Settimana laterale per l’indice FTSE MIB che è riuscito a toccare i
30.550 punti senza però superarli.
Ritengo che nelle
prossime settimane assisteremo ancora ad una prolungata fase di
accumulo, o più probabilmente di distribuzione, che farà sì che
l’indice oscilli tra il livello appena menzionato e i 29250. Sotto
totale livello si aprirebbe uno scenario più marcatamente
ribassista. Risulta però inutile in questo momento fare previsioni
in tal senso, anche perché le variabili macroeconomiche e
geopolitiche intervallo in questo periodo sono di tale portata che
qualsiasi previsione è altamente aleatoria.
Un discorso analogo,
al netto dei livelli più o meno ampi, può essere fatto per i
maglioni indici azionari mondiali.
Io ritengo che in
questa fase di profonda incertezza si possono però sfruttare delle
occasioni che raramente vedremo poi in futuro, soprattutto se andremo
incontro ad un taglio dei tassi. Io sono dei pochi che continua a
ritenere che il mercato abbia sovrastimato il numero e l’entità del
taglio dei tassi e, per chi mi segue da un po’ già lo sa, lo
sostegno da molto tempo.
D’altro canto è
anche vero che uno scenario di un rialzo di tassi è oggettivamente
inverosimile, quindi diciamo che ci muoviamo in uno scenario in cui
vale che male i tassi di interesse rimarranno costanti o
diminuiranno.
I tassi di interesse
influenzano anche i rendimenti dei certificati, infatti fino a un
anno fa con questa volatilità era impensabile ottenere dei
rendimenti cedolari come invece se ne vedono ora.
L’idea per questa
prima parte dell’anno è quella di andarsi a costruire una parte del
portafoglio con certificati che abbiano un rendimento a doppia cifra
e che presentino delle distanze dalla barriera importante in modo da
rendere molto probabile il flusso cedolare per tutto l’anno. D’altro
canto se veramente i tassi di interesse scendessero questi rendimenti
a doppia cifra ce li dovremo scordare.
Non so voi ma un
rendimento annualizzato sopra il 10% con un grado di protezione come
quello che offre un certificato io ci metterei la firma.
Il certificato che
vi presento oggi è uno dei primi che ho individuato e il suo punto
principale di forza e la grande distanza dalla barriera.
Probabilmente questo è l’ultimo post dell’anno, poi Vacanze di
Natale e Capodanno ci faranno trascorrere una meritata pausa. È
naturalmente anche tempo di bilanci e grossolanamente mi sento di
poter affermare che chi ha seguito le mie strategie durante il corso
del 2023 difficilmente si può per aumentare, complice naturalmente
anche il buon andamento dei mercati.
Certo alcuni
prodotti non sono andati come si sperava, stiamo parlando di una
piccola quantità, ma solitamente le strategie di recovery hanno poi
permesso di recuperare la situazione.
Come ha firmato la
scorsa settimana per quanto mi riguarda non effettuerò più
operazioni da qui a fine anno, proprio perché il mercato sta
recentemente esprimendo dei multipli che, quantomeno nel breve
termine, e rendendolo i prezzi delle azioni abbastanza care,
soprattutto se si considera che attualmente il mercato
obbligazionario esprime dei rendimenti di gran lunga superiore a
quelli di un paio di anni fa. In un paio di post nei mesi precedenti
mi sono proprio preoccupato di quanto fosse conveniente attualmente
aumentare la propria esposizione nel mercato obbligazionario e chi ha
seguito i miei consigli sicuramente non se ne è pentito.
Per Chi avesse un
po’ di tempo libero durante le vacanze ed è un appassionato lettore
consiglio un libro: “L’investitore intelligente” di
Benjamin Graham in cui sono proprio affrontati con intelligenza e
lungimiranza tutti gli aspetti che un investitore dovrebbe analizzare
prima di acquistare o vendere titoli obbligazionari od azionari ehi
come dovrebbe allocare le percentuali del proprio portafoglio a
seconda delle condizioni di mercato (tanto per chiarirci non ho
nessuna convenienza economica o di altro genere affinché compriate
questo libro; è giusto un consiglio, come tutto ciò che viene
scritto in questo blog).
Concludiamo l’anno
con un certificato di cui è molto parlato nei giorni recenti su
diversi canali per un motivo molto specifico che andremo ad
analizzare. Partiamo dalla sua descrizione:
In questo post di un paio di mesi fa, preannunciavo come i tempi fossero maturi per cominciare a diminuire gradualmente la parte di liquidità nel portafoglio a favore di un rientro nel mercato. Così ho fatto in maniera graduale fino a portarmi sotto il 10% del controvalore. Naturalmente non ho eseguito tutte le operazioni in un solo giorno ma le ho distribuite più o meno in questo arco temporale. Per coloro che hanno seguito i post in questi ultimi due mesi aveva visto che mi sono mosso su tutti e tre i fronti: azionario, obbligazionario e certificati (naturalmente su questo blog riporto solo parte della mia operatività).
Con la strategia che
segue penso che terminerò momentaneamente, probabilmente fino alla
fine dell’anno, i miei ingressi sul mercato. Ciò avverrà per una
duplice regione: Il mercato negli ultimi due mesi si è mosso
vigorosamente verso l’alto (ad esempio il FTSE MIB è tornato a
toccare i 30.000 punti) punti e non è mai consigliabile, per quanto
mi riguarda, scendere sotto la soglia del 5% di liquidità se non in
momenti di mercato estremamente ribassisti e questo non è
sicuramente uno di quelli.
I mercati finanziari hanno registrato una settimana di rialzi,
nonostante la persistente paura di una prossima recessione. Il
rallentamento dell’economia in Europa e in America, causato dai
rialzi dei tassi di interesse da parte delle banche centrali, ha
contribuito a alimentare questa preoccupazione.
Il presidente della
Federal Reserve, Jerome Powell, ha dichiarato che l’inflazione non è
stata sconfitta e che potrebbe essere necessario aumentare
ulteriormente i tassi di interesse nei prossimi mesi. Al contrario,
gli esponenti della Banca Centrale Europea hanno annunciato che i
rialzi dei tassi di interesse sono prossimi alla fine. Non c’è
bisogno che vi ripeta che a mio avviso le politiche monetarie attuali
hanno in realtà un fine differente da quello dichiarato, ossia la
“lotta all’inflazione”, bensì calmierare le rivendicazioni
salariali oggi in atto soprattutto negli USA.
Ad ogni modo, queste
dichiarazioni contrastanti hanno creato confusione tra gli
investitori, che stanno cercando di capire quale sarà la traiettoria
delle politiche monetarie delle principali banche centrali.
La situazione
economica rimane incerta e il rischio di recessione è ancora
presente. Tuttavia, i mercati finanziari sembrano aver iniziato a
prendere in considerazione la possibilità che le banche centrali
possano iniziare a rallentare il ritmo dei rialzi dei tassi di
interesse.
Se questa tendenza
dovesse proseguire, potrebbe portare a un miglioramento dell’umore
degli investitori e a ulteriori rialzi dei mercati finanziari.
In questo contesto
propongo una strategia che, premetto fin da subito, ha un alto grado
di rischio.
L’ottica nella quale
ho elaborato tale strategia è quella di recuperare alcuni ribassi di
certi certificati che non stanno performando come mi aspettavo. Tale
strategia comunemente nominata come recovery e consiste
sostanzialmente nell’andare a cercare un altro certificato che sia
altrettanto deprezzato ma che offra maggiori possibilità di
rendimento rispetto a quello che si vende. Va da sé che comunque un
certificato che è abbondantemente sotto la parità esprima comunque
un grado di rischio maggiore di quello che esprimeva al momento della
sua emissione, così come avrà naturalmente un rendimento più alto
rispetto all’inizio.
Vediamone subito le
caratteristiche:
Tipo: Cash
Collect Memory (Portafoglio CED)
ISIN:
DE000UH4NHD0
Sottostanti:
Stellantis / Volkswagen
Cedola: 2,19%
Trimestrale
Scadenza:
17/11/2026
Barriera:
11,6714€ / 104,58€
Una peculiarità di
questo certificato è che in realtà ha due barriere: Una un po’ più
alta per il godimento della cellula l’altra un po’ più bassa per la
restituzione integrale del capitale. Di sopra ho riportato solo
quella relativa al capitale mentre nel grafico di sotto le riporto
entrambe per il titolo peggiore ossia Volkswagen:
Come potete vedere
siamo proprio a ridosso della barriera per la cedola e leggermente
più lontani dalla barriera di capitale. Inoltre due settimane fa,
quando sono entrato io, eravamo proprio in mezzo alle due barriere.
Se l’analisi si fermasse qui tutto sommato questo certificato non
dovrebbe neanche essere preso in considerazione, ma dobbiamo fare i
conti con il prezzo di acquisto attuale: 67.45€.
A questi prezzi il
rendimento cedolare annuo è pari al 13% , che moltiplicato per i 3
anni rimanenti fa il 39% potenziale. Acquisto va aggiunto il
rendimento da Capitale che sono 32.55€ per certificato, ossia 52,7%
in tre anni. Facendo le somme quindi abbiamo un rendimento
complessivo a scadenza di quasi 92%, ossia potenzialmente recuperare
ribassi accumulati fino al 48% (1-1/1.92)*100.
La tua mente nessun
pasto è gratis e quindi la probabilità che il titolo peggiore vada
sotto barriera è comunque rilevante.
Fin qui vi ho dato
tutti i parametri oggettivi del certificato, ora per concludere
permettetemi di fare un paio di considerazioni personali:
1) non è necessario
che il titolo Volkswagen salga, chi potremmo anche accontentare che
rimanga più o meno su questi livelli. Personalmente ritengo che da
qui a tre anni sia più probabile trovare questo titolo un po’ più
alto dei prezzi attuali che non il contrario non fosse altro per un
adeguamento all’inflazione.
2) in queste
strategie secondo me va sempre messo poco capitale: Se perdete,
perdete comunque poco; se guadagnate guadagnate comunque circa il
doppio del capitale investito. Per quale motivo ad esempio io
utilizzo questo tipo di strategie solo reinvestendo il capitale
liberato da certificati molto deprezzati e mai impiegando liquidità
nuova. Naturalmente poi ognuno ha il proprio stile di gestione.
Tengo infine a
precisare che, come tutti i post di questo blog, questo non vuole
essere assolutamente un invito all’acquisto, bensì un analisi
indipendente fatta in questi giorni dal sottoscritto.
Spero di aver fatto
cosa gradita lasciando link diretti a tutti i dati senza passare per
servizi di pubblicità. Per questo mi auguro che siate così gentili,
vista la completa gratuità del sito, di fare almeno un click su un
banner presente nella pagina e mettere un like se l’articolo è di
vostro gradimento.
Vi ricordo che
chiunque voglia essere tempestivamente informato sulle novità
pubblicate dal blog può iscriversi alla mailing list qui a destra.
Inoltre tenete presente che l’iscrizione è portata a termine solo se
viene confermata dopo aver cliccato sul link che vi verrà spedito a
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Nel post di oggi riporto un’operazione che ho aperto nella giornata
di Giovedì direttamente sul titolo Moncler per il mio portafoglio di
medio-lungo termine, quindi un titolo che è destinato a rimanere lì
per un po’ di tempo. Prendendo poi spunto da ciò presenterò anche
un certificate che ha come unico sottostante la stessa Moncler con un
rendimento potenziale del 9,3% annuo.
I mercati azionari globali hanno chiuso la settimana in calo, dopo
un inizio positivo. Il FTSE MIB italiano ha perso lo 0,20%, a
28.870,80 punti, mentre lo S&P 500 statunitense ha perso l’1,09%,
a 4.459,45 punti. Il Nasdaq Composite, che riunisce le principali
società tecnologiche, ha perso l’1,74%, a 14.155,91 punti.
L’Euro Stoxx 50, l’indice azionario principale dell’area euro, ha
perso lo 0,65%, a 3.541,80 punti.
L’andamento contrastato dei mercati azionari riflette l’incertezza
che ancora caratterizza l’outlook economico globale. Da un lato, i
dati sull’inflazione statunitense, pubblicati giovedì 14 settembre,
sono risultati in linea con le attese, attestandosi al 7,3% su base
annua. Questo ha contribuito a ridurre i timori di un’azione
aggressiva da parte della Federal Reserve, che potrebbe portare a un
rallentamento della crescita economica.
Dall’altro lato, lo sciopero dei lavoratori dell’automotive negli
Stati Uniti, iniziato lunedì 11 settembre, ha pesato sull’economia
statunitense e ha fatto temere un rallentamento della produzione
industriale.
Nel complesso, l’andamento di questa settimana suggerisce che i
mercati azionari sono ancora volatili e che gli investitori rimangono
prudenti.
Come sostengo da tempo, le prospettive future per i mercati
azionari restano incerte. Da un lato, la crescita economica globale
dovrebbe continuare a migliorare, grazie alla ripresa della Cina e
questo potrebbe sostenere l’appetito al rischio degli investitori.
Dall’altro lato, l’inflazione rimane un rischio significativo, che
potrebbe portare a un aumento dei tassi di interesse e a un
rallentamento della crescita economica.
Inoltre, la guerra in Ucraina rimane un fattore di incertezza, che
potrebbe avere un impatto negativo sull’economia globale.
Gli investitori dovrebbero monitorare attentamente questi fattori
e adattare le proprie strategie di investimento in base
all’evoluzione dell’outlook economico globale.
Proprio per questi motivi, il prodotto che presento questa
settimana è adatto a chi presenta un profilo di rischio
estremamente moderato:
È stata una settimana alquanto interlocutoria per gli indici
azionari visto che al rialzo delle prime sedute è seguito un
ritracciamento negli ultimi due giorni. A mi sembra che sia
abbastanza evidente che ci sia una profonda incertezza su che
direzione prendere. Da una parte ci sono molti investitori, per lo
più piccoli, che hanno timore di rimanere fuori da possibili
ulteriori rialzi, mentre altri hanno il timore più che fondato che
le politiche restrittive delle banche centrali possano continuare
anche nei prossimi mesi. È opinione personale del sottoscritto che
più che l’inflazione le politiche monetarie attuali servano a
soffocare sul nascere qualsiasi qualsiasi rivendicazione di aumento
salariale da parte dei lavoratori, paradossalmente questo sta
avvenendo maggiormente negli Stati Uniti piuttosto che in Europa.
Solo il tempo naturalmente potrà dire se questa visione è
azzeccata.
Nel frattempo
abbiamo naturalmente bisogno di essere operativi sul mercato ed
attuale strategie che possano essere performanti anche quando il
mercato imbocca direzioni di essere da quelli da noi ipotizzate.
Questo diventa ancor più vero quando siamo in un periodo di profonda
incertezza come quello attuale. Andare alla ricerca di settori
difensivi e strumenti abbastanza difensivi a loro volta mi sembra una
soluzione da percorrere. Il certificato che segue è stato
selezionato proprio tenendo a mente questi due criteri:
Rieccoci qui dopo due settimane di interruzione per le vacanze
estive. Un po’ di cose sono accadute in questo periodo, secondo me
l’avvenimento più importante anche se non strettamente economico è
stata la riunione dei BRICS in Sud Africa. L’evento è stato un po’
snobbato dai media occidentale invece in futuro lo ripenseremo come
uno dei momenti in cui gli effetti politici ed economici globali
hanno preso una certa direzione. Magari ne parleremo più
approfonditamente in qualche altro post futuro, due aspetti però ci
tengo a sottolineare:
1) se tale Club dove
si estendersi anche alla Arabia Saudita e all’Iran (da vedere assieme
queste due nazioni è una novità epocale), sommando il Brasile e
Russia avremmo i maglioni produttori di petrolio tutti assieme, una
specie di opec ristretto.
2) se nel lungo
termine dovesse realizzarsi l’adozione di una moneta di scambio
alternativa al dollaro (cosa che non avverrà sicuramente dall’oggi
al domani) saremo sicuramente costretti a rivalutare quali saranno le
direzioni future dei flussi di capitali.
Ora torniamo agli
aspetti più operativi.
A metà giugno avevo proposto la strategia sul petrolio con il titolo “Guadagnare anche se i prezzi scendono? Si può: 15% sul petrolio“. Tale strategia sia rilevata anche più proficua di quanto pensato visto che il certificato è stato rimborsato anticipatamente proprio questa settimana realizzando quindi il guadagno della conto capitale prima della scadenza naturale.
Questa settimana è
stata caratterizzata da un ritracciamento più che fisiologico direi
degli indici azionari. Il FTSE MIB si è arrestato attorno a quota
28.500 punti, proprio dove passava una prima resistenza statica:
Dato comunque il trend estremamente rialzista degli ultimi mesi molti dei certificati analizzati stanno andando in rimborso anticipato. Uno di questi, tra quelli presentati in questo blog, è quello analizzato nell’articolo “Cedole settimanali per oltre il 15% con tre grandi banche”
Vista la
considerevole quota di liquidità che mi ritrovo in questo periodo In
portafoglio ho deciso di reinvestire il capitale rimborsato con un
certificato simile ma che presenti ulteriori elementi di protezione
proprio perché come sapete perché un ulteriore ribasso dei corsi
azionari sia molto probabile.
Rieccoci qui dopo una settimana di pausa, vi chiedo scusa per non
avere scritto il consueto post ma sto dedicandomi anche ad un altro
progetto e così il tempo che mi rimane a disposizione è sempre di
meno (inoltre Ammetto che il caldo di questo periodo non aiuta
sicuramente).
Al netto dei miei
impegni personali c’è anche da dire che il periodo delle ultime
settimane non è particolarmente ad ulteriori ingressi nei
certificati nei certificati vista la bassissima volatilità. Ricordo
Infatti brevemente che acquistare certificati significa
sostanzialmente vendere volatilità, se diamo quindi un’occhiata
all’indice più importante che sintetizza questa misura, ossia il VIX
per l’indice S&P500, notiamo subito come sia schiacciato su dei
minimi e da lì non si voglia schiodare:
In altre parole, trovare buone occasioni in queste condizioni è estremamente difficile e sarebbe quindi stato inutile scrivere un post tanto per farlo.
In questa settimana
però mi sono imbattuto in un certificato che ha una struttura
veramente interessante che vale la pena analizzare a prescindere dai
livelli di volatilità attuale. Inizio con il riportare brevemente i
dati fondamentali: