strategia di
questa settimana investe proprio sul settore che per definizione
unisce i vari continenti: quello del trasporto aereo.
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L’incidente verificatosi all’aeroporto di Heathrow ha portato volatilità sul settore che merita di essere sfruttata, ma sempre con molta prudenza come il prodotto riportato ci permette:
Settimana
estremamente interessante sui mercati sia azionari che
obbligazionari. Partiamo dall’articolo della settimana scorsa dove
avevo vivamente consigliato di attuare per lo meno una qualche
strategia di copertura dei propri portafogli esposti all’azionario.
Diciamo che la stagionalità della seconda metà di febbraio e che
dovrebbe estendersi circa fino al 20 di marzo per adesso è
rispettata. Questa probabilmente è l’unico trend che ha rispettato
le aspettative, perché per il resto il mercato rimane veramente
imprevedibile più del solito.
Malgrado la riduzione di un quarto di punto da parte della Banca Centrale Europea (taglio ampiamente previsto), il mercato dei bond europei ha visto un brusco ripasso dei pezzi, o se volete un netto di rialzo degli interessi come avevo spiegato in questo articolo: “Perché puntare oggi sui titoli di stato francesi” e tra poco ci torneremo con un’altra strategia.
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Ogni contributo è un piccolo mattoncino per l’indipendenza di
questo blog. Vi comunico infine che nei prossimi mesi valuterò se
portare avanti o meno questo blog visto che ormai gli impegni sono
tanti e che questa attività, anche se può non sembrare, richiede un
considerevole sforzo ed ha senso solo se sarà auto-sostenibile.
Torniamo ora all’argomento della settimana.
Il trend del taglio dei tassi da parte della BCE è il seguente:
Anche questa settimana propongo una strategia sul Bund tedesco.
Mentre nel precedente articolo è stato presentato un prodotto che
permetteva di moltiplicare le performance del titolo di stato tedesco
con un fattore moltiplicativo variabile, in questo caso torniamo
invece ad un prodotto più “classico” rispetto a quelli che
vengono solitamente presentati in questo blog ma come nuda piccola
differenza degna di nota.
Ma prima, come al
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Negli ultimi tempi, il mercato dei titoli di Stato ha mostrato una
volatilità significativa, spinta da tassi di che avevano iniziato a
calare e incertezze macroeconomiche. In questo contesto, i titoli di
Stato tedeschi, i Bund, rimangono un punto di riferimento per gli
investitori grazie alla loro solidità e liquidità. Tuttavia, con
rendimenti ancora contenuti rispetto ad asset più rischiosi, molti
investitori cercano soluzioni innovative per migliorare il potenziale
di rendimento.
Come discusso nel recente articolo di Investment Engineering “Puntare sui titoli di stato tedeschi con leva!”, i certificati d’investimento rappresentano una strategia interessante per beneficiare dell’andamento dei Bund con caratteristiche aggiuntive, come rendimenti periodici o leve finanziarie.
Il prodotto di questa settimana appartiene alla prima categoria:0%
Bundesrepublik Deutschland (08/15/2052)
La settimana appena trascorsa ha confermato la fase di ritracciamento
già avviata nelle scorse settimane. Siamo ancora lontanissimi dal
potere definire questo movimento come un’inversione di tendenza,
bensì siamo ancora di fronte ad un riassorbimento dell’ipercomprato
generato nei mesi passati.
Prendendo come
esempio il FTSE MIB possiamo notare che finché non si vada a rompere
la quota 30000 punti, evidenziata dalla Linea Blu più in alto, non
si potrà certo parlare di inversione di tendenza.
Per quanto riguarda
il Nasdaq il ribasso è anche più marcato e vi faccio notare che il
formaggio di nuovi massimi crescenti in corrispondenza di massimi
decrescenti sull’indice stocastico, ha, alla fine, spostato il
ribasso che stiamo osservando nelle ultime sedute.
Avevo già
individuato questo tipo di divergenza a fine gennaio / inizio
febbraio, ma ci sono voluti ancora circa 3 mesi prima che questo
Pattern si realizzasse.
Fatta questa prima
analisi generale dei mercati permettetemi di illustrarmi la novità
di questa settimana che avevo anticipato nello scorso post.
Come hai scritto la
volta scorsa chi tengo affinché questo blog rimanga sia gratuito sia
indipendente, ossia che i prodotti qui presentati non vengano
sponsorizzati da alcun emittente.
Fortunatamente mi
trovo nelle condizioni di poter scegliere e quindi di non dovere a
tutti i costi rincorrere le varie proposte di monetizzazione di
questo sito. Ad ogni modo, fa sempre piacere avere dei feedback di
apprezzamento da parte di voi lettori che immagino siate anche
investitori.
Ho deciso così di
avviare una raccolta fondi del tutto volontaria, ossia nessun
contenuto di questo sito sarà sottoposto a un pagamento di qualsiasi
tipo. Quindi se apprezzate qualche articolo o se seguendo alcune
analisi riportate in questo sito avete guadagnato una certa cifra
potete pensare di lasciare una donazione (se volete anche simbolica)
cliccando sul link in alto a destra. Potete pagare sia con carta di
credito che con PayPal da quello che ho visto.
Affinché la
trasparenza sia massima ho voluto riportare in questo sito la cifra
che mano a mano si andrà a raccogliere.
Questa settimana si è verificata la rottura del canale laterale del FTSE MIB che da diverse settimane si era andato a configurare. Anche in questo blog avevamo seguito questa figura tecnica dicendo che una rottura in un verso o nell’altro avrebbe determinato il corso delle sedute successive. In questo caso abbiamo in effetti ha assistito ad un caso da manuale: Alla rottura del canale superiore di cognizione su base giornaliera i prezzi si sono mantenuti al di sopra di tale livello trasformando così quello che era una resistenza in un supporto. Tale dinamica può essere poi difficilmente rilevata nei grafico sottostante:
Ancora maggiore è
la forza dimostrata dall’indice NASDAQ che ha fatto registrare i suoi
massimi storici andando in inequivocabilmente ad invalidare un timido
finale di debolezza manifestato nelle sedute precedenti. Anche questa
configurazione è facilmente deducibile dal grafico sottostante:
Fin qui l’analisi
tecnica parla chiaro e in questo caso non lascia spazio ad
interpretazioni diverse.
Altra prospettiva
invece è quella che proviene dall’analisi fondamentale. Molti titoli
azionari, soprattutto quelli americani, presentano dei multipli P/E
estremamente elevati soprattutto in considerazione del fatto che il
mercato obbligazionario offre delle alternative più che valide con
questi tassi di interesse. Prima o poi questa anomalia dovrà essere
riservata o con un brusco abbassamento di tasti di interesse o con
una riduzione dei prezzi delle azioni (non è neanche escluso che i
due fenomeni si presentino contemporaneamente!).
È proprio sulla
scia di questa incertezza che propongo il seguente che certificato
che il quarto e ultimo della selezione che dovrebbe essere tenuta per
tutto l’anno:
Tipo: Fixed
Cash Collect Airbag
ISIN:
IT0006761578
Sottostante:
Banco BPM / Societe Generale / Unicredit / Deutschebank
Scadenza:
11/01/2029
Cedola: 0,584
Mensile 7% Annuo
Barriera:
2.3975€ / 11,7675€ / 12.8075€ / 6,1€
Cerchiamo di mettere
in fila tutte le caratteristiche di questo certificate che secondo me
è veramente ottimo:
Flusso di premi incondizionati: Il
certificato offre un flusso di premi mensili garantiti dello 0,584%
(7% annuo) fino a scadenza (gennaio 2029), indipendentemente dalla
performance dei sottostanti.
Possibilità di rimborso
anticipato: A partire da gennaio 2025, il certificato può
essere rimborsato anticipatamente al valore nominale (1.000 euro) se
tutti i titoli del basket si trovano al di sopra del 100% degli
strike price.
Effetto Airbag:
Il premio di emissione scontato (960 euro) offre un ulteriore
livello di protezione, pari a circa il 35% del valore nominale.
Rendimento potenziale:
Il rendimento potenziale annuo, considerando appunto che è
attualmente acquistabile a 965€, è stimato intorno all’8,2% in
caso di lateralità del mercato e fino al -45% del peggiore dei
sottostanti.
Protezione del capitale: La struttura del
certificato offre un’elevata protezione del capitale, con un
rendimento negativo limitato al -4% circa anche in caso di un calo
del 70% di uno dei sottostanti.
Ora l’unica cosa che
si potrebbe optare è che per questi quattro certificati si era posto
un obiettivo di guadagno a doppia cifra. Questo naturalmente è vero
ma bisogna avere una prospettiva globale: il certificato appena
presentato ha una resilienza che quasi nessun altro ha, ma
soprattutto l’obiettivo del guadagno deve essere visto
complessivamente nel portafoglio. Mi spiego meglio: Nel post
precedente ho analizzato un prodotto che offriva più del 14% annuo,
se lo mediamo con quest’altro rendimento siamo comunque
abbondantemente sopra il 10% di guadagno complessivo (11.5%) ma con
un profilo di rischio sicuramente inferiore a quello che avremmo
ottenuto con un unico certificato che avrebbe offerto un analogo
rendimento.
Tengo infine a precisare che, come tutti i post di questo blog,
questo non vuole essere assolutamente un invito all’acquisto, bensì
un analisi indipendente fatta in questi giorni dal sottoscritto.
Spero di aver fatto cosa gradita lasciando link diretti a tutti i
dati senza passare per servizi di pubblicità. Per questo mi auguro
che siate così gentili, vista la completa gratuità del sito, di
fare almeno un click su un banner presente nella pagina e mettere un
like se l’articolo è di vostro gradimento.
Vi ricordo che chiunque voglia essere tempestivamente informato sulle
novità pubblicate dal blog può iscriversi alla mailing list qui a
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solo se viene confermata dopo aver cliccato sul link che vi verrà
spedito a seguito dell’immissione della vostra email alla mailing
list.
Chi mi segue da un po’ sa che i rialzi dei mesi precedenti mi
lasciavano alquanto perplesso, soprattutto alla luce non tanto e non
solo per le politiche monetarie delle banche centrali, ma più che
altro per i “driver” che le stanno spingendo.
Sapete che la mia visione personale parte dal fatto che il vero obbiettivo è quello di sedare le rivendicazioni salariali che stanno emergendo soprattutto in America, ad esempio si legga questo articolo. D’altro canto il sistema monetario non potrà mai essere così restrittivo da massacrare l’industria manufatturiera come fu fatto all’inizio degli anni 90, questo perché nei prossimi anni, soprattutto gli Stati Uniti, dovranno riportare a casa od a casa di qualche Fedele alleato fa parte della produzione industriale fino ad oggi concessa alla Cina.
Sarà interessante
nei prossimi mesi, o meglio ancora anni, vedere quale sarà il punto
d’equilibrio tra queste due esigenze contrapposte.
Di fronte a scenari
così incerti ho trovato un certificato che presenta un grado di
protezione veramente raro ma che al contempo offre anche un
rendimento di tutto rispetto poco sotto il 9% l’anno, analizziamone
le caratteristiche:
Per motivi di tempo
il post di oggi sarà estremamente breve e andremo direttamente al
punto. Continua il ribasso degli indici azionari dovuto
essenzialmente al fatto che nei mesi precedenti, come più volte
sottolineato in questo blog, gli operatori finanziari scontavano una
politica monetaria che sarebbe diventata meno restrittiva in poco
tempo. L’atteggiamento invece delle banche centrali sta dando
tutt’altra prospettiva ed è per questo che sia gli indici
obbligazionari che quelli azionari stanno a riguardo le proprie
quotazioni.
In più c’è da
aggiungere che statisticamente il mese di settembre è sempre tra i
peggiori dell’anno e soprattutto per quanto riguarda l’ultima
settimana. Sempre rimanendo nel campo della statistica possiamo
affermare che il mese appena iniziato è più favorevole così come
lo è in generale l’ultimo trimestre dell’anno.
Uno dei settori che
nell’ultima settimana è stato preso di mira è quello delle public
utility niente perché è un settore che più di altri fa ricorso
alla leva finanziaria ma se lo può anche permettere dati i suoi
derivati livelli di cash flow. Nel medio termine questo settore è
sempre rivelato più stabile della media di mercato ed è per questo
che uno Spike dei prezzi è un occasione per entrare con un
certificato:
Il titolo peggiore è
Enel e potete notare dal grafico settimanale quanto sia lontana la
barriera e soprattutto dov’è posizionata nello storico dei prezzi:
Una cosa
interessante di questo certificate è che le cedole sono fisse, cioè
non dipendono dall’andamento dei sottostanti e questo rappresenta
un ottimo cuscinetto anche in caso di violazione delle barriere.
Ho acquistato il
certificate a 944€, a questi prezzi il certificate produce un
rendimento cedolare pari a circa 8,4% a cui va aggiunto un circa 2,3%
annuo di capitale che porta il rendimento totale quindi a circa il
10,7%.
Considerando la
protezione delle barriere e il fatto di avere cedole garantite penso
che il rapporto rischio / rendimento sia veramente vantaggioso.
Tengo infine a
precisare che, come tutti i post di questo blog, questo non vuole
essere assolutamente un invito all’acquisto, bensì un analisi
indipendente fatta in questi giorni dal sottoscritto.
Per questo mi auguro
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Questo articolo prende spunto da una proposta effettuata da Angelo,
un lettore del blog, che ha scritto se fosse possibile revisionare
alcuni certificati già presentati per poterne fare una cernita sulla
situazione attuale. Trovate quanto scritto nel commento del post
precedente. Risponderò più nel dettaglio alla proposta di Angelo
alla fine di questo posto con una contro proposta estesa a tutti i
lettori che vogliono aderirvi.
Il certificato che andiamo a revisionare in questo post è quello presentato nell’articolo “Proteggersi con l’oro ed incassare cedole per il 9% all’anno” ed andremo a verificare nel concreto come le opzioni presenti nelle certificato salvino il nostro capitale anche a fronte di pesanti ribassi di uno dei sottostanti.
Come potete leggere
dall’articolo sopra citato il certificato presentava le opzione
airbag e la più classica opzione memory, oltre che avere barriere
profonde al 50%. All’epoca il titolo peggiore era Anglogold Ashanti
ma con l’evolversi del tempo il titolo Pan American Silver è il
risultato Il prigione con un tracollo di -55% dal livello iniziale,
che si traduce in circa un -12% dal livello della barriera. Poiché
il certificato scade domani mi aspetto che più o meno il livello di
rimborso sarà proprio questo, ossia una perdita di circa il 12% sul
conto capitale. Da questo dovrebbe farvi apprezzare le opzioni airbag
poiché a fronte di un -55% la perdita si riduce al 12%. In realtà
però questo non basta: Da marzo 2022 ad oggi, grazie alle opzioni
Memory, abbiamo incassato chiunque cedole trimestrali dal valore del
2,25%, ossia abbiamo incassato complessivamente l’11,25%. In altre
parole a fronte di un meno 55%. abbiamo limitato le perdite sotto il
punto percentuale!
Avere conservato
sostanzialmente il nostro capitale ci permette quindi di investirlo
In modo tale da provare a sfruttare qualche altra occasione, d’altro
canto invece se avessimo subito una perdita di oltre il 55% sarebbe
stato veramente difficile anche solo pensare di riuscire a recuperare
il capitale interamente. Infatti, per fornire un esempio con numeri
facili, far fronte ad una perdita del 50% significa dove viene
ottenere una performance del 100% per tornare al break even point!
Ricordatevi sempre che la prima regola per fare i soldi e non
perderli.
Sapete ormai che per
me avere una componente del portafoglio legata all’oro sia in maniera
diretta che attraverso certificati con sottostanti di aziende
estrattive è sempre una scelta che prediligo, quindi reinvestirò il
capitale in un certificato che ha come sottostante ancora aziende
estrattive:
Il primo semestre dell’anno si è chiuso Indiscutibilmente con delle
performance che personalmente avrei fatto veramente fatica a
pronosticare: L’indice italiano è stato il migliore d’Europa con più
di 19%, per non parlare poi del NASDAQ che ha messo a Segno una
performance del più 30%. Fai da te di coda tra gli indici principali
è sicuramente quello di Londra che ha fatto registrare solo un
modesto più 1,1%.
Come tutto ciò sia
possibile in un ciclo così restrittivo da parte delle banche
centrali e con una situazione Geopolitica a dir poco instabile
continua ad essere per me un mistero. Se facciamo un confronto tra il
P/E medio sulle attuali valutazioni e Quanto prende un titolo di
Stato ci accogliamo che il mercato è molto ma molto caro. Ad ogni
modo il mercato ha sempre ragione e quindi la mia prudenza in questi
mesi sarebbe potuta sicuramente essere messa da parte, d’altro canto
però ricordatevi che è meglio perdere qualche occasione piuttosto
che subire perdite importanti.
Come hai scritto
poco sopra il NASDAQ ha effettuato una performance strabiliante, per
avere un figlio incremento in sei mesi dobbiamo infatti di tornare al
1983 ossia 40 anni fa. Parte di questa performance è sicuramente
dovuta all’hype sull’intelligenza artificiale.
Chi vi scrive ha una
specializzazione della laurea magistrale proprio in Intelligenza
Artificiale, presa ormai 18 anni fa, quando occuparsi di reti neurali
era visto come un gioco da fricchettoni piuttosto che come una branca
dell’ingegneria. Visto che invece ora va così di moda non mi
potevo esimere bello presentare un prodotto in questo campo e poiché
Come già ripetuto il settore ha corso molto meglio entrare con un
certificato con una barriera lontana e coperto anche dal rischio
cambio. Vediamone le caratteristiche: